Le idee di Louis andavano evitate come la peste, questo era
qualcosa che tutti sapevano.
Se Louis entrava in una stanza proclamando di aver avuto un'idea brillante,
l'unica cosa da fare per risparmiarsi dolore fisico e morale era voltargli le
spalle e correre il più lontano possibile.
Non solo le sue idee erano terribili, ma spesso erano proprio fonti di
umiliazioni e di vergogne che gli altri quattro si sarebbero portati dietro per
sempre.
Come quella volta che Louis propose di andare a ballare per Halloween, a
Milano, e dopo essersi impiastricciato la faccia di bianco e dopo aver fatto
l'amore con Harry, aveva convinto tutti ad andare davanti alle telecamere senza
struccarsi più di tanto, ne guardarsi allo specchio, con conseguente risultato
che tutto il mondo notò del bianco tra i capelli di Harry e, per quanto Louis
non ci voglia credere, le persone non sono sceme e fecero due più due,
autoconfermando la veridicità della loro relazione.
Insomma le sue proposte erano qualcosa che meno ci si ha a che fare, meglio era
per tutti, ma questo non impedì a Liam e Niall di appoggiarlo quando, sedutosi
platealmente sul divano del loro appartamento con una birra in mano, disse:
-Perché non ci travestiamo e ci imbuchiamo a qualche festa?-
-Perché siamo popstar universalmente riconoscibili e non possiamo nemmeno
andare a comprarci le mutande senza che qualche ragazzina in piena crisi
ormonale ci riconosca e ci placchi per un autografo.- rispose calmo Harry senza
nemmeno alzare lo sguardo dal suo iPhone, ma sistemandosi meglio sul sofà in
modo che si potessero aggiustare l'uno addosso all'altro.
Louis sbuffò.
-Eddai, ragazzi. É troppo tempo che non facciamo qualcosa di normale.- insisté
Louis con tono cantilenoso.
-Mi dispiace, ci dovevi pensare prima di iscriverti a X Factor. Questi sono gli
effetti collaterali della fama.- aggiunse Zayn, sostenendo la tesi di Harry già
forte di per sé.
Dopo un paio di sospiri da prima donna eccessivamente melodrammatica da parte
di Louis, la situazione sembrò tornare all'equilibrio di stabile silenzio che
esisteva prima della proposta del ragazzo.
Questo fino a che una vocina non si levò dalla poltrona nell'angolo della sala.
-Io sono d'accordo con Louis.-
Niall aveva sempre adorato Louis. Rideva ad ogni sua battuta, lo seguiva
adorante e lo stimava in tutto e per tutto; ma nel momento in cui Louis
proponeva qualcosa, conoscendo la pericolosità delle sue proposte, persino il
biondo ci pensava su due volte prima di dare il suo consenso. Per questo
nessuno si sarebbe aspettato di sentirlo esporsi così palesemente a favore.
Louis si voltò verso Zayn con la classica sua espressione, più volte
collaudata, da Grazie a Dio qualcuno di sano che mi ascolta c'è ancora e
sorrise a Niall.
Il biondo, in tutto ciò, aveva continuato a rivolgere la sua più completa
attenzione al videogioco al quale lui e Liam si stavano sfidando da un'ora buona,
ormai.
-Niall?- tentò Harry, alzando un sopracciglio e guardando nella direzione di
Liam preoccupato.
-Si, insomma. Divertiamoci! Siamo giovani e carini e... Non c'è nemmeno una
singola ragione per cui non dovremmo lasciarci andare, una volta ogni tanto.- concluse
il suo monologo e tornò allo schermo come se nulla fosse.
Zayn e Harry erano ammutoliti e Liam aveva lasciato cadere il controller. Stava
per prendere fiato ed esplicare la sua solita lista chilometrica che esplicava
39 motivi validissimi per cui non dovevano mai lasciarsi andare, quando Louis
fece un balzo sul divano tra lui e Niall e, con un solo movimento studiato,
zittì Liam e abbracciò Niall.
-Oh, mio piccolo amico irlandese! Quanto sono grato ai tuoi genitori per averti
concepito!-
Nessuno commentò la scena e mentre Louis li rendeva partecipi di ogni particolare
della serata che aveva già organizzato - tutti sapevano che Louis aveva già
tutto pronto, voleva solo l'assenso degli altri quattro - Zayn si ritrovò a
pregare che non succedesse nulla di esageratamente strano.
