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Autore: _ari22    25/01/2014    9 recensioni
“Andiamo, ci divertiremo!” così Madison aveva detto a Kate quella stessa mattina, quando, dopo averla buttata giù dal letto, le aveva finalmente svelato la sorpresa: sarebbero andate alla biblioteca nazionale, dove il suo scrittore preferito, Richard Castle, avrebbe firmato autografi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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A Kate... Puoi dedicarlo a Kate
 

Grazie a Ludo che mi ha convinto a pubblicare
e ha atteso impazientemente.
Grazie a Fra, Eli, Micky, Enri e Lella che mi hanno aiutata
e consigliata per il banner.
Grazie a tutte le ragazze della Caskett Love Family,
che  sono diventate importantissime in  poco tempo
e che ci sono sempre, always.
 


Andiamo, ci divertiremo!” così Madison aveva detto a Kate quella stessa mattina, quando, dopo averla buttata giù dal letto, le aveva finalmente svelato la sorpresa: sarebbero andate alla biblioteca nazionale, dove il suo scrittore preferito, Richard Castle, avrebbe firmato  autografi.
Ma Kate non si stava assolutamente divertendo, era lì in fila da ore e stava seriamente prendendo in considerazione l’idea di andarsene. Certo, Maddie era stata carina a portarla a quell’evento, in fondo voleva solo vederla felice e toglierle quell’espressione triste e malinconica che, senza una motivazione precisa, oscurava da qualche anno il suo sorriso. Eppure Kate non aveva esitato a obbiettare e a cercare di rinfilarsi sotto le coperte dicendo semplicemente di essere molto stanca. Ma non c’era stato modo di convincere l’amica. E così si era ritrovata a indossare di fretta i jeans attillati, la camicetta viola e gli stivali, ovviamento tacco 12. Ma mentre correva per casa alla ricerca del mascara, si era fermata a pensare che una parte di lei voleva davvero andarci, che ne sentiva il bisogno. E non era semplice curiosità di una fan, come avrebbe potuto pensare Maddie, sotto c’era molto di più, c’era una storia, un passato. Ed era questo passato che la faceva soffrire di nascosto, ma che allo stesso tempo l’aveva spinta ad andare. Lo stesso passato che le impediva di uscire dalla fila e la faceva rimanere lì, immobile, a perdersi nei ricordi.
 
