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Autore: PinkyCCh    25/01/2014    10 recensioni
E se non fosse finito tutto con quella lettera d’addio?
E se il destino beffardo giocasse una brutta carta a Yamashita?
E se il passato ed il presente s’immischiassero in un vortice pericoloso?
E se Yamashita, grazie ad una borsa di studio, tornasse a Tokyo, accompagnata da qualcuno?
E se Shin non avesse dimenticato Yamashita?
E se Sheena, dopo 18 anni, conoscesse il tanto bramato padre?
E se tutto questo si mescolasse in un nuovo amore unito ad un vecchio amore?
Potrebbe il nostro ormai conosciuto Cuore di Ghiaccio trovare finalmente la felicità?
Yamashita potrà amare senza paure e riserve?
Sheena riuscirà ad ottenere la famiglia unita, tanto desiderata?
E se l’amore bussasse alla porta di casa Michiyo?
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ice heart - cuore di ghiaccio'
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- Prologo -



E se non fosse finito tutto con quella lettera d’addio?
E se il destino beffardo giocasse una brutta carta a Yamashita?
E se il passato ed il presente s’immischiassero in un vortice pericoloso?
E se Yamashita, grazie ad una borsa di studio, tornasse a Tokyo, accompagnata da qualcuno?
E se Shin non avesse dimenticato Yamashita?
E se Sheena, dopo 18 anni, conoscesse il tanto bramato padre?
E se tutto questo si mescolasse in un nuovo amore unito ad un vecchio amore?
Potrebbe il nostro ormai conosciuto Cuore di Ghiaccio trovare finalmente la felicità?
Yamashita potrà amare senza paure e riserve?
Sheena riuscirà ad ottenere la famiglia unita, tanto desiderata?
E se l’amore bussasse alla porta di casa Michiyo?
 
 
“Mamma ti prego! È un’opportunità unica ed irripetibile! Sei mesi a Tokyo! Una borsa di studio! Dai, ti supplico.” Supplicò Sheena inscenando un broncio da bimba viziata.

Mia figlia Sheena era sempre stata testarda. Fin dalle sue prime ore di vita mi aveva dato filo da torcere.
Era testarda, egocentrica, sicura di se, proprio come suo padre.


Shin Seiki.


Non le avevo mai raccontato nulla sul suo conto.
Le domande, ovviamente, c’erano state, ma avevo sempre eclissato il discorso con un “Tesoro, tuo padre era una persona fantastica”.
Mia figlia, dal suo canto,aveva sempre accettato la mia riluttanza nel parlare di lui.
Purtroppo il destino che mi era sempre stato avverso, aveva fatto si che mia figlia mi chiedesse di andare lì, a Tokyo, proprio dove sapevo che lui abitava.


Questo proprio no.


Per quanto quella città fosse grande, con la sfiga che mi ero sempre portata dietro, sicuramente l’avrebbe incontrato. E poi, onestamente, non avevo mai lasciato mia figlia sola. Mai.

“No Sheena, lo sai come la penso.” Sbuffai infastidita dalla sua insistenza.
“Mamma  il professore ha detto che potresti accompagnarmi, sai?” tentò di corrompermi.

Mi concesse uno dei suoi sguardi, che in ambito di cartoni animati, si sarebbe chiamato: Occhi a cuoricino.

“Sheena odio Tokyo. Lo sai.” La fulminai con lo sguardo.
“Bugiarda. Ho visto il tuo album segreto. È pieno di foto di Tokyo. Tu sei stata lì! Ho visto le foto.” Rispose indispettita mia figlia arricciando il naso.


Boom.


“Sheena  come ti sei permessa?” risposi sbigottita dal suo ficcanasare.
“Mamma, ascoltami, te ne prego. Lasciami vivere quest’opportunità.” Piagnucolò.

Sospirai, affranta.
Non volevo impedirle di vivere la sua vita, ma non volevo neanche che soffrisse. A causa mia, per giunta, e delle mie scelte passate, sbagliate.

“Vedremo tesoro. Vedremo. “la liquidai chiudendomi nella mia camera da letto.

Mi sedetti sul bordo del mio lettone, tirando fuori da un cassetto del comodino, un vecchio album ingiallito dal tempo.
Aprii la prima pagina scorrendo, con le mie dita invecchiate, sulle ormai vecchie e consumate foto.
Foto che ritraevano me e Kaname, la mia amica dell’epoca, felici come non mai. Spensierate ed allegre.
C’erano foto con i ragazzi, la famosa Rosa.
Chissà come avevano passato gli ultimi 18 anni?
Sorrisi al pensiero di loro che mettevano su famiglia. non li vedevo proprio nelle vesti di padri e mariti.
Poi la mia mano ed il mi sguardo si fermarono su una foto in particolare.
Io e Shin, abbracciati.
Chissà se lui ed Ayumi, alla fine, erano riusciti ad amarsi come meritavano.
Chissà se loro avevano finalmente ottenuto la loro travagliata felicità.
E di me cosa ne era stato? Nulla.
Ero scappata in Italia, partorendo una figlia di cui nessuno era a conoscenza. Avevo tagliato i ponti con la mia famiglia fingendo di non fregarmene più nulla.
Avevo cresciuto Sheena con fatica e con dolore ma alla fine ce l’avevo fatta. Mi ero costruita una posizione. Mi ero creata un nuovo giro di amicizie, ma di uomini nemmeno l’ombra. Il mio cuore e la mia mente appartenevano ancora a lui. Sarebbero appartenuti per sempre a lui.
 
