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Autore: ice_cream    25/01/2014    6 recensioni
Colin è sempre stato un bambino curioso... forse troppo curioso!
Seguito di "Tale padre, tale figlio!"
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Kate Beckett, Martha Rodgers, Richard Castle
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
- Questa storia fa parte della serie 'Colin'
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Guarda, un palloncino!

Il sole splendeva alto nel cielo e Rick e Kate erano abbracciati l’uno all’altra, sotto le coperte, scambiandosi qualche bacio e qualche carezza ogni tanto.
Finalmente erano riusciti ad avere una notte tutta per loro.
Da quando Colin era venuto al mondo non avevano più avuto tanto tempo per scambiarsi effusioni o, semplicemente, per passare una notte tranquilla a coccolarsi, senza che nessuno li interrompesse.
Quella notte, invece, avevano riscoperto il piacere di amarsi incondizionatamente.
Ed era stato bellissimo.
Non avrebbero interrotto quel momento per nessun motivo al mondo, ma se avessero avuto un telecomando, sarebbero volentieri ritornati indietro alla sera prima, quando Colin era uscito da casa con la nonna e loro avevano dato il via alle danze, liberando tutta la loro passione e lasciandosi completamente andare.

Il suono di una porta che si chiudeva e di due passettini che si avvicinavano alla stanza fece si che i due uscissero con la testa dalle lenzuola, ancora mezzi assonnati e in balìa delle emozioni.
La porta della camera si aprì piano, piano e una testolina castana fece capolino da dietro di essa, quasi timorosa di interrompere qualcosa o fare troppo rumore.
Gli occhi vispi e attenti scrutarono la stanza attentamente, fino a soffermarsi sul letto. Castle e Beckett si sorrisero e appoggiarono la testa di nuovo al cuscino, fingendo di dormire. Il bimbo fissò per qualche secondo quel mobile morbido e caldo e i suoi genitori, immobili.
Fece una smorfia, scosse la testa e poi, senza pensarci, prese la rincorsa e ci saltò sopra.
“Svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Svegliaaaaa!” cominciò ad urlare saltellando e provocando una risata nei due che lo avvolsero e lo tirarono accanto a loro.
Cominciarono a fargli il solletico fino a fargli mancare il fiato per le risate e gli diedero un grosso bacio sulla tempia, uno da una parte e uno dall’altra.
“Allora, com’è andata con la nonna? Hai fatto il bravo?” gli chiese subito Kate, stringendogli la manina paffutella.
“Scè, scè! Sono stato bravissimo mamma, giurin giurello!” rispose come se stesse facendo rapporto al presidente degli Stati Uniti e incrociò le dita vicino alla bocca per confermare alla madre ciò che aveva appena detto. Kate sorrise e gli scompigliò i capelli, “D’accordo, ti credo.” Gli diede un altro bacetto.
“Coraggio, campione! Andiamo a fare colazione, ti va?” propose poi Castle.
“Siiiiiiiiiiiii!” Colin si alzò di scatto e riprese a saltellare da una parte all’altra, fino a scendere dal lettone e correre in cucina, con Castle e Beckett al seguito.


La mattinata proseguiva in modo tranquillo e sereno:  Kate leggeva un libro, Castle scriveva un nuovo capitolo e il piccolo Colin curiosava in giro per casa.
Gli piaceva trovare nuovi percorsi per le sue macchinine rosse fiammeggianti e, ovviamente, il posto migliore per farle saltare da un comodino all’altro era proprio il posto che Kate e Rick volevano tenere in ordine: la loro camera.
Stava togliendo alcuni oggettini dal comodino del papà, quando qualcosa attirò particolarmente la sua attenzione. Che cosa poteva essere?
Lo prese con le sue manine paffute e lo studiò con attenzione.
Dopo essersi scervellato venne colto da un’illuminazione improvvisa.
Ma certo! Un palloncino!

