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Autore: Feel Good Inc    07/06/2008    5 recensioni
Si voltò di scatto e sollevò la spada all’altezza degli occhi, contrastando appena in tempo un colpo di pugnale diretto alla sua testa. Si alzò e tenne la spada contro il coltello, ma non sentì il misterioso nemico arretrare. Quando le due lame si abbassarono, consentendogli di guardare in faccia l’avversario, Shaoran si ritrovò a ricambiare lo sguardo di due occhi di una stupefacente tonalità di verde.
Una ragazza...

[ Dal capitolo 4 ]
L'ombra della guerra oscura il Regno da molto, troppo tempo. Ma c'è qualcosa che può far tornare la luce.
Un cavaliere lo cerca, una guerriera lo difende, una Principessa ha preso la decisione che determinerà la differenza tra la vita e la morte del Regno.
Due adolescenti uguali e diversi, senza bei ricordi e senza sogni piacevoli, in un viaggio impossibile, attraverso segreti e bugie e cose non dette, potranno forse trovare se stessi. E la luce di Aamyan potrà finalmente brillare...
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Li Shaoran, Sakura Kinomoto, Tomoyo Daidouji | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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Aamyan degli Elfi

Evviva, anche stavolta riesco a pubblicare con un po’ di anticipo! Del resto mi sembra anche giusto darmi una mossa: ci stiamo inesorabilmente avvicinando al gran finale, e quindi non voglio assolutamente farvi aspettare troppo prima di spiegarvi tutte le incognite di questa storia…

Come sempre, vi auguro buona lettura!

 

 

Aamyan degli Elfi

 

12

La profezia

 

Uscendo dallo stato a metà tra il sonno e la veglia, quello in cui regnavano incontrastati i sogni dell’inconscio, Sakura aprì lentamente gli occhi. Il cielo dell’alba era terso, purificato dalla pioggia notturna. Sentiva uno strano languore; i suoi sensi erano piacevolmente intorpiditi. Poi scoprì di essere distesa su qualcosa di caldo e vivo e mosse piano la testa, ritrovandosi tra le braccia di Shaoran.

Il cavaliere era ancora addormentato, ma la teneva stretta a sé nel sonno, e il suo petto si alzava e si abbassava dolcemente al ritmo del suo respiro sereno. Sakura si sollevò ancora un poco, soffermandosi sul suo volto, sui capelli castani scomposti sulla fronte, sugli occhi chiusi e sulle labbra sottili… Allontanando una mano dall’addome del giovane, sfiorò quelle labbra che quella notte si erano confuse con le sue. Sorrise, quasi amaramente. Possibile che a lei fosse dato di meritare quel dono?

Avvicinò il viso al suo, lasciando che i loro respiri diventassero uno. Nella mente le vorticavano le immagini della notte appena trascorsa. Non le rivelazioni, non le domande, no, niente affatto… L’unica cosa che vedeva chiaramente erano lei e Shaoran, sotto la pioggia e le stelle, e tutto ciò che era stato tra loro. E non riusciva ad impedirsi di pensare a come, poco prima di addormentarsi nel suo abbraccio, gli avesse rivelato anche l’ultima parte di verità, rinunciando finalmente a tutte le paure.

«Mia madre era la Regina della Terra della Luce…»

E lui non aveva detto nulla, non aveva voluto irrompere in quella paura, non l’aveva turbata ancor di più; si era limitato a stringerla più forte, a baciarla ancora, e ancora, e ancora, trasmettendole in quei suoi baci tutta la comprensione e la fiducia e la condivisione che lei non aveva mai conosciuto.

Davvero lo meritava? Meritava quell’amore?

Sentì Shaoran muoversi lentamente sotto di sé. Non si scostò da lui. Lo vide aprire gli occhi, e per l’ennesima volta si perse nel colore delle foglie d’autunno. Il cavaliere ricambiò il suo sguardo, ancora un po’ assonnato; poi le sue guance si tinsero di una tonalità intensa di rosso, mentre lui sorrideva lievemente.

«Buongiorno», le disse in un sussurro che le sfiorò le labbra.

Sakura non rispose. Si limitò a scendere piano a baciarlo.

