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Autore: _volpettina_    26/01/2014    2 recensioni
e se i sei dracoiani si fossero già incontrati una volta? Sofia,Lidja, Karl, Fabio. Chloe e Ewan hanno già combattuto fianco a fianco, quando avevano cinque anni. ma per scoprire cosa accadde in questa occasione, dovrete leggere la mia storia
Dal testo:"I due si scambiarono uno sguardo d’intesa, e la bambina si voltò verso gli altri.
- voi credete nella magia?"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fabio, Lidja, Sofia, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La bambina si tirò su le coperte fino a nasconderle il volto. Non aveva per niente voglia di alzarsi. Nascose ancora di più la piccola testa riccioluta sotto le coperte, ma Giovanna fu impassibile. Con un unico gesto spostò le coperte, rivelando la piccola bambina di appena cinque anni che si era rannicchiata la sotto, la testa tra le piccole braccia, gli occhi verdi chiusi per evitare di dover vedere la luce del sole. Il neo verde che aveva sulla fronte era coperto da una cascata di riccioli rossi, che le ricoprivano ribelli la piccola testa.
- forza pigrona, pensavo che oggi svegliarti sarebbe stato più facile
scherzò la governante, prendendola per un braccio e obbligandola ad alzarsi. La piccola bambina  continuava a voler dormire, però la donna era stata irremovibile e alla fine cedette.
Si alzò titubante e si diresse verso il bagno, a quell’ora vuoto.
- e non fare quella faccia dai! Oggi ti attende una giornata piena di emozioni!
“ sì, come no” pensò Sofia, mentre si sciacquava la faccia per svegliarsi del tutto. Era una settimana che l’orfanotrofio era in subbuglio: quel giorno sarebbe arrivato il circo a Roma e era stato concesso un permesso speciale da parte di Suor Prudentia per andarlo a vedere. A Sofia quell’idea non era piaciuta per nulla. Vedere quegli animali in gabbia le metteva tristezza, e anche se gli acrobati arano molto bravi e i pagliacci divertenti, il circo non le era mai piaciuto. Invece ora era costretta a fare uno sforzo, altrimenti Giovanna e Suor Prudentia si sarebbero arrabbiate molto. Così dovette far buon viso a cattivo gioco e si preparò come tutti gli altri bambini. Il tendone del circo era dalla parte opposta di Roma e per arrivarci avrebbero dovuto prendere un autobus.
Quando salirono, Sofia provò inizialmente a sedersi vicino a qualcuno, ma visti gli sguardi che le venivano rivolte immaginò che sarebbe dovuta stare da sola nuovamente “ beh, almeno avrò tutto il posto che voglio” pensò, prima di sedersi e cominciare a guardare fuori. La città era piena di vita come non l’aveva mai vista, ed era raro per lei uscire dall’orfanotrofio. Salirono e scesero diverse persone, ma fu quando salì un’altra classe di bambini che lo vide. Un bambino più grande di lei, con una miriade di riccioli castani sulla testa e due occhi color del carbone, che se ne stava in disparte dal resto del gruppo. Era magro e alto per la sua età e Sofia lo guardò curiosa: si rispecchiava stranamente in quel bambino e quando vide che saliva sul suo stesso autobus il suo cuore perse un battito. Lo vide cercare un posto libero vicino ai suoi compagni, ma, come era accaduto con lei, alla fine si arrese e si sedette vicino a lei. Non le chiese se era libero e non la guardò neanche. Lei invece lo osservava curiosa. Ora che poteva vederlo meglio si era accorta di un particolare che prima le era sfuggito: aveva un neo giallo chiaro sulla fronte, esattamente come lei. “Eltanin…”
Il nome le lampo in mente, senza che Sofia sapesse ne che significasse ne dove lo aveva già sentito
Il bambino dovette accorgersi solo ora dello sguardo di Sofia e si voltò
- così hai da guardare?
