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Autore: GoodTimes    24/01/2014    1 recensioni
L'unico rumore che si poteva sentire era il battito dei cuori dei poveri ragazzi in attesa.
Aiden era ansioso, ansioso come non lo era mai stato. Il suo corpo era immobile, rigido. Per un istante chiuse gli occhi e attese.
'Non dire il suo nome'
'JOHANNA MASON'
Fu come un pugno nello stomaco.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Johanna Mason
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una grande distesa di pini, Johanna non vedeva altro che alberi fuori dalla finestra di camera sua. 
Verde in estate, verde in primavera e verde in autunno.
L'inverno era la stagione che Johanna preferiva, ogni anno, poco prima di gennaio un gruppo di boscaioli batteva al suolo ogni albero, così Capitol City, avrebbe avuto la sua legna da ardere, così, Capitol City, sarebbe rimasta al caldo.
Johanna amava quel periodo dell'anno, dormiva pesantemente sotto le calde coperte. Quando sorgeva il sole e i boscaioli cominciavano a lavorare il rumore dei tronchi che cadevano la svegliavano, correva alla finestra e rimaneva li per ore finchè il lago non si sarebbe fatto vedere.
Senza quell'enorme distesa di pini poteva ammirare il panorama; amava le montagne ricoperte di neve, amava il loro riflesso sul lago ghiacciato.

Johanna si svegliò presto il giorno della mietitura, si vestì silenziosamente e uscì di casa.
Mentre correva nel bosco l'aria le scompigliava i corti capelli neri, il rumore che i suoi scarponi provocavano pestando gli aghi dei pini gli ricordò le mille lezioni passate a parlare di alberi. Johanna correva voloce come il vento, Aiden la stava aspettando.
Arrivò fino al limitare dei boschi, il lago si trovava davanti a lei. Si tolse le scarpe e i calzini e infilò il primo piede nell'acqua.
- 'Cavolo è gelata!' 
Piano piano Johanna si tolse i vestiti ed entrò.
Adorava sentire il freddo che invadeva il suo corpo, adorava aspettare il sorgere del sole per poi sentire il suo calore sul viso.
Johanna nuotò per una buona mezz'ora e poi uscì dall'acqua, allungò la mano per prendere l'asciugamano appoggiato sul ramo e non appena lo tolse un Aiden sorridente le si presentò davanti.
- 'Sei un'idiota!'

Johanna aveva sei anni quando conobbe Aiden, fuori era buio e la neve scendeva fitta già dalla mattina, sua madre aveva la febbre alta e il padre gli ordinò di uscire per prendere della neve fresca da applicare sul caldo viso di lei.
Johanna uscì di casa, il vento era talmente forte che i capelli le coprivano il viso. Si stava dirigendo verso il ciglio della strada quando andò a sbattere contro qualcuno.
-'Togliti!' gridò.
L'uomo non si muoveva, lei si tolse i capelli dal viso e lo guardò, un pacificatore le bloccava la strada.
-'Spostati!' 
Johanna ricevette uno schiaffo in pieno viso e cadde attera.
Aiden, che a quel tempo aveva 10 anni, vide la scena, corse verso di loro e spinse l'uomo con tutta la forza che aveva.
-'Lasciala stare!' 
Il pacificatore puntò l'arma contro di lui, gli uomini che erano usciti per spalare la neve si avvicinarono e le donne che erano rimaste in casa al caldo aprirono le finestre per vedere cosa succedeva.
In un attimo quella tranquilla sera d'inverno si trasformò nell'agitazione più assoluta.
Un uomo allontanò Aiden dal Pacificatore e un' anziana signora aiutò Johanna a rialzarsi.
-'Rientrate in casa prima che spari a qualcuno'.
Da quel giorno ovunque Johanna andasse Aiden era con lei.

La piazza del distretto sette era piena di gente, i ragazzi dai 12 ai 18 anni stavano in silenzio, ogniuno di loro sperava di non sentire il proprio nome, o quello del fratello o del migliore amico.
- 'Prima le signore' La donna dallo strano vestito giallo e verde infilò la mano nella teca che conteneva i nomi delle ragazze ed estrasse un biglietto.
L'unico rumore che si poteva sentire era il battito dei cuori dei poveri ragazzi in attesa.
Aiden era ansioso, ansioso come non lo era mai stato. Il suo corpo era immobile, rigido. Per un istante chiuse gli occhi e attese.
'Non dire il suo nome' 
'JOHANNA MASON' 
Fu come un pugno nello stomaco.

La ragazza fissava gli alberi dalla finestra, sebbene gli odiasse tanto desiderava poter star li per giorni interi a guardarli, ma aveva solo un'ora a disposizione. Un'ora per salutare i suoi famigliari. Un'ora per dire loro addio. Un'ora per rendersi conto che non li avrebbe mai più rivisti.
La porta si aprì, Aiden si avvicinò a lei e la strinse forte fra le sue braccia, come se servisse a trattenerla, come se servisse a farla restare.
I due rimasero li, in silenzio. Le lacrime divoravano i loro visi e i singhiozzi erano impossibili da trattenere.
Nessuno era mai riuscito a separarli ed ora erano li, che si dicevano addio.
'Non possono portarti via' la voce di Aiden spezzò il glaciale silenzio.
Prese il viso di Johanna tra le mani, gli asciugò le lacrime e la guardò per l'ultima volta.
'Io ti aspetterò, prometto che quando tornerai mi prenderò cura di te'.
'No Aiden, io non tornerò'.

  
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