Le labbra di Shaoran erano ancora languide del sonno, sebbene entrambi avessero dormito pochissimo, e il suo fiato non fosse pesante. A Sakura piacque quel torpore. Ad un tratto, però, lo sentì distaccarsi leggermente; riaprì gli occhi e lo fissò, cercando tracce di esitazione, ma vide solo uno sguardo un po’ smarrito.

«Che cosa c’è?», gli chiese, incerta.

«Niente…», sussurrò Shaoran, sollevando le braccia e stringendola piano a sé. Poi sospirò. «Ho paura.»

Sakura continuò a guardarlo, sempre più confusa.

«Paura di cosa?»

Il ragazzo portò una mano fino alla sua guancia, scostandole i capelli.

«Di non meritarlo.»

Era… Era esattamente ciò che pensava lei. Se questo non era un segno… Sorridendo, Sakura lo baciò di nuovo, fremendo al suo tocco.

Per un altro po’ di tempo si dimenticò di tutto. Ma ora che c’era di nuovo la luce del sole, la realtà tornava ad essere visibile, e con essa tutti i dubbi e le domande rimasti in sospeso. Così, quando tornò ad abbandonare il viso sulla spalla di Shaoran, inevitabilmente fu come svegliarsi da un sogno.

Per un po’ ci fu solo silenzio. Alla fine, però, Shaoran parlò piano, esitante, in tono sommesso.

«Perché non volevi parlarmene?»

Senza capire, Sakura voltò lentamente il volto verso il suo, aspettando che continuasse.

«Voglio dire…» Le gote del cavaliere erano ancora vagamente color porpora. «Sai, delle… Delle tue vere origini. Di tua madre. Quando… Quando me l’hai detto… ho avuto l’impressione che non volessi farlo. Perché?»

Sakura ci pensò su per qualche istante.

«Forse, semplicemente, non volevo che mi guardassi con occhi diversi.»

Vide Shaoran voltarsi verso di lei. Ancora una volta, proprio come la notte precedente, non ci furono parole inutili; quegli occhi tacevano e dicevano tutto. Sakura seppe all’istante che lui non l’avrebbe mai guardata altrimenti che così, con quello sguardo bruno, caldo, rassicurante, solido, imperscrutabile… e innamorato.

Si dispose di nuovo sul suo petto e lo baciò per l’ennesima volta.

Questa volta passarono alcuni lunghi minuti prima che, con estrema riluttanza, si decidesse a riscuotersi.

«Sarà meglio che torniamo da Tomoyo», mormorò contro le labbra del cavaliere adolescente. «Dopotutto, dobbiamo ringraziarla per il suo consiglio.»

Shaoran sorrise. Annuì quasi impercettibilmente.

«Hai ragione. Però…»

«Però…?»

«Però, lasciamola aspettare solo un altro po’…»

Sakura lo guardò, poi scoppiò a ridere. Era quello il ragazzo cupo che aveva fatto irruzione nella sua vita da un momento all’altro con la sua disperazione e la sua chiusura al mondo intero? Quando era cambiato? E perché, poi? Per lei? Scuotendo la testa, quasi incredula, accolse ancora una volta la sua bocca con un nuovo trasporto.

 

Shaoran camminava lentamente sulla dura terra del fianco della montagna, ma si sentiva ad un palmo dal suolo. L’unica cosa di cui era pienamente conscio era la mano di Sakura, morbida e tiepida nella sua.

Ancora non riusciva a crederci. A partire dal momento in cui, al tramonto, lei si era rifugiata tra le sue labbra, tutto diventava incredibile. Eppure sapeva che era vero, era successo davvero; la ragazza che discendeva dalla montagna, sorridente, al suo fianco, era la prova che quella notte lui aveva scoperto ciò che gli era sempre mancato, che non era stato solo un bellissimo sogno.

Senza riuscire a smettere di sorridere, Shaoran strinse ancor di più la mano di Sakura.

Quando giunsero in vista del dedalo di gallerie, però, il peso di una realtà più dura lo investì di nuovo.