Corse in salotto da Kate e Rick e saltellò tutto contento.  Martha intanto era rientrata in casa con la spesa e stava salutando il figlio.
“Tesorooo!” lo prese in braccio la nonna e lo sbaciucchiò tutto quanto. “Che cos’hai in mano?” gli chiese poi, notando il bianco oggettino che stringeva.
“E’ un palloncino!” rispose, semplicemente, con l’ingenuità di un bambino. “L’ho trovato in camera di papà!” aggiunse poi con un sorriso a trentadue denti.
Castle e Beckett sollevarono la testa di scatto mentre Martha si coprì la bocca per non ridere.
“Amore, quello non è un palloncino!” Kate si alzò e si avvicinò al figlio. Poteva sentire l’imbarazzo imporporarle le guance. Aveva caldo. Terribilmente caldo. E si sarebbe sotterrata. In fondo. Molto in fondo. 
Glielo sfilò dalle mani, prendendolo in braccio.
Martha trattenne di nuovo una risata mentre Rick era ancora con la bocca aperta a boccheggiare.
“E allora che cos’è, mammina?” il piccolo riprese a fissare quello strano oggetto.
“Ehmmm beh questo… questo è… è… Castle!!!” il marito balzò giù dalla sedia in un battibaleno, quasi facendo cadere il suo portatile.
“Sì?”
“Vuoi spiegare a nostro figlio che cos’è questo?” lo incitò con aria di rimprovero, picchiettando il piede a terra.
“Eh beh, ehmm… questooo… è un… un…” l’imbarazzo era decisamente alle stelle. Se possibile, Castle diventò ancora più rosso di quanto non fosse già. “E’ un cerotto!” disse infine, sotto lo sguardo attonito del figlio e quello omicida della moglie. Martha scosse la testa scoppiando a ridere definitivamente.
“Un cerotto? Ma è strano!” convenì Colin.
“Sì, perché è un cerotto particolare! Lo metti… sulle dita!” concluse il papà.
Il piccolo si lasciò sfuggire un “Oooohhh!”  di meraviglia e felicità per la nuova scoperta fatta e riprese il cerotto. Lo rigirò svariate volte tra le mani e poi lo rese ai genitori, tornando a giocare soddisfatto con le sue macchinine.
I due rimasero a fissarlo sconvolti e cercarono di riprendere un colore decente di pelle, mentre Martha cominciava a fare commenti maliziosi su quanto accaduto.
“Oh, coraggio! Che ci volete fare? E’ sempre stato un bambino curioso!” disse. “Ma la prossima volta, se fossi in voi, controllerei di non aver lasciato in giro indumenti o cerotti che possano ricondurlo al come avete passato la notte!” concluse indicandoli uno ad uno e facendogli poi l’occhiolino, prima di salutarli e uscire di nuovo dal loft.

Due settimane dopo.
“Accidenti!” si lasciò sfuggire Castle, alle prese con i pomodori da tagliare per la cena.
“Che c’è?” chiese Kate, bloccandosi con il bicchiere a mezz’aria.
“Mi sono tagliato!” si lamentò lo scrittore. Kate scosse la testa e sbuffò.
“Aspetta, vado a prenderti un cerotto.” Si incamminò verso l’armadietto, in bagno, mentre il piccolo Colin scese di fretta dalla sedia e corse nella stanza a fianco, tornando con un sorrisetto trionfante e le manine dietro la schiena qualche secondo dopo.
“Papinoooo! Ti ho preso il cerotto!” gli disse poi, mostrandogli ciò che aveva tra le mani.
Castle sbiancò.
“Amoreeee!” chiamò poi Kate con il fiato corto e la salivazione a livello zero.
“Sì?” la detective tornò in cucina.
“Credo che nostro figlio abbia trovato il cerotto per primo!” 


ANGOLINO DI POLLA:
Buona seeeera! :3
Come state? Mi faccio sentire a intermittenza, lo so. :P
Questa volta sono tornata insieme al mio piccolo Colin e ad una situazione divertente (spero!) e imbarazzante ASSai xD (Je, questo 'ASSai' era tutto per te <3)
Vi ricordate di Colin? xD L'ultima volta aveva compinato un disastro dietro l'altro e aveva scoperto l'esistenza della parola 'invertire' xD 
Che dire? Spero vi sia piaciuta e che vi abbia fatto almeno sorridere un po'!
A presto, magari con altri episodi sul piccolo Caskett! *-*
Buon Castle staseraaaa :*
Ari 
  
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