Sofia divenne rossa come i suoi capelli e si mise a balbettare
- n-n-niente
Quindi si voltò verso il finestrino, senza smettere di vergognarsi. Che cosa le era preso? Guardare così uno sconosciuto! La cosa non migliorò per i successivi venti minuti. I due non si parlarono, lei presa a guardare fuori e a immaginarsi che una di quelle persone potesse essere i suoi genitori, lui intento a guardare una piccola foto stretta tra le sue mani, rappresentante una giovane donna dai capelli castani e gli occhi marroni, che era felicemente abbracciata a un piccolo bimbo stretto al suo collo.
Entrambi erano persi nei propri pensieri, tanto che non si accorsero neanche che l’autobus si era fermato.
Lui scese dal sedile, senza degnarla di un saluto; e poco dopo lo seguì anche Sofia.
“ maledizione, anche lui va a vedere il circo” e si morse il labbro
- forza Sofia, se continui così rimarrai indietro!
La voce di Giovanna la riscosse e la costrinse ad accelerare il passo. Vide il bambino dai riccioli castani entrare nel tendone che si reggeva davanti a loro. Era immenso visto con gli occhi di una bambina di cinque anni: i colori rosso e bianco si alternavano e si potevano sentire i barriti degli elefanti provenire da dietro. Sofia ebbe la tentazione di fermarsi lì e tornare indietro, ma Giovanna continuava a spingerla verso l’entrate e senza che se ne accorse, si trovò all’interno.
Da lì faceva tutto un altro effetto: l’ombra si mischiava alla luce e si poteva vedere i numerosi intrattenitori che giravano tra gli spalti. Si sedette sugli spalti, le braccia strette lungo i fianchi e la testa rossiccia pronta e girarsi al minimo scherzo da parte dei suoi compagni. Invece andò tutto meglio di come avesse sperato, e lo spettacolo la divertì più di quanto potesse immaginare. Vide gli elefanti e le tigri, e assistette a trucchi di magia, di equilibrio e di coraggio. Vide i pagliacci e i trapezisti fare salti mortali. Quando lo spettacolo finì si sentì improvvisamente triste. Non voleva tornare a casa, non ancora! Per fortuna finito ogni spettacolo, si poteva visitare le gabbie degli animale da dietro le quinti, e , dopo innumerevoli suppliche e promesse di stare attenti, lei e i suoi compagni ottennero il permesso.
Non appena fu in mezzo al cortile, Sofia si guardò intorno. C’erano ogni sorta di animali e di acrobati, perfino alcuni che non avevano partecipato allo spettacolo ora si esibivano in ogni sorta di trucchi. Ad attirare la sua attenzione fu però un cucciolo di elefante. Nessuno lo guardava, la sua una compagna era una bimba che avrebbe dovuto avere più o meno la sua stessa età, dai capelli corvini che le cerchiavano il viso minuto e allegro. Era seduta vicino all’elefante e lo stava nutrendo con fare affettuoso. “Rastaban...” di nuovo si chiese da dove venisse questo nome
Si avvicinò lentamente alla bambina.
- ciao
Lei non rispose subito, ma continuò a dare del cibo al piccolo mammifero. Solo quando la ciotola fù vuota alzò il viso e ricambiò il saluto
- ciao
 Ora Sofia poteva guardarla meglio: aveva gli occhi scuri e le sopracciglia sottili, e nel mezzo Sofia poté intravedere un neo uguale al suo, solo di un leggero colore rosa. I capelli si tagliavano in una leggera frangette che lei continuava a spostare dagli occhi con fare altezzoso.
- cosa stai facendo?
Lei la guardò in modo strano
- non si vede? Sto dando da mangiare a Lucy
- Lucy?
- sì, lei si chiama così.
E cominciò ad accarezzare la piccola elefantessa
- te invece come ti chiami?
- io? Lidja, te invece?
