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Autore: Killkenny    24/01/2014    2 recensioni
[Fate/kaleid liner Prisma Illya ]
"Una Mahou Shoujo condannata a combatter da sola contro le Forze Maligne lancia un disperato grido di appello... un grido che riceverà risposta.
Rinasce la Speranza per le Maghette, che d'ora in avanti... non saranno più sole."
Con questo mio inizio, resuscito un vecchio progetto straniero con lo stesso titolo, su autorizzazione dello staff originario di Space Battles.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
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Battle Fantasia Project: A Tale of Magical Girls
 
(Sezione Italiana)
 

 
 
Prologo:
 
Il giorno in cui tutto cambiò.
 

 
 
Da qualche parte in Tokyo, una figura camminava, stanca e disperata.
 
Il dolore, la tristezza, gli incubi… erano ormai troppi.
 
Forse… non era meglio ormai farla finita?
 
Via il dolore, via la sofferenza, solo calma ed oblio… dopo così tanto tempo, avrebbe finalmente conosciuto la pace?
 
Prese il cellulare che aveva fregato ad un passante incrociato qualche isolato prima, e compose il numero dell’ufficio più vicino della NHK.
 
Dopo una breve chiamata segnalando una finta bomba in cima alla ancor incompleta Tokyo Sky Tree, la figura ripeté il messaggio altre tre volte, due ad altre emittenti televisive e l’ultima alla polizia.
 
 
– O –
 
 
La figura osservò gli elicotteri che si avvicinavano.
 
Accedere alla cima dell’incompleto palazzo era stato semplice.
 
Perlomeno… semplice, per una persona dotata di un talento come il suo.
 
I lunghi capelli castano scuri mossi dal vento, gli occhi neri arrossati da mancanza di sonno e troppe lacrime, i vestiti rovinati in più punti… la ragazza, apparentemente quindicenne, aveva addosso tutti i segni di una gioventù problematica e tesa alla delinquenza o comunque ad altre attività ben poco legali.
 
Ingenui.
 
Constatando di essere ormai sotto gli occhi di tutti, la ragazza chiuse gli occhi, prendendo fiato.
 
“Il mio nome…” Urlò lei, con un volume molto più forte di quanto sarebbe stato possibile. “… è Akiko Yamaguchi.”
 
Attorno alla sua mano sinistra, delle scintille di luce si radunarono. Scintille che si condensarono ed allungarono in un’asta corta, terminante con quello che appariva come un’ovoide giallo, ma che ad un esame ravvicinato si sarebbe rivelato esser un grosso bocciolo di fiore.
 
“E sono una Magical Girl!” E, seguendo la sua proclamazione, il ‘fiore’ in cima all’asta sbocciava, illuminando l’area di una luce azzurrina.
 
Luce che avvolse Akiko, condensandosi e modellandosi attorno al suo corpo, per poi scoppiare come una bolla di sapone.
 
Al dissiparsi della luce, gli spettatori in diretta nazionale (ed alcuni esteri, miracoli dello streaming in diretta) sbarrarono gli occhi, vedendo come i capelli della ragazza, prima sciolti e malridotti, fossero ora ben ordinati e raccolti in una treccia; mentre la combo di jeans + scarpe + t-shirt, tutti rovinati, fosse stata sostituita da quella che appariva come un misto tra una tenuta da strega tradizionale ed un abito da gothic lolita, il tutto in colori blu scuro e verde.
 
“Nata in una notte senza stelle, per combattere fino al ritorno della luce, Magical Girl Star Reviere!”
 
Akiko… no, Star Reviere non sapeva appena fatto sarebbe bastato a convincere gli spettatori della veridicità delle sue parole.
Usare i suoi poteri era escluso: oramai erano più un’arma di distruzione di massa che una rappresentazione di sentimenti positivi e nobili ideali…
 
“Avevo otto anni, quando un animale magico di nome Damarri mi apparve davanti, dicendomi che ero stata Scelta ed investita dei miei poteri per fermare la Chiesa dell’Eclisse. Ho combattuto, ho vinto… ma sapete la verità?”
 
Oh, come era stata felice quando il sipario era calato (metaforicamente e non) sulla Chiesa e sui suoi super – vampiri.
Solo per vederli poi rimpiazzare dal Circo Insanguinato, i loro tranelli letali, mostri mascherati da figure da circo e torture fisiche e psicologiche.
 
