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Autore: whitesary    07/06/2008    3 recensioni
la songfic più autobiografica che abbia mai scritto... al mio posto però c'è Yugi...
Genere: Triste, Malinconico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MY DECEMBER

Basta, ora basta!
Basta bugie!
Basta frasi fatte insignificanti e stupide!
Basta!
È sbattuta la porta?
Che me ne frega!
Ho lo stereo a palla?
Fottetevi tutti! Andate tutti a fanculo!
È tutta colpa vostra... solo vostra...
Se ora sto così male, se mi fa male l’anima è tutta colpa vostra, SOLO VOSTRA!!!
Se ora piango è solo ed esclusivamente colpa vostra!
...
Sigh...
Anche se ora me la prendo con dei fantasmi la cosa non cambia...
...
Lasciatemi da solo...

“This is my december / Questo è il mio Dicembre
This is my time of the year / Questo è il mio periodo dell’anno
This is my december / Questo è il mio Dicembre
This is all so clear / Tutto questo è così chiaro...”

L’avete fatto di nuovo quando avevate giurato di non farlo più...
...
Voi non mi avete mai capito... io volevo solo degli amici che fossero sinceri, che mi accettassero per quel che ero... non volevo tornare ad avere quella sensazione di dolore all’altezza del petto, non volevo sentire ancora il freddo della solitudine... non volevo tornare ancora a quel Dicembre... quel Dicembre che mai dimenticherò...

“...This is my december / Questo è il mio Dicembre
This is my snow covered home / Questa è la mia casa ricoperta di neve
This is my december / Questo è il mio Dicembre
This is me alone / Questo sono io da solo...”

Dicembre... il mese del Natale... il mese dove si corre a fare i regali alle persone più care e alle quali si vuole un mondo di bene...
Il mese dove io avrei sempre voluto sparire. Non esserci. Non essere vivo.
Non avevo nessuno che potessi considerare “amico”. Ero solo. Completamente solo. Un cane abbandonato a sé stesso.
A scuola ero il bersaglio dei bulli, gli unici che mi facevano sentire vivo attraverso le botte, non ero una cima, ero schivo, solitario... sentivo di non appartenere a quel posto, di essere la mosca bianca nel covo delle mosche nere... in classe io c’ero, ma potevo anche non esserci che nessuno se ne accorgeva...
Tornare a casa era la mia soddisfazione, potevo tornare nel mio mondo, nel mio posto preferito dove non sarei mai e poi mai stato un estraneo: il negozio di giochi del nonno.
Sia io che lui adoriamo i giochi, passeremmo l’intera giornata a giocare se fosse per noi; tuttavia mi ritrovo spesso a giocare da solo... a 16 anni giocare non è una cosa da fighi, quindi non c’è nessuno che condivida questa mia passione. Ogni volta mi fa male l’anima, la sento quasi morire, urlare disperatamente “Salvami! Ti prego, Salvami!!!”
E io, impotente, a sentirla e a morire con lei...
Odio Dicembre. Mi fa sentire sempre più solo di quanto non mi senta già...
E poi ho sempre odiato il dover spalare la neve, soprattutto quella che cade dal tetto e che mi fa ricominciare la sgobbata daccapo.

“...And I / E io
Just wish that I didn’t feel / Desidero solo non pensare
Like there was something I missed / Come se ci fosse qualcosa che ho dimenticato
And I / E io
Take back all the things I said / Ritiro le cose che ho detto
To make you feel like that / Per farti sentire così
And I / E io
Just wish that I didn’t feel / Desidero solo non pensare
Like there was something I missed / Come se ci fosse qualcosa che ho dimenticato
And I / E io
Take back all the things I said to you / Ritiro le cose che ti ho detto...”

Quel Dicembre...
Che strana cosa, la vita: quanto credi che ti abbia fottuto per bene e che ti stia per uccidere... ti porta la salvezza. MI ha portato la salvezza.
Degli amici.
Di colpo il mio desiderio, espresso mentre ricomponevo un puzzle che per millenni era rimasto senza soluzione, si era avverato! E non capivo perchè! Come mai! All’improvviso!

Vita, la prossima volta fammi un colpo di telefono!

Ero felice, felicissimo, no, di più! Avevo tutto quello che avevo sempre sognato, delle persone che mi potessero capire, che avessero interessi e gusti simili ai miei, con cui ero perfettamente in sintonia, con cui camminavo 3 metri sopra terra (Moccia, non dire che ti ho copiato) !!!

Finalmente vivevo come un qualsiasi sedicenne, finalmente avevo anche io delle persone a cui poter fare un bel regalo di Natale! Avevo fatto una lista, dopo aver pensato per interi giorni e intere notti a cosa regalare, ed ero proprio orgoglioso delle mie scelte.
Poche ore dopo i pacchetti erano in camera mia, perfettamente perfetti... come ogni pacco di Natale del resto.
Come potevo sapere...
Come potevo sapere che poi...

“...And I’d give it all away / Ed io darei via tutto
Just to have somewhere to go to / Solo per avere un posto dove andare
Give it all away / Darei via tutto
To have someone to come home to / Per avere qualcuno da cui ritornare...”

