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Autore: Encha    26/01/2014    5 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction in questo fandom, spero riesca a strapparvi almeno un sorriso e una recens... Un sorriso, un sorriso!
Nonostante l’incalzante tabella di marcia, il dio si prese un po’ di tempo prima di effettuare la consegna; aveva sempre detestato recapitare messaggi o pacchi a sua zia e quello non era decisamente il periodo adatto per farlo.
Proprio no.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Demetra, Ermes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Come ho già scritto nell’introduzione, questa è la prima fic che scrivo su questo fandom, e spero possa essere solo la prima di tante (?)
Non ho nulla da dire, vi lascio alla storia. Buona lettura!







 
-Ermes Express- No, non li voglio i tuoi cereali!

 
 

 
Il Dio dei Viandanti e dei Commerci sospirò.

“Non potremmo, che so, lasciare qui il pacco e andarcene?” brontolò il serpente George, attorcigliandosi attorno al bastone del dio.

“No che non possiamo, il mittente ha esplicitamente richiesto dell’Ermes Express: deve essere lui in persona a consegnarlo, è un servizio compreso nel pacchetto!” lo ammonì Martha.

Intanto una piacevole e calda brezza spirava tra i campi che circondavano il dio, facendo ondulare le spighe dorate.

Falci mosse da contadini invisibili mietevano il grano, mentre file di sacchi colmi di cereali si dirigevano da soli verso un capiente granaio.

Ermes si guardò attorno e costatò che quella sarebbe stata una perfetta giornata d’Estate… Se non fosse stato Inverno inoltrato.

Aguzzò la vista e scorse, al termine dei campi, un boschetto di sempreverdi ricoperti di neve che si innalzavano tutt’attorno al territorio magicamente protetto dalle intemperie.

Nonostante l’incalzante tabella di marcia, il dio si prese un po’ di tempo prima di effettuare la consegna; aveva sempre detestato recapitare messaggi o pacchi a sua zia e quello non era decisamente il periodo adatto per farlo.

Proprio no.

Guardò avanti a se e scrutò con aria sospetta il luogo della consegna, una tipica casa da contadino dei tempi passati con il tetto di paglia e le mura di pietra.

“…Magari ha dei ratti da darti, i granai ne sono sempre pieni!”asserì Martha, tentando di rabbonire l’altro serpente che non aveva smesso di lamentarsi da quando si erano materializzati in quel posto.

“Ratti? Perché non l’hai detto subito!?” esclamò George, riscoprendo un nuovo interesse per l’agricoltura.

“Piantatela voi due” il Messaggero degli Dei prese un’ultima boccata d’aria e bussò sulla porta di legno con il Caduceo.

“Chi è?” domandò una voce femminile dall’interno dell’abitazione.

“Sono Ermes, ho qui una consegna da parte di-“

“Oh, entra pure caro” lo invitò la stessa voce e la porta si spalancò da sola con un cigolio incerto.

Il dio superò la soglia d’ingresso e non fu sorpreso nel vedere che ben poco era cambiato dal’ultima volta che, qualche secolo prima, era stato lì: al centro dell’ampia stanza vi era un grande tavolo rettangolare di legno contornato da tante sedie, ideale per un cenone di Natale per una famiglia numerosa come quella dell’Olimpo.

La parete sinistra era quasi completamente occupata da un’apertura incornicia da una sottile striscia di legno che affacciava sugli splendidi campi, come un enorme quadro che ritraeva il paesaggio esterno con immagini animate; cosa che probabilmente era dato che dall’esterno non se ne vedeva la benché minima traccia.

Sul lato opposto, invece, era collocata una piccola cucina a legna con un piano per la preparazione delle pietanze e una porta lasciata aperta che conduceva ad un’immensa dispensa dove erano sistemati non solo sacchi pieni di ogni tipo di cereale: grano, miglio, mais, orzo e tante altre varietà probabilmente estinte da tempo, ma anche scatole di Corn Flakes, barrette al riso soffiato e Pop Corn.

Alla parete di fronte al dio infine era incassato un caminetto affiancato da un mucchio ordinato di legna, e sopra di esso vi era una spaziosa mensola su cui erano appoggiati cesti di vimini ornamentali e foto di famiglia.

Nonostante la calura estiva di quel posto, il camino era acceso e brillava delle magiche braci degli dèi; speciali fiamme che ardevano senza mai consumare il combustibile e che non davano fumo, nelle quali Ermes scorse un volto familiare.

Nell’aria si spandeva il profumo di cereali tostati e pane appena sfornato; nonostante l’umile semplicità quel posto era veramente magnifico.
La padrona di casa si alzò e posò la bambolina di foglie di mais che stava intrecciando; indossava un lungo abito del colore della terra decorato con ricami d’oro di spighe di grano ed i lucenti capelli neri erano come sempre intrecciati con fili d’erba secca.

“Oh, Ermes caro, accomodati” disse con gentilezza indicando una sedia “Sarai stanchissimo”

“No grazie zia, non ho tempo. Ho una conse-“

“Ti andrebbero dei cereali?” lo interruppe ancora una volta, e con uno schiocco delle dita fece comparire sul tavolo una brocca d’acqua, un’abbondante ciotola fumante di zuppa ai cereali e una pagnotta di pane sufficiente a sfamare un ciclope.

“Io vorrei un ratto!” esclamò George, anche se venne ignorato dai presenti.

“No, grazie” rispose seccato il dio “Dicevo, ho una consegna da parte di Per-“

“Ma come? I cereali sono essenziali per la nutrizione…”

“Zia...”

“…Contengono molti carboidrati, sai? E i carboidrati sono una fonte insostituibile di energia!”