C’erano così tante cose rimaste in sospeso… La vera natura di Sakura, la vera identità di Tomoyo, lo Specchio che la Dama degli Elfi aveva voluto affidare a lui… Per quella sola notte si era illuso di poter lasciare tutto fuori, rinchiudendosi nella felicità cieca di un amore appena svelato; ma non si poteva semplicemente rinnegare la realtà.

Tomoyo era immobile, in piedi di fronte all’apertura della grotta in cui i tre giovani si erano rifugiati, il giorno precedente. Guardava verso di loro, e sorrideva. Shaoran si sentì ancora una volta smascherato dai suoi occhi che, ora ne aveva la certezza, non erano davvero umani.

«Bentornati», li accolse la Principessa elfica, quando furono abbastanza vicini. «Mi auguro che abbiate trovato insieme la pace interiore necessaria per portare a compimento il vostro destino.»

Shaoran abbassò lo sguardo. Sentì Sakura stringergli forte la mano. Sì, avevano trovato una loro pace, una pace riservata solo a loro due, perché era stato impossibile trovarla nel mondo circostante; ma ora? Ora cosa sarebbe successo?

«Comprendo tutti i vostri dubbi», mormorò ancora Tomoyo. «Presto tutto finirà. Vi prego, venite con me, voi che avete in mano la sorte del Regno.»

Il ragazzo sollevò di nuovo gli occhi, in tempo per vederla voltare loro le spalle e incamminarsi lungo le pendici delle montagne, verso occidente, percorrendo il tragitto opposto a quello che doveva aver condotto Sakura dalla Tigre dei Monti.

Capendo che qualcosa di definitivo stava per succedere, Shaoran si voltò a guardare Sakura. Vide nei suoi occhi verdi la sua stessa improvvisa decisione. Sentì crescere in sé un’emozione ormai ben nota, quando la guerriera ricambiò il suo sguardo; poi si scosse, e si avviò insieme a lei seguendo i passi di Tomoyo.

Camminarono a lungo, sempre tenendosi accostati alla catena montuosa, evitando di addentrarsi troppo nella terra degli Angeli nel timore di essere nuovamente messi in fuga.

«Dove stiamo andando?», si azzardò a chiedere ad un tratto Sakura.

Tomoyo non si voltò, ma rispose con la solita pacatezza.

«Avevo intenzione di conferire con gli Angeli prima di prendere questa decisione. Ma ora capisco che in effetti non ce n’è alcun bisogno, perché dipende tutto da Shaoran.»

Il giovane fissò smarrito i lunghi capelli neri della fanciulla che gli camminava davanti.

«Da me?»

«Esatto, cavaliere. Da te.»

Shaoran aprì di nuovo la bocca per aggiungere qualcosa – cosa, non avrebbe saputo dirlo – ma in quel momento Tomoyo si fermò. Lui e Sakura fecero altrettanto, trattenendo il fiato.

A qualche iarda da loro, a nord, vastissimo nella landa verde, si stendeva il lago di lava da cui era nato Aamyan.

«Siamo arrivati alla nostra meta», mormorò ancora la Dama degli Elfi.

Shaoran deglutì, interdetto. Avvertì la stretta di Sakura intensificarsi sulla sua mano.

Da quel momento in poi, fu di nuovo come vivere in uno stato mistico. Non si rese conto di aver ripreso a muoversi, non fu consapevole dei propri passi; seppe solo, all’improvviso, di essersi ritrovato sulle sponde del lago.

Scuotendosi, Shaoran concentrò la propria attenzione sulla sua superficie, sotto di sé. Il celebre lago lavico sembrava colmo di lingue di fuoco, fluenti come acqua. Era una scena indescrivibile. Rimase a lungo assorto nella contemplazione, ma alla fine si rassegnò a cercare lo sguardo di Tomoyo.

«Che… Che cosa vuoi che io faccia?», mormorò, esasperato.

La ragazza si voltò verso di lui. I suoi occhi inumani lo trapassarono, scavando fino al suo cuore; poi le sue mani si congiunsero, e la luce degli Elfi tornò a circuirla, mentre la sua voce risuonava come un canto profetico.

«Il tempo è giunto, cavaliere della Terra del Buio. Il tempo della scelta è finalmente giunto. Ora sta a te decidere della sorte di Aamyan.»

