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Autore: Astrid_Dragon_02    26/01/2014    1 recensioni
La vita è un dono.
La vita non va sprecata.
La vita è importante
Non potrei trovare parole più vere.
Prima anche io amavo la vita, amavo ridere, semplicemente vivere.
Amavo un ragazzo, Byun Baekhyun. Ah, se l’amavo!
Lo amo tutt’ora e lo amerò per sempre.
Ma non posso stare con lui perché la vita ci ha separati.
E ora la odio.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Tao, Tao
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La vita è un dono.
La vita non va sprecata.
La vita è importante
Non potrei trovare parole più vere.
Prima anche io amavo la vita, amavo giocare, ridere, semplicemente vivere.
Amavo un ragazzo, Byun Baekhyun. Ah, se l’amavo!
Lo amo tutt’ora e lo amerò per sempre.
Ma non posso stare con lui perché la vita ci ha separati. 
E ora la odio."

 


 

GIVE ME A REASON TO BELIEVE. 

 

 

 

-Baekhyun! Ti decidi a mangiare?!- Gridai esasperato, seduto sul bordo del letto d’ospedale in cui il mio ragazzo era nervosamente seduto da più di un’ora.
-Io non voglio mangiare! Quella roba mi fa schifo!- Ringhiò lui, guardandomi con quei profondi occhi neri.


 

Baekhyun era esile di corporatura, basso per avere ventuno anni, con capelli castani, folti e corti, la pelle era candida e liscia.
Aveva uno splendido sorriso,  era magro e carino. Troppo magro.
Quand’era in ospedale non mangiava mai nulla, diceva che il cibo della mensa gli faceva schifo, così, per indurlo a mangiare, gli passavo di nascosto il ramen istantaneo che teneva nella dispensa, non potendo permettersi altro.

 

La sua famiglia era povera, sua madre era l’unica a lavorare, dato che il padre era morto molti anni prima. Era andato a comprare il latte per la colazione del figlio e finì in mezzo a una rapina. Bastò un colpo a ucciderlo.

 

 

Bae si è sempre dato la colpa, non si è mai perdonato quel capriccio.

 

 

"Se non avessi pianto per quello schifoso latte, mio padre sarebbe ancora qui" ripeteva ogni volta che si toccava l’argomento.
Dopo quell’avvenimento hanno continuamente avuto problemi economici, le spese mediche non costavano poco e le bollette e le tasse scolastiche non miglioravano le cose.
Oltretutto, la signora Byun stava risparmiando molto per donare a suo figlio un futuro. Perché Baekhyun non ne aveva uno.

 

Era malato da molto tempo di una disfunzione cardiaca molto rara e non c’erano cure, se non un trapianto di cuore.
L’intervento era molto costoso e non potevano nemmeno chiedere un finanziamento della banca, avendo troppi debiti.
La signora Byun diceva che aveva quasi raggiunto la quota prevista, ma tutti sapevamo che mentiva, che lo diceva solo per tranquillizzarci.

 

Essendo sempre costretto a letto, tra le quattro mura dell’ospedale, gli scusavo tutto, dal fatto che mi rispondeva male al fatto che non volesse mangiare, ma non potevo più vederlo così…

 

Era una settimana che non mangiava nulla e si rifiutava di bere, così i medici erano spesso costretti a sedarlo e a mettergli una flebo per integrare i liquidi.
Stava diventando sempre più magro e pallido, le borse sotto gli occhi erano evidenti e il respiro si affannava ogni giorno di più.

-Byun Baekhyun, dammi un valido motivo per cui adesso non dovrei cacciarti questo fottuto riso in gola.- Sussurrai incattivito dalla stanchezza e, per tutta risposta, il ragazzo mi rivolse uno sguardo di sfida, sibilando: -Costringimi.-

 

 

Presi il cucchiaio e tentai di cacciargli il riso in bocca, forzando la mascella dalle guance con una mano mentre lui si contorceva, biascicando a fatica: -Io non mangio! Piantala!-.


 

Sbattei violentemente il cucchiaio a terra, spargendo il cibo ovunque sul pavimento.
-PERCHE’ TI OSTINI A NON VOLER MANGIARE?!- Gridai inferocito– COME SPERI DI GUARIRE?! COME PRETENDI DI FARLO SE NON TI RIMETTI IN FORZE MANGIANDO?!-
- Tu non hai ancora capito che io non guarirò! Mi stanno tenendo qui sono perché non possono uccidermi! E risparmio loro la fatica di curarmi quando è impossibile farlo!-
-Ma cosa stai dicendo?! Dobbiamo solo aspettare di raccogliere abbastanza soldi e vedrai che, dopo l’operazione, starai bene! Guarirai!- Cercai di sorridere, speranzoso, anche se sapevo che i soldi non li avremo mai avuti.
-Io non voglio guarire! Guarda, sono soltanto un peso! Per mia madre, per i nostri amici, per te!-.

