Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: thkoned    27/01/2014    5 recensioni
[LOUIS'S POV]
"Vieni qui"
Mi avvicinai al letto a baldacchino di Harry, impiantando il peso del mio corpo sul pavimento.
"Siediti"
Mi sedetti sul piumone del letto, con le mani conserte e chiuse in un unico pugno.
"Sai.. Sei davvero carino, oggi"
Si avvicinò a me, puntando il suo sguardo nel mio.
"Hai delle labbra davvero belle"
"Principe, si sente bene?"
"Mai sentito meglio"
***
"É questo il punto Harry! Tu non puoi essere amico di uno sporco schiavo!"
Abbassai lo sguardo, osservando la punta dei miei mocassini marroni e sistemandomi i capelli. Rialzai il viso, la regina era nella stessa posizione precedente, mentre Louis teneva lo sguardo basso. (...)
"Vattene! Meriti la tua punizione! Stasera niente cena! Vedremo quanto parlerai ancora così al principe quando morirai di fame!"
***
Avverto la sua erezione pulsare sulla mia coscia, si spinge verso di me, per sfregarla contro i miei calzoni. Sento il rumore metallico delle cinture che si colpiscono e vado in visibilio. (...)
***
"Harry"
"Sì, Louis?"
"Ti amo"
"Ti amo anch'io, Lou''
[ONE-SHOT AU, AMBIENTATA NEL 1820 || LARRY!]
Genere: Erotico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Melodies.
Love me forever?


 
18 Novembre 1920 05:32 p.m
 
Premeva lentamente i tasti di galalite con una mano, mentre con l’indice dell’altra seguiva le note dello spartito.
Avvicinò la seconda mano alla tastiera del pianoforte e continuò a suonare quella melodia, alzando ogni volta il viso verso il foglio pentagrammato.
Era da circa due mesi che aveva iniziato le sue lezioni giornaliere pomeridiane di pianoforte, insieme al suo insegnante personale.
Harry non amava gli strumenti, nessun tipo.
Poteva permettersi ogni tipo di attrezzo musicale, da quelli meno costosi a quelli a prezzo elevato, ma lui non amava la musica, era un semplice ragazzino che amava la bella vita, gli piaceva divertirsi con i suoi amici –quei pochi che si poteva permettere di avere; dato che i suoi genitori gli avevano imposto solo dei compagni di gioco a sangue blu- ma soprattutto amava vivere come una persona normale, non come ‘’il figlio del re’’

Sapeva che sarebbe diventato da un momento all’altro l’erede al trono quando suo padre sarebbe scomparso prossimamente a causa della collera che l'aveva colpito alcune settimane fa. Harry aveva paura e Louis lo sapeva, eccome.
Ogni notte, dall'altra parte della stanza, sentiva i suoi pianti e la sua paura. Forse era un po' esagerato da parte sua, un ragazzo forte e maturo, pronto a tutto, ma come farebbe un ragazzino di 17 anni a governare un intero regno?

"Hai bisogno di qualcosa, Louis?"

Disse Harry girando il capo verso di me e accennandomi un sorriso insieme al suo insegnante che fece lo stesso, squadrandomi dall' alto al basso soffermandosi sul mio povero abbigliamento.
Indossavo dei calzoni che mi arrivavano appena sotto al ginocchio, un maglietta sporca grande quattro volte me e dei mocassini marroni ai piedi.
Niente in confronto allo smocking del professore e all'abito di Harry lavato e stirato tutti i giorni da Maibelle, la donna delle pulizie.
L'abito doveva essere in condizioni perfette ogni mattina e sistemato sul letto prima del risveglio del principe, cosa che ero io a svolgere.

"Niente, mi scusi principe. Ecco il suo infuso di erbe"

"Le appoggi lì, grazie"

Impugnai con forza il vassoio, su cui erano sistemate le due tazze e le appoggiai sul tavolino di acero, proprio come aveva detto il principe. Uscii dalla stanza, chiudendo lentamente dietro di me la porta di legno bianca.

"Aspetta Louis!"

Mi girai e vidi Harry.
Teneva saldamente una delle due tazze con una mano destra e con l'altra teneva una zolletta di zucchero.

"C'è qualche problema, principe?"

"Smettila di chiamarmi "principe" comunque no, nessun problema. Volevo dirti solamente che odio questo the"

"Oh.. Mi scusi principe"

"Ancora? Chiamami Harry! Non ti devi scusare Louis, è buonissima, ma io odio questi intrighi di erbe e robe varie, quindi tieni"

Esclamò allungando le mani e guardandomi.