Si venne a sapere che Louis era riuscito a trovare questa sottospecie di
biglietti per una serata a tema in una discoteca appena fuori Manchester e
Louis non lasciava mai nulla al caso. Se aveva scelto la serata a tema, c’era
un motivo.
-Le Spice Girl.- esordì attirando nuovamente l’attenzione di tutti su di lui.
-Ecco da cosa dovremmo vestirci!-
-Neanche per sogno, Louis.-
-No!-
-Sei rincoglionito?-
Il coro di commenti coloriti lo raggiunse in pochi secondi e trasformò il suo
entusiasmo in un’espressione da cucciolo ferito particolarmente dolce. -Fate
voi, allora! Ma non osate venire a piangere da me quando ci prenderanno per il
culo.-
Detto ciò si accoccolò su Harry e si mise in ascolto, mentre il suo ragazzo
rideva e gli cingeva le spalle stringendoselo al petto.
-Qual è il tema?- chiese Liam diligentemente, aprendo una nuova pagina di
google sul suo iPhone.
-Musica.- rispose Louis, facendo subito dopo segno che non avrebbe più aperto
bocca.
-Io dico che dovremmo andare vestiti come ci pare.- sbottò Niall. -O meglio!
Travestiamoci da One Direction!- detto questo scoppiò in una risata che
condivise solo con se stesso mentre gli altri 4 si guardavano tra di loro
scoraggiati.
Neanche a dirlo, Harry gli mollò un coppino e la conversazione proseguì come se
Niall non avesse aperto bocca.
-Io dico che se facessimo così, sembreremmo solo dei coglioni, amico.- sputò
Louis al gruppo, gli occhi provocatori ridotti a due fessure.
-Io dico che se non stai zitto, ti arriva un pugno.- lo minacciò Zayn.
Liam rise.
-Ragazzi, seriamente. Che vogliamo fare?- chiese Harry cominciando ad
annoiarsi. Era sempre così; quando una decisione richiedeva più di due minuti,
Harry – il bambino che era - cominciava a scalpitare e a sbuffare.
Louis decise di prendere nuovamente in mano la situazione, per la gioia del suo
ragazzo, incurante delle minacce di morte che pendevano sulla sua testa.
-Decido io. Ognuno si vesta come vuole. Ma giuro che se tutti e dico tutti…-
guardò eloquentemente Zayn che finse di concentrarsi su una macchiolina del
tappeto -… non siete in maschera, da domani sarete i miei schiavetti personali
per 3 settimane.- concluse malefico.
Zayn rise e si voltò verso Liam che già lo stava fissando, il sorriso sulle
labbra.
-D’accordo, Louis. E schiavitù sia. Ma per una settimana.- contrattò il moro.
-Tre.- insistette Louis sollevandosi appena dal petto di Harry per sembrare più
minaccioso.
-Una e mezza.- rise di nuovo Zayn.
-Due. E’ la mia ultima proposta.- disse Louis spostandosi la frangia da davanti
agli occhi.
-Andata.- annuì Zayn.
-Ragazzi, dite che lo trovo un costume da Lady Gaga?-
Niall non sarebbe cambiato mai.
Niall trovò quel costume da Lady Gaga e, sì, ebbe davvero il coraggio per
indossarlo. Così, il venerdì di quella stessa settimana, si trovarono tutti
davanti ad una villetta Londinese di periferia dalle quali finestre usciva
musica discutibile. Il front yard era già occupato dalle coppiette che si
baciavano felici sotto il cielo che, se non fosse stato per lo smog della
grande città, sarebbe stato stellato e sicuramente romantico.
Zayn si sistemò per l’ennesima volta il catenone d’oro che aveva scelto per il
suo look alla TuPac e cercò di specchiarsi da qualsiasi parte per mettere a
posto anche capelli e cappellino.
Era nervoso. E se li avessero scoperti? Li avrebbero scoperti, sicuramente. E
Paul e ogni membro del loro team gli avrebbe fatto il culo a strisce.
Maledette idee di Louis.
Era nervoso e, dove cazzo era Liam? Aveva detto che sarebbe arrivato comunque
per le 22.00 e non era ancora lì. Lo stavano aspettando per entrare.
Zayn era sinceramente curioso, tra l’altro, di vedere il costume di Liam. Già
se lo immaginava travestito da qualche dio del rock and roll tipo Mick Jagger o
David Lee Roth.
Voltò lo sguardo verso la strada, dando le spalle alla porta d’ingresso, e vide
Louis ed Harry allontanarsi verso una stradina laterale sul marciapiede opposto
a quello dive si trovavano lui e Lady Gaga – oops, Niall.