La luce si fece intensissima. Shaoran socchiuse gli occhi.

«Decidere della…? Cosa vuoi dire?»

«Lo Specchio è pronto per il tuo riflesso», proferì ancora Tomoyo. «Ma devi essere tu a volerlo. Devi essere tu a formulare il tuo desiderio. Altrimenti, lo Specchio dovrà cessare di esistere. Perché esso ha scelto te, ma non potrà più vivere se tu non sceglierai di usarlo.»

Shaoran fu costretto a coprirsi gli occhi con un braccio. La mano di Sakura si allontanò dalla sua, ma il ragazzo poté udire la sua voce, in un punto imprecisato ma molto vicino.

«Ora sta a te…»

Per alcuni istanti ancora, il giovane non riuscì a guardare a viso aperto ciò che gli si prospettava di fronte. Ma alla fine si costrinse ad abbassare il braccio e a riaprire gli occhi. La luce era ancora forte, ma più tollerabile.

Dinanzi a lui, tra le braccia aperte della Principessa, proprio come il giorno precedente, fluttuava Aamyan, Specchio degli Elfi.

Shaoran respirò profondamente, cercando di tranquillizzarsi, ma l’adrenalina scorreva ormai inarrestabile in lui, mentre finalmente, per la seconda volta, tendeva le dita e toccava il motivo del suo viaggio fino a lì.

E così, infine, aveva davvero la possibilità di usarlo. Così come aveva sperato, ora avrebbe potuto specchiarsi, perché Aamyan lo reputava degno di tale gesto, e avrebbe potuto desiderare la rinascita, la fine di ogni male, la purificazione di un mondo corrotto e sporco di sangue… Avrebbe riscattato se stesso, avrebbe reso onore a ciò che aveva perso, avrebbe fatto sì che tutto potesse essere come era stato, di nuovo, oltre il dolore del ricordo infranto…

… Ma non potrà più vivere se tu non sceglierai di usarlo…

Si fermò, già con le dita strette intorno alla cornice intarsiata. Senza nemmeno accorgersene, aveva iniziato a riflettere sulle parole di Tomoyo. E da lì ebbe modo di pensare anche a molto altro.

Quel viaggio gli era servito. Molto. Non solo perché aveva incontrato la guerriera figlia di un Angelo e di una Regina, l’unica persona di cui sentiva di potersi fidare, l’unica persona che sapeva di poter amare. No, nel corso di quel lungo cammino aveva imparato anche qualcos’altro. Ad esempio, che la guerra era davvero ovunque, e che la violenza era insita nell’animo umano, e che non c’erano buoni né cattivi… Ripensò all’occasione in cui aveva dovuto fronteggiare dei soldati della sua stessa terra, alla locanda della Terra della Luce. Come aveva detto a Sakura, non aveva provato alcun rimorso nell’ucciderli. Perciò allora era già consapevole dell’inevitabilità del male. Ma non si era soffermato su quel pensiero.

Ora, però, ad un passo dalla possibilità di cambiare finalmente le cose…

Shaoran esitò ancora, senza voltare lo specchio per guardare la propria immagine riflessa.

Forse, in fondo, non aveva alcun senso desiderare la fine di ogni guerra.

Se nell’Uomo coesistevano bene e male, alla fine questo sarebbe riemerso comunque. Come brace e cenere, da cui al minimo soffio scaturiva nuovo fuoco… Così una magia non poteva durare per sempre, non poteva soffocare il corso già segnato della natura. Non sarebbe servito a nulla, sarebbe stato solo un prolungamento dell’attesa di un nuovo dolore, di una nuova inevitabile degenerazione…

Ma allora? Doveva rinunciare ad Aamyan? Giunto a stringerlo tra le mani, stava abbandonando tutti i suoi propositi? No, questo non era giusto, sarebbe equivalso a voltare le spalle al passato che lo aveva indotto su quella strada, ai ricordi che ancora gli dolevano nel cuore, alla voce implorante di sua madre…

Sospirò, e in quel momento, in un impulso incondizionato, il suo sguardo vagò fino a posarsi su Sakura.

