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Autore: Arya Destiny98    26/01/2014    0 recensioni
Un ragazzo popolare ma solo nell'anima;una ragazza introversa,con un passato pieno di demoni:il liceo li costringerà ad incontrarsi e li catapulterà in un mondo del tutto nuovo per loro. Scopriranno l'importanza di avere qualcuno a cui dire 'A domani' prima di addormentarsi,qualcuno che li rende felici anche quando tutto sta andando a farsi fottere...
Dalla storia:
"Ti terrò stretta,tranquilla"
“Anche quando vorrò morire?”
“Ti darò una ragione per vivere o morirò con te.”
“E quando griderò per il dolore fino a non avere più voce?”
“Griderò con te e poi staremo in silenzio. Ad aspettare che le voci ritornino.”
“E se non succede?”
“Ci ameremo in silenzio.”
“Allora mi ami.”
“Sì,ti amo.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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                                                 CAPITOLO DICIANNOVE

                                                                                           Dinner with the… in-laws
Abi’s POV

Grande idea. Proprio una grandissima idea. Dannazione anche a te,Gabe! Dovevi proprio invitarmi a cena con i tuoi dopo neanche due mesi di fidanzamento?E se mi avessero trattata come una sciacquetta di bassa lega?Poi mi calmai e pensai lucidamente. Quelli erano i genitori del ragazzo più dolce del mondo,sicuramente sarebbero stati carini. Scelsi i vestiti meno disastrati del mio armadio,mi ravvivai i capelli,misi un filo di mascara e scesi giù per le scale. “Abigail?”mi chiamò mia madre. Strano che fosse sveglia a quell’ora. “Sì,che c’è?” “Dove stai andando tutta in tiro?”chiese. Aveva l’aria di una che non dorme da giorni. “Ehm … ceno dai genitori del mio … di un amico.”farfugliai,sorpresa e imbarazzata da tutto quell’insolito interessamento. “Ah,va bene.” Ci guardammo per un istante. I suoi capelli erano tali e quali a quelli di Zoey,di un biondo sporco e i suoi occhi erano color nocciola. Papà aveva gli occhi azzurri e i capelli neri. Non avevo alcun indizio sulla provenienza dei miei occhi verdi – grigi. “Sei diventata bellissima,Abigail. Ogni giorno somigli sempre di più a tuo padre.” Sospirò prima di tornarsene al suo posto sul divano. Caspita,che storia. Quella donna non era mai abbastanza sobria da articolare una frase di senso compiuto,figuriamoci una cosa del genere. Scossi la testa,sicura di essere io ad avere le allucinazioni e uscii di casa. Grazie alla mia fedele moto ci misi solamente dieci minuti  a raggiungere la casa di Gabe:una villa stratosferica con la piscina. Mamma mia,il mio appartamento doveva sembrargli un tugurio. Con il batticuore suonai al campanello. Venne ad aprirmi il mio ragazzo con un sorriso che gli andava da un orecchio all’altro. “Era ora stellina,aspettavamo tutti te!”mi riprese fingendo irritazione.                “Scusa,volevo prepararmi per bene dato che qualcuno mi ha incastrata a venire.” Colta la frecciatina ridacchiò e mi strinse in uno dei suoi abbracci caldi. “Dai fifona,vedrai che li stenderai.” Era proprio quella la mia paura ma decisi di tacere e di seguirlo in sala da pranzo. La madre di Gabe era una donna alta e snella con un sorriso gioviale,il genere di persona che ti sta simpatica al primo sguardo;suo padre era un bell’uomo sulla trentina,i capelli molto corti e gli occhi scuri e penetranti. Infine c’era un piccoletto dai ricci biondi che si nascondeva dietro alla gamba di sua madre. “Salve,io sono Abigail .”mi presentai educatamente. Il signor Thomas mi strinse la mano per primo. “Ciao Abigail. Nostro figlio non fa altro che parlare di te.” Io arrossii e guardai Gabriel in cagnesco. Lui mimò la parola scusa con le labbra mettendosi una mano fra i capelli. “Sono così contenta di conoscerti,finalmente.”mi disse la signora Thomas. Quello che doveva essere il fratellino di Gabe uscì dal suo nascondiglio,mi scrutò attentamente e allungò le braccia verso di me. Io alzai un sopracciglio,confusa. “Credo che voglia che lo prendi in braccio.”mi informò