Il loro costume era a dir poco spettacolare. Ogni dettaglio era stato scelto da
Louis, ovviamente, tranne i personaggi, sui quali aveva animatamente
contrattato con Harry.
Kurt Cobain e Courtney Love. Harry aveva scelto uno di quegli artisti indie che
solo lui aveva il coraggio di ascoltare e Louis gliel’aveva praticamente impedito.
“Per prima cosa, vorrei che tu passassi la serata con la lingua nella mia gola
e non a blaterare con chiunque incontri su chi diavolo rappresenti il tuo
costume. Secondo, deve essere un costume di coppia, il nostro.”
Due semplici motivi che avevano zittito Harry e l’unico compromesso che erano
riusciti a trovare era quello di Cobain. Il personaggio di Louis era stato
scelto di conseguenza.
Dopo la discussione si erano chiusi in camera da letto e da lì non erano più
usciti fino a poche ore prima di cena.
Zayn sospirò e per l’ennesima volta cercò Liam tra la folla di persone che
gironzolavano davanti alla casa. Forse era già arrivato ma non li trovava.
D’altronde Harry e Louis si erano imboscati in quella stradina e lui e Niall
erano seduti sui gradini del porticato in legno dell’entrata, facilmente
confondibili con tutti gli altri. In più erano in maschera.
Si alzò velocemente in piedi, spaventando il biondo che mandò di traverso un
paio di patatine rimediate chissà dove, e fu allora che lo vide.
Veniva verso di loro a passo incerto e guardandosi in giro. Sorrideva divertito
alle maschere più ridicole e guardava con ammirazione quelle elaborate e
originali, gli occhi scuri pieni di curiosità.
Zayn aveva già dimenticato tutti i colori e le forme che aveva visto, si era
dimenticato anche di Niall vestito da Lady Gaga – che, aveva giurato, era la
cosa più comica di cui avesse avuto il piacere di ridere – perché Liam aveva
addosso una divisa. Una divisa da poliziotto, per di più.
Zayn deglutì. Dovette istantaneamente risedersi per non far notare al mondo
intero come quella vista gli aveva mandato in pappa le terminazioni nervose
degli arti inferiori.
Sentì vagamente Niall parlare con qualcuno, probabilmente il telefono, mentre
Liam si avvicinava ad entrambi a rallentatore. Oh, Zayn era decisamente fottuto
se vedeva la scena al rallentatore. Dio, da quando la gente si muoveva con la
moviola?
La camicia azzurra sbottonata fino alle clavicole, il giubbotto di pelle nero
con il simbolo della Polizia di Stato e i pantaloni aderenti che terminano in
un paio di anfibi bassi, sempre nero pece, a fasciargli le cosce e a far girare
la testa a Zayn.
A completare il look c’erano un provocatorio manganello, posto in una custodia
in pelle appesa alla sua cintura, e il cappello tipico squadrato della polizia
americana.
-E tu chi saresti?- sentì Niall dire non appena Liam era abbastanza vicino da
sentirlo.
Liam rise e basta, leggermente imbarazzato.
Ohh, Zayn, guarda che bel sorriso sanno produrre quelle labbra piene.
-L’unica cosa che ho avuto a disposizione in così poco tempo era questa.- disse
Liam schioccando i palmi delle mani sulle natiche. Zayn sbattè le palpebre come
risvegliato da un sogno.
-Così hai pensato bene di evitare il tema ‘Musica’ e di lanciarti in un penoso
e classico ‘Poliziotto’. Complimenti Payne, sei ufficialmente il mio schiavetto
per le prossime tre settimane.- li raggiunse la voce squillante di Louis. Zayn
si voltò, un secondo e non di più perché non riusciva più di tanto a spostare
lo sguardo dal corpo di Liam, per vederlo camminare in fretta mano nella mano
con Harry verso il loro gruppo. Harry si sistemò in piedi, di fianco a Liam, e
gli avvolse un braccio intorno alle spalle mentre Louis, con un’elegante
culata, si fece spazio tra lui e Niall sui gradini.
Liam che aveva sbuffato spazientito al verso del più grande, si era anche
sentito in dovere di giustificare il suo costume.
-Così, idiota, ho pensato bene di riciclarla per essere uno dei membri dei
favolosi Village People!- esclamò alzando le braccia in aria ed ammiccando al
pubblico.