"Allora? Che aspetti? Tieni!"

"Harry, non posso"

"Sì che puoi!"

"La regina non vorrebbe, devo solo mangiare quello che mi ordina lei e non posso permettermi pasti extra oltre alla colazione e alla cena"

"Mia madre non è qui e consideralo come un regalo, va bene? Un regalo personale tra di noi, sei daccordo?"

"Non dovrei.."

"Dai! Forza!"

Mi avvicinai al principe, con passo lento e indecido. Allungai le mani verso le sue, sfiorando le sue dita e presi il cibo. Portando la tazza in una mano e sciogliendo lo zucchero nell'infuso.

"Grazie, Harry"

"Non c'è di che Louis, è il minimo che io possa fare per te, dopo tutto quello che fai per me e la mia famiglia. Mi dispiace.."

"Tranquillo"

 
***
 
19 Novembre 1920 6:55 a.m
 
Presi l'abito del principe dalle mani magre e raggrinzite di Maibelle. Stringendo il vestito tra le mie braccia a aspirando il profumo di limone che emanavano.
Salii i numerosi scalini e attraversai il lungo corridoio di carta da parati verde, arrivando alla porta di legno della camera di Harry.
Bussaii ed entrai nella stanza, cercando di fare meno rumore possibile. Non volevo svegliarlo. Presi l'abito e lo appoggiai sulle coperte del letto, sistemandolo per bene.
Mi avvicinai alla cassettiera bianca che si trovava proprio sotto alla finestra e aprii il piccolo cassetto superiore del comó, prendendo una piccola boccetta di profumo e spruzzandola per la stanza.
Cosa che facevo ogni mattina, volevo che il principe avesse un risveglio sereno e potevo permettermi di dedicarmi di piú a lui -dato che la regina mi aveva severamente impedito di aiutare lei e il re-

"Louis.."

Il principe era sveglio. Mi girai e lo osservai. I suoi corti ricci e sudati che cadevano lungo la fronte, i suoi occhi verdi e le sue labbra rosse e sottili, risaltavano sul suo viso magro, ma leggermente paffutello.

"Sì, principe?"

"Che stavi facendo?"

"Ehm.. Niente."

"Sicuro?"

"Certo"

"Vieni qui"

Mi avvicinai al letto a baldacchino di Harry, impiantando il peso del mio corpo sul pavimento.

"Siediti"

Mi sedetti sul piumone del letto, con le mani conserte e chiuse in un unico pugno.

"Sai.. Sei davvero carino, oggi"

Si avvicinò a me, puntando il suo sguardo nel mio.

"Hai delle labbra davvero belle"

"Principe, si sente bene?"

"Mai sentito meglio"

 
***
 
19 Novembre 1920 8:23 p.m
 
Presi i piatti preparati da George, lo chef della casa.
Oggi la cena era a base di minestra di verdure con prezzemolo e croccantini di pane, cosa che io potevo solamente sognare. I miei unici pasti erano una misera colazione a base di arance e una povera cena di latte e pane duro.
Entrai nella sala da pranzo, a lato del tavolo vi erano i guardiani della famiglia.
Harry si trovava a capo del tavolo, in cima a tutti.
Un modo per dimostrare la superiorità che avrebbe acquisito dopo la morte del re.

"Ecco a lei, principe"

Sistemai i piatti sul tavolo, partendo da Harry e finendo con lo zio della famiglia. Che era venuto insieme a sua figlia e sua moglie a far visita al fratello malato.

"I piatti sono stati assaggiati?"

"Sì, signora" Incrociai le braccia dietro alla schiena, ciondolando il busto come un bambino.

"Grazie mille, Louis"

"Prego, Harry"

La regina si alzó in piedi, sbattendo i palmi delle mani contro il tavolo e fulminandomi con lo sguardo.

"Tu! Come ti permetti di parlare così al principe?"

Indietreggiai, sbattendo contro il petto di una guardia di famiglia, che era sull'attenti.
Lui non si mosse di un millimetro, rimase immibole, come una statua di cera.

"Mamma, tranquilla. Io e lui siamo amici, è normale che mi chiami con il mio nome reale"

"É questo il punto Harry! Tu non puoi essere amico di uno sporco schiavo!"

Abbassai lo sguardo, osservando la punta dei miei mocassini marroni e sistemandomi i capelli.