“NON SI SONO FERMATI! HANNO CONTINUATO E CONTINUATO!”
 
E, dato alle fiamme il Circo, questi era stato soppiantato dagli incubi fatti realtà della Nightmare Factory.
 
“PER SETTE ANNI HO CONTINUATO A LOTTARE, SOLA…”
 
Le voci ed i pettegolezzi che la perseguitavano, le accuse di delinquenza giovanile, ed alla fine la goccia che aveva fatto traboccare il vaso: i suoi genitori che avevano deciso di ‘proteggere la reputazione della famiglia’ e l’avevano mandata in un istituto di correzione minorile.
 
“Io… voglio solo sapere… se non sono sola… e lo sono… allora… non soffrirò più…
Se non sono sola… salvatemi…” E con quell’ultima frase, Star Reviere fece l’ultimo passo… e si lasciò cadere nel vuoto.
 
– O –
 
Gli occhi di quasi tutto il Giappone avevano seguito Akiko.
E tra questi, molti erano gli occhi di gente che sapeva del ‘lato oscuro’ in cui Akiko combatteva.
Tra di essi, due paia appartenevano ad una coppia di ragazze, circa dieci anni, una castana dagli occhi viola ed l’altra dai lunghi capelli biondi e occhi rossi.
I loro strumenti magici, creati da una tecnologia secoli più avanti di quella ‘normale’, avevano già individuato il luogo in cui Star Reviere si trovava.
E mentre la quindicenne iniziava a lanciarsi, la castana guardò negli occhi l’amica.
 
“Fate–chan!” E, nel nome e nel tono, tutto un lungo messaggio.
 
L’appena nominata Fate annuì, correndo fuori dal locale in cui le due si trovavano. La sua amica non era abbastanza veloce per poter salvare quella ragazza. Lei sì.
 
“Bardiche!” [Barrier Jacket. Sonic Form.]
 
Con un piccolo lampo giallo la bionda Ragazza Magica cambiava i suoi vestiti civili con un abito da combattimento nero con un mantello nero con interno rosso, e con uno scatto a velocità quasi supersonica Fate T. Harlaown si lanciava verso la Tokyo Sky Tree, e la cadente Star Reviere.
Un titanico sforzo di calcolo da parte del Device noto come Bardiche ed il consumo di una grossa parte delle riserve di energia magica della bionda riuscirono ad attenuare la caduta di entrambe, anche se Fate dovette creare cinque barriere (sacrificate per rallentare la discesa incontrollata) ed il manto stradale al punto di caduta avrebbe avuto bisogno di grosse riparazioni.
 
“Stai bene?” Chiese Fate ad Akiko.
Che, con lacrime che non pensava di avere, si attaccò alla sua salvatrice, piangendo di gioia e sollievo.
 
Fate pensò per un vago momento a tutte le regole del Time-Space Administration Bureau che aveva appena infranto nel salvare la ragazza magica che il quel momento le piangeva addosso.
Uno sguardo, un vago ricordo del suo stesso passato… e decise che non le importava.
Aveva fatto la cosa giusta, la stessa che Nanoha aveva fatto per lei. E tanto le bastava.
 
“Bardiche, Protection.” [Protection.] E, seguendo il comando della sua padrona, il Device generò una cupola di energia attorno alle due, per evitare che la folla di curiosi (e di giornalisti, che stavano scendendo dagli elicotteri appena atterrati) le sommergessero, mentre la bionda abbracciava e cercava di calmare la sua ‘senpai’.
 
Tra la folla, quattro persone (ed altrettanti ‘finti’ animaletti di pelouche) guardavano le due.
Due liceali, una dai capelli castano chiari e l’altra mora, ed una loro kohai dai capelli biondo scuri, tutte e tre con i grembiuli di una bancarella mobile di takoyaki (che si trovava ai margini dello spiazzo della Tree Tower), ed una bionda vestita con un’uniforme femminile della Polizia Metropolitana di Tokyo, con gradi da Ispettrice della Questura di Anzabu-Juuban.
E tutte e quattro avevano la mezza idea di fare una lavata di capo a certe loro conoscenze… se Star Reviere era da sette anni che combatteva contro le Forze del Male… come mai loro non ne avevano saputo nulla fino a quel momento?
   
 
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