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Autore: ChocoBerry    26/01/2014    6 recensioni
"Penso che dopo quella volta, più che altro, mi accascerò al suolo per il troppo dolore e basta. Nessun battito cardiaco troppo forte, solo tristezza."
La distruzione del suo cervello si era avviata da sola.
"Tu mi hai sconvolto, Lu Han."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Lu Han, Lu Han, Sehun, Sehun
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Allora, questa è la mia prima fanfiction in assoluto, quindi scusate se magari alcune parti non avranno senso…
Vorrei ringraziare la ragazza che mi ha creato questo fantastico banner (l’unica cosa bella di questa storia), blackberry_3 
Inoltre voglio ringraziare anche una mia amica, Sara, che qui si chiama FezGirl, perché ha sopportato il mio fangirlamento convulsivo per il sostegno morale *^*
Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
                                                
 
                                                                    
                                                                                            

                                                                        IT’S MY TURN

                                               
                                                         



« È quando tocchi il cielo con un dito, ci dicono, che veramente hai provato la felicità..
Mi chiedevo quando sarebbe stato il mio turno..
Quando avrei sentito quella sensazione pungente al petto che mi avrebbe  fatto pensare “ Oddio, è amore? ”
Quando anch’io avrei detto “ Sei tu il motivo che mi spinge ad andare avanti ogni giorno. ”
Non volersi alzare, distrutto, non poter andare avanti per colpa di un cuore che batte troppo forte sotto il torace tanto da quasi perforarlo.
 


Ora è il momento.
 


Penso che dopo quella volta, più che altro, mi accascerò al suolo per il troppo dolore e basta. Nessun battito cardiaco troppo forte, solo tristezza.
Mi fonderò con il suolo, mi si scioglieranno le viscere e cesserò di esistere. Finalmente anche un altro pezzo di me sarà volato via, insieme alla mia coscienza, alle frasi mai dette;  sarà tutto portato via dal vento..  ma mai i miei sentimenti per te.
Mi lascerò trasportare in una dimensione non percettibile da nessuna sensazione legata al corpo umano.
Sono solo adesso..
O lo sono sempre stato?
  
" Sono solo ".
 
E solo una piccola frase che può descrivere la mia, come la vita di tutti.. 
In fondo noi siamo solo dei puntini nel cosmo, che vanno e vengono senza importanza per gli altri.
Quanti veramente piangerebbero la mia scomparsa? Non penso di essere tanto importante da lasciare un vuoto nella vita altrui. Nessuno piangerebbe per me, nessuno.. Forse nemmeno tu.
Questo perché sono un essere che non ha dato amore, e di conseguenza, non posso ricevere amore, né tantomeno pretenderlo. »


Stava mettendo tutto se stesso in un ragionamento troppo contorto, che mai avrebbe dovuto intraprendere, poiché lo stava portando alla fine.
 

« Siamo deboli quando ci rompiamo in mille pezzi al suono delle parole che avremmo mai voluto sentire e quindi iniziamo a credere che non ci sia più un senso nella nostra vita, secondo i nostri attuali e confusi pensieri  non ha più valore.. se non con quella persona accanto.
Siamo sempre e comunque deboli.
Sì, sono debole anch’io, dal giorno in cui ho smesso di starti vicino.. dal giorno in cui ti sei presentato nella mia stanza e mi hai detto “ Hunnie, mi piace una persona.. ” »


E continuava a riflettere, non rendendosi conto che le lacrime gli scendevano copiose, e gli bruciavano gli occhi ormai rossi e stanchi. Qualcosa lo stava torturando nell’interno, facendolo marcire fino al midollo, giorno dopo giorno nel suo riflettere da solo.
 
« Quanto mi fa male sorridere?
Tanto.
Perché non è vero il mio sorriso, è solo una delle mie tante maschere che uso quando sto in mezzo alla gente.
Sto così bene da solo? Se ci fossi tu starei meglio e per questo mi sento ferito, pensando che non sono nulla per te. Perché c’è qualcun’altra nella tua vita.
In quei momenti penso che sono vivo, che allora non è un’illusione, come quando ci si danno dei pizzicotti per capire se si è svegli o si è immersi in un sogno surreale. 


Se invece .. non fosse così? »

 
E si svuotava ancor di più; le lacrime gli rigavano le pallide guance, il viso si contorceva in smorfie di dolore.
Gli si polverizzavano le ossa.
 

« Ho smesso di credere e di sognare, ecco perché non merito niente, perché questa fase di limbo non finisce. Ma allora quando e come tutto all’infuori di te è diventato privo di significato?
Anzi, non è che non lo abbia.. ma quando ho iniziato a non provare più le stesse sensazioni? »
 

Stava pensando ad alta voce, da solo, allo specchio; fissava la sua immagine non riuscendo a riconoscerla più.
Era sbiadita. Spenta. La sua vista offuscata dall’acqua salata che creavano da soli i suoi occhi.
 
