Evviva,
anche stavolta riesco a pubblicare con un po’ di anticipo! Del resto mi
sembra anche giusto darmi una mossa: ci stiamo inesorabilmente avvicinando al
gran finale, e quindi non voglio assolutamente farvi aspettare troppo prima di
spiegarvi tutte le incognite di questa storia…
Come
sempre, vi auguro buona lettura!
Aamyan degli Elfi
12
La profezia
Uscendo
dallo stato a metà tra il sonno e la veglia, quello in cui regnavano
incontrastati i sogni dell’inconscio, Sakura aprì lentamente gli
occhi. Il cielo dell’alba era terso, purificato dalla pioggia notturna.
Sentiva uno strano languore; i suoi sensi erano piacevolmente intorpiditi. Poi
scoprì di essere distesa su qualcosa di caldo e vivo e mosse piano la
testa, ritrovandosi tra le braccia di Shaoran.
Il cavaliere era ancora addormentato, ma la teneva
stretta a sé nel sonno, e il suo petto si alzava e si abbassava
dolcemente al ritmo del suo respiro sereno. Sakura si sollevò ancora un
poco, soffermandosi sul suo volto, sui capelli castani scomposti sulla fronte,
sugli occhi chiusi e sulle labbra sottili… Allontanando una mano
dall’addome del giovane, sfiorò quelle labbra che quella notte si
erano confuse con le sue. Sorrise, quasi amaramente. Possibile che a lei fosse
dato di meritare quel dono?
Avvicinò il viso al suo, lasciando che i loro
respiri diventassero uno. Nella mente le vorticavano le immagini della notte
appena trascorsa. Non le rivelazioni, non le domande, no, niente affatto…
L’unica cosa che vedeva chiaramente erano lei e Shaoran, sotto la pioggia
e le stelle, e tutto ciò che era stato tra loro. E non riusciva ad
impedirsi di pensare a come, poco prima di addormentarsi nel suo abbraccio, gli
avesse rivelato anche l’ultima parte di verità, rinunciando
finalmente a tutte le paure.
«Mia madre
era
E lui non aveva detto nulla, non aveva voluto irrompere
in quella paura, non l’aveva turbata ancor di più; si era limitato
a stringerla più forte, a baciarla ancora, e ancora, e ancora,
trasmettendole in quei suoi baci tutta la comprensione e la fiducia e la condivisione
che lei non aveva mai conosciuto.
Davvero lo meritava? Meritava quell’amore?
Sentì Shaoran muoversi lentamente sotto di
sé. Non si scostò da lui. Lo vide aprire gli occhi, e per
l’ennesima volta si perse nel colore delle foglie d’autunno. Il
cavaliere ricambiò il suo sguardo, ancora un po’ assonnato; poi le
sue guance si tinsero di una tonalità intensa di rosso, mentre lui
sorrideva lievemente.
«Buongiorno», le disse in un sussurro che le
sfiorò le labbra.
Sakura non rispose. Si limitò a scendere piano a
baciarlo.
Le labbra di Shaoran erano ancora languide del sonno,
sebbene entrambi avessero dormito pochissimo, e il suo fiato non fosse pesante.
A Sakura piacque quel torpore. Ad un tratto,
però, lo sentì distaccarsi leggermente; riaprì gli occhi e
lo fissò, cercando tracce di esitazione, ma vide solo uno sguardo un
po’ smarrito.
«Che cosa c’è?», gli chiese,
incerta.
«Niente…», sussurrò Shaoran,
sollevando le braccia e stringendola piano a sé. Poi sospirò.
«Ho paura.»
Sakura continuò a guardarlo, sempre più
confusa.
«Paura di cosa?»
Il ragazzo portò una mano fino alla sua guancia,
scostandole i capelli.
«Di non meritarlo.»
Era… Era esattamente ciò che pensava lei. Se
questo non era un segno… Sorridendo, Sakura lo baciò di nuovo,
fremendo al suo tocco.
Per un altro po’ di tempo si dimenticò di
tutto. Ma ora che c’era di nuovo la luce del sole, la realtà
tornava ad essere visibile, e con essa tutti i dubbi e le domande rimasti in
sospeso. Così, quando tornò ad abbandonare il viso sulla spalla
di Shaoran, inevitabilmente fu come svegliarsi da un sogno.
Per un po’ ci fu solo silenzio. Alla fine,
però, Shaoran parlò piano, esitante, in tono sommesso.
«Perché non volevi parlarmene?»
Senza capire, Sakura voltò lentamente il volto
verso il suo, aspettando che continuasse.
