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Autore: coppeliaworld    24/01/2014    0 recensioni
La madre richiamò il giovane fermo ad ammirare il quadro attraverso quella teca di vetro, custode di un grande segreto. ... -Mi stai dicendo di andarmene?- ... -No… Avevi ragione tu. Non può andare avanti per molto. E perciò ho deciso di seguire il tuo consiglio.- ... -*Magnifica. Vero, figliolo?*- -*Perfetta, mamma.*- ... -*Vieni, tesoro?*- -Oui, maman.- -*Poi vengono a dirci che fu per un errore che la rubò. Buffo, no?*-
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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-Mi stai dicendo di andarmene?- Mi chiese lei piangendo.
-Sì. Non voglio più vederti.- Questo è quello che le dissi, nonostante non l’abbia mai voluta abbandonare.
-Ma… ci siamo divertiti un mondo… E poi… credevo che tu mi amassi…- Pensai che continuando a fissarmi con quegli occhi che solo tu avevi mi avresti provocato un infarto. Ma ciò, sfortunatamente, non avvenne. Avrei, mio malgrado, dovuto continuare questa farsa.
-Vattene!- Urlai.- Fin dall’inizio sei sempre stata soltanto un gioco per me!
-“Un gioco”? Un gioco è quello che abbiamo fatto.- Mi fa, lasciandomi senza parole. –Questo è amore.- Continua.
-Ad un gioco puoi vincere o perdere, Lisa.- Avvicinai il mio pugno al suo viso per sembrare spietato almeno un po’…
Mi diede un bacio sulle nocche e io rimasi immobile. Sicchè lei aggiunse-Mi hai lasciato qualcosa…- trattenedo le lacrime.
-Come posso averti lasciato qualcosa?! Sono un amante! E gli amanti non lasciano nulla, né tantomeno rimangono…- Abbassai il viso e puntai le mani chiuse al suolo al finire della frase.
-Cos’è successo? Dimmelo.- Mi afferrò il braccio
Non riuscii a più a resistere e mi venne in mente solo una cosa da dire: -Sgualdrina!-. Detto ciò la scaraventai a terra e la guardai. Guardai il suo viso tondo e lei guardò me. Aveva molta paura, come se stessi cercando di ucciderla.
-Tu mi ami!- Disse, quasi fossi stato colto in flagrante.
-No…- Dissi con la poca energia rimasta.
-Sono incinta.- Sorrise.-Ed è tuo. –
-Cosa?-
-E me ne andrò. Me ne sarei andata comunque.-
-No! Aspetta! Com’è possibile?! Per una sola notte?! Come fai a capirlo?!- Sapevo che non sarebbe potuta durare. E fu per questo che le chiesi di tornare da dove veniva.
-No… Avevi ragione tu. Non può andare avanti per molto. E perciò ho deciso di seguire il tuo consiglio.-
-Ma mio figlio…!- Non feci in tempo a finire la frase che lei mi baciò sulle labbra e corse verso il sofà, arrampicandosì facilmente sul il muro.
-No. Aspetta. Cosa…? Ferma!!- Urlai avvicinando a lei una mano.
-Tu…-
-Cosa?-
-Mi ami?-
Rimasi immobile fino a quando non rilassai le braccia e risposi:-Ma certo che ti amo.-
Lei chiuse gli occhi per un istante, si sedette e incrociò le mani l’una sull’altra e mi guardò. Quasi piangendo le porsi un sottilissimo mantello nero  e glielo misi tra i capelli.- E tu? Tu mi ami?-
Mi guardava ma non emetteva un suono.  Disse solo:-Ciao, Vincenzo.-
Poi rimase in silenzio. Con quel suo sorriso. Quel sorriso che non mi disse mai un sì o un no. Ma che sapevo non mentisse. -Oh, Lisa.-
E non parlò mai più… a nessuno.
Quel sorriso che tutti amano.
-Non riesco a guardarla. Sarà meglio spostarla in cucina. -
 
 
100 anni dopo
Museo del  Louvre
 
 
 
*In Francese*-*Come vedete, il sorriso enigmatico della Gioconda ha sempre voluto nascondere qualcosa e il velo è possibilmente il simbolo di una gravidanza anche se non sembra visibile dal suo fisico e poi a destra troviamo…*-
-*Magnifica. Vero, figliolo?*-
-*Perfetta, mamma.*-
-*Cento anni fa, un uomo italiano, Vincenzo Peruggia, la rubò e la tenne per un giorno intero nella sua cucina, per questo adesso è sorvegliatissima. Poi vengono a dirci che fu per un errore che  la rubò. Buffo, no?*-
-*Si.*-
-*Andiamo avanti, va bene?*- Allontanandosi.
-*Mh-h. Si.*-
Le braccia della donna dipinta si staccano dal quadro e quasi arrivano avvolgono il bimbo. -Prendimi. Sono tua.- Se solo non ci fosse stato quel vetro…
-*Vieni, tesoro?*- La madre richiamò il giovane fermo ad ammirare il quadro attraverso quella teca di vetro, custode di un grande segreto.
Il ragazzo incapace di rendersi conto dell’accaduto rispose solo un -*Sì.*- ma il suo sguardo e le sue gambe non si mossero di un millimetro. Rimase a fissare quegli occhi e quel sorriso per qualche secondo quando un ultimo richiamo lo ricondusse a terra dalla madre.
-*Lupin!*-
-Oui, maman.-
 

 
  
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