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Autore: _diana87    25/01/2014    5 recensioni
Una libreria, uno scrittore, la sua musa e un attore.
Ah dimenticavo, c'è anche un caso di omicidio!... ma è davvero interessante saperlo?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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*giuro solennemente di non avere buone intenzioni*
- Harry Potter e il prigioniero di Azkaban-


 
 
La libreria è sempre stato il suo posto sicuro.
Tranne quella volta, da bambino, quando sua madre l’aveva beccato al reparto dei libri erotici e lui si era inventato la scusa che si era perso e che era capitato per sbaglio.
In ogni caso, si sente come Alice nel Paese delle Meraviglie appena vede una montagna di scaffali con libri. E anche lui, come Alice, saltella alla ricerca del Bianconiglio... non che in libreria ci siano conigli, dato che non è un negozio di animali, ma con lui, e la sua fantasia che viaggia alla velocità della luce, non si può mai sapere.
Si emoziona come un bimbo quando arriva al reparto libri gialli. Fischietta facendo l’indifferente e si guarda intorno.
Sa di essere lì con la sua fidanzata-prossima-sposa-nonché-futura-terza-moglie – roba che neanche la regina di Giordania ha così tanti titoli nobiliari – per indagare su un caso di omicidio, ma la tentazione è tanta per starsene lì a fare domande alle varie persone che vi lavorano.
Sempre casualmente, gironzola alla ricerca della lettera C, come l’iniziale del suo cognome, e finalmente la trova. Si abbassa con eleganza cercando quella serie di romanzi con protagonista la focosa detective Nikki Heat, e fa un saltello all’indietro, gioendo per aver trovato l’ultimo suo libro.
“Ma che cazz--- stia un po’ attento!”
La voce roca e bassa proviene dall’alto.
Castle alza la testa solo per rendersi conto di aver dato una gomitata ad un ignaro cliente. E che cliente! Quasi due metri di uomo, capelli scuri, barba incolta e occhi scuri. Lo scrittore lo guarda e si sente piccolo.
“Ops... mi scusi!”
“Ma dico, è imbecille o cosa?”
“Cosa?... un momento... io la conosco” inizia a fare lui, e nel dire ciò si alza in punta di piedi per scrutarlo. L’altro si sente leggermente imbarazzato chiedendosi se sia un maniaco, quindi indietreggia.
A quel punto, lo scrittore è come folgorato da un’illuminazione. Una lampadina si accende sulla sua testa.
“Mi scusi, stavo solo provando se c’era ancora corrente!” dice un tecnico delle luci, che tra il rispondere alle domande degli agenti, sta facendo veder loro come funziona l’illuminazione dentro la libreria.
Con fare deluso, Castle e l’altro uomo davanti a sé alzano la testa. C’è davvero una lampada al neon sopra la testa dello scrittore. Torna a guardare il tipo davanti a sé e stavolta non ha alcun dubbio sul suo pensiero.
“... ma certo! Lei è quell’attore con la scucchia, come si chiama? Ah sì, Ben Affleck!”
“CASTLE!!! Perché mi fai perdere tempo?? E che ci fai al reparto gialli??”
La sua fidanzata-prossima-sposa-nonché-futura-terza-moglie si avvicina allo scrittore. Ha un paio di guanti rossi alle mani, che sfregola tra loro, per riscaldarsi da quel freddo polare della sera.
Rick cerca di pavoneggiarsi, buttando l’occhio al presunto Ben Affleck, e si gonfia il petto.
“Kate, tesoro, scusa se ogni tanto mi piace passare casualmente al mio reparto per vedere come vengono i miei gialli! Comunque, mia dolce fidanzata, questo signore qua davanti è Ben Affleck!”
La donna ha un sussulto, sentendosi una piccola fan che incontra l’attore dei suoi sogni. L’uomo, invece, alza le mani, indeciso se dichiararsi non colpevole o tentato di lasciare andare la conversazione.
“Ma io veramente---“
“Oh mio Dio, ho visto tutti i tuoi film! Castle, tesoro, ti ricordi quando ti sei vestito da Daredevil e io da Elektra e facevamo quel giochino che ci piace tanto?”