Ritornò a quella mattinata di dicembre. New York era caratterizzata da quel freddo bianco che riempiva le strade e faceva gioire i bambini. Kate era appena uscita da una lezione di giurisprudenza all’università e pensò che un caffè caldo le avrebbe certamente fatto bene. Comprò il giornale e cominciò ad avviarsi verso la caffetteria all’angolo della strada ma una notizia attirò la sua attenzione. Mentre stava entrando nel locale era intenta a leggerla quindi salutò con un distratto buongiorno e non si accorse dell’uomo con un caffè in mano che le stava venendo addosso. Solamente un attimo dopo si ritrovò a terra con la giacca irremediabilmente macchiata. La mano dello sconosciuto le venne incontro per aiutarla a rialzarsi. Appena si fu ricomposta si girò verso di lui con l’intenzione di dirgli di stare più attento ma quando incrociò i suoi occhi le parole le morirono in gola. Erano così espressivi e blu, blu come il punto più profondo dell’oceano. Le sembrò di annegarci dentro, quando una voce interruppe quel silenzio per niente imbarazzante: “Hey, mi dispiace, sono mortificato. Avevo la testa fra le nuvole. Se vuoi ti ripago la giacca.”
“No no, figurati, non c’è bisogno.” replicò lei con un timido sorrisol.
“Va bene, ma permettimi almeno di offrirti un caffè.”
“Affare fatto.”
Così ordinarono altri due caffè e si sedettero a un tavolino in fondo a sinistra, lontano dal via vai dei clienti. Cominciarono a parlare e a conoscersi. Lui si chiamava Rick, era davvero un bel ragazzo e sembrava anche simpatico. Le raccontò che era sovrappensiero perché stava trovando un’idea per il suo primo vero romanzo. Veniva sempre lì il martedì e il venerdì mattina a scrivere. Quel posto lo ispirava. Il suo sogno era diventare uno scrittore di successo. Lei invece gli disse che stava studiando giurisprudenza anche se non aveva ben chiare le idee sul suo futuro. Quel giorno stettero così bene che si lasciarono con l’intenzione di rivedersi presto. Così lei cominciò ad andare in quella caffetteria ogni martedì e venerdì dopo le lezioni,  con la sicurezza di trovarlo sempre lì. Quel ragazzo  l’affascinava e, visto che non lo conosceva e sapeva che non l’avrebbe mai giudicata, dopo poco tempo cominciò ad aprirsi con lui. Le riusciva davvero facile, strano per lei, forse perché non faceva parte della sua realtà, o almeno non ancora. Le piaceva raccontargli della sua giornata, della sua vita, dei suoi sogni e delle sue paure. Piano piano si fidava sempre di più. E lo stesso valeva per lui. Quei momenti erano una fuga dalle pressioni e dai problemi quotidiniani. Servivano a dargli la forza di sorridere quando non ne aveva voglia, diventarono la sua possibilità di gioia nei giorni peggiori.
Con il tempo stavano diventando davvero molto legati. Non avevano più segreti, si raccontavano tutto, senza vergogna. E si consigliavano a vicenda. Lui per esempio, le chiese aiuto perché non sapeva cosa fare con una ragazza. Era da un po’ che ci usciva solo per divertirsi ma non voleva lasciarla per paura di ferire i suoi sentimenti. Lei gli suggerì di finire quella storia perché la verità è sempre meglio di un’illusione. E così lui fece.
Intanto i mesi passavano e loro stavano ore intere a quel tavolino. Parlavano, si sfogavano o, semplicemente, stavano in silenzio. Lui che scriveva e lei che studiava. Erano diventati molto più che amici, erano essenziali l’uno per l’altra, dei veri e propri punti di riferimento.
Per Kate lui era veramente importante. Il sentimento era forte, forse troppo. Si era resa conto che si trattava di amore ma era difficile accettarlo. Non voleva rovinare tutto, anche perché Rick non avrebbe mai ricambiato. Ma quando stava con lui, le sembrava di essere in una favola e lei era la principessa. Però è risaputo che le favole non esistono. Era tutto troppo bello, troppo bello per essere vero, troppo bello per durare.
In un martedì come tanti, Kate notò che Rick era strano. Non l’aveva mai guardata negli occhi, non le aveva mai rivolto un sorriso. Per lei era una tortura non sapere cosa gli passasse per la testa, così decise d’interrompere i suoi infiniti pensieri chiedendogli cosa c’era che non andava.
“Kate, ascolta.. Ti ricordi Meredith, la ragazza che ho mollato qualche tempo fa perché non mi piaceva davvero?”
Lei annuì senza dire una parola.
“Beh, ieri è venuta a casa mia e mi ha detto che... Kate, lei è incinta e io sono il padre.” finì la frase con voce tremante.
A quella confessione Kate sgranò gli occhi, era incredula, non poteva davvero essere accaduto. Sentì i suoi sogni andare in frantumi. Ma, nonostante ciò, non volle essere egoista e decise subito  di rassicurarlo: “Rick, tranquillo, andrà tutto bene. Ricordati che io sono sempre qui con te e che in ogni caso ti aiuterò. Lo affronteremo insieme.”
Per la prima volta in quel giorno la guardò dritta negli occhi e lei potè notare tutta la disperazione presente nel suo sguardo: “No Kate, non hai capito.. Devo prendermi le mie responsabilità e.. E noi non possiamo più vederci.”
“Che cosa?! Ma no perché dici questo? Cosa c’entro io con questa storia?!” mentre lo diceva sentì un nodo serrarle la gola.
“Questo è il nostro ultimo incontro. Grazie Kate, grazie di tutto. Ma io non posso più continuare a vederti.”
A quelle parole qualcosa scattò in lei, si mise in piedi e alzando la voce gli disse disperata: “Perché? Perché non puoi?!”
Lui si sentì aggredito e le urlò : “Davvero, davvero non lo capisci?!” e con voce incrinata aggiunse “Davvero non capisci cosa significano per me questi momenti con te?! Davvero..”
Fece un respiro profondo per calmarsi e continuò in un sussurro: “Davvero non capisci che mi sono innamorato di te?”. Si lasciò sfuggire una sola e letale lacrima e poi le voltò le spallee se ne andò, distrutto. Decise di sparire per sempre dalla sua vita, per il loro bene.
Lei invece rimase lì, immobile, come una bambina a cui è stato appena tolto il uso giocattolo preferito e non può riprenderlo. Solo che a lei era appena stato tolto il sorriso.
 