La ragazza lo fissava seria, nei suoi abiti ancora impregnati di pioggia e sangue rappreso, le braccia lungo i fianchi, una luce chiara e nuova negli occhi del colore delle foglie d’estate.

E solo allora Shaoran capì. Capì che tutto ciò che avrebbe potuto desiderare, l’aveva già ottenuto.

Deciso, senza pensarci ulteriormente, strinse la presa sullo Specchio degli Elfi.

… Ma non potrà più vivere se tu non sceglierai di usarlo…

Lo impugnò, portò il braccio indietro, serrò gli occhi, e lo scagliò lontano.

Aamyan tornò a fondersi nella stessa lava fluida da cui era sorto.

 

La scelta era stata fatta. E ciò non determinava solo il destino del Regno, ma anche l’esito della profezia. Anche se loro ancora non potevano saperlo…

Tomoyo, Dama degli Elfi, sorrise al cavaliere e alla guerriera. Dopodiché chiuse gli occhi e riassunse la sua vera forma, abbandonando le sembianze umane e tornando figura elfica.

Mentre la luce della sua stirpe l’avvolgeva totalmente, lasciando affievolirsi i colori spenti che avevano finora ammantato la sua vera essenza, e tornando ad essere energia vitale delle piante e delle acque e della natura intera, un alone violento si sprigionò dalla sua metamorfosi, investendo per miglia e miglia la landa abitata dagli Angeli.

La Principessa riaprì gli occhi, tornati ora del loro vero colore, tendente al perla, e fissò Shaoran e Sakura, che si riparavano gli occhi dalla luce. Quando questa scemò, il cielo azzurro comparve solcato da migliaia di soffuse sagome candide.

«Gli Angeli stanno abbandonando questa terra», mormorò Tomoyo. «La scelta del cavaliere ha dimostrato la superiorità dell’Uomo. Attraverso la distruzione dello Specchio, anche la profezia della guerriera si è compiuta. Il cerchio è finalmente chiuso.»

Sorrise di nuovo.

Di fronte a lei, Shaoran e Sakura sollevarono lentamente gli sguardi attoniti. Nei loro occhi c’era stupore, meraviglia, soggezione, paura, confusione.

«Tomoyo?», mormorò Sakura, esitante.

Lei si limitò a sorriderle.

«Io… Io non capisco», continuò la guerriera, crollando in ginocchio, mentre il cavaliere adolescente si portava al suo fianco. «Tu… La scelta… Lo Specchio… La profezia… Non capisco.»

«Allora ascoltami attentamente, amica mia», disse la Dama degli Elfi, dolcemente, avvicinandosi ai due. «Shaoran ha compreso. Ha compreso che il suo desiderio di porre fine alla guerra, pur realizzandosi, non sarebbe durato a lungo. E ha scelto di non desiderare altro, di non approfittare di Aamyan.»

Lo sguardo di Sakura si posò lentamente su Shaoran.

«Perché?», sussurrò semplicemente.

Il cavaliere la guardò, avvampando. Osservandolo, Tomoyo sorrise ancora.

«Perché ha te, Sakura.»

Vide che anche le gote della guerriera si tingevano di rosso. Nonostante il momento di tenerezza, decise di continuare con le spiegazioni.

«Shaoran ha scelto di distruggere lo Specchio perché sentiva che non gli sarebbe più servito per il suo primo scopo, e perché non aveva altro da desiderare. Questa scelta è nata dunque anche dai suoi sentimenti per te, Sakura. E così il suo destino si è legato indissolubilmente al tuo. Dimmi, guerriera, sai adesso cosa rende l’Uomo superiore all’Angelo?»

Senza distogliere lo sguardo da Shaoran, Sakura annuì lentamente.

«L’amore…», mormorò. «L’amore senza freni, quello che non tiene conto delle differenze, delle convenzioni, di tutto il resto… Quello che gli Angeli non sanno concepire.»

Tomoyo annuì.