«Voglio dire…» Le gote del cavaliere
erano ancora vagamente color porpora. «Sai, delle… Delle tue vere
origini. Di tua madre. Quando… Quando me l’hai detto… ho
avuto l’impressione che non volessi farlo. Perché?»
Sakura ci pensò su per qualche istante.
«Forse, semplicemente, non volevo che mi guardassi
con occhi diversi.»
Vide Shaoran voltarsi verso di lei. Ancora una volta,
proprio come la notte precedente, non ci furono parole inutili; quegli occhi
tacevano e dicevano tutto. Sakura seppe all’istante che lui non
l’avrebbe mai guardata altrimenti che così, con quello sguardo
bruno, caldo, rassicurante, solido, imperscrutabile… e innamorato.
Si dispose di nuovo sul suo petto e lo baciò per
l’ennesima volta.
Questa volta passarono alcuni lunghi minuti prima che,
con estrema riluttanza, si decidesse a riscuotersi.
«Sarà meglio che torniamo da Tomoyo»,
mormorò contro le labbra del cavaliere adolescente. «Dopotutto,
dobbiamo ringraziarla per il suo consiglio.»
Shaoran sorrise. Annuì quasi impercettibilmente.
«Hai ragione. Però…»
«Però…?»
«Però, lasciamola aspettare solo un altro
po’…»
Sakura lo guardò, poi scoppiò a ridere. Era
quello il ragazzo cupo che aveva fatto irruzione nella sua vita da un momento
all’altro con la sua disperazione e la sua chiusura al mondo intero?
Quando era cambiato? E perché, poi? Per lei? Scuotendo la testa, quasi
incredula, accolse ancora una volta la sua bocca con un nuovo trasporto.
Shaoran
camminava lentamente sulla dura terra del fianco della montagna, ma si sentiva
ad un palmo dal suolo. L’unica cosa di cui era pienamente conscio era la
mano di Sakura, morbida e tiepida nella sua.
Ancora non riusciva a crederci. A partire dal momento in
cui, al tramonto, lei si era rifugiata tra le sue labbra, tutto diventava
incredibile. Eppure sapeva che era vero, era successo davvero; la ragazza che
discendeva dalla montagna, sorridente, al suo fianco, era la prova che quella
notte lui aveva scoperto ciò che gli era sempre mancato, che non era
stato solo un bellissimo sogno.
Senza riuscire a smettere di sorridere, Shaoran strinse
ancor di più la mano di Sakura.
Quando giunsero in vista del dedalo di gallerie,
però, il peso di una realtà più dura lo investì di
nuovo.
C’erano così tante cose rimaste in
sospeso… La vera natura di Sakura, la vera identità di Tomoyo, lo
Specchio che
Tomoyo era immobile, in piedi di fronte
all’apertura della grotta in cui i tre giovani si erano rifugiati, il
giorno precedente. Guardava verso di loro, e sorrideva. Shaoran si sentì
ancora una volta smascherato dai suoi occhi che, ora ne aveva la certezza, non
erano davvero umani.
«Bentornati», li accolse
Shaoran abbassò lo sguardo. Sentì Sakura stringergli
forte la mano. Sì, avevano trovato una loro pace, una pace riservata
solo a loro due, perché era stato impossibile trovarla nel mondo
circostante; ma ora? Ora cosa sarebbe successo?
«Comprendo tutti i vostri dubbi»,
mormorò ancora Tomoyo. «Presto tutto finirà. Vi prego,
venite con me, voi che avete in mano la sorte del Regno.»
Il ragazzo sollevò di nuovo gli occhi, in tempo
per vederla voltare loro le spalle e incamminarsi lungo le pendici delle
montagne, verso occidente, percorrendo il tragitto opposto a quello che doveva
aver condotto Sakura dalla Tigre dei Monti.
Capendo che qualcosa di definitivo stava per succedere,
Shaoran si voltò a guardare Sakura. Vide nei suoi occhi verdi la sua
stessa improvvisa decisione. Sentì crescere in sé un’emozione
ormai ben nota, quando la guerriera ricambiò il suo sguardo; poi si
scosse, e si avviò insieme a lei seguendo i passi di Tomoyo.
Camminarono a lungo, sempre tenendosi accostati alla
catena montuosa, evitando di addentrarsi troppo nella terra degli Angeli nel
timore di essere nuovamente messi in fuga.
«Dove stiamo andando?», si azzardò a
chiedere ad un tratto Sakura.
Tomoyo non si voltò, ma rispose con la solita
pacatezza.
«Avevo intenzione di conferire con gli Angeli prima
di prendere questa decisione. Ma ora capisco che in effetti non ce
n’è alcun bisogno, perché dipende tutto da Shaoran.»