“...This is my december / Questo è il mio Dicembre
These are my snow covered dreams / Questi sono i miei sogni coperti di neve
This is me pretending / Questo sono io che fingo
This is all I need / Questo è tutto quello di cui ho bisogno...”

È successo tutto così in fretta che ancora non capisco come sia successo...
Siete venuti a casa mia per i compiti e per una partita a carte, e io avevo programmato di darvi i regali a fine giornata, prima che voi ve ne andaste. Ma dopo aver studiato insieme e dopo aver duellato mi avete detto quelle parole... come faccio a dimenticarle?

“Senti Yugi, da domani staremo insieme al gruppo dell’altro liceo e non avremo tempo per te”

Me lo avete detto con una faccia talmente ingenua e tranquilla che mi sentivo uno scemo a pensare male di voi. Non mi perdonerò mai come vi ho risposto:

“Ah... Ho... Ho capito... D’accordo...”

Stupido! Stupido, cretino, coglione, deficiente, testa di cazzo!!!!!!!!!
Dovevi mandarli a quel paese a spalare merda, altro che “ho capito”!!!!!!!
Dovevi farlo subito!!!!!!!
Non dovevi concedergli un’altra possibilità, quando quegli stronzi sono tornati da te dopo aver piantato in asso pure quelli là!!!!
Yugi, sei una mezza sega senza palle!!!!
...
Ma chi voglio prendere in giro?
Giudicare le mie azioni e suggerire il giusto comportamento non serve a niente ora...
Ci sono cascato ancora! Lo ammetto! Sono stato doppiamente stupido, cretino, deficiente, eccetera eccetera...
Avevo così bisogno di placare il mio male all’anima che li ho perdonati (neanche 1 settimana dopo che se n’erano andati) e siamo tornati come prima, come se niente fosse successo.
Qualche giorno dopo siamo andati in una sala giochi dopo la scuola, e come promesso vi stavo insegnando i trucchi per vincere a Tekken facendo costantemente ‘perfect’ . Ovviamente avevo con me i miei regali di Natale, volevo darveli a tutti i costi, per esprimere la mia amicizia verso di voi.
Neanche quella volta ci riuscì.
Dopo avervi svelato quella stupida strategia per vincere ai videogiochi mi avete scaricato ancora, in modo più affilato e con quell’ espressione ironica stampata in faccia.

“Yugi, ora noi ti salutiamo, è stato un vero onore imparare questo trucco dal Re dei Giochi ma ora, vostra maestà, ci congediamo”

E sono rimasto lì come uno scemo a fissarvi uscire ancora una volta dalla mia vita.
Il dolore al cuore era terribile. Mi sono lasciato usare da loro per poi ritrovarmi scaricato appena non ero più necessario.
Stavolta piansi. Piansi come se fossi rimasto solo al mondo.
Ed era così. Ero solo, abbandonato, arrabbiato, abbattuto, umiliato...
Ero convinto di morire di lì a un secondo.
Con quel milligrammo di dignità che mi era rimasta, presi il mio zaino e tornai a casa lentamente, sforzandomi di non piangere, e di non pensare.
Guardavo basso, non sapevo neanche che strada avevo imboccato, sapevo solo che le mie scarpe erano bagnate per colpa della neve non spalata dai marciapiedi. Sentivo freddo. Nel corpo e nel cuore. Sentivo di diventare passo dopo passo sempre più insensibile a ciò che mi circondava, persino del mio respiro. Insensibile alle lacrime gelate che mi bagnavano il volto.
Senza sapere come, mi fermai esattamente davanti la porta del negozio del nonno. Tentando di essere convincente entrai con un sorriso, fingendo che nulla fosse successo. Il nonno farfugliò qualcosa e in automatico risposi che era tutto a posto e che me ne andavo in camera a giocare.
Appena fuori dal campo visivo del nonno lasciai campo libero alle lacrime, ma il nonno mi fece una brutta domanda...

“Allora Yugi, sono piaciuti ai tuoi amici i tuoi regali di Natale? Glieli hai dati, vero?”
“Certo nonno, gli sono piaciuti moltissimo”

Fortunatamente il nonno non vide che piangevo mentre mentivo spudoratamente stringendo gli spallacci dello zaino...


“...And I / E io
Just wish that I didn’t feel / Desidero solo non pensare
Like there was something I missed / Come se ci fosse qualcosa che ho dimenticato
And I / E io
Take back all the things I said / Ritiro le cose che ho detto
To make you feel like that / Per farti sentire così
And I / E io
Just wish that I didn’t feel / Desidero solo non pensare
Like there was something I missed / Come se ci fosse qualcosa che ho dimenticato
And I / E io
Take back all the things I said to you / Ritiro le cose che ti ho detto...”

“...And I’d give it all away / Ed io darei via tutto
Just to have somewhere to go to / Solo per avere un posto dove andare
Give it all away / Darei via tutto
To have someone to come home to / Per avere qualcuno da cui ritornare...”

