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Autore: alillina    24/01/2014    0 recensioni
"Pensavi cosa? che siccome sei tanto bella e carina , siccome fai gli occhi dolci tu abbia l'autorizzazione di rovinare così la vita di qualcuno? Beh, sappi che ti sbagli, sappi che io non ho mai dimenticato"
La storia di Clove e Cato 5 anni prima dei giochi, di una vicenda un po' particolare. Una storia che nessuno ha mai immaginato. Gli eroi del distretto due come non gli avete mai visti prima
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cato, alzati. É mattina.” mi sussurra una voce. Non mi voglio alzare. Sto bene lì dove sono. È così morbido e delicato. “

“Cato! Ti prego, svegliati! Svegliati!” apro gli occhi all'improvviso e... dove sono? Faccio per alzarmi, ma vengo subito bloccato da un forte dolore alla testa. Mi sdraio sul letto.

“O tesoro mio, finalmente ti sei svegliato. Mi hai fatto stare in pensiero, sai?”

Mia mamma è china sul letto, con il volto rigato dalle lacrime.

“Cosa è successo? Perché mi trovo qui?”

“Cato, non ricordi? Hai salvato Clove due giorni fa!”

Sto per mettermi a ridere al solo pensiero, quando nella mia mente si fa strada l'immagine del taglio sullo stomaco di Clove e così soffoco dentro di me la risata.

Due giorni? Sono stato in convalescenza per due giorni? Roba da non credere! Due giorni senza fare niente? Senza allenarmi? No, mi rifiuto di crederci! Non può essere possibile.

“Niente di grave, vero?

“Insomma, fai un po' te. Ti hanno scagliato una pietra sulla testa, per fortuna non troppo forte!”

Ci credo che non era forte, l'ha scagliata Verlas! Quella pappamolla non riuscirebbe a schiacciare neanche una formica.

“Quando potrò tornare ad allenarmi?”

“Non ne ho idea, di sicuro dovrai saltare qualche giorno.”

Sto per iniziare a lamentarmi, quando la porta si apre provocando uno scricchiolio fastidioso.

Clove.

Mia mamma si gira e, vedendola, esce dalla stanza, lasciandoci soli.

Clove si avvicina lentamente e si siede sulla prima sedia che trova.

Ci fissiamo. È la prima volta che la guardo e che non mi viene voglia di strozzarla. Mi stupisco di me.

“Come stai?” chiede lei con voce dolce.

“Mai stato meglio. E te?”

Lei si scopre la pancia e vedo una fasciatura che gliela copre interamente.

“Grazie.” dice poi lei tirando giù la maglietta.

“Non l'ho fatto per te” le dico schietto “E' solo che odio Verlas a tal punto che, pur di fargli del male, accetto anche di difenderti.”

“Solo che è stato lui a fare del male a te”

“Gliel'ho lasciato fare.”

Poi mi viene in mente che anche lei mi ha salvato quando Verlas mi stava per strozzare. Così glielo dico talmente piano che non penso abbia sentito, perché per me è un umiliazione dire grazie a qualcuno, soprattutto se quel qualcuno è Clove.

“Cos'hai detto?”

“Niente...” rispondo nella speranza che non abbia sentito. “Pensavo...”

“Se lo dici tu” dice lei, in un modo non troppo convinto.

Stiamo fermi a fissarci per qualche minuto. Poi la mia bocca le porge una domanda, senza neanche che io me ne renda conto.

“Perchè lo hai fatto?”

“A cosa ti riferisci?”

In realtà mi riferirei un po' a tutto: perchè si vuole allenare con me, perchè qualche anno fa aveva scritto quelle cose, ma l'unica domanda che riesco a dire è: “Perchè mi hai difeso da Verlas?”

“Se avessi avuto una lancia o una spada non ci sarebbe stato bisogno di aiutarti. Ma Verlas aveva un coltello, io l'ho visto, mi ha ferita con quello, ed ero certa che non lo sapeva usare. Così ho deciso di aiutarti. E tu invece? Perchè quando ti ho chiamato sei corso subito indietro senza alcuna esitazione?”

“A volte sei proprio stupida. Ti ho detto che odio Verlas più di te, quante volte te lo devo ripetere?”

“Se lo dici te mi fido.”

A dire la verità non ci ho proprio pensato al fatto che la voce che mi aveva chiesto aiuto quella sera era quella di Clove. Ero subito partito. Non mi ero fatto problemi. Mi pare quasi di aver pensato, per un solo istante, che Clove abbia avuto importanza per me. Ma scaccio subito l'idea. È troppo surreale. Come poteva Clove essere importane per me se l'avevo sempre odiata? Beh, ora che ci penso, non penso più a Clove come un mostriciattolo già da un po' di tempo: mi stupisco di me.