Rialzai il viso, la regina era nella stessa posizione precedente, mentre Louis teneva lo sguardo basso. Il resto della famiglia osservava a bocca aperta lo sguardo della regina.

"Vattene! Meriti la tua punizione! Stasera niente cena! Vedremo quanto parlerai ancora così al principe quando morirai di fame!"

Camminai fino alla porta, adeguando il peso del mio corpo sui piedi e uscii.

 
***
 
20 Novembre 1920 0:17 a.m
 
Mi distesi sul mio piccolo letto, coprendomi con la coperta sottile -che non bastava a riscaldarmi-.
Appoggiai la testa sul cuscino, spostando le mani sotto di esso.

"Lou.."

Alzai il viso, guardandomi in giro, in cerca di qualcuno. Mi risistemai nel letto e chiusi delicatamente gli occhi.

"Lou.. Aprimi!"

"Harry?!"

"Sì, sono Harry! Aprimi!"

Mi alzai dal materasso e girai la chiave di rame nella serratura, facendola scattare varie volte.

"Ehi.." "Posso entrare?"

"Certo."

Mi spostai verso il muro, aprendo completamente la porta per permettergli l'accesso. Avanzó a passi veloci e si sedette sul mio letto, guardandosi attorno.

"Così tu dormi qui?"

"Sì"

"Oh.."

"Non è male, sai? A me piace"

"Mh"

Si alzó e si avvicinó a me, porgendomi una pagnotta dura e del latte

"Tieni. É per te"

"Cosa? Perchè?"

"Non hai mangiato. Così ti ho portato qualcosa. In cucina ho trovato solo questo"

"Tranquillo. Grazie mille, Harry"

Si avvicinó a me, mi allontanai da lui, camminando all'indietro mentre lui mi seguiva.

Toccai il muro che si trovava appoggiato alla mia schiena, con le mani. Avvicinó il suo viso al mio, facendo sfiorare i nostri nasi e le nostre labbra, che si premettero con dolcezza tra di loro.
Avverto la sua erezione pulsare sulla mia coscia, si spinge verso di me, per sfregarla contro i miei calzoni. Sento il rumore metallico delle cinture che si colpiscono e vado in visibilio. Non credo di essere mai stato così tanto eccitato in tutta la vita.
Appena sfioro la sua pelle sotto alla maglietta si lascia scappare un gemito e afferra con forza il mio fondoschiena con una mano, appoggiando l’avambraccio dell’altra al muro, all’altezza della mia testa. Scende lentamente lungo il mio collo, liberandosi in fretta dello stupido ostacolo di cotone che lo separa dalla mia pelle bollente. Continua a baciarmi con malizia, ma senza esagerare, credo che sospetti che questa sia la mia prima volta con un ragazzo.

"Harry!"

Ci staccammo subito.

"É mia madre! Devo andare, scusa"

Dice, girandosi verso la porta e incamminando verso essa.

"Harry"

 
"Sì, Louis?"

"Ti amo"

"Ti amo anch'io, Lou"


 

Ed eccomi qui, alla mia prima one-shot.
Ho molte cose da spiegare. 
Innanzitutto la storia è ambientata nel periodo della schiavitù in America -capirete che la storia non è in Inghilterra, ma bensì in America- che va dal 1750 al 1850. A quell'epoca l'america, non era divisa in regni -ovviamente- ma in colonie, ma ho voluto ambientarla nei regni, quindi immaginate che sia così, AHAHAHAHA.
Il titolo ''Melodies'' -che in italiano vuol dire 'melodie'- è riferito alle melodie che suona Harry al pianoforte, quindi ecco il motivo del titolo.
Vorrei sapere che ne pensate di questa one-shot, dato che a scriverla ci ho messo 2 settimane e 1 giorno contati, quindi, perfavore, lasciate una recensione (non un messaggio personale)
In questi giorni, ho avuto anche una nuova ispirazione per una fan-fiction Larry, così inizierò a scriverla e a postarla nelle prossime settimane. (Vi dico solamente che si riferirà ai tempi prima di X-factor)
Grazie mille per il supporto.
PER OGNI ERRORE DI BATTITURA, ECC CHE RISCONTRATE NELLA ONE-SHOT, SCRIVITEMI UN MESSAGGIO PERSONALE PER
AVVISARMI.
Spero che vi piaccia. Lo spero con tutto il cuore.


Twitter: @louscute
 
 
 
 
 
 
 
 
 


 
  
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: thkoned