- Sofia
- ti conviene stare attenta
Da dietro di loro apparve il bambino riccioluto che Sofia aveva incontrato in autobus
Lidja ridacchiò
- e perché?
- perché ha la strana abitudine di fissare le persone con uno sguardo minaccioso
Sofia scatto come una molla
- non è vero!
Lui ridacchiò
- No? E cosa stavi facendo prima?
- io... niente! Ti stavo solo guardando perché...
Doveva inventarsi una scusa plausibile
- perché mi ricordavi una persona che conoscevo! Ecco, tutto qui
E incrociò le braccia con aria in crucciata
Lidja si alzò
- avete finito di bisticciare? E a te non sembra maleducato inserirsi in un discorso senza essersi neanche presentati?
Il bambino non smise di ridacchiare
-hai ragione, io sono Fabio
E mise le mani in tasca.
- che bell’elefante!
Una bambina dai capelli rossi si avvicinò correndo, seguita da un bambino assolutamente uguale a lei, solo dai capelli più corti. Lui sembrava piuttosto infastidito nel dover seguire la sorella, ma non appena vide Sofia e Lidja si avvicinò con più convinzione. Lei intanto si era avvicinata alla staccionata e guardava ammirata l’elefante. “Kuma...”
- ti piace? Si chiama Lucy
Lidja alla fine superò la piccola staccionata che li separava come un’acrobata, così da poter stare vicino agli altri.
- io invece sono Lidja, loro sono Fabio e Sofia. Voi invece come vi chiamate?
- io sono Chloe, lui invece è mio fratello Ewan...
Chloe sospirò ed Ewan si spettinò i capelli già arruffati.
Fu allora che Sofia lo vide, un neo. Viola. Tra le sopracciglia. Un neo, proprio come il suo e quello di tutti gli altri bambini. Quella situazione si faceva sempre più strana. Aveva sempre pensato che il suo neo fosse unico, invece aveva scoperto che ben altri quattro bambini lo avevano uguale al suo solo di colori diversi!
In quel momento al recinto si avvicinò un bambino piuttosto robusto e biondo, coi capelli arruffati.
Non rivolse la parola a nessuno, ma si affacciò a vedere l’elefante anche lui. Lidja si infastidì notevolmente per questo suo comportamento da menefreghista e si avvicinò.
- ciao!
Lo vide diventare rosso e balbettare un timido ciao. A quel punto capì che era solo estremamente timido e si avvicinò con un grande sorriso, seguita dagli altri.
- io mi chiamo Lidja, loro invece sono Sofia, la ragazza dai capelli rossi e Fabio, il bambino castano. I due gemelli invece sono Ewan e Chloe. Te invece come ti chiami ?
Piegò la testa d’un lato, per osservare meglio il bambino, che avrebbe dovuto avere più o meno la loro stessa età. Lo vide diventare rosso e balbettare un nome. Sofia si accorse di un altro particolare: anche lui aveva un neo come il loro, solo di un pallido colore Azzurro. “Aldhibah…”
- come hai detto? Non ho sentito
- mi chiamo Karl
Continuava a girarsi nervosamente le mani piccole e paffute. A Lidja fece quasi tenerezza.
Sofia invece continuava a guardare tutti con uno sguardo stupito. Che fosse una coincidenza che tutti avevano lo stesso neo? Forse, ma qualcosa le diceva che non era così
- senti Karl, ti piacerebbe montare su Lucy?
L’idea le era arrivata all’improvviso, e vide il bambino sbiancare.
- n-no, grazie
E fece per dileguarsi, ma Fabio lo tenne stretto per il braccio
- dove hai fretta di andare? Dai sta qua ancora un po’.
Karl parve un po’ indeciso poi decise di restare. In effetti non aveva poi così tanta fretta…
I sei cominciarono a parlare di vari argomenti per un paio di minuti, degli argomenti che possono interessare a dei bambini di cinque e sei anni.
