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Autore: Colli58    26/01/2014    5 recensioni
Lei annuì. “Devo ammetterlo, nessuno mi ha mai regalato un paio di boxer così. Sono lusingata.”
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La televisione borbottava in sottofondo senza che nessuno le prestasse attenzione. La mattinata sembrava non volersi rischiarare in una di quelle giornate autunnali dove la luce del giorno latitava, portando lentamente la città ad un tramonto prematuro.
Castle si era alzato trovando il letto già vuoto, Kate doveva essersi alzata presto anche se quello era il suo giorno di riposo, del resto le sue erano abitudini biologiche più che quotidianità. Aveva pensato che volesse dormire un po’ vista l’ora tarda in cui erano riusciti a rientrare a casa, ma si sbagliava.
Inoltre era stata una di quelle serate un po’ tese, un po’ fastidiose, in cui Paula aveva messo in gioco tutto il proprio peso nella gestione della sua carriera di scrittore: lei era la sua PR e di conseguenza le era sopraggiunta nuova e particolarmente invisa la notizia che aveva letto sui giornali.  Il suo cliente di punta era nuovamente fidanzato a sua insaputa e l’annuncio gli era piovuto dal cielo come la miriade di telefonate arrivate al suo ufficio da riviste scandalistiche e giornaletti vari alla ricerca di una conferma di qualsiasi tipo. Non amava essere scavalcata così la doverosa e difficile cena che aveva organizzato era un modo come un altro per confermare la sua importanza.
Il guaio era che Kate non amava essere strumentalizzata per il bene della Black Pown, in nessun modo immaginabile. Così Castle aveva dovuto mediare per evitare che Kate cavasse gli occhi ad una particolarmente odiosa Paula, soprattutto quando aveva cominciato a mettere becco sulla possibilità che fosse lei a gestire la campagna stampa e i diritti sulle foto delle future nozze.
La serata era andata avanti a lungo, sebbene dopo soli 5 minuti lui avrebbe voluto scappare. Alla peggio anche nascondersi in cantina e scolarsi una bella bottiglia di scotch poteva andare. Non biasimava Kate, lei detestava quel genere di cose ed era ben conscio che per le sue nozze con lei avrebbe assecondato ogni suo desiderio di privacy. Lei era più importante della pubblicità che pensava di ottenere Paula dall’evento.
Rientrando a casa Kate era stata piuttosto silenziosa e vista l’ora assurda si erano rifugiati sotto le coperte rimandando al giorno successivo un’eventuale discussione.
Si domandò se fosse stato troppo accomodante con Paula, me si ricordò di averle più volte detto che non ne voleva sapere dei suoi piani. A questo punto persino il matrimonio nello spazio era un’ottima soluzione per garantire la privacy. Sorrise diabolico. Poi scosse il capo ricordando il no perentorio di Kate.
Camminò trascinando i piedi sul pavimento, grattandosi distrattamente la testa. Si avvicinò allo specchio e si diede un’occhiata dandosi una smorfia di disapprovazione. I capelli per aria, la barba, occhi arrossati dal sonno.
Notò di avere la maglia a rovescio con le cuciture a vista. Si ricordava solo di essersi svestito ed avere indossato il suo pigiama quasi al buio. Era distrutto dalla fatica. Si era permesso di scambiare un bacio con Kate prima di dormire, notando che anche lei non si era attardata in bagno e si era infilata sotto le coperte accoccolandosi a lui per riscaldarsi come faceva di solito.
Raggiunse il soggiorno notando la tv accesa ma Kate non era seduta sul divano. La vide in cucina muoversi con disinvoltura nel prepararsi il caffè e cucinare qualcosa. Sentì profumo di uova al bacon.
Kate aveva i capelli raccolti sulla testa, ma una parte ricadeva sulla sua spalla sinistra, sfuggendo dai denti del suo fermaglio. Il suo buffo pigiama fatto a tutina in un pezzo unico con una fantasia curiosa, piccoli pinocchio disegnati a colori pastello gli ricordavano i primi capi di vestiario di Alexis quando era nata, ma allo stesso tempo quel suo muoversi con naturalezza, con sicurezza anche vestita così davanti ai suoi occhi lo stavano turbando non poco. Si mosse le mani sulla faccia, stropicciandosi il viso e cercando di ricacciare un pensiero selvaggio.
Si avvicinò quindi a lei, che intanto canticchiava qualcosa a bassa voce. 
“Ehi, ben svegliato…” Gli disse notandolo e regalandogli un sorriso felice.
Era serena e rilassata, gli occhi avevano il trucco leggermente sbavato e il viso era quello di chi aveva dormito poco, ma il suo sorriso era genuino.