Il rumore della porta che si apre scaccia i miei pensieri. Mia mamma entra, e chiede in modo gentile a Clove di uscire perchè mi doveva parlare.

“Allora ci vediamo dopo?”

“Perchè?”

“Passo ancora a trovarti, più tardi”

“Contenta te...”

La porta si richiude e mia mamma si siede nello stesso posto di prima.

“Cato, ho buone notizie.”

“Posso uscire?”

“Oggi no, ti toccherà passare la notte in ospedale. Ma per fortuna non è grave. Domani mattina torniamo a casa.”

“Meno male, non ne posso più di stare imbamolato a letto mentre dovrei essere ad allenarmi per gli Hunger Games.” Questo particolare mi fa tornare in mente gli Hunger Games, quelli di quest'anno, a cui partecipa mio fratello. Sono iniziati ieri: mi sono perso il bagno di sangue e le interviste. Accidenti. “Mamma, come proseguono gli Hunger Games?”

“Bene, per ora. Dovevi vedere tuo fratello alla sfilata dei carri.Era magnifico, in tutta la sua possenza, sembrava un dio. Con quel vestito dorato e quella corona, era a dir poco fantastico! Sembrava un re.”

“E alle interviste?”

“Non lo so. Eri in ospedale e ho visto solo la sfilata dei carri. Se vuoi richiamo Clove, lei ha visto tutto.”

A malincuore e con la faccia imbronciata le faccio segno di chiamarla.

“Cato, cosa c'è?”

“Premetto che ti ho chiamata solo per sapere di mio fratello. Tu hai visto tutte le puntate, giusto?”

“Si”

“Bene. Dimmi, cosa ha detto alle interviste?”

“Cosa vuoi che abbia detto, le cose che dicono tutti. Caesar gli ha chiesto il perchè della sua reazione quando è stato estratto. Lui ha detto che aveva promesso a suo fratello che gli avrebbe fatto vedere come si comportava un vero campione, perchè lui era il campione, il più forte di tutti...Vincerò per te, Cato, e quando tornerò, vedrai il campione”

“Cosa?”

“E' quelo che ha detto lui, me lo ricordo ancora”

“E quanto ha ottenuto alle sessioni private?”

“11. Caesar gli ha chiesto anche di quello.”

“Si poteva immaginare che prendeva un voto alto.”

“Hai ragione.”

“Parlami del bagno di sangue.”

“Beh sono morte un bel po' di persone, 10 per l'esattezza. I due del 12, la femmina dell'11, tutti e due quelli del 10 e quello del 9. Il maschio del 4, la femmina del 6 e tutti e due quelli del 7. I favoriti sono ancora vivi”

“Che affermazioni sceme che fai, certo che sono vivi! Comunque, com'è l'arena?”

“E' Metà foresta e metà deserto, piena di ibridi.”

“Bene, Sieg vincerà di sicuro.”

“Lo spero.”

“Fidati, succederà.”

Terzo minuto di silenzio della giornata. Quanti dovrò ancora sopportarne? Poi se li passo con Clove sono ancora più odiosi.

Questa volta è Clove ad interromperlo: “Grazie ancora Cato.”

“Tu mi hai salvato ed io ti ho ricambiat il favore. E poi, quante volte dovrò ancora ripetertelo che odio Verlas più di quanto odio te?”

“Va bene.”

“Ora esci che devo dormire”

“Ok, ciao Cato. E buonanotte.”

“Ti auguro di fare i peggiori incubi.” sussurro a voce bassa. Poi mi giro dall'altra parte e chiudo gli occhi. Mi addormento quasi subito.

È tutto buio, sto correndo, il fiato è pesante, faccio sempre più fatica a camminare, non ce la faccio più. I miei falsi amici che mi inseguono. Una voce mi chiama da sopra a un albero: è Clove. Mi sta tendendo la mano. È troppo in alto, non ci arrivo. I miei falsi amici mi hanno ormai riggiunto. Si stanno trasformando in lupi, bestie feroci, assetate di sangue. Il buio. Gli artigli. Le zanne. La voce di Clove. Il sangue, il mio sangue. MI sveglio di botto, tutto sudato. Ancora quel sogno. Due volte lo stesso sogno. Significa qualcosa, e io devo sapere cosa. Ora più che mai. Questo incubo mi tormenta. Di sicuro c'entra Clove. E so cosa fare.

A malincuore, devo parlare con lei.

  
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