Il giovane fissò smarrito i lunghi capelli neri
della fanciulla che gli camminava davanti.
«Da me?»
«Esatto, cavaliere. Da te.»
Shaoran aprì di nuovo la bocca per aggiungere
qualcosa – cosa, non avrebbe saputo dirlo – ma in quel momento
Tomoyo si fermò. Lui e Sakura fecero altrettanto, trattenendo il fiato.
A qualche iarda da loro, a nord, vastissimo nella landa
verde, si stendeva il lago di lava da cui era nato Aamyan.
«Siamo arrivati alla nostra meta»,
mormorò ancora
Shaoran deglutì, interdetto. Avvertì la
stretta di Sakura intensificarsi sulla sua mano.
Da quel momento in poi, fu di nuovo come vivere in uno
stato mistico. Non si rese conto di aver ripreso a muoversi, non fu consapevole
dei propri passi; seppe solo, all’improvviso, di essersi ritrovato sulle
sponde del lago.
Scuotendosi, Shaoran concentrò la propria
attenzione sulla sua superficie, sotto di sé. Il celebre lago lavico
sembrava colmo di lingue di fuoco, fluenti come acqua. Era una scena
indescrivibile. Rimase a lungo assorto nella contemplazione, ma alla fine si
rassegnò a cercare lo sguardo di Tomoyo.
«Che… Che cosa vuoi che io faccia?»,
mormorò, esasperato.
La ragazza si voltò verso di lui. I suoi occhi
inumani lo trapassarono, scavando fino al suo cuore; poi le sue mani si congiunsero,
e la luce degli Elfi tornò a circuirla, mentre la sua voce risuonava
come un canto profetico.
«Il tempo è giunto, cavaliere della Terra
del Buio. Il tempo della scelta è finalmente giunto. Ora sta a te
decidere della sorte di Aamyan.»
La luce si fece intensissima. Shaoran socchiuse gli
occhi.
«Decidere della…? Cosa vuoi dire?»
«Lo Specchio è pronto per il tuo
riflesso», proferì ancora Tomoyo. «Ma devi essere tu a
volerlo. Devi essere tu a formulare il tuo desiderio. Altrimenti, lo Specchio
dovrà cessare di esistere. Perché esso ha scelto te, ma non
potrà più vivere se tu non sceglierai di usarlo.»
Shaoran fu costretto a coprirsi gli occhi con un braccio.
La mano di Sakura si allontanò dalla sua, ma il ragazzo poté
udire la sua voce, in un punto imprecisato ma molto vicino.
«Ora sta a te…»
Per alcuni istanti ancora, il giovane non riuscì a
guardare a viso aperto ciò che gli si prospettava di fronte. Ma alla
fine si costrinse ad abbassare il braccio e a riaprire gli occhi. La luce era
ancora forte, ma più tollerabile.
Dinanzi a lui, tra le braccia aperte della Principessa,
proprio come il giorno precedente, fluttuava Aamyan, Specchio degli Elfi.
Shaoran respirò profondamente, cercando di
tranquillizzarsi, ma l’adrenalina scorreva ormai inarrestabile in lui,
mentre finalmente, per la seconda volta, tendeva le dita e toccava il motivo
del suo viaggio fino a lì.
E così, infine, aveva davvero la
possibilità di usarlo. Così come aveva sperato, ora avrebbe
potuto specchiarsi, perché Aamyan lo reputava degno di tale gesto, e
avrebbe potuto desiderare la rinascita, la fine di ogni male, la purificazione
di un mondo corrotto e sporco di sangue… Avrebbe riscattato se stesso,
avrebbe reso onore a ciò che aveva perso, avrebbe fatto sì che
tutto potesse essere come era stato, di nuovo, oltre il dolore del ricordo
infranto…
… Ma non
potrà più vivere se tu non sceglierai di usarlo…
Si fermò, già con le dita strette intorno
alla cornice intarsiata. Senza nemmeno accorgersene, aveva iniziato a riflettere
sulle parole di Tomoyo. E da lì ebbe modo di pensare anche a molto
altro.
Quel viaggio gli era servito. Molto. Non solo
perché aveva incontrato la guerriera figlia di un Angelo e di una
Regina, l’unica persona di cui sentiva di potersi fidare, l’unica
persona che sapeva di poter amare. No, nel corso di quel lungo cammino aveva
imparato anche qualcos’altro. Ad esempio, che la guerra era davvero
ovunque, e che la violenza era insita nell’animo umano, e che non
c’erano buoni né cattivi… Ripensò all’occasione
in cui aveva dovuto fronteggiare dei soldati della sua stessa terra, alla
locanda della Terra della Luce. Come aveva detto a Sakura, non aveva provato
alcun rimorso nell’ucciderli. Perciò allora era già
consapevole dell’inevitabilità del male. Ma non si era soffermato
su quel pensiero.