Inizia a far caldo. L’uomo sente un certo calore provenire dietro di sé.
“Mi scusi, questo ventilatore è rotto, lo stiamo portando nello scantinato. Può farci passare?”
La coppia inclina la testa e vede che dietro al terzo uomo ci sono due addetti al magazzino che trasportano un vecchio ventilatore degli anni sessanta. Sono visibilmente scossi. Le goccioline di sudore scendono da sotto la fronte, nascosta da un cappellino con il nome della libreria, fin sotto il mento. L’uomo alto si sposta per farli passare, e l’improvvisa vampata di calore è passata. Poi si rivolge alla detective e allo scrittore.
“Signori, sono lusingato, ma io non sono---“
“Non le dia retta, in realtà viene in libreria perché è una vera secchiona!”
“Castle! Quello era uno dei nostri segreti!”
“Anche vestirmi da Daredevil era un segreto!” quando Rick rivolge l’attenzione sul presunto attore hollywoodiano, però, non lo trova più davanti a sé. Disperato, inizia ad agitare le mani. “Ehi, ma dove è andato? Ben! Ben!”
“Ben? Anche per nome lo chiama adesso?” l’inconfondibile tacco a spillo fa voltare i futuri signori Castle. In un tailleur blu scuro, coperto da un cappottone nero, si avvicina Victoria ‘Iron’ Gates, il capitano del distretto. La donna guarda lo scrittore con severità, corrugando la fronte.
“Signor Castle, so che le piace giocare, ma qui stiamo indagando su un omicidio! E comunque, dico io, già che c’è perché non lo invita a cena, no?!”
Evidentemente, lo scrittore non coglie il tono sarcastico della Gates, perché si mette in punta di piedi, come se cercasse di individuare ‘Ben’ all’interno della libreria.
“Okay, come desidera capitano. EHI BEN, TI VA DI VENIRE A CENA CON NOI STASERA??”
Quel che non ha capito, è che ha scatenato una reazione a catena da parte non solo delle commesse, appena interrogate dagli agenti Esposito e Ryan, ma anche di alcune passanti, che iniziano a comportarsi come delle gatte in calore.
“Ben Affleck è qui??”
“Oddio io lo amo!!”
“Devo dirgli che ho una figlia uguale a sua figlia!!”
Il panico si impossessa della libreria, che viene assalita da orde di ragazzine, ognuna con un unico scopo: violentare l’attore di Hollywood. A nulla servono gli agenti che si piazzano davanti all’entrata facendo da muro, perché quando l’ormone delle donne impazzisce, non c’è niente che possa fermarle.
Esposito viene perfino colpito alle sue parti basse, nel tentativo di bloccare un’anziana signora che aveva capito di trovare Buster Keaton nella libreria. Quando l’ispanico le aveva spiegato a gran voce che l’attore era morto da un pezzo, l’anziana non si era persa d’animo e l’aveva colpito con la borsa con le borchie proprio sui gioielli di famiglia.
Ryan, invece, è assalito dalle adolescenti che lo scambiano per Justin Bieber. A nulla, valgono i suoi tentativi di spiegar loro che non si sta ritirando dalle scene musicali perché si è stufato di cantare, anzi lui non sa proprio cantare quindi non è affatto Bieber.
Se la Gates fosse un cartone animato, a questo punto avrebbe una gocciolina di sudore disegnata sulla fronte. “Complimenti, signor Castle. Ha causato il panico!” lo rimprovera, e tenta di prender in mano la situazione afferrando una mazza da baseball nel reparto giocattoli della libreria.
Rick fa per dire qualcosa, ma le parole non gli escono di bocca.
“Ma io---“
Kate sorride dolcemente e gli posa una mano sulla spalla per rassicurarlo.
“Non fare così, tesoro... tesoro, guardami! Lei è dura con te, ma lo fa per spronarti, perché sa che puoi dare di più!”
“Se lo dici tu...”
“Ora lasciamo stare questo ‘Ben Affleck’,” dice pronunciando incerta quel nome, tanto per dar corda al suo futuro marito, “prima che ci accusi di molestie e continuiamo ad indagare, okay?”
Cosa non si fa per amore!
 