«Esatto. Ed era questa la conclusione cui tu dovevi giungere, e che ti avrebbe permesso di compiere la profezia, di annullare totalmente la supremazia degli Angeli sugli Esseri Umani. Ma questa tua conclusione, Sakura, ha influito sui sentimenti di Shaoran, e poi nel suo gesto, così che la profezia è nata con te ma si è manifestata in lui.» Si chinò al suolo, sulle sponde del lago lavico che aveva appena ingoiato lo specchio che aveva creato, guardandoli con affetto, dall’uno all’altra. «So che per voi è difficile capire. Vi basti sapere che avete trovato voi stessi. Vi basti sapere che il vostro amore ha fatto sì che il cerchio si chiudesse.»

Per la prima volta, fu Shaoran a parlare.

«Ma… Com’è possibile?»

«Cosa?», sorrise ancora la Principessa. «Che il vostro amore fosse già scritto? Che si legasse alla sorte dello Specchio e a quella degli Angeli? Immagino che non lo sapremo mai. Ma ora c’è dell’altro cui pensare.»

All’unisono, i due si voltarono a guardarla, negli occhi la stessa confusione, ma anche una luce di fierezza.

«La rinuncia ad Aamyan», disse Tomoyo, tornando seria, «non deve necessariamente significare la fine di ogni speranza di pace per il Regno di Tomoeda.»

Gli sguardi del cavaliere e della guerriera si fecero ancor più intensi.

Lei respirò profondamente.

«Sì, ragazzi. C’è ancora un modo per porre fine alla guerra… E non solo. Perché quello che sto per dirvi riguarderebbe non solo gli Uomini, ma tutte le creature del Regno… E ancora una volta, tutto dipende da voi.»

 

 

 

Ehm… Allora, che ne pensate? Finalmente la profezia si è svolta, e anche Shaoran ha preso la sua scelta riguardo Aamyan… Ma chissà cosa possono ancora fare i due per il bene del Regno? Psst, un aiutino: c’entra il fatto che Sakura è figlia di una Regina… ^^

 

Ringraziamenti:

Yumemi: Grazie mille per il tuo commento! Uao, non mi sembra vero che tu abbia letto il capitolo mentre pioveva!! ^^ E di questo, che te ne pare? Comunque non preoccuparti, non sei la sola ad essere impelagata negli impegni scolastici… U_U Spero anch’io di poterti sentire su MSN! Baci!

Pikki SakuraChan: Grazie mille e ancora grazie mille, sei veramente troppo buona, è bello avere una fan sicura per il mio ipotetico futuro di scrittrice!! ^///^ Sul serio, mi hai commossa! Sono davvero felice che la storia ti piaccia tanto… Ma non preoccuparti, ovviamente capita di non notare un aggiornamento; l’importante è che la storia continui a piacerti, ci tengo molto!

Ichigo_91: Grazie mille per il tuo commento, carissima Ichigo! Sono contentissima che tu abbia apprezzato il capitolo precedente (figurati che credevo che la dichiarazione fosse troppo precipitosa! ^///^), e spero solo che tu abbia trovato anche questo degno di nota!

Sakura182blast: Mia dolcissima sorellina, non sai come mi sono emozionata leggendo il tuo commento alla one-shot “A te”… Ehm, ok, passiamo oltre! Ovviamente ti ringrazio moltissimo per la recensione e per tutti i complimenti… Sul serio, mi confondi, sorellina! ^///^ Ma la cosa che più mi fa sentire realizzata è l’essere riuscita a farti apprezzare per la prima volta Cerberus/Kero-chan!! Lo considero un successo personale…!! XD Spero che tu abbia gradito anche questo capitolo… Ah, un’altra cosa… Anch’io ti voglio bene!! ^^

 

Bene, eccoci qui: il prossimo capitolo sarà l’epilogo… Beh, innanzitutto ringrazio in anticipo chi vorrà seguirmi fin lì… Anzi, faccio una cosa che non ho mai fatto prima: ringrazio profondamente coloro che hanno inserito questa fic tra i preferiti, e cioè Evans Lily, Ichigo_91, Kia85, Millennia Angel e Sakura182blast… Mi avete reso felice, ragazze!!… E poi… No, basta, non scrivo altro perché mi sto già commuovendo!! ^///^

Un milione di grazie… Alla prossima!!

   
 
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