Ora, però, ad un passo dalla possibilità di
cambiare finalmente le cose…
Shaoran esitò ancora, senza voltare lo specchio
per guardare la propria immagine riflessa.
Forse, in fondo, non aveva alcun senso desiderare la fine
di ogni guerra.
Se nell’Uomo coesistevano bene e male, alla fine
questo sarebbe riemerso comunque. Come brace e cenere, da cui al minimo soffio
scaturiva nuovo fuoco… Così una magia non poteva durare per sempre,
non poteva soffocare il corso già segnato della natura. Non sarebbe
servito a nulla, sarebbe stato solo un prolungamento dell’attesa di un
nuovo dolore, di una nuova inevitabile degenerazione…
Ma allora? Doveva rinunciare ad Aamyan? Giunto a
stringerlo tra le mani, stava abbandonando tutti i suoi propositi? No, questo
non era giusto, sarebbe equivalso a voltare le spalle al passato che lo aveva
indotto su quella strada, ai ricordi che ancora gli dolevano nel cuore, alla
voce implorante di sua madre…
Sospirò, e in quel momento, in un impulso
incondizionato, il suo sguardo vagò fino a posarsi su Sakura.
La ragazza lo fissava seria, nei suoi abiti ancora
impregnati di pioggia e sangue rappreso, le braccia lungo i fianchi, una luce chiara
e nuova negli occhi del colore delle foglie d’estate.
E solo allora Shaoran
capì. Capì che tutto ciò che avrebbe potuto desiderare,
l’aveva già ottenuto.
Deciso, senza pensarci ulteriormente, strinse la presa
sullo Specchio degli Elfi.
… Ma non potrà
più vivere se tu non sceglierai di usarlo…
Lo impugnò, portò il braccio indietro,
serrò gli occhi, e lo scagliò lontano.
Aamyan tornò a fondersi nella stessa lava fluida
da cui era sorto.
La
scelta era stata fatta. E ciò non determinava solo il destino del Regno,
ma anche l’esito della profezia. Anche se loro ancora non potevano
saperlo…
Tomoyo, Dama degli Elfi, sorrise al cavaliere e alla
guerriera. Dopodiché chiuse gli occhi e riassunse la sua vera forma,
abbandonando le sembianze umane e tornando figura elfica.
Mentre la luce della sua stirpe l’avvolgeva
totalmente, lasciando affievolirsi i colori spenti che avevano finora ammantato
la sua vera essenza, e tornando ad essere energia vitale delle piante e delle
acque e della natura intera, un alone violento si sprigionò dalla sua
metamorfosi, investendo per miglia e miglia la landa abitata dagli Angeli.
«Gli Angeli stanno abbandonando questa
terra», mormorò Tomoyo. «La scelta del cavaliere ha
dimostrato la superiorità dell’Uomo. Attraverso la distruzione
dello Specchio, anche la profezia della guerriera si è compiuta. Il
cerchio è finalmente chiuso.»
Sorrise di nuovo.
Di fronte a lei, Shaoran e Sakura sollevarono lentamente
gli sguardi attoniti. Nei loro occhi c’era stupore, meraviglia,
soggezione, paura, confusione.
«Tomoyo?», mormorò Sakura, esitante.
Lei si limitò a sorriderle.
«Io… Io non capisco», continuò
la guerriera, crollando in ginocchio, mentre il cavaliere adolescente si
portava al suo fianco. «Tu… La scelta… Lo Specchio… La
profezia… Non capisco.»
«Allora ascoltami attentamente, amica mia»,
disse
Lo sguardo di Sakura si posò lentamente su
Shaoran.
«Perché?», sussurrò
semplicemente.
Il cavaliere la guardò, avvampando. Osservandolo,
Tomoyo sorrise ancora.
«Perché ha te, Sakura.»
Vide che anche le gote della guerriera si tingevano di
rosso. Nonostante il momento di tenerezza, decise di continuare con le
spiegazioni.
«Shaoran ha scelto di distruggere lo Specchio
perché sentiva che non gli sarebbe più servito per il suo primo
scopo, e perché non aveva altro da desiderare. Questa scelta è
nata dunque anche dai suoi sentimenti per te, Sakura. E così il suo
destino si è legato indissolubilmente al tuo. Dimmi, guerriera, sai
adesso cosa rende l’Uomo superiore all’Angelo?»