Una voce gli bloccò proprio quando Lidja stava per portarli a fare un viaggio delle quinte, per così dire, del circo.
- forza, dovete trovarli al più presto!
I bambini si guardarono attorno, e videro davanti a loro una ragazza dai capelli biondi, tagliati a caschetto che parlava con due grossi serpenti davanti a lei.
I ragazzi erano terrorizzati, non ne avevano mai visti di così grossi, e soprattutto, non ne avevano mai visti di serpenti con le zampe!
 Fortunatamente non si erano ancora accorti di loro e i sei riuscirono a svignarsela.
- che cos’erano?
Chloe era terrorizzata, e anche gli altri erano piuttosto spaventati.
- non ne ho idea, ma ci conviene avvertire subito qualcuno!
Fabio fece per allontanarsi ma Sofia lo prese per il braccio
- dove vuoi andare? Non puoi lasciarci qua da soli!
- perché no scusa? Non voglio altri guai
Sofia mollò la presa e i suoi occhi divennero lucidi
- perché tu sei il più grande, e ti devi occupare di noi...
Lui la guardò meravigliato. Aveva la lacrima facile la bambina he?
Alla fine cedette
- e va bene, ma non capisco perché dobbiamo fare qualcosa noi... in fondo chi si accorgerebbe che gli abbiamo visti? Ce ne stiamo zitti zitti he...
- io DEVO fare qualcosa!
Lidja aveva negli occhi una luce strana che prima non aveva
- cercate di capire, questa è casa mie e se quei brutti ceffi vogliono sabotare lo spettacolo io devo fermargli!
- non penso che vogliano sabotare lo spettacolo
Karl osserva con preoccupazione il luogo da dove erano scappati.
- non avete sentito? Stavano cercando qualcuno
- ma perché proprio qui?
- non ne ho idea Lidja, penso solo che forse dobbiamo fare come dice Fabio e far finta di niente...
Il bambino si bloccò improvvisamente. Guardava un punto preciso in mezzo alla folla.
Un grosso serpente alto almeno due metri con due lunghe ali dietro la schiena e due zampe squamose stava passando in mezzo alla folla, senza che nessuno lo vedesse!
Le squame color nero pece riflettevano la luce ormai tarda del sole, e i suoi occhi color fuoco vagavano alla ricerca di qualcosa, o di qualcuno.
- ma come mai nessuno lo vede?!
I sei non sapevano cosa fare. Erano pietrificati dalla paura. Vicino al rettile passeggiava altrettanto tranquilla la ragazzina dal caschetto biondo, e ogni tanto dava un’occhiata tra i volti rapiti dei passanti.
- ragazzi… penso che solo noi possiamo vederli.
- già, ma perché?
- questo non lo so, e a essere sincero ho anche paura di saperlo.
In effetti anche gli altri avevano pensato la stessa cosa. Che fossero loro che i rettili e quella ragazza stessero cercando?
- io ho paura
Chloe aveva gli occhi pieni di lacrime, ed era aggrappata al fratello come ad un’ancora di salvezza.
- tranquilla Chloe, ti proteggo io.
- da che cosa la proteggeresti?
I ragazzi si immobilizzarono. Si erano distratti e la ragazza bionda si era avvicinata e ora gli guardava con aria trionfante.
- n-n-niente, stavamo solo giocando.
- per caso la volevi proteggere dalle viverne? Quei grossi serpenti tra la folla?
Il suo sguardo era sempre più esultante. Gli aveva trovati finalmente e tutti e sei insieme! Un vero colpo di fortuna.
- no!
I sei risposero all’unisono, sempre più spaventati.
- ho, io direi proprio di sì invece... voi vedete quei rettili perché siete dracoiani! Non c’è alcun dubbio. Il mio signore mi ricompenserà come si deve per questa scoperta!
Fabio fu il primo a riprendersi. Prese il braccio di Sofia e corse tra la folla, sperando che gli altri lo seguissero.