-Oddio, Liam. Non so se sia più gay tu o quello che hai detto.- rise Louis,
appoggiando la fronte sulla spalla di Niall.
Liam, visibilmente accigliato, posò lo sguardo su Zayn cercando sostegno ma
trovò solo una strafottente alzata di spalle perché, detto tra noi, il moro non
sarebbe riuscito a mettere insieme più di due parole dato che i suoi neuroni
ancora vagavano nel vuoto dall’immagine di Liam in slow motion.
Finalmente tutti si alzarono e all’urlo di Harry “Scatenate l’inferno”, si
lanciarono nella folla, per una volta quasi sicuri di essere salvi da
telecamere e paparazzi.
Louis ed Harry si fiondarono sugli alcolici con Niall e, non appena ebbero un
drink in mano, filarono a strusciarsi sulla pista da ballo attirando non poche
occhiate da parte degli altri invitati. Niall rimorchiò quasi istantaneamente
una rossa da paura e, forzandole un paio di vodka giù per la gola riuscì a
portarla in un posto appartato dove ora, tra una pomiciata e l’altra, parlavano
anche animatamente.
Zayn aveva perso di vista Liam, con suo incredibile rammarico, praticamente
subito e adesso seduto su un divanetto come il peggiore degli sfigati, guardava
la gente fare su e giù per il corridoio dalla sala al bagno, chi con lo stomaco
da svuotare e chi con un’evidente erezione tra le gambe.
Sorseggiava la sua quarta o quinta birra quando finalmente riconobbe qualcosa
che gli ricordava Liam. Il suo profumo gli aveva letteralmente invaso le
narici. Alzò lo sguardo verso la folla e non fece in tempo a realizzarlo che
Liam si era lanciato sul divanetto dove era seduto, proprio al suo fianco.
Diciamo che più che sul divanetto, si era lanciato su di lui; non che Zayn si
lamentasse, no.
Aveva perso il cappello e aveva tutti i capelli sudati e spettinati, il volto
arrossato e gli occhi lucidi. Gli passò un braccio intorno alle spalle e lo
fissò. Zayn sotto quegli occhi inquisitori arrossì e sperò che la dose
massiccia di alcool che scorreva nelle vene al suo amico gli impedisse di
accorgersene.
-Oh, sei arrossito!- gli sorrise Liam a dieci centimetri dal volto.
Come non detto.
-Quanto hai bevuto, Lì?- chiese infastidito Zayn distogliendo lo sguardo.
-Quanto basta, credo.- rispose Liam mentre toglieva il braccio da intorno alle
spalle di Zayn.
Nononono. Si stava meglio prima.
-Fa caldo, no?- commentò Liam portando le mani alla camicia blu e sbottonando
un altro paio di bottoni. Gli occhi scuri di Zayn caddero innocentemente sulle
sue dita che lavoravano la stoffa ma ben poco innocentemente si ritrovarono a fissarle
sperando con tutto il cuore di sentirsele addosso, dentro, ovunque.
-Mmh.- commentò il moro, sforzandosi di non sbavare visibilmente.
Liam rise, di gusto questa volta e lanciò una gamba sopra quelle di Zayn,
facendo aderire la parte posteriore della sua coscia con quella anteriore di
quella di Zayn che, ovviamente, si sentì andare a fuoco.
-Zaynie, ti senti bene?- gli chiese avvicinandosi sempre di più.
Come se in lui fosse scattato un meccanismo di difesa o Dio solo sa cosa, Zayn
si riprese quel tanto che basta per allontanarsi da Liam e attaccarlo per
primo.
-Hai bevuto troppo. Lo sai che non puoi.- sputò sul ragazzo.
-Oh, piantala.- gli rispose quello, i lineamenti già infastiditi.
-Non sto scherzando, Liam. Non puoi bere troppo e stasera ti sei sfondato.- lo
riprese con fare sempre più severo il moro mentre Liam si irrigidiva di colpo e
spostava tutto il suo corpo da Zayn, come se all’improvviso si fosse reso conto
che quello non era il suo amico ma una persona che gli assomigliava tantissimo.
Zayn scattò in piedi e allungando una mano verso Liam, sentenziò -Andiamo a
casa.-
-No.- rispose con aria di sfida l’altro.
-Non sei in grado di capire quello che succede, Liam. Tu ora vieni con me.-
disse nuovamente Zayn, con sempre meno convinzione; perché vedere Liam, con la
sua aria da bravo ragazzo, chiuso in quel costume, provocante come non mai,
guardarlo con gli occhi in fiamme, gli faceva contorcere lo stomaco – e non
solo.
