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Autore: darkrin    08/06/2008    2 recensioni
Ricordava le parole che le avevano ferito le orecchie e dilaniato il corpo, già coperto di ferite. Aveva deciso che le avrebbe sempre accettate tutte per quella parvenza di felicità [e di famiglia, famiglia] che avevano costruito per lei.
[Hachiko-centric] [ Malinconico/Introspettivo] [OOC]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nana Komatsui
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Bolle di Sapone
  
  
  
Di tutto quello che era stato rimanevano solo bolle di sapone e il ricordo di parole sussurrate in notti buie in cui tutto sembrava così chiaro.
  
<< Se Nana fosse stata un ragazzo tra noi sarebbe potuto nascere un grande amore. >>
  
Rimanevano solo bolle di sapone [tante, troppe. La soffocavano con il loro fragile splendore].
L’acqua scorreva nella vasca, già piena, con un gorgoglio allegro che ricordava la risata di un bambino.
O forse era solo un’impressione [un’illusione, una semplice illusione].
Della musica giungeva ovattata dall’altra stanza, dove la televisione, che aveva lasciata accesa, per riempire il silenzio di quella casa, illuminava il nulla.
L’acqua gorgogliava e le bolle di sapone salivano al cielo, accompagnate dalla canzone che arrivava dal salotto.
Non c’era più nessuno lì con lei, oltre alle bolle di sapone.
  
Takumi non c’era mai [mai, mai stato].
Nobu se n’era andato.
Neanche Nana c’era più.
 
Rimaneva solo lei in quella vasca.
Con i ricordi e la forza che non aveva.
E con le bolle di sapone che lente scivolavano verso il soffitto [il soffitto, il soffitto non il cielo] decorato, come ricordi di vecchi amori, che facevano lacrimare gli occhi e poi [con un Plop! gioioso] esplodevano.
   
   
Ricordava le parole che le avevano ferito le orecchie e dilaniato il corpo, già coperto di ferite. Aveva deciso che le avrebbe sempre accettate tutte per quella parvenza di felicità [e di famiglia, famiglia] che avevano costruito per lei.
In cambio del suo sangue, ovvio.
Loro, o il Grande Demone Celeste, non davano mai nulla per nulla.
C’era sempre un prezzo da pagare per la felicità.
E lei, stolta come al solito aveva creduto – davvero, davvero – di aver già pagato abbastanza. Almeno per quella vita.
Ma non era così. Non era mai così.
Un abbastanza non esisteva. O almeno, non per lei.
Anche quel gorgoglio infantile e la consapevolezza di non essere sola non erano mai abbastanza per confortarla.
Ma si accontentava.
   
Continuava a ripetersi che un giorno sarebbe stato troppo e lei se ne sarebbe andata. Ma più passava il tempo e più era consapevole che non poteva andarsene.
Non era più solo la sua vita a dipendere da lei. Ed era troppo egoista per abbandonare tutto quello che le era stato dato.
Le sue ferite non erano poi così gravi.
  
   
I passi per il corridoio la fecero riemergere dai suoi pensieri [che esplosero, come bolle di sapone].
<< Nana … >>
La chiamò semplicemente, niente epiteti affettuosi, non per loro.
Semplicemente: “Nana” e “Takumi”.
<< Sono in bagno. >> rispose giocherellando con la schiuma che riempiva la vasca.
Quando sentì la porta cigolare, mentre si apriva non si stupì.
Era tutto Normale.
  
Non lo sapeva che anche la Normalità ha la consistenza e l’apparenza di una bolla di sapone.
 
  
   ~ oOo ~
  
   
N/A:
Ne sono soddisfatta? Bella domanda. Mica tanto, eh. Però la BestiaH ha dato l'Okay e quindi ho deciso di pubblicarla comunque. u.ù Se fa troppo schifo quindi siete pregati di prendervela con lei.
Chiarito questo punto passiamo ad altro.
Questa shot voleva essere solo uno spaccato della vita di Hachiko (che per altro è dannatamente OOC) quindi non porta assolutamente da nessuna parte.
Però va bene così. u.ù
Ovviamente critiche e quant'altro sono più che accette. u.ù

Ja ne ^^
   
 
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