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Autore: _cupcake_99    25/01/2014    5 recensioni
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"Che poi tu dici sempre di sì a tutti" esclamò sorridendo James. "Perchè?
Stephany alzò le spalle osservando attentamente la copertina del libro che aveva tra le mani, forse per non incontrare lo sguardo del ragazzo.
"Forse perchè troppe persone mi hanno detto di no" sussurrò dopo averci pensato qualche secondo.
"Porti su questo? Sì" esclamò James imitando la ragazza.
"Mi chiami? Sì" Stephany scoppiò a ridere.
"Mi abbracci? Sì"
James si fermò sorridendo e avvicinandosi a lei.
"Mi ami?" chiese.
"Sì"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.







James se ne stava in piedi davanti alla porta di casa.

Era l'unica che avesse mai conosciuto. C'era cresciuto fra le mura di quella villetta a schiera della periferia di Londra. D'estate aveva giocato in strada all'ombra degli alberi e d'inverno aveva trasformato i coperchi della spazzatura in slittini improvvisati. Era in quella casa che aveva passato la maggior parte della sua vita e adesso... Non si sarebbe mai immaginato che un giorno, per lui, quella porta sarebbe stata chiusa.

L'ultima volta che aveva visto sua madre era stato anni prima, quel giorno in cui avevano litigato e lui aveva afferrato le valige, pronte ormai da giorni, ed era uscito. Aveva camminato sulla neve sentendo le urla di sua madre prima che questa sbattesse la porta. Da quel giorno non era più tornato. Si era rifugiato a casa di Bradley, che lo aveva accolto senza fare domande, non ne aveva bisogno. Era consapevole che un giorno il suo migliore amico si sarebbe presentato alla porta in cerca di un tetto per dormire.

Era andato avanti senza la sua famiglia, si era creato un sua routine, ma i giorni non sembravano passare mai, cambiava solo il numero sul calendario.

James sbattè gli occhi cercando di scacciare dalla mente i vecchi ricordi. Non sapeva esattamente cosa lo aveva portato alla sua vecchia casa, eppure era lì.

Attraversò con passo incerto il giardino prima di fermarsi davanti la porta di legno. C'era ancora la "J" che aveva inciso all'età di dodici anni. Sorrise ripensandoci.

Prese un respiro profondo prima di bussare, sentì l'eco rimbombare dentro casa.

"Mamma" gridò "Mamma sono io"

Rimase in silenzio, aspettandosi di vedere la porta che si apriva. Ma rimase chiusa.

"Mamma è assurdo! Lasciami entrare! Sono io, James"

Non ci fu risposta, soltanto il suono delle mandate della serratura. Qualche secondo e la porta di aprì.

"Mamma io volevo parl..." si bloccò quando vide davanti a sè una vecchia signora.

"Credo che tu abbia sbagliato casa, giovanotto" rispose questa con sorriso dolce sulle labbra.

"Mi scusi" sussurrò James sfregandosi il collo, visibilmente in imbarazzo.

"Chi stavi cercando caro?"

"Ehm mia madre" sussurrò alzando lo sguardo per accertarsi che il numero civico fosse corretto.

"Abitava qui" sussurrò "Una volta" aggiuse.

Già, una volta ci abitava anche lui lì. In quel momento la sua mente fu invasa da mille ricordi. Riuscì a percepire le risate sue, dei sui amici e dei suoi genitori. Sembravano riempire l'aria fredda della tarda sera. Scosse la testa per scacciare i ricordi e concentrarsi sulle parole della vecchia donna.

"Deve essere quella cara signora che vi abitava prima di me" concluse la vecchia.

James storse il naso alla parola cara, ma non ribattè.

"Sai, ci siamo trasferiti qui da poco" aggiuse sorridendogli, lui ricambiò prima di ringraziare e andarsene.

Cammino lentamente lungo la via, illuminata a tratti da lampioni, alcuni dei quali erano spenti. Tirò un calcio ad un sasso, il quale rotolò fino a cadere in un tombino poco lontano. Ora, l'unico rumore erano i passi di James, lenti, quasi faticava ad andarsene da quel luogo. Cercò di immaginarsi la strada di giorno. Era cambiata e non poco. Notò una castello di legno nel giardino vicino a quello di casa sua, o meglio della sua vecchia casa. C'erano anche alcuni alberi che lui non ricordava. Probabilmente erano stati piantati dopo la sua partenza. Notò anche un campo da basket al posto dal prato dove lui e i sui amici giocavano sempre a calcio.

Un po' gli era dispiaciuto lasciare quel posto. Aveva sempre pensato che sarebbe stata una buona idea tornare lì per chiedere scusa alla madre, ma adesso che aveva avuto il coraggio di farlo lei si era trasferita.

Passò la mano sulla ringhiera all'angolo prima di girarsi per dare un'ultima occhiata alla sua vecchia casa.

Aveva sprecato la sua occasione e adesso i giorni sarebbero tornati a scorrere, tutti uguali, monotoni. Lui avrebbe continuato a fare le stesse cose. Al mattino sarebbe andato al lavoro, poi sarebbe tornato nel suo appartamento, si sarebbe vestito e la sera sarebbe andato con i sui amici fuori a divertirsi. Sarebbe tornato ad essere quel ragazzo silenzioso e freddo, quel ragazzo che sopravviveva a tutto ma che non viveva niente. Non aveva più possibilità di cambiare.

Il tempo avrebbe continuato a scorrere e lui non avrebbe potuto fare niente per fermarlo.

 

 

Spazio autrice

Allora, ciao a tutti. Questa è la mia prima ff sui The Vamps.

Non li conosco da tanto, anzi, ma mi hanno colpita molto e ho deciso di scrivere questa storia. Come inizio è un po' breve, ma già dal prossimo capitolo si allungherà. Spero che vi abbia incuriosito e spero che la seguirete in molti. Ogni volta che aggiornerò vi invierò un messaggio c:

Baci e al prossimo capitolo

xx Mony

 

  
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