“Buongiorno. Non potevi dormire ancora un po’? Oggi non sei di turno…” Mormorò avvicinandosi a lei e prendendola per i fianchi. Lei si girò e mise le braccia intorno al suo collo.
“Lo so, ma voglio godermi tutta la giornata.” Disse in tutta risposta, per poi baciarlo e andando a giocherellare con i suoi capelli incolti.
“Mmmm” rispose Castle rapito. Ok, la serata non era andata così male e Kate non ci stava nemmeno pensando. Pensò di essere molto fortunato.
Kate abbandonò il contatto con il suo corpo e si dedicò alle uova ormai in dirittura di arrivo.
“Ne vuoi anche tu? Il caffè è ancora caldo…” gli disse senza voltarsi, preparando un secondo piatto anche senza attendere una sua risposta. Kate conosceva i suoi gusti, lui adorava le sue uova al bacon almeno quanto i cheeseburger.
Senza scollare gli occhi da lei, armeggiò con una tazza e la caraffa del caffè. Si appoggiò al frigorifero guardando distrattamente le gambe di Kate muoversi con tanta di quella grazia da sembrare innaturali. Belle, flessuose, come il suo corpo fasciato in quella tutina dai calzoncini corti e tutta d’un pezzo.
Raccolse distrattamente il giornale appoggiato sul bancone e gli dedicò un paio di sguardi per scoprire se qualcosa di interessante era accaduto nel mondo, ma i suoi occhi tornarono a reclamare la visione di lei.
Appoggiò il mento ad una mano, sostenendosi con il gomito al bancone e girò una pagina di giornale.
“Qualche novità succulenta?” Le chiese passando velocemente lo sguardo dalle sue gambe a giornale per poi tornarvi prepotentemente.
“Succulenta? Non direi, a parte che questo paese è popolato a psicopatici. Un omicidio a Brooklyn, una donna è stata ritrovata imbalsamata nella cera nella cassapanca di uno scantinato.”
Castle la guardò stupito. “C’è un omicidio in città e tu cucini?”
Lei si voltò puntandogli addosso la forchetta che stava usando per rigirare il bacon. “E’ il mio giorno libero Castle, niente indagini.” Tornò a voltarsi per finire di friggere il bacon.
Castle sorrise sorseggiando il caffè, facendo cadere l’occhio sulla curva sinuosa del piccolo e sodo fondoschiena di Kate. Su sentiva ipnotizzato dalla sua tenuta così sbarazzina, che finì col visualizzare i modi con cui solitamente riusciva a sfilargliela, e come giocherellava con i bordi larghi dei pantaloncini, infilandoci le mani, risalendo le cosce per arrivare a stuzzicare il bordo dei suoi slip.
Kate si girò trovandolo rapito. Era stato silenzioso e non aveva risposto alla sua dichiarazione di libertà dal lavoro per quella giornata. Di solito la pungolava.
“Che c’è?” Disse lei stupita guardandosi per poi alzare la testa. Kate considerò di essere un vero disastro. Trucco sfatto, pigiama da ragazzina, calzini ai piedi un po’ troppo larghi. “Ok, lo so è ridicolo ma è comodo…” Commentò cercando di minimizzare il fatto di sentirsi un velo a disagio sotto quello sguardo indagatore.
In risposta ottenne un ghigno compiaciuto e solo una parola. “Sexy”.
Kate rise, scuotendo il capo. “Stai ancora dormendo?”
“Può darsi che io stia ancora dormendo e la mia sfrenata fantasia ti stia visualizzando… così…” disse allungando la mano nella sua direzione e inclinando il capo.
Kate spense le piastre e allontanò le padelle. Poi si avvicinò con passo deciso e tenendo le mani sui fianchi. “Così come?” Chiese incuriosita.
“Sexy…”
Castle appoggiò la tazza sul ripiano di lavoro e l’attirò a sé.
“Sei così sexy che mangerei te al posto della colazione.” Disse facendole scorrere le mani fino ai glutei.
La risata di Kate risuonò frizzante e divertita nella stanza. Era impreparata a quella sua mossa ma si lasciò baciare con passione per poi battagliare nel mordicchiarsi le labbra a vicenda.
“La tua immaginazione non è solo fervida scrittore, è malata.” Gli mormorò sulle labbra.
“La realtà di ciò che sei è anche più interessante.” Rispose Castle. Fece scivolare le mani verso l’apertura anteriore della tutina dedicandosi con calma ai bottoni che la richiudevano. Kate si morse le labbra, spostando la testa indietro e osservando compiaciuta il lavoro lento di Castle.
Osservò il suo cipiglio serio mentre slacciava meticolosamente un bottone alla volta. Portò le proprie mani sul suo torace, per poi scendere su suoi fianchi e arrivare a dare una strizzata giocosa ai suoi glutei.
