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Autore: Carm    27/01/2014    3 recensioni
Questa OS la dedico a chi mi sostiene da mesi, a chi ama follemente Jack e Liz, a chi adora "Salvami,Salvami tu".
La devo a Jack e alle sue paure, al suo passato e al suo tormento.
"La vita mi ha reso un assasino".
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Faceva freddo, tanto freddo e avevo i brividi, ma non potevo andare dentro, perché come ogni sera dovevo aspettare papà sull'uscio di casa.
Era il nostro rito quotidiano, mi dava un buffetto sul guancia e mi regalava una moneta.
Mio padre arrestava i cattivi ed era il mio eroe.

Ma quella sera di fine novembre cambió tutto, forse il mio intero destino cambió.
Perché Papà barcollava e tra le mani reggeva una bottiglia vuota, in realtà puzzava pure.
"Piccolo bastardo levati dalle palle"mi diede uno spintone e caddi a terra, non mi aveva mai fatto del male.
Poi sento la mamma piangere forte e urlare, gli urlava di smettere e di ritornare in sè, ma lui la picchiava ancora.
Da quel giorno la routine è stata un'altra, perché quella fredda sera di Novembre, mio padre diventó un mostro.



Erano passati quattro anni e la situazione non era cambiata, lui tornava ubriaco, prendeva la cinghia di cuio e mi frustava, poi prendeva mia madre e la scopava.
Perché non facevano più l'amore, ora subiva una violenza.
Ed io subivo il suo dolore, che si fondeva con il mio.


Era estate, per la precisione metà agosto e mancava poco alla festa del paese.
Mi sarebbe piaciuto un sacco uscire con i miei amici, anche perché avevo quindici anni e volevo vedere Holly, la ragazzina delle medie che mi piaceva un sacco, in realtà l'amavo, ma non avevo il coraggio di svelarlo.
Chiedo a mia madre il permesso di andare a fare un giro, annuisce stanca, mentre si stringe la cinturina della vestaglia intorno al corpo snello o meglio, scheletrico.
Le accarezzo il viso, mi sorride di rimando, resta comunque la madre più bella del mondo, nonostante i lividi e gli ematomi.
Le sussurro che resto a casa a farle compagnia e che di uscire non mi va, mi abbraccia stretto e per una volta dopo tanti anni, mi sento amato.
Esiste l'amore?



Ho sedici anni, ho iniziato a fumare erba nel cortile della scuola o quando quel mostro torna a casa e ci massacra di botte.
Ho bisogno di non pensare e l'erba mi aiuta un sacco, per sessanta minuti sono libero.
Ammetto di aver provato a denunciarlo alla polizia, ma mi hanno dato un calcio in culo, sbattendomi fuori.
Appoggiano quel figlio di puttana, il mondo fa schifo.
Quella mattina a scuola avevo preso una nota e la professoressa di diritto mi aveva rimproverato, un tempo ero intelligente e mi piaceva studiare, ma poi ho capito che è tutto inutile, perché l'universo fa schifo ed io voglio morire.



Avevo da poco compiuto diciassette anni, avevo baciato Holly e ci avevo anche fatto l'amore.
Era stato strano e intenso, non sapevamo cosa fare, ma poi ci siamo incastrati in modo perfetto e ho capito di essere ancora vivo.
Nonostante tutto sono vivo.
Torno a casa e c'è silenzio, odio enormemente il silenzio perché rende l'aria pesante e mi viene da piangere o da urlare.
Oppure da urlare mentre piango, perché sono arrabbiato con me stesso, con lui e con mia madre, che non scappa via con me.
Lo ama, nonostante tutto lo ama.
Forse l'amore rende pazzi, forse loro sono pazzi.
Mi faccio una doccia veloce, mi vesto per bene ed esco.
Per una sera mi concedo la libertà di essere un'adolescente, raggiungo casa della mia ragazza, che mi bacia sulle labbra e tutto riprende ad avere un senso.
Andiamo in una vecchia pizzeria e beviamo una coca-cola, evito tutto ciò che è alcolico, mi ricorda lo stronzo.
Poi verso le undici la riaccompagnò a casa, il padre è uno all'antica e ci spia dalla finestra, crede che non me ne sono accorto.
La bacio dolcemente, un lieve sfioramento di labbra e torno a casa fischiettando.
Apro il portoncino di legno chiaro, scolorito dai raggi del sole e c'è il silenzio, comincio a sudare freddo, sento le goccioline formarsi sulla mia pelle ambrata.
Mi manca l'aria e sento odore di ruggine e sale, l'odore del sangue.
Giro l'angolo e raggiungo il salotto, la stanza è illuminata dalla debole luce della lampada, ma la scena non cambia e dopo tanti anni ancora non è cambiata.
Mia madre ha gli occhi sbarrati, la bocca semiaperta e le mani congiunte in una muta preghiera.
Ha una posizione innaturale, tutta storta e le gambe lasciate nude dal leggero vestito a fiori, il suo preferito.
Dal cranio scendono piccole goccioline di sangue e il collo è tutto arrossato, il mio cervello registra troppo tardi la sua morte.
Mia madre è morta, morta per mano sua e per mano mia, perché non l'ho salvata.
Lui dorme al suo fianco, dove giace una bottiglia di whisky vuota, lo odio, lo odio con ogni fibra del mio essere.
Corro all'ingresso e prendo la pistola dal cassetto, mi piazzo di fronte a lui e urlo il suo nome, apre gli occhi dello stesso colore dei miei, lo sparo diritto al cuore e scoppio a ridere.
Perché sono libero, l'anima di mia madre è libera.
Ho ucciso mio padre ed è stato il giorno più felice della mia vita.
Ed è questo che sono, perché la vita mi ha reso un assassino.





Salveeeeee lettrici!
Questa è OS sul passato di Jack, non è lunga, ma l'ho scritta di getto.
Mi andava di condividere con voi questo stralcio della sua vita!
Grazie di cuore per tutto:)
Alla prossima e besos:*

Carm xoxo
  
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