-No.- rise Liam, la sua risata bassa e sensuale.
-Non ho tempo per i tuoi giochetti. Alzati e seguimi.- gli ordinò Zayn senza
muovere un muscolo, rimanendo impiantato lì, davanti al divanetto, sempre più
irritato dalla sua semi erezione nel boxer e dalla reazione che stava avendo
davanti al suo migliore amico ubriaco.
Liam si alzò, leggermente traballante, e gli si strusciò un po’ addosso facendo
aderire i loro petti e portando le sue labbra a contatto con l’orecchio di
Zayn.
-Seguimi tu.- gli sussurrò sensuale prima di mordergli il lobo ed allontanarsi
tra la folla, guardando indietro di tanto in tanto con lo sguardo da predatore
ed il manganello a sbattere ritmicamente sui fianchi.
Zayn bestemmiò a denti stretti, le budella in subbuglio e il cuore in corsa, e
quando seguì Liam giurò a se stesso che fu solo per riportarlo sano e salvo a
casa.
Lo trovò seduto che fumava sui gradini del back yard che era oramai quasi
deserto. Sulla strada della sua ricerca aveva incontrato Niall che, smettendo
per un secondo di visitare le tonsille della rossa sopracitata, gli aveva
spiegato che Harry e Louis se ne erano andati una mezz’ora prima.
Ottimo, era rimasto solo con un diciannovenne ubriaco marcio e uno eccitato
come un toro.
Gli aveva sorriso, Zayn, e poi si era rimesso sulle tracce di Liam.
Una volta trovato, si era seduto vicino a lui.
-Da quando fumi?- gli aveva chiesto, sfilandogli la sigaretta dalle dita e
portandosela alle labbra. Per un momento gli parve di sentire sul filtro la
morbidezza che sembravano avere le labbra di Liam.
-Da quando sei tu la mamma del gruppo?- gli chiese lui con le sopracciglia
aggrottate ed un sorriso divertito sul volto.
-Da quando tu hai deciso che ubriacarti mandando a puttane la salute dei tuoi
organi interni sia una buona scelta.- lo provocò Zayn.
Si era leggermente ripreso, ma nei suoi pantaloni la sua voglia si faceva
ancora sentire e la colonia di Liam era comunque troppo forte e vicina. Non
riuscì a trattenersi e si avvicinò ancora un poco, godendo del calore che il
corpo del suo migliore amico trasmetteva.
-Smettila di fare il moralista, Zayn.- gli rispose Liam, riprendendo possesso
della sigaretta.
-Anche Niall è ubriaco perso e non hai detto bah.- riprese Liam, guardandolo
negli occhi.
-Perché Niall non ha un rene solo che deve preservare per il resto della sua
vita se non vuole finire in dialisi.- gli urlò quasi addossi Zayn,
completamente sicuro che quella non fosse la verità, non totalmente almeno.
Vide Liam incupirsi e rimanere in silenzio per un paio di minuti.
Poi alzò gli occhi color cioccolato e li piantò dritti nei suoi, facendogli
tremare le gambe.
-Sei sicuro che sia solo questo?- gli chiese, avvicinando il volto alle labbra
vibranti di Zayn.
Le loro risate, le notti condivise in cuccetta, le volte che Zayn aveva sonno e
Liam lo aveva portato in braccio a letto, i panini mangiati in comune in
viaggio, le scommesse su Harry e Louis, le partite di Fifa, i versi delle
canzoni. Tutto, improvvisamente ebbe un senso e Zayn si sentì mancare. Tutto
questo tempo e tra loro c’era sempre stato qualcosa, solo che nessuno dei sue
era riuscito a metterci le mani sopra. O forse lui non ci era riuscito, perché
quando Liam lo baciò senza attendere una risposta che già conosceva, sembrava
piuttosto sicuro di quello che provasse.
Zayn rispose senza esitazione al bacio, schiudendo immediatamente le labbra per
l’altro.
Fu un bacio denso. Di realizzazione, di paure e di desiderio. Soprattutto di
desiderio; quella voglia che si era insinuata sotto la pelle di Zayn dal
momento in cui l’aveva visto infilato in quella maledetta divisa, o era stata
dal momento in cui l’aveva visto, bene, per la prima volta, piangere dopo
l’esclusione a X Factor?
Zayn non lo sapeva e, a dire la verità, ben poco gli importava con il sapore di
Liam in bocca e le sue dita finalmente addosso, tra i capelli.