“Forse la colazione può aspettare ancora un po’?”
Castle annuì con lo sguardo perso nella scollatura di Kate mentre lentamente fece scivolare il pigiama dalle sue spalle, lasciandole così il busto scoperto. Indossava biancheria di cotone, bianca, semplice e chissà come Castle continuò a sentirsi sempre più eccitato alla vista di quel pratico reggiseno di cotone. Abbassò il capo e giocò con la punta della lingua sul bordo delle coppe del seno, lei sorrise respirando profondamente e cercando di sfilarsi le maniche del pigiama per poter avere le braccia libere di muoversi.
Una volta libera di usare le braccia, Kate si strinse a lui aggrappandosi alle sue spalle mentre la lingua di Castle e la sua bocca avevano abbassato una delle coppe del reggiseno, lasciandole parte del seno scoperto. Castle non si allontanò e continuò a vezzeggiare quella parte di lei afferrandola tra i denti con più vigore lasciandola senza fiato.
Kate si sollevò andando a cingergli le gambe intorno alla vita mentre le mani di Castle la sorreggevano per i glutei.
Si mossero in modo disarticolato e caotico fino a raggiungere il divano dove Castle crollò a sedere e Kate si sistemò meglio a cavalcioni su di lui. Poteva sentirlo fin troppo pronto per essere mattina presto. “Ci sono troppi vestiti tra noi.” Valutò Kate assaporando il piacere che lui stava per donargli.
“Questa tua mise riesce a muovere qualcosa di selvaggio in me...” Mormorò lui giocando con la seconda coppa del reggiseno per scoprirle interamente il busto.
Poi fece scendere le mani sui suoi fianchi e lei si allontanò quel tanto per cercare di afferrare la sua maglia.
“Pensavo la trovassi ridicola.” Rispose alzandogli la maglia e lui a malincuore dovette allontanare le mani dalla sua pelle per qualche istante mentre gliela sfilava.
“Al contrario, stimola la mia fantasia. Modi nuovi per poter giocare con il tuo corpo mentre te la tolgo. E poi qui…” Kate aprì la bocca mentre la mano di lui si intrufolò risalendo lungo una coscia, scomparendo sotto il pantaloncino e arrivando lentamente al punto in cui lei lo desiderava.
Con la mano libera Castle la strinse più a sé, mentre Kate lo afferrò per la testa e trovò sfogo alla sua crescente eccitazione mordendogli l’orecchio e poi baciandogli il collo. Tornò alla sua bocca sorridendo ansiosa di avere di più. Alzò il viso di Caste facendo incontrare i loro occhi.
Lui si fermò, rapito dallo sguardo divertito ed allo stesso tempo eccitato di lei. Tornò a far scorrere lo sguardo sul suo corpo, scoperto a metà.
“Guarda cosa riesce a farmi fare vederti in questa tutina…” Lei rise di nuovo, scuotendo il capo. Strofinò il naso sul suo. Rabbrividì di piacere nel percepire anche più nitidamente sotto di lei l’eccitazione di Castle.
“Continuiamo di là?” Lui si mosse dal divano, si alzò tenendola in braccio e scomparvero ridendo in camera da letto.

Ore dopo i due giacevano silenziosi ed appagati tra le lenzuola. I loro respiri erano spesso interrotti da sospiri compiaciuti. Si muovevano lentamente di tanto in tanto, piacevolmente attirati da uno scambio di tenerezze o dal semplice tocco della loro pelle.
Il pigiama di Kate era abbandonato alla testiera del letto appeso come un drappo decorativo. Lo aveva posizionato così Castle, decretando con voce profonda l’apertura di un torneo di giochi cavallereschi, il primo turno di quella che aveva definito una mattinata ricca di eventi.
Kate concordava con lui che l’inizio era stato vivacemente bollente. Lo guardò di sottecchi.
Il suo cavaliere ora stava disteso supino e la guardava muovere le mani sul suo torace. Castle allungò la mano dietro al proprio collo ed estrasse lo slip bianco di lei.
Kate rise mentre lui lo muoveva con sensualità tra le mani.
“Non oso immaginare cosa farai quanto mi metterò il mio nuovo La Perla…”
Castle sospirò. “Mi basta molto meno per trovarti sexy, come hai potuto notare.”
“E’ importante che io lo sia, non vorrei mai che il tuo interesse venisse meno.” Rispose con ilarità.
“Difficile che capiti.”
“Ma si possono fare altri esperimenti.” Commentò lei. Adorava punzecchiarlo, adorava la sua loquacità surreale di certe mattine.