“Zia…”

“Scommetto che questa mattina non hai neanche fatto colazione! Ma guardati, sei così sciupato, ora siediti e-“

“DEMETRA! Ho detto di no, non li voglio i tuoi cereali!” sbottò Ermes, perdendo, come ogni volta, la calma che si era ripromesso di mantenere.

La Dea delle Messi si strinse nelle spalle “Questi giovani, non hanno il minimo interesse per una sana alimentazione” borbottò.

Il Messaggero degli Dei fece roteare gli occhi “Piuttosto, ho una consegna da parte di Persefone” annunciò, e un pacco firmato con una graziosa grafia piena di ghirigori simili a fiorellini gli apparve in braccio con uno scintillio.

Sentendo nominare la figlia, il volto della padrona di casa si illuminò. “Davvero? Perché non me l’hai detto prima?!?!”

La dea tentò di arraffare la consegna, ma Ermes fu più svelto e si scansò in tempo; nonostante ella avesse la rinomata pazienza dei contadini che attendono la maturazione del raccolto, quando si trattava della sua adorata figlia non c’era un secondo da perdere.

“Prima dovresti…” il dio lasciò la frase in sospeso e fece apparire dei documenti che svolazzarono a mezz’aria, poi trasformò il Caduceo in una penna e la porse alla precipitosa zia.

“Oh, giusto” borbottò la dea.

“Deve firmare qui, qui e… Qui” indicò Martha mentre Demetra compilava distrattamente le scartoffie burocratiche.

Quando l’ultima firma fu siglata, il Dio dei Viandanti e dei Commerci consegnò il pacco all’invadente destinataria e si avviò a passo spedito verso l’uscita.

“Ci vediamo al solstizio, zia” “Arrivederla, mia signora” “Ciao ciao, dea dei Pop corn!” salutarono in coro.

Ma, prima che riuscissero a varcare l’uscio, Demetra aveva già aperto il regalo della figlia.

“Ma che carino!” strepitò, ammirando il contenuto del pacco: un vaso bianco di stile moderno in cui erano piantate delle stelle di Natale d’argento rosato.

La porta dell’abitazione si chiuse di scatto avanti al povero dio, che sospirò e si voltò, in trappola.

“Ermes caro, Non trovi che sia adorabile?” gli chiese la figlia di Crono, blaterando poi una sfilza infinita di elogi al buon gusto della Regina degli Inferi.

“…Ah, la mia bambina! Ha preso tutto da sua madre, fortunatamente non possiede neanche uno degli innumerevoli difetti di suo padre!” disse sorridendo a trentadue denti.

Un tuono rimbombò nel cielo, ma la Dea delle Messi non sembrò farci caso e dalle sue labbra continuarono a sgorgare fiumi di parole.

“A questa qui il cervello è scoppiato come un chicco di granoturco” ironizzò George, guadagnandosi una serie di rimproveri da parte della sua consorte.

“Emh, si zia, è tutto fantastico, ma io dovrei…”

“…Per non parlare del suo bel visino! Ah, com’è bella la mia bambina, mai un capello fuori posto!”

Il Messaggero degli Dei tentò più volte di congedarsi dalla padrona di casa, ma ella non sembrava aver voglia di lasciarlo andare finché non gli avesse descritto gli innumerevoli pregi e gli ultimi regali da lì a tremila anni prima della sua figliola.

Con molta probabilità sarebbero rimasti lì fin quando Persefone in persona non fosse venuta ad assumersi il fardello delle “attenzioni” della madre, ma fortunatamente Martha ebbe un’idea; si accostò all’orecchio del dio e gli sibilò qualcosa.

Ermes fece un sorriso scaltro ed annuì. “Hai ragione zia, Persefone è veramente uno splendore! Peccato che abbia sposato Ade, avrebbe potuto puntare più in alto…”

“Ade!” l’aria intorno alla Dea delle Messi scintillò pericolosamente e i suoi occhi si rabbuiarono di un’ombra pericolosa,  come uno sciame di locuste che invade un terreno.
“Quell’inetto! Quell’incapace! Gliel’avevo detto di rifiutarlo, gliel’avevo detto!”

La dea aprì il palmo della mano destra e vi fece comparire una spiga di grano dalle dimensioni di una biro, graziosa all’apparenza ma con una micidiale estremità appuntita.

“…Ma lei non mi ha dato ascolto! No, non si da certo ascolto alle proprie madri!” strinse la spiga tra il pollice e l’indice. “E ora è bloccata per metà dell’anno in quel posto buio, umido e malsano!” sbraitò e, senza neanche prendere la mira, scagliò a mo’ di freccetta l’oggetto che aveva in mano, che si andò a conficcare con spaventosa precisione in un occhio della foto del Dio degli Inferi sul caminetto.

“Filiamocela” bisbigliò George, mentre il Dio dei Ladri sgattaiolava fuori dalla casa con la furtività di cui solo lui era capace, Demetra inveiva contro la foto dell’ormai cieco Signore dei Morti e la ciotola di minestra sul tavolo esalava il suo ultimo sbuffo di vapore.
 
 
 
 
 
 


Angolino dell’autore: Devo ammettere che Demetra è uno dei mie personaggi preferiti, oltre ad essere mia nonna.
Io la immagino così, tutta sola soletta (e chi la sopporta?) ad intrecciare bamboline come una donna d’altri tempi.
 Curioso, è immortale… Vorrà dire che c’è nata anzianotta (?)
Spero vi sia piaciuta e che vi siate divertiti a leggerla come io a scriverla e… Beh, sono ancora una volta senza parole >.>
Sono gradite ciotole di cereali, cesti di vimini e soprattutto recensioni (?). Alla prossima!
   
 
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