Lo scrittore passeggia tranquillo per la stagione centrale di New York, dato che non può stare in libreria a causa dell’invasione di ormoni che ha causato. Decide di fermarsi a mangiare qualcosa, giusto per ammazzare il tempo, ma una figura familiare attira la sua attenzione.
Il presunto Ben Affleck.
È ancora in giro! Quale occasione per fermarlo e parlargli di nuovo? Dopotutto, deve ancora invitarlo a cena. Come un segugio, si mette a pedinarlo, facendo bene attenzione a quando l’uomo si blocca, avendo la sensazione di essere inseguito.
Quando si ferma di proposito, Castle gli va a finire addosso. L’uomo si gira visibilmente arrabbiato, e guarda lo scrittore dall’alto al basso.
“Che fa, mi segue?”
Rick si schiarisce la voce, cercando di sembrare più offeso che tranquillo.
“In realtà se la conoscessi, signor Affleck, la chiamerei per invitarla a cena con noi, dato che le ho esteso un invito ma lei non ha risposto!”
Esasperato, l’uomo si mette una mano sulla fronte e scuote la testa.
“Guardi che non sono quell’attore!”
“Certo, e io sono Nathan Fillion... ma tutti assomigliamo a qualcuno, non crede? Un filosofo diceva che siamo tutti separati dalla nascita!”
Resta a fissarlo per un attimo e poi sbotta, prima di voltarsi e camminare spedito verso chissà quale destinazione sconosciuta.
“Lei è pazzo.”
“Ma dove va? Aspetti!”
“Castle! Dobbiamo rientrare, vieni, abbiamo raccolto qualche prova!” la voce della sua musa lo riporta alla realtà.
 
“Cosa significa che il treno è ancora in ritardo? LEI NON SA CHI SONO IO!”
Il tono altisonante della Gates è talmente acuto che l’addetto della stazione deve coprirsi con qualcosa, e reggersi anche alla scrivania, per evitare di essere sbalzato in fondo al muro.
“Signora, mi dispiace. Cercheremo di fare tutto il possibile. Adesso lei e la sua squadra si rilassi, va bene?”
Iron Gates sbotta come un cane rabbioso, non senza aver lanciato uno sguardo di minaccia al minuto impiegato dei trasporti.
Esposito si avvicina al suo capitano col suo far da bravo ‘fratello’.
“Tutto apposto, sir?”
“Roba da pazzi. Paghiamo le tasse e neanche ci offrono un buon servizio trasporti! Mi sentiranno quelli dei piani alti!”
Mentre la Gates è impegnata a telefonare al governo, Castle si guarda intorno, ancora alla ricerca dell’attore... ormai è chiaro che gli interessa di più invitarlo a cena che risolvere quel caso di omicidio... ma perché, c’era un caso?
D’un tratto spalanca gli occhi e tamburella la spalla della sua fidanzata con il dito indice.
“Beckett, Beckett! Girati, ma non ti girare... c’è Ben Affleck dietro di noi!” le dice sussurrando.
Kate sorride di sottecchi, poi però si mette la mano in viso per nascondere il suo divertimento e torna seria.
“Castle, dai, smettila di giocare...”
“Ma ti dico che è lui! Dai voltati... ma lentamente!”
In un gioco di vedo-non-vedo, in contemporanea, i due si voltano lentamente, facendo gli indifferenti, poi tornano a guardare avanti, e ripetono l’operazione per due-tre volte. Alla fine, Beckett non può che meravigliarsi e dare ragione al suo scrittore preferito.
“Oddio è proprio lui!”
“Dici che lo invito a cena? La Gates ci resterà male se non lo faccio!”
Kate scoppia a ridere. “Non credo che il capitano intendesse quello, ma se ci tieni...” gli tocca la guancia come gesto di intesa, ed è felice quando il suo uomo corre verso l’attore.
È in quel preciso istante che proprio costui si volta verso lo scrittore, e poi cambia direzione, salendo sul primo treno che vede vuoto. Castle vede la scena e fa marcia indietro.
“Il nostro Ben ha preso il treno... non lo rivedremo mai più!”
“Beckett, Castle!” Ryan ed Esposito corrono verso di loro con il fiatone, “È lui l’assassino, prendetelo!”
La coppia ha un grosso punto interrogativo sulla fronte, ma quando il dovere chiama, lo scrittore e la sua musa sono pronti a combattere il crimine. Proprio come Daredevil ed Elektra.
“Ben Affleck è un assassino?!”
“A dopo le spiegazioni!, Castle! Forza, andiamo!”
Correndo, raggiungono e salgono su quel treno dove il killer pensava di essersi nascosto. Basta poco, forse troppo facile, per trovarlo – era in bagno – che Beckett gli mette le manette.
Castle si avvicina a lui e lo guarda negli occhi, poi lo afferra per le spalle.
“Ben! Come hai potuto... capisco che gli Oscar ti hanno dato alla testa ma... pensavo avessi messo la testa apposto ormai!”
Ancora esasperato, l’uomo lo guarda in cagnesco pronto per esplodere, “Per l’ultima volta... NON SONO BEN AFFLECK!”
Kate rovista nelle sue tasche e trova la carta d’identità. Ben presto, anche Esposito e Ryan la raggiungono, rivelando i dettagli sull’omicida.
“Si chiama Adam Gordon, avvocato difensore. Ha ucciso la sua segretaria in libreria dopo una lite.”
 