Sentì la voce della ragazza dietro di lui
-PRENDETELI! SONO LORO!
- Per di qua, veloci!
Fabio si fidò, senza neanche guardare in volto l’uomo e cominciò a correre verso le gabbie degli animali più isolate, dove c’era meno gente. Senza neanche rendersene conto, si trovò Lidja affianco, che faceva strada con passo sicuro e dietro di lei Chloe e Karl, mentre di Ewan neanche l’ombra.
- accidenti, un vicolo cieco!
I cinque si trovarono improvvisamente davanti a un’enorme gabbia di metallo, vuota e arrugginita, che bloccava completamente la loro fuga.
- e adesso cosa facciamo?
- sei te l’esperte! Te vivi in questo posto, trova una soluzione!
- dov’è Ewan? Dov’è mio fratello?!
Chloe stava aggrappata a Lidja, e le lacrime minacciavano di cominciare nuovamente a cadere.
- senti, sono sicuro che sta bene ok? ma adesso dobbiamo pensare a scappare
- no, ora la corsa è finita stupidi mocciosi.
Dall’ombra videro emergere la bionda ragazza, e dietro di lei i due rettili alati. Uno di loro teneva tra le zampe Ewan, che scalciava cercando di liberarsi.
- lasciami stupido mostro!
- Ewan! Fratellino!
I due si scambiarono uno sguardo d’intesa, e la bambina si voltò verso gli altri.
- voi credete nella magia?
- perché ce lo chiedi?
- voi ci credete?
-dove vuoi arrivare Chloe?
- io e Ewan sappiamo usare la magia
Lo disse tutto d’un fiato, come se avesse paura che non gli avrebbero creduto.
- che cosa?! In che senso sapete usare la magia?
- vi chiediamo solo di fidarvi di noi, e vi prego, non odiateci come gli altri...
I suoi occhi erano pieni di una determinazione incredibile.
Fabio annuì convinto, e anche gli altri man mano fecero cenno di sì.
- sei pronto?
- sono sempre pronto sorellina!
Non sapevano ancora come facevano, sapevano solo che se chiudevano gli occhi e si concentravano, erano in grado di controllare gli agenti atmosferici.
Un vento, sempre più forte cominciò a soffiare contro i due animali
- accidenti, due si sono svegliati!
La ragazzina bionda non era più molto spavalda e entusiasta come prima.
Chloe continuava ad avere gli occhi chiusi, e la mano protesa verso il fratello, come se volessero toccarsi anche a quella distanza. Gli altri la guardavano spaesati, e poi Fabio si fece avanti.
Era capitato anche a lui a volte di sentire la magia scorrere dentro di lui, debole, come una fiammella appena nata, ma c’era, e se voleva poteva avere la stessa potenza devastante di un incendio.
Chiuse gli occhi. Si trattava solo di trovarla ora, di percepirla, ma sapeva che c’era. Aveva sempre pensato che si trattasse di un potere che aveva solo lui, e aveva sempre cercato di nasconderlo, ma ora... aveva scoperto che non era l’unico ad avere quel potere, anche Chloe  e Ewan avevano la magia dentro di loro.
Mise entrambe le mani davanti a se, con maggiore sicurezza e sentì un improvviso calore pervaderli tutto il corpo.
Sofia guardò la scena rapita. Chloe e Ewan facevano soffiare un forte vento contro i serpenti, e Fabio aveva cominciato a lanciare delle fiammelle dal palmo delle mani. All’inizio piccole e deboli, poi sempre più forti e grandi. Vide Karl avvicinarsi a Chloe e stringerle la mano libera. Quindi alzò l’altra e chiuse gli occhi.
Il bambino paffutello venne avvolto da una luce azzurrina, e le code dei due serpenti vennero bloccate da un getto di ghiaccio che le ancorò al pavimento, mentre lo strato si faceva sempre più spesso e si alzava sempre di più.