« Da sempre siamo stati bene insieme, e all’inizio chi era più aperto verso l’altro, eri tu. Pensai, allora, che magari una chance per me c’era. Ma mi hai spiazzato con quella tua confessione.
Forse, quando me ne sarò andato, starò proprio vicino a te, ti raggiungerò.. ah tanto tempo, troppo, ma poi me ne andrò per sempre..  quasi non vedo l’ora. »
 
Si stava distruggendo soltanto pensando.
E ora anche gli organi interni bruciavano e diventavano cenere.

 

« Non voglio che il tuo candido viso si possa contorcere nella stessa smorfia di dolore che sto facendo io ora. »
 
Era perso, niente l’avrebbe più portato indietro.
Così anche la sua pelle, dal pallido color del latte, diventò fredda come il ghiaccio, e le sue labbra un tempo rosee persero colore.
 
✩✩

Si abbandonò alla sua malata felicità, dando un calcio al piccolo sgabello su cui poggiava i piedi, l’ultimo confine tra la Terra e l’aldilà. Si lasciò penzolare.
Avrebbe raggiunto la felicità a cui tanto bramava?
 
 
No.
 
Una volta sentita la stretta attorno al proprio collo, urlò nella propria testa il nome del suo amore, chiese il suo aiuto e cercò di divincolarsi, come se avesse ad un tratto cambiato idea.
Un’immensa tristezza si era impossessata di lui, e pianse mentre continuava a cercare di rimettere in piedi lo sgabello sotto di sé. Il collo si arrossava sempre più, bruciava la pelle attorno cui era avvolta quella corda.

La vita è crudele – o meglio, fatta la tua scelta rimarrai indietro.
Non c’era più tempo.

 
Sehun non era fatto per questo mondo.
 
Su tutto questo Sehun si sbagliava solo su una cosa però: Han avrebbe pianto, e anche tanto.
 

 
✩✩✩



Quando la mattina seguente Lu Han entrò in quell’appartamento, chiamò il più piccolo, come sempre. Era da un po’ che non usciva dalla sua stanza.
Invece di sentire come risposta il solito mugolio, per fargli capire che mai, mai sarebbe uscito da lì, trovò invece una lettera sul piccolo tavolino basso del soggiorno.
La lesse e nel mentre riconobbe la calligrafia elegante del suo Sehun.
Si chiese quando avesse lasciato una lettera fuori dalla sua camera quando non ne usciva mai, nemmeno per mangiare.


 
- Lulu, perdonami.

So che potrà essere strano, ma ho preferito scriverlo che dirtelo in faccia.
Non potevo più sopportare il fatto che sarei stato sempre sbagliato per te.. non ti ho mai detto la verità perché la nostra amicizia sarebbe di sicuro piombata in un baratro che mi avrebbe solo fatto soffrire di più.



So che sono stato un codardo per averti scritto in una lettera ciò che provavo, ma sappi che ti ho amato con tutto me stesso: ho amato il tuo sorriso, il tuo piccolo naso, le tue delicate labbra rosa..
Il modo in cui mi parlavi, il soprannome che era fin troppo infantile per i miei gusti, ma che detto da te aveva tutto un altro significato.
 
Tu mi hai sconvolto, Lu Han.

Non era giusto che, quando volevi stare con me, ti evitassi; troppo timoroso di far trasparire i miei sentimenti verso di te.


Per una volta, sarebbe toccato a me soffrire.
In questo momento, sarò nulla già da un bel po’ di tempo.
Perdonami ancora Lu Han, ma quello che tu mi dicesti quella sera, che ti piaceva qualcuno, mi ha solo spinto ad andare avanti nella mia folle trappola che mi ha schiacciato…



Non volevo che finisse così.
Ricorda che il tuo Hunnie starà sempre bene, perché il suo ultimo sorriso l’ha donato a te. -

 


Han finì di leggere la lettera in preda al panico. Non poteva, non doveva credere a quelle parole.
Non era possibile che il suo Sehun, il suo Hunnie, l’avesse abbandonato.
Corse verso il bagno, preso da un istinto irrefrenabile, e lo vide.
Vide le lacrime secche sulle guance, il viso poggiato di lato su di una delle spalle. In realtà, più che un sorriso dolce come diceva la lettera, la sua faccia faceva trasparire il terrore, la sofferenza, gli occhi vitrei privi di luce.              
L’ultima cosa che Sehun pensò fu " Codardo, hai deciso tu di farla finita, e nemmeno questo sei riuscito a fare "


Han si lasciò anche lui alle lacrime e alle urla.
Urla strazianti; gridò come mai aveva fatto in vita sua. Urlò la sua frustrazione, il suo dolore, i suoi sentimenti d’amore da lui sempre provati per Sehun.
Urlò contro il corpo del ragazzo che non c’era più.
L’oblio avrebbe preso anche lui.


Perché non avrebbe di sicuro abbandonato il suo amore da solo sul pavimento del bagno: lo avrebbe raggiunto.
 
 

- Fin - 

ChocoBerry <3
  
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