 
Così com’era arrivato, il ricordo dei bei tempi era svanito e Kate era tornata, con sollievo e disperazione, alla realtà. Sentiva gli occhi che le bruciavano. Se li era asciugati senza farsi scoprire da Maddie e nel mentre si era accorta che la fila si era notevolmente accorciata. In quel momento era totalmente certa di voler restare. Non avrebbe potuto causare nessun danno perché sapeva che, nonostante ciò che le aveva detto l’ultima volta, lui non si sarebbe mai ricordato di lei.
Sapeva inoltre che qualche anno dopo aver sposato Meredith, aveva divorziato e che sua figlia era andata a vivere con lui a Los Angeles, si chiamava Alexis e, da quanto aveva visto dalla foto sul giornale, era davvero carina.
Per lui comunque quell’incontro non avrebbe cambiato assolutamente niente. Ma per lei sì. Aveva bisogno di rivederlo dal vivo, almeno per una volta. Forse le avrebbe solo fatto male ma era più forte di lei. In quegli anni non l’aveva mai dimenticato, nemmeno per un secondo. Aveva letto tutti i suoi libri, era davvero bravo, alla fine ce l’aveva fatta a realizzare il suo sogno. Ogni volta che rileggeva il suo primo libro, quello che aveva scritto seduto al loro tavolino, non poteva fare a meno di piangere e crogiolarsi nei ricordi. Aveva persino tentato di uscire con altri uomini, provato a dimenticarlo, ma non c’era niente da fare. Si stava domandando se un giorno ce l’avrebbe fatta ad andare avanti..
Madison però aveva interrotto i suoi pensieri strattonandole il braccio: “Kateeee!! Una persona e poi tocca a te!!”
Lei si era avvicinata insicura al banco in cui era seduto lo scrittore. Nel momento in cui era riuscita a scorgerlo si era resa conto che non era cambiato di una virgola. Era intento ad autografare un libro e, appena finito, lei gli aveva dato la sua copia con mani tremanti. Lui non aveva ancora mai alzato lo sguardo. Aveva aperto la prima pagina del libro e chiesto: “A chi lo dedico?”
Lei aveva preso un respiro profondo e risposto: “A Kate. Puoi dedicarlo a Kate.”
 
Ma lei non poteva immaginare che lui non avesse mai dimenticacto quel nome, non poteva immaginare che appena lui avesse alzato lo sguardo avrebbe riconosciuto quegli occhi verdi che aveva sempre associato a degli smerandi e che, finalmente, il suo viso si sarebbe aperto in un sorriso vero, come non accadeva da tempo anche per lui.
Forse se l’avesse saputo si sarebbe fatta dominare dalla paura e non si sarebbe mai lasciata trascinare da Maddie a quell’evento. Forse avrebbe semplicemente continuato a vivere la sua piatta vita senza sfidare il destino. Ma forse ora, quattro anni dopo quell’incontro, non starebbe attraversando la navata di una chiesa sotto braccio a suo padre mentre la consapevolezza di aver ritrovato la sua felicità si fa strada in lei.
 
 
Angolo dell’autrice
Ciao ragazze!
Questa è una storia un po’ strana, nata per caso.
Mi sono sempre chiesta cosa sarebbe successo se i caskett si fossero incontrati prima e il mio spirito caskettoso mi ha risposto che l’Universo gli avrebbe comunque fatti stare insieme.
Spero vi sia piaciuta comunque.
Se vi va lasciate una recensione.
A presto,
Ari <3
  
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