 
 



Da quella piccola sfuriata con mia figlia erano ormai passati tre giorni. Tre giorni di silenzio. Non mi guardava neanche, quasi avessi la peste.
Ero in cucina intenta a preparare del pollo con patate, quando la vidi entrare e dirigersi verso il frigorifero per prendere il suo succo alla pesca. Fin da bambina ne era ghiotta, proprio come la nutella.
Sospirai ormai stanca di quella situazione abominevole.

“Sheena, tesoro, ti prego vieni qui. Dobbiamo parlare.” le indicai il tavolo tondo al centro della stanza.

La vidi trascinare i piedi sino alla sedia e guardarmi sbuffando.

“Dimmi mamma. “esordì posando la bottiglietta di succo sul piano del tavolo.
“Ci ho pensato, sai? Non è giusto che tu debba pagare per i miei capricci. Dunque… - presi un profondo respiro – andrai, anzi andremo a Tokyo. Ieri sera ho chiamato il tuo professore spiegandogli determinate cose e lui ha accettato.”

Sheena mi guardava in maniera astratta.

“Sheena, tesoro, andremo a Tokyo. Insieme. Per sei mesi, quella città sarà la nostra casa.” Continuai credendo che non avesse capito ciò che le stato dicendo.

Gettò un urlo degno di un lirico, per poi gettarsi al mio collo, lasciandomi innumerevoli baci sulle guance.

“Mamma io ti amo, giuro! Vado a comunicarlo subito a Brittany!“ squittì con le lacrime agli occhi.

La dileguai con un sorriso lasciandole fare la sua amorevole chiamata.
Non ero sicura della scelta presa. Sentivo le gambe molli e pronte a cedere da un momento all’altro. il cuore batteva all’impazzata.
La sera precedente avevo chiamato il professore di mia figlia spiegandogli a grandi linee la mia storia passata e le mie preoccupazioni presenti. Lui, capendo la situazione, aveva fatto uno strappo alla regola permettendomi di accompagnare la mia unica figlia. Non sapevo cos’avrei trovato al mio arrivo lì e dovevo prepararmi ad ogni eventualità. Non sapevo chi o cosa avrei trovato ad aspettarmi. Non volevo che mia figlia facesse incontri indesiderati e che magari avrebbero potuta ferirla. Non volevo vedere nei suoi occhi lo stesso dolore che aleggiava nei miei da troppo tempo ormai.
 
Chiamai mia figlia un’ora dopo per la cena comunicandole che saremmo partite per Tokyo fra una settimana esatta.
Durante quei sette giorni non aveva fatto altro che trotterellare vivacemente per casa.
Più la guardavo e più mi rendevo conto che lei era la fotocopia del padre. I lineamenti del viso, i piccoli gesti quotidiani, il bere un caffè poco zuccherato al mattina, l’essere ghiotta di lasagne. Sorrisi a quei pensieri così sdolcinati.
Dovevo prepararmi mentalmente e fisicamente per il viaggio che avremo intrapreso da lì a poco.

“Sheena, tesoro, hai preso tutto l’occorrente?” domandai gentilmente a mia figlia.
“Sì mamma, tranquilla. Dai su, sbrigati, non vedo l’ora di partire! Ma ci pensi? Frequenterò l’ultimo anno di superiori a Tokyo! Sono così eccitata!”

Sobbalzai a queste parole. Fu come un deja-vu per me.

“Mamma? “Sheena sventolava la sua mano destra davanti il mio viso con fare frenetico.
“Dimmi amore.” Esordii scendendo dalle nuvole.
“Dai il taxi è arrivato.” Piagnucolò Sheena tirandomi dalla maglietta.
“Sì sì. Andiamo.” Risposi atona.

Raccolsi i miei pochi effetti personali e con mia figlia a seguito, scesi le scale. Mi sentivo quasi stessi andando al patibolo.
Guardai di sottecchi mia figlia che mandava messaggi convulsamente. Sorrisi nel vederla così felice.
Ma di me? Di me cosa potevo dire? Avevo una fottuta paura di scoprire cosa avrei trovato dall’altra parte del mondo.
 
 
 
 
Eravamo da poco salite sull’aereo prendendo posto. Guardai fuori dal finestrino di quell’aggeggio facendo volare i miei pensieri. Ricordi del mio passato sfrecciavano d’avanti ai miei occhi come un vecchio film muto.
In cosa mi ero andata a cacciare? Dannata me.
Se c’era una cosa in cui non ero mai cambiata era nell’essere brava a ficcarmi nei guai.

“Ciao ciao Italia!”

La voce squillante di mia figlia mi fece tornare alla realtà, rendendomi conto che eravamo già in volo. Ormai era troppo tardi per tornare indietro.

“Ciao ciao Italia.” sussurrai, prima di chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare nel mondo dei sogni da Morfeo.
 
 
 
 

****

OOOOk. Respiriamo a fondo.
Non pretendo certamente che questo sequel, abbia lo stesso “successo” di Ice Heart, che devo dire, mi stupisce ogni giorni di più, dunque vi ringrazio tutti! VI AMO!.
Ero un po’ restia a pubblicare ora il sequel, poiché non sapevo come avreste potuto reagire eppure questo prologo, bazzicava nel mio pc, da un po’ ormai.
Non voglio rompervi le scatole con monologhi, dunque vi lascio il link del trailer e della mia pagina FB.
 
 
 


 
   
 
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