L’attenzione dell’uomo venne catturata dai suoi occhi furbi. Lei si scostò i capelli dal viso e lui sorrise compiaciuto. Allungò un una mano e fece scivolare le dita sotto i suoi occhi rimuovendo un po’ del trucco che si era sbavato. Si sorrisero in silenzio qualche minuto. Kate lo trovò adorabile.
“Mi struccherò dopo.” Mormorò muovendosi verso di lui e cercando di riprendersi lo slip.
Castle allungò il braccio cercando di allontanarlo dalla sua presa. “Lo voglio tenere.” Disse sicuro.
Kate si raddrizzò guardandolo con stupore. “E tu cosa mi dai in cambio? Sai è molto comodo…”
Castle diede un calcio al lenzuolo e un paio di boxer scuri, con la faccia di Darth Vader stampata su un lato, volarono un alto per poi ricadere su di loro. Lei li afferrò osservandoli con un sorriso divertito.
“Sono rari, te lo assicuro. E per me hanno un valore inestimabile, ma posso donarteli se li desideri.” Spiegò Castle con un sussurro.
Lei annuì. “Devo ammetterlo, nessuno mi ha mai regalato un paio di boxer così. Sono lusingata.” Rispose giocherellando con l’elastico. Stava seduta con le gambe raccolte e coperte dalle lenzuola, lo guardò con aria di sfida. Si spostò quindi scivolando verso il bordo del letto sotto lo sguardo attento del suo uomo.
Si alzò stando di schiena e si infilò i suoi boxer con fin troppa calma. Erano piuttosto grandi quindi arricciò un paio di volte l’elastico in vita così questi rimasero appesi al suo corpo snello.  Quindi Kate si voltò verso Castle, andando poi a camminare a carponi sul letto. Lui sospirò divertito osservandola issarsi ancora mezza nuda sopra di lui. Fece scorrere una mano sul suo collo mentre lei lo baciava sensualmente. Kate allungò il braccio verso la testiera del letto e tornò a impossessarsi del proprio pigiama.
Castle strinse nella mano i suoi slip e sgranò gli occhi. Lei tornò ad alzarsi dal letto con tranquillità e si infilò il pigiama abbottonandolo davanti a lui con lentezza. Cercò i calzini sul pavimento, quelli che lui aveva sfilato in un abile solo colpo mentre lei era sdraiata sul letto, completamente in balia delle sue attenzioni. Lui aveva sollevato le sue gambe e i due calzini erano volati per la stanza come due stelle filanti. Amava il momento in cui si svestivano prima di fare l’amore, con Castle era un grandioso preliminare.
Alcune volte era un momento divertente, scanzonato, deliberatamente provocatorio, in altri casi era quasi un momento di venerazione reciproca, per i propri corpi ma soprattutto per il loro amore.
Se li rimise senza distogliere lo sguardo dal suo uomo, aggrappato ai suoi slip come ad un amuleto.
“Penso che la colazione si sarà raffreddata, devo riscaldarti qualcosa?” Chiese allontanandosi.
Castle sorrise e guardò gli slip. Quella era una sfida che non poteva vincere. Non poteva fare come lei, non poteva indossarli.
Si alzò dal letto e rovistò sul pavimento alla ricerca del suo pigiama. Ricordò che la maglia era in soggiorno, ma trovò calzini e pantaloni. Guardò di nuovo il triangolino di cotone che aveva in mano e poi sorrise diabolico. Lo infilò sul braccio sinistro e lo annodò al proprio bicipite. Si rimise i pantaloni del pigiama ed i calzini.
Diede uno sguardo al letto disfatto e scosse il capo. Non credeva ci fosse bisogno di rifarlo, da come la sua donna era uscita dalla stanza immaginava che non ci sarebbe voluto molto prima di tornarci con qualche vestito in meno.
“Augh Kate, grande capo ha davvero fame…” Sentenziò uscendo a torso nudo e con il suo strano ornamento al braccio.
Lei era in cucina, appoggiata al bancone, vestita con il suo improbabile pigiama, mentre scaldava la loro colazione. Scoppiò di nuovo a ridere nel vederlo.
La trovò magnifica. Il trucco un po’ sbavato sì, i capelli arruffati, il pigiama da ragazzina appena aperto sul petto e il nero dei suoi boxer che spuntava dai pantaloncini. Ed infine il viso sorridente e divertito. Niente era più eccitante di quella naturale semplicità, di quel quotidiano fatto di passione e complicità. Nessuna era mai stata tanto sexy quanto quella donna che si muoveva con disinvoltura nella sua casa e nella sua vita.
Non c’era bisogno di un completino stuzzicante o di un giochino erotico per fare accendere il suo motore. Gli bastava vederla anche solo così: vera e tutta sua.

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Dopo la visione del pigiama di Kate nella 6x13 non potevo astenermi...
Un po' di zucchero!!

  
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