Volevo fosse poetico, ma non è una poesia.
Volevo fosse Sasuke-centric, ma non è un tribute a Sasuke.
Volevo dimostrare che nonostante sentenzi giudizi cattivi su Sasuke, non lo odio, ma non so se si può capire.
Voglio dedicarlo a Nemesi06,ma non so se è una buona idea.
Il risultato sinceramente non mi dispiace, ho espresso quello che volevo nonostante rimane una flashfiction ( 320 parole) indefinita, della quale -mi accorgo adesso- non so se abbia davvero un pairing, a me piace pensare che ce l'abbia, ma non rivelo nulla di più.
L'incipit è preso da Brig me to life degli Evanescence, e a loro appartengono tutti i diritti e il titolo è preso dall'omonima canzone di Ronnie James Dio.
Detto questo non mi rimane che augurarvi buona lettura ( e mi auguro davvero che lo sia ).
My spirit's sleeping somewhere cold
until you find it there and lead it back home.
Wake me up
Wake me up inside.
I can't wake up.
Wake me up inside.
Save me.
Call my name and save me from the dark.
Wake me up.
Bid my blood to run.
I can't wake up.
Before I come undone.
Save me.
Save me from the nothing I've become.
until you find it there and lead it back home.
Wake me up
Wake me up inside.
I can't wake up.
Wake me up inside.
Save me.
Call my name and save me from the dark.
Wake me up.
Bid my blood to run.
I can't wake up.
Before I come undone.
Save me.
Save me from the nothing I've become.
Ombre oscure, impregnate d'orrore, i rami dell'odio.
Fiori neri e velenosi l'espressione dell'odio: vendetta.
Corrosa l'umanità,
bruciata la pietà,
cristallizzati, essiccati i sentimenti;
e le emozioni che pulsano nel suo petto sono violente, intrise di acida rabbia.
Iridi antracite spente, che riflettono un doloroso passato, e quando mutano in quel colore scarlatto bruciano: sono le fiamme che alimentano il suo spirito.
E intorno a lui il gelo, uno straccio bagnato avvolge il suo cuore, ghiacciato.
Non altro che un uomo morto che cammina,
il suo ossigeno la vendetta.
E la Signora Nera tiene la sua mano,
passeggia al suo fianco,
con la sua falce vigile.
Lontano da un focolare, mutilato da qualsiasi affetto,
cammina con paraocchi verso la sua meta,
tenendo nella sua mano le scheletriche dita della sua Demetra.
Ma si può vivere solo d'odio?
Può solo la Vendetta essere la sua lanterna guida?
No.
Quando giace stanco, cadendo nell'oblio della sua mente, rifugiandosi dalla realtà ecco brandelli di speranza.
Li insegue e li afferra, li tiene gelosamente a se.
Sono ricordi, è il lontano profumo dell'amore.
Quando chiude gli occhi lui gira il chiavistello del suo scrigno di segreti.
E l'arcobaleno sorge nell'oscurità, i colori abbaglianti -emozioni celate- risplendono di luce propria e mutano in oro.
Tocca, accarezza con timore i suoi sogni rubati dalla realtà.
I polpastrelli entrano in contatto con qualcosa di caldo,
un tepore che aveva a lungo cercato,
e una volta trovato,
era durato solo per un effimero tempo.
Quello era il futuro che desiderava,
quello era il passato che voleva rivivere.
Risa, sciocchi discorsi, stupide sfide...
Aveva bisogno di qualcosa che squarciasse quel silenzio funerario,
aveva bisogno della confusione che solo uno stupido portava con se.
Voleva ricordare cos'era casa.
Voleva ritrovare lo scrigno di quei tesori nella sua realtà,
quello scrigno che esisteva, che aveva posseduto,
e portava un solo nome:
...Naruto.
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