Cuore d'Inchiostro
Il canto del cigno
"...
Oh quel pauroso torrente laggiù in fondo Oh e il mare il
mare
qualche volta cremisi come il fuoco e gli splendidi tramonti e i
fichi nei giardini dell'Ala...".
Un singhiozzo le troncò la parola in gola. Kate si coprì la bocca con la mano e schiacciò il pianto che ancora, per l'infinita volta da quando quell'ordalia era iniziata, tentò di sopraffarla.
"... dell'Alameda sì e tutte quelle stradine curiose e le case rosa e azzurre e gialle e i roseti e i gelsomini e i gerani e i cactus e Gibilterra...".
Una lacrima cadde sulla pagina, pesante come un marchio d'infamia. La ignorò e continuò senza pietà per se stessa.
"... da ragazza dov'ero un Fior di montagna sì quando mi misi la rosa tra i capelli come facevano le ragazze andaluse o ne porterò una rossa sì e come mi baciò sotto il muro moresco e io pensavo...".
La frase successiva la colpì al cuore.
"... be' lui ne vale un altro...".
Non era vero. Non era vero, James non era come uno come un altro. Non era uno come un altro, James, che da tre giorni giaceva in coma in quell'ospedale di Zurigo. Non era come un altro, James, che stava morendo troppo giovane com'era successo quarantacinque anni prima ad Oscar, per la cui morte Kate ancora malediceva Arthur, e qui e adesso non aveva niente e nessuno da maledire se non quella specie di mostruoso anatema che prematuramente falciava tutti i suoi figli più amati.
"... e poi... e poi gli chiesi se io volevo...".
Eccolo, eccolo, lì l'aspettava.
Il grande assolo finale, la radiosa nota conclusiva di quel libro odiato e bollato come osceno da Arthur (eccolo di nuovo, eccolo ancora a torturarla, perché ogni cosa che lei faceva non gli andava mai bene, perché?!) e persino da Francis (quel dannato ipocrita e sì che la sua biblioteca e la sua storia pullulavano di libri mille volte peggiori, lei lo sapeva) e che nessuno voleva pubblicare.
Eccolo, il canto finale di quel libro che sarebbe rimasto nella storia come un marchio di fuoco.
"... e poi gli chiesi con gli occhi di chiedere ancora sì e allora mi chiese se io volevo sì e dire sì mio fior di montagna e per prima cosa gli misi le braccia intorno sì e me lo tirai addosso in modo che mi potesse sentire il petto tutto profumato sì e il cuore batteva come impazzito e sì dissì sì voglio...".
Chiuse il libro e guardò la figura immobile nel letto.
"... Sì.".
Kate O' Connor chiuse gli occhi. Due lacrime cadderro sulla copertina del libro.
"Sì, James." sussurrò. "Io ti dico sì. Qualsiasi cosa accada, a te dico sì.".
Dopo
i pittori, non potevo non farne una su di loro: gli scrittori. Non
solo romanzieri, però: anche poeti, drammaturghi, oppure
intellettuali che
hanno messo su carta qualcosa di memorabile (come ho già
scritto nell'introduzione). Anche
questa raccolta sarà ad aggiornamento variabile come l'altra.
Qui
abbiamo James Joyce, lo scrittore irlandese autore dell' "Ulisse",
romanzo caposaldo della letteratura del Novecento. Avete trovato
Irlanda al femminile perché sì, porca miseria,
secondo me Irlanda
dev'essere
una
donna. L'Oscar nominato è ovviamente Oscar Wilde.
Non
so ancora chi sarà il prossimo visto che ho una piccola rosa
di
candidati, quindi non vi anticipo niente.
A
presto!