il mio ragazzo,con una risata. Io sorrisi al ragazzino e lo sollevai a terra. “Gli piaci.”commentarono in stereo i signori Thomas. Fu una cena davvero perfetta. I genitori di Gabe erano persone fantastiche, si mostrarono molto interessati a qualsiasi stupidata mi venisse da dire. Quando accennai alla mia passione per il disegno, il signor Thomas si lanciò in una grande conversazione su come qualche anno prima avesse avuto una breve carriera da pittore di strada. A pensarci bene quei due mi sembravano infinitamente troppo giovani per avere un figlio grande come Gabriel. E lui mi aveva detto che il fratellino aveva tredici anni. Che l’avessero adottato?Non avevo mai chiesto a Gabe del suo passato,ogni volta che il discorso verteva su quell’argomento si dimostrava svogliato e diventava taciturno. Avrei dovuto parlargli,prima o poi. “Quindi pensi di andare ad un’università d’arte.”concluse Lori Thomas ( che mi aveva pregato di darle del tu)quando ormai la serata era agli sgoccioli. “Beh,sì anche se il mio sogno sarebbe Yale. Ovviamente non credo affatto di avere le capacità per superare la prova d’ammissione e nemmeno tutto il denaro per la quota di iscrizione e il soggiorno.”sputai fuori,in tutta sincerità. “Abigail non credere mai di non essere abbastanza. Sono sicura che  tu ce la possa fare,se Yale è veramente quello che vuoi.” Divenni di nuovo rossa di imbarazzo. “Assolutamente,ragazza mia,e poi i soldi li trovi.”mi incoraggiò Josh. Ero davvero commossa dal loro sostegno.             “Grazie infinite,ci proverò.” Da quando avevo annunciato di voler andare a Yale Gabriel si era rabbuiato. Dopo che ebbi salutato i suoi mi accompagnò fuori,chiuso in un mutismo che mi spaventava.“Gabe,amore,che cosa succede?” Lui mi lanciò un’occhiata strana. “Tu lo sai dove voglio andare io all’università?”chiese. Non avevamo mai toccato quell’argomento,perciò scossi la testa. “Sai,il mio sogno sarebbe quello di giocare a basket nell’NBA. Mi sto impegnando davvero tanto per far sì che i talent scout mi notino e mi diano una borsa di studio per … per la Duke.”balbettò l’ultima parola,quasi avesse paura che dirla gli avrebbe bruciato la lingua. “E allora?Qual è il problema?”Ancora non capivo. “Qual è il problema?Abi, già dovrò aspettare che tu esca dalle superiori per due anni prima di poter stare con te in modo fisso. Se tu andrai a Yale,beh … Yale è nel Connecticut mentre la Duke è nel North Carolina. Più di tre stati di distanza.”Oddio. Davvero non ci avevo pensato. D’un tratto fui colta da un’ondata di angoscia e persi il controllo. “Ah e ti darebbe tanto fastidio aspettarmi,non è così?Io dovrei fregarmene dei miei sogni mentre tu salti come una scimmia dietro ad un pallone?”gridai con le lacrime agli occhi. “Ma Abi,io non intendevo …” “Lascia perdere. Me ne vado.”Gli voltai le spalle scoppiando a piangere del tutto. Sapevo che non lo intendeva. Sapevo che aveva le intenzioni più pure del mondo. Perciò mi sentivo ancora peggio. Casa mia non mi era sembrata così lontana,all’andata. Il mio letto non mi era sembrato così freddo e duro,prima di lasciare Gabriel da solo su quella veranda. E io non mi ero mai sentita così stupida prima di aver urlato addosso al mio ragazzo senza motivo. Prima ancora che potessi formulare l’idea di tornare da lui a scusarmi suonò il campanello. Mi precipitai di sotto alla velocità della luce e volai fra le braccia di quello che aveva suonato. Gabriel ovviamente. “Scusa scusa scusa scusa.”mugolai con il viso nella sua camicia. Dio quanto profumava. “Abigail,io ti amo. Pensi davvero che potrei mai farti rinunciare ai tuoi sogni?” “No. Non l’ho mai pensato e mai lo penserò”dissi,decisa. Gabriel non avrebbe potuto. Lui era un ragazzo intelligente. “Vuoi entrare?”gli chiesi. La mia domanda lo rese nervoso. “N - non credi che sia presto?V-voglio dire …” Scoppiai in una grande risata. “Ma che hai capito scemo,pensavo di guardarci un film!”Alzai gli occhi al cielo e sospirai. Forse non proprio così intelligente.
 

  
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