 

 

Una lacrima gli solcò il viso, arrossandogli gli occhi, mentre i singhiozzi iniziavano a scuoterlo.
Stava avendo una crisi depressiva, per l’ennesima volta…
Quando i farmaci erano troppi e il corpo non riusciva a reggerli a causa della mancanza di energie, Bae iniziava a piangere, buttando fuori tutte le sue parole, i suoi pensieri, sia negativi che positivi.
-C-Chanyeol… I-Io-… Io non voglio essere un peso per te! Guardati! Hai 20 anni e sei legato ad un malato terminale! Lo sappiamo entrambi che non avremo mai quei soldi, sappiamo che potresti vivere una lunga vita felice anche senza di me e sappiamo anche che stai qui con me soltanto perché ti faccio pena!- Singhiozzò violentemente, scosso da tremiti e colpi di tosse.

 

 

Gli tappai la bocca con un bacio. Uno di quelli lunghi, sinceri, che esprimono milioni di parole che nemmeno basterebbero. Sarebbero solo eufemismi.
Lo abbracciai mentre piangeva.

 

 

Le sue lacrime mi bagnavano la maglietta e il collo, stringendomi, tremando.
A dirla tutta tremavo anche io, temevo di perderlo, temevo di vivere una vita senza di lui, vuota, spenta.
Una vita dove la vita non c’è. E che vita sarebbe, allora?

 

La paura era l’unico sentimento che ci cullava, l’uno tra le braccia dell’altro, in quel cupo silenzio di consapevolezza.

 

Io lo sapevo che, pur lavorando sodo, i soldi che avrei guadagnato nei seguenti mesi sarebbero bastati si e no per prenotare la sala operatoria.
Lo stesso valeva per la signora Byun, nessuno poteva aiutarlo, nemmeno facendo una colletta tra compagni di università.
Semplicemente, mentivo a me stesso.Ma non volevo perderlo. Non potevo perderlo.


 

-Bae… Amore mio… Siamo insieme da tantissimo tempo… Da sei anni… Da quando abbiamo iniziato le superiori… Non ti ho mai lasciato… Non ti ho lasciato quando ti sei ammalato… E mai lo farò…- Sussurrai al suo orecchio.
Lo strinsi forte mentre i singhiozzi si affievolivano e la calma inondava la stanza.

 

-Ho paura di morire…- Mormorò allo stremo delle forze.
Sentivo il suo cuore rallentare vertiginosamente e vedevo il suo volto impallidirsi, la sua presa su di me si allentò e il suo corpo divenne un peso morto tra le mie braccia.

 

-Ehi…?- Biascicai a fatica guardandolo in volto mentre i suoi muscoli si rilassavano e gli occhi si chiudevano.
Lo scossi leggermente senza ricevere risposta, continuai a scuoterlo per le spalle, gridando il suo nome in preda a una crisi di panico finché le infermiere accorsero e mi separarono da lui.

 

Mi dibattevo per liberarmi dalla loro presa e raggiungerlo, ma quando ci riuscii era troppo tardi.
La squadra medica si era chiusa nella stanza e aveva oscurato il vetro che mi permetteva di vedere l’interno.
Battevo convulsamente i pugni sulla porta, imprecando e urlando senza ritegno.

 

Andai avanti per un abbondante quarto d’ora e quando mi accorsi che era tutto inutile, che nessuno avrebbe aperto quella porta per farmelo abbracciare, per permettermi di vedere il suo sorriso e i suoi occhi orgogliosi ancora una volta, assestai un forte pugno al muro, piangendo disperato, appoggiando la schiena al muro e lasciandomi scivolare a terra, distrutto.

 

Perché lui? Perché noi?

 

Rimasi inerme, seduto sul pavimento a scrutare il vuoto, con la vista offuscata dalle lacrime che macchiavano la mia maglietta.
Poi, finalmente, la porta si aprì piano e dalla stanza uscirono le infermiere e il dottore, il quale si piazzò davanti a
me, abbassandosi e mettendomi una mano sulla spalla.

 

-Ha avuto una ricaduta.-

 

Le orecchie fischiano.

 

-Non sappiamo se passerà la notte.-

 

 

La vista si annebbia.


 

-Sarò franco, ha il 90% di possibilità di non farcela.-

 

 

Le mani si intorpidiscono.
Il mondo gira.
Il buio mi avvolge.
Il vuoto mi culla in un sonno che vorrei non avesse risveglio.

 

 

 

 

 

SPAZIO AUTRICE:

Buonsalve :3 Sono Astrid e sono una lettrice accanita di ffQuesta è la mia prima FanFiction, imploro pietà T_T... 

Chanyeol: "Non avrai mai la mia."

Astrid: "Ma perché-?! ; - ;"

Chanyeol: "Tu che tratti così il mio amato Bacon non meriti clemenza."

Astrid: "Ai nou... (trad: I know...)"

Coooooomunque... RECENSITE, MI RACCOMANDO :3 Buona lettura ^ __ ^!

  
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