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Autore: Claudine Delacroix    27/01/2014    5 recensioni
Abbassa la maniglia della porta dell'ingresso e spinge, entrando. Un odore di carta raggiunge le sue narici; sospira di piacere. Quella fragranza che sa di cellulosa, vecchia e nuova, è il suo odore preferito. La tranquillizza, la conduce in luoghi remoti, la esterna dalla realtà.
È sempre un privilegio entrare lì dentro.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BIBLIOTHÈQUE

 

La figura anonima dell'edificio si profila all'orizzonte. Anonima per gli altri, ma non per lei.
Eccola, eccola!
Alla vista della costruzione le sue pedalate acquistano maggior vigore.
Arriva all'entrata, un po' sudaticcia e affaticata ma felice. Lega la bici, si sistema i capelli, liscia i vestiti.
Dopotutto sta entrando nel suo tempio, un po' d'ordine in questi luoghi ci vuole.
Abbassa la maniglia della porta dell'ingresso e spinge, entrando. Un odore di carta raggiunge le sue narici; sospira di piacere. Quella fragranza che sa di cellulosa, vecchia e nuova, è il suo odore preferito. La tranquillizza, la conduce in luoghi remoti, la estrania dalla realtà.
È sempre un privilegio entrare lì dentro.
Sale le scale quasi correndo, poi rallenta. Eccomi, eccomi. Le labbra si distendono in un sorriso, i nervi si allentano; è nel suo elemento, ora.
Saluta il bibliotecario, ormai si conoscono da una vita. Lui l'ha vista crescere, e lei lo considera una costante della sua vita. Il maglione grigio, gli occhi azzurri e gentili, la pelle con un acceno di couperose; è lui, è la biblioteca, è i libri e la sua infanzia. Si guardano con dolcezza mista a deferenza.
Gira a destra, reparto adulti. Scaffali e scaffali e scaffali di libri, sta per svenire dalla gioia.
Con lo sguardo abbraccia la maggior parte dei volumi, fissandoli con affetto. Poi si avvicina ad un mobile e comincia a scegliere.
Prende un libro, legge due righe di trama, se lo mette sotto braccio.
Prossimo scaffale.
Altro libro, lo stringe a sé felice, lo culla tra le braccia. È incredibile l'amore che provi per dei semplici blocchi di pagine. Li ama per come sono fatti, li ama per quello che fanno. Sono libri, con loro è da sola ma in compagnia, lontanissima da casa ma sopra al suo divano; sono piccoli miracoli dell'umanità.
Dopo una quindicina di minuti deve, a malincuore, concludere – per ora – la sua raccolta. Con i libri in braccio, si dirige verso lo spazio adibito alla prenotazione.
C'è fila, non importa.
Lì in piedi, tra sussurri di madri e acuti di bambini, annusa di nascosto i libri, li coccola, accarezza la copertina, legge brandelli di capitoli. Decide l'ordine di lettura; tu vai per primo, tu per ultimo perché voglio tenere il meglio alla fine e godermelo.
E poi arriva il suo turno. Sorridendo porge la tessera, la sua tessera, quel rettangolino di plastica logora che le da' libero accesso a infiniti mondi. Meglio di qualsiasi vip-pass.
Mette i libri in borsa con cura, in ordine, cercando di stropicciarli il meno possibile. Saluta felice, facendo le fusa al pensiero del bottino che cela nella borsa. Scende la scalinata di fretta senza voltarsi, certi addii sono troppo dolorosi per essere protratti, meglio che siano più svelti possibile.
Ma questo non è un addio, dopotutto, è un arrivederci.
Ciao biblioteca, ci vediamo fra qualche giorno.

  
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