Solo lei e Lidja erano rimaste lì, immobili, a guardare la scena imbambolate.
Vide l’amica voltare lo sguardo verso di lei e sorriderle.
Quindi chiuse anche lei gli occhi e mise una mano di fronte a se. Delle piccole gabbie accatastate li vicino si mossero debolmente e a una a una si alzarono in volo e andare a posizionarsi davanti alla ragazza, che nel frattempo era stata immobilizzata da quell’improvvisa resistenza da parete dei draconiani. Di sei ben cinque si erano risvegliati, anche se ancora non del tutto. Poteva vederlo bene, i loro poteri si erano manifestati, ma i loro nei erano spenti, simbolo che non si erano ancora completamente attivati. Forse allora cera ancora speranza…
No, meglio non rischiare, fece un cenno alle viverne dietro di loro, che mollarono Ewan.
Il bimbo corse felice incontro alla sorella, e si mise vicino a lei.
Solo Sofia era ancora immobile. Guardava la scena con gli occhi sbarrati. Poi sentì un’ondata di energia penetrarli nel corpo, e alzò le braccia ben sopra la testa, verso il cielo.
Il terreno cominciò a riempirsi di foglie e arbusti, mentre la bimba con gli occhi chiusi sentiva l’energia che le entrava nel corpo.
La ragazza col caschetto invece era veramente preoccupata ora. Doveva inventarsi qualcosa, e alla svelta. Non aveva problema nel sconfiggerli, erano ancora deboli però nel farlo si sarebbero risvegliati completamente, e questo poteva causare non pochi problemi in futuro. Fece un cenno alle due viverne dietro di lei, e queste, se pur titubanti, presero il volo.
- e ora veniamo a voi mocciosi...
Non appena i due serpenti avevano spalancato le ali ed erano volati via, i sei bambini avevano smesso di attaccare, esausti.
- non posso annientarvi completamente, almeno, non ora. Ma posso evitare il vostro risveglio...
Stavolta fu lei ad alzare il braccio destro, e la sua mano venne avvolta da un’aura nera, oscura.
I 6 bimbi la guardavano smarriti, come incantati
- ora ognuno di voi tornerà alla propria casa, e non ricorderete assolutamente nulla di quello che è accaduto.
I sei annuirono, e cominciarono a camminare spaesati in mezzo alla strada, dirigendosi verso la strada.
Nida gli guardò separarsi silenziosamente, lo sguardo ancora perso. Non aveva ottenuto quello che pensava, ma almeno aveva potuto evitare che si risvegliassero completamente.  E in più aveva potuto anche osservare alcuni loro comportamenti particolari... sì, in fondo aveva evitato il peggio.
Si allontanò dal circo sogghignando contenta.
 
Sofia camminava smarrita in mezzo alla folla. Dove si trovava? Non lo ricordava, il suo ultimo ricordo era l’orfanotrofio, poi più nulla. Si guardò in torno smarrita. Vide Suor Prudentia che ragrruppava i suoi compagni, e si diresse felice verso di lui. Non si accorse che un uomo però le stava tagliando la strada. I due si scontrarono, e lei si ritrovò per terra
- hai hai
- ho, povera bambina, aspetta che ti aiut...
Il signore si bloccò non appena la ebbe guardata in viso, e sul suo volto apparve un largo sorriso. Non ci poteva credere, l’aveva trovata!
Sofia intanto si era alzata, e lo guardava smarrita
- scusi, lei chi è?
- io? Io sono...
- SOFIA! Vieni presto! E ora di tornare all’orfanotrofio!
- si, arrivo subito Giovanna!
Si voltò per l’ultima volta verso l’uomo con cui si era scontrata e sorrise. Poi corse via, perdendosi tra la folla.
George alzò gli occhi verso il cielo e sorrise a sua volta. “Sofia... ti troverò, e ti porterò con me”
  
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