“...This is my december / Questo è il mio Dicembre
This is my time of the year / Questo è il mio periodo dell’anno
This is my december / Questo è il mio Dicembre
This is all so clear / Tutto questo è così chiaro...”

“...Give it all away / Darei via tutto
Just to have somewhere to go to / Solo per avere un posto dove andare
Give it all away / Darei via tutto
To have someone to come home to / Per avere qualcuno da cui ritornare.”

Il tempo è passato e ora è nuovamente Natale.
Un anno di merda.
Solitudine a manetta.
Poi ancora l’abisso. Il dolore all’anima.
La solitudine.
La disperazione.
Il senso di colpa... Che sia colpa mia?
Che sia io quello che non sa tenere gli amici?
Cosa faccio di sbagliato per meritarmi questa punizione?
Cosa faccio io, involontariamente, per far scappare le persone lontano da me?
...
Mi lascio trasportare troppo dall’amicizia?
Faccio paura come un bambino troppo contento ed estasiato?
È così? O no?
Perchè...?
Non penso di aver fatto male a dare tutto me stesso in un’amicizia... gli amici non si comportano così?
Cosa fanno allora? Si prendono per il culo tutto il giorno? Sanno solo aiutarsi a vicenda? Si ammazzano di botte dalla mattina alla sera?
IO NON CAPISCO, DATEMI UNA SPIEGAZIONE!!!
CHE COS’ E’ L’AMICIZIA? CHE COSA VUOL DIRE ESSERE AMICI?
QUANDO SI E’ VERAMENTE AMICI E NON SOLAMENTE FINTI AMICI?!
DITEMELOOOOOOOO!!!

Urlo come un disperato, tanto lo stereo mi copre la voce spezzata dal pianto.
Il mio sogno ho capito perfettamente che non si realizzerà mai, che resterò da solo per sempre, che ho speranze di trovare qualcuno da considerare “amico” solo su chat in internet...
Mi faccio schifo...
Non so perchè ogni volta che mi capita di pensare a tutto questo, di ripercorrere ciò che è successo, ho sempre davanti a me quei pacchetti regalo...
Oggi è il 19 Dicembre...
Mancano esattamente 6 giorni a Natale...
Chi se ne frega, ormai li scarto, sarebbe inutile lasciarli lì a prendere altra polvere.
Piangendo da solo nella mia stanza ascoltando questa canzone...
La mia canzone...
Prendo quei pacchetti...
E non posso far altro che augurare “Buon Natale a me” ...

THE END




SPAZIO AUTRICE
Questa, insieme a “Sary’s Song”, è la fic più autobiografica che abbia mai scritto.
Non tanto per quello che succede a Yugi, quanto per quello che prova.
Anche io non avevo le stesse passioni dei compagni di classe, anche io non ero a mio agio fuori dalla mia stanza, anche io sono stata considerata “amica” e poi gettata via quando non ero più necessaria.
Ero come la ruota di scorta, servivo solo fino a quando non mettevano la ruota aggiustata.
E non è successo una volta, ma svariate volte.
Ogni volta che ci penso mi lacrimano gli occhi da soli e mi do dell’ auto-lesionista...
Pur di avere un amico sacrificavo me stessa, i miei hobby in favore di altre attività che poi non ho più fatto, il mio tempo, la mia intera amicizia... tutto per far stare bene gli altri, per fargli sentire il mio affetto e per essere gentile con loro.
In cambio di cosa?
Di una pedata nel sedere e di un dolore atroce all’anima.
Dopo avermi usata quelle persone, quelle che mi avevano fatto male, continuavano a starmi attorno come se niente fosse, come se non mi avessero fatto del male: mi prendevano in giro, mi davano false speranze...
Per fortuna ho finito la scuola e ora non sono più costretta a vederle.
Tuttavia, ho trovato persone tramite corrispondenza, su svariati forum e su questo sito che mi hanno sostenuta e che mi hanno dato un pò della loro forza per continuare ad andare avanti. Loro posso veramente considerarli Amici. Finalmente c’è qualcuno che, come me, considera gli amici come un bene prezioso di cui prendersene cura, qualcuno che mi ha fatto scoprire la vera amicizia.

Ancora oggi mi fa male l’anima. Mi sento il cuore pesante, fa male, sembra che stia precipitando da un burrone talmente profondo da non toccare mai la fine... ma il fardello è sempre più leggero se hai qualcuno con cui portarlo.
Grazie Socia, Frato, Thrissino, Nalle, Meiko, Babi, Cesca, Sabry, Giorgi, Monica. E anche a tutti gli altri che ho dimenticato per la fretta.
Un grandissimo “VAFFANCULO” a chi mi ha fatto del male, soprattutto alle persone a cui avevo dedicato la fanfiction “Sary’s Song”: se vi capiterà mai di leggere questa fanfiction, capirete il perchè.

Scusate se ho usato parecchi puntini di sospensione, essi rappresentano tramite punteggiatura le lacrime che scendono dagli occhi...

Grazie a tutti per aver letto il mio sfogo.
Grazie di cuore.

Sary.

FINE SPAZIO AUTRICE
  
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