Senza distogliere lo sguardo da Shaoran, Sakura annuì
lentamente.
«L’amore…», mormorò.
«L’amore senza freni, quello che non tiene conto delle differenze,
delle convenzioni, di tutto il resto… Quello che gli Angeli non sanno
concepire.»
Tomoyo annuì.
«Esatto. Ed era questa la conclusione cui tu dovevi
giungere, e che ti avrebbe permesso di compiere la profezia, di annullare
totalmente la supremazia degli Angeli sugli Esseri Umani. Ma questa tua
conclusione, Sakura, ha influito sui sentimenti di Shaoran, e poi nel suo
gesto, così che la profezia è nata con te ma
si è manifestata in lui.» Si chinò al suolo, sulle sponde
del lago lavico che aveva appena ingoiato lo specchio che aveva creato,
guardandoli con affetto, dall’uno all’altra. «So che per voi
è difficile capire. Vi basti sapere che avete trovato voi stessi. Vi
basti sapere che il vostro amore ha fatto sì che il cerchio si chiudesse.»
Per la prima volta, fu Shaoran a parlare.
«Ma… Com’è possibile?»
«Cosa?», sorrise ancora
All’unisono, i due si voltarono a guardarla, negli
occhi la stessa confusione, ma anche una luce di fierezza.
«La rinuncia ad Aamyan», disse Tomoyo,
tornando seria, «non deve necessariamente significare la fine di ogni
speranza di pace per il Regno di Tomoeda.»
Gli sguardi del cavaliere e della guerriera si fecero
ancor più intensi.
Lei respirò profondamente.
«Sì, ragazzi. C’è ancora un
modo per porre fine alla guerra… E non solo. Perché quello che sto
per dirvi riguarderebbe non solo gli Uomini, ma tutte
le creature del Regno… E ancora una volta, tutto dipende da voi.»
Ehm…
Allora, che ne pensate? Finalmente la profezia si è svolta, e anche Shaoran ha preso la sua scelta riguardo Aamyan…
Ma chissà cosa possono ancora fare i due per il bene del Regno? Psst, un aiutino: c’entra il fatto che Sakura è figlia di una Regina… ^^
Ringraziamenti:
Yumemi: Grazie mille per il tuo
commento! Uao, non mi sembra vero che tu abbia letto
il capitolo mentre pioveva!! ^^ E di questo, che te ne
pare? Comunque non preoccuparti, non sei la sola ad essere impelagata negli
impegni scolastici… U_U Spero anch’io di
poterti sentire su MSN! Baci!
Pikki SakuraChan: Grazie mille e ancora grazie
mille, sei veramente troppo buona, è bello avere una fan sicura per il
mio ipotetico futuro di scrittrice!! ^///^ Sul serio,
mi hai commossa! Sono davvero felice che la storia ti piaccia tanto… Ma
non preoccuparti, ovviamente capita di non notare un aggiornamento; l’importante
è che la storia continui a piacerti, ci tengo
molto!
Ichigo_91: Grazie mille per il tuo
commento, carissima Ichigo! Sono contentissima che tu
abbia apprezzato il capitolo precedente (figurati che credevo che la
dichiarazione fosse troppo precipitosa! ^///^), e spero solo che tu abbia
trovato anche questo degno di nota!
Sakura182blast: Mia dolcissima sorellina, non
sai come mi sono emozionata leggendo il tuo commento alla one-shot
“A te”… Ehm, ok, passiamo oltre!
Ovviamente ti ringrazio moltissimo per la recensione e per tutti i complimenti…
Sul serio, mi confondi, sorellina! ^///^ Ma la cosa che più mi fa
sentire realizzata è l’essere riuscita a farti apprezzare per la
prima volta Cerberus/Kero-chan!! Lo considero un successo personale…!! XD Spero che tu abbia gradito anche questo capitolo…
Ah, un’altra cosa… Anch’io ti voglio bene!!
^^
Bene, eccoci qui: il prossimo capitolo sarà l’epilogo…
Beh, innanzitutto ringrazio in anticipo chi vorrà seguirmi fin lì… Anzi, faccio una cosa che non ho mai fatto
prima: ringrazio profondamente coloro che hanno inserito questa fic tra i preferiti, e cioè Evans Lily, Ichigo_91, Kia85, Millennia Angel e Sakura182blast… Mi avete reso felice, ragazze!!… E poi…
No, basta, non scrivo altro perché mi sto già commuovendo!! ^///^
Un
milione di grazie… Alla prossima!!