Dopo che la Gates ha litigato col il servizio trasporti, il governo si è convinto a mandare apposta un elicottero per lei e il suo team, e così sono tornati al distretto. Tutto è bene quel che finisce bene. Forse.
“Che hai, Castle?” chiede Kate, agitando il caffè contenuto nella sua tazza preferita. Lei e lo scrittore sono seduti sul divano nel loft di lui, riscaldandosi in quella notte fredda.
Lui se la trascina a sé, accarezzandole i capelli.
“Era davvero un semplice caso di omicidio? Possibile che già l’abbiamo risolto?”
“Sbaglio o sento una nota di delusione nella tua voce?”
“Umm.” Mugola lui.
A quel punto, Kate si ritrae, posa la tazza sul tavolo davanti a sé, e lo guarda con fare malizioso. Porta il dito indice sul primo bottone della camicia del suo scrittore, e poi percorre un immaginario tragitto da su fino ad arrivare alla cinta.
“Che ne dici se riprendi quel costume di Daredevil che ti piace tanto?” subito dopo si blocca, e l’aria da cerbiatta in cerca di coccole svanisce, trasformandosi nello sguardo da fidanzata preoccupata. Getta gli occhi sul suo scrittore, che sta trattenendo le lacrime.
“Castle?... Castle, perché quella faccia?”
“Dobbiamo proprio rimettere il dito nella piaga? Sto ancora soffrendo!”
A quelle parole, Kate collega tutto. Storce la bocca, forse trattenendo una risata, forse perché ama troppo quell’uomo, anche quando fa l’idiota, fatto sta che non si allontana affatto, anzi si avventa su di lui, gli sussurra qualcosa nell’orecchio, mordicchiandogli il lobo, e l’espressione di Rick cambia improvvisamente. L’eccitazione prende il sopravvento.
“Ripensandoci, potrei ancora avere la divisa da militare di seconda guerra mondiale, tipo quella che Affleck indossa in Pearl Harbor...”
 
 
Angoletto dell’autrice (poco) sana di mente:
La mia indecisione nel pubblicare questa stro***** sta nel fatto che: non mi avreste preso sul serio; qualcuno avrebbe pensato “ma sta prendendo per il cu** Castle?; oppure semplicemente era troppo idiota da leggere.
In ogni caso, il mio obbiettivo era: farvi fare qualche risata, dedicarlo a chi sta giù in questo periodo, e spero di esserci riuscita almeno un pochino :p
Per tutto il resto, se volete smettere di leggermi, ci sono le fanfic angst di Etta o quelle intriganti di Reb! Hahaha
A presto!
D. :D
   
 
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