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Autore: books addicted    27/01/2014    2 recensioni
"-Sei tornato.
Le lacrime velano i miei occhi e vedo solo i suoi occhi azzurri e il suo meraviglioso sorriso.
Ed è di nuovo lui.
È il mio ragazzo del pane.
-Si. E stavolta è per sempre."
OS ambientata poco prima dell'epilogo del Canto della Rivolta , quando Peeta sta per tornare/è appena tornato nel Distretto 12 e raccontata da Katniss in prima persona.
Spero vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate! c:
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Continuo a camminare nervosamente avanti e dietro per la stazione.
Il treno dovrebbe arrivare a minuti.
Katniss, è solo Peeta. Calmati.
Il cuore sembra quasi volermi uscire dal petto e non riesco a contenere quel misto di gioia e di paura che trattengo da quando stamattina Haymitch è entrato in casa mia per avvisarmi.
“Oggi torna Peeta, dolcezza.”
Quelle parole mi hanno colpito come uno schiaffo in pieno viso ed è da quel momento che mi sembra di impazzire con tutta quest’ansia che mi sta distruggendo.
-Eccola qui, la Ragazza di Fuoco, che dopo due Arene e una rivoluzione, sta tremando come una foglia perché torna il suo fidanzato- sogghigna Haymitch, seduto su una panchina con la testa poggiata stancamente al muro.
I miei occhi si assottigliano ed ho voglia di azzittire quella risatina con un bel pugno.
So che sta scherzando e che, in realtà, è preoccupato almeno quanto me e cerca solo di smorzare la tensione. Ma non lo sopporto comunque.
-Non. È. Il. Mio. Fidanzato- faccio attenzione a scandire bene ogni parola e a iniettare le mie parole di quanta più acidità possibile.
Per tutta risposta lui prese a ridere più forte.
Ora lo prendo a calci, se non la smette.
Devo smetterla di essere nervosa. È semplicemente Peeta.
No. Non è semplicemente Peeta. Proprio perché è lui sono talmente nervosa.
In realtà sono completamente terrorizzata. Non lo vedo da almeno un paio di mesi. E ho un disperato bisogno di lui. Delle sue braccia che mi stringevano sempre nella notte e facevano andar via tutti gli incubi. Della sua voce che mi sussurrava che sarebbe andato tutto bene. Ho bisogno di Peeta.
Non del Peeta depistato, torturato, che mi odiava.
Io voglio indietro il mio Peeta. Quello che mi amava e che era capace di regalarmi un sorriso anche nei momenti peggiori.
Ma probabilmente lui mi considera un ibrido, un’assassina. E non ha tutti i torti.
Continuo a svegliarmi con i sensi di colpa che mi attanagliano il petto, e rivedo l'immagine di Prim che diventa una torcia umana, o quella di Finnick dilaniato dagli alligatori, o ancora quella di Rue con la lancia conficcata nell'addome mi appaiono nella testa e il dolore è troppo. Troppo per essere sopportato da una sola persona.
Tutta gente che è morta per me. Tutta gente che era pronta a sacrificarsi per me e a dare la propria vita per me.
A volte me lo chiedo. Mi chiedo cosa ci faccia io qui. Cosa abbia fatto per meritarmi di essere ancora su questa terra. In un Distretto, che non mi appartiene più. In una casa che sprizza ricordi dolorosi da ogni punto. 
La risata leggera di Prim aleggia silenziosa nelle stanze. Il profumo del pane di Peeta ancora si può sentire per strada, sebbene lui non ci sia. I boschi sono impregnati di me e Gale.
Tutte sensazioni che mi appartengono e che fanno parte di un altro mondo. Una dimensione a cui purtroppo io non appartengo più.
Ed è per questo che ho un disperato bisogno di lui. Del mio ragazzo del pane.
Vedo Haymitch alzarsi e avvicinarsi ai binari.
Le mie mani iniziano a tremare.
È arrivato.
-Katniss- mi ammonisce lui. Annuisco impercettibilmente, vedo un treno avvicinarsi e riesco solo a concentrarmi sull’arancione che tinge il cielo del tramonto. Quello che piace tanto a Peeta.
Il treno si afferma e per un momento il tempo sembra congelarsi. Sento i battiti del mio cuore accelerare.
Mi sento debole, sciocca.
È Peeta.
Poi lo vedo. Ha una grossa valigia in mano e uno sguardo accigliato. Si guarda intorno e cerca con gli occhi un viso familiare.
-Peeta!- urlo, proprio come feci ai primi Giochi quando urlai il suo nome in mezzo alla foresta.
Lui si volta improvvisamente verso di noi ed Haymitch mi lancia un’occhiata preoccupata.
Ci avviciniamo e noto che il volto di Peeta è illuminato da un sorriso. Ma sta guardando Haymitch.
-Finalmente, ragazzo! Come stai? Ti trovo in forma!- dice dandogli una pacca sulla spalla.
-Si, il Dottor Aurelius non mi ha fatto mancare proprio nulla- risponde lui.
La sua voce è come una pugnalata al cuore.
Tento di liberarmi dall’ansia e il mio cervello non riesce a formulare un pensiero coerente.
Li ascolto mentre scherzano sul possibile parrucchino del Dottore Aurelius.
Continuo a fissarlo e penso che ancora non l’ho nemmeno salutato.
A un tratto si volta e sui suoi occhi passa un’ombra improvvisa.
No Peeta, per favore. Per favore. Non lo fare.
Il mio cuore si blocca per un secondo.
Poi mi sorride. E tutte le mie preoccupazioni, le mie paure, ogni cosa è cancellata all’improvviso da quel sorriso.
Non aspettavo altro.
Gli getto le braccia al collo e le lacrime iniziano a rigarmi le guance.
Lui sembra quasi sorpreso, ma poi mi stringe in un abbraccio e io capisco. Capisco perché mi sentissi così fuori posto, qui al Distretto.
È questa casa mia. Sono le sue braccia.
-Mi sei mancato- sussurro più a me stessa che a lui.
-Beh, ehm.. io vado a portare la valigia di là- borbotta Haymitch insieme a qualche altra parola incomprensibile e si allontana portando con sé il bagaglio a mano di Peeta.
Mi sciolgo dall’abbraccio e passo velocemente una mano sugli occhi per asciugarmi le lacrime.
-Guarda c’è il tramonto, Peeta- mormoro senza smettere di fissarlo.
I miei occhi continuano a cercare i suoi, quasi come se potesse svanire da un momento all’altro.
-E’ bellissimo- risponde voltandosi verso di esso. Lo vedo rilassarsi e chiudere gli occhi per assaporare quegli ultimi raggi di sole.
Poi ritorna a guardarmi e mi prende una mano, con quella sua dolcezza infinita e quell’aria tenera.
E la consapevolezza mi investe.
-Sei tornato.
Le lacrime velano nuovamente i miei occhi e vedo solo i suoi occhi azzurri e il suo meraviglioso sorriso.
Ed è di nuovo lui.
È il mio ragazzo del pane.
-Si. E stavolta è per sempre.
E in quel momento, rivedo la speranza. Quella che sembrava avermi abbandonato per sempre, che sembrava ormai sepolta insieme a tutte le vittime di questa guerra insensata.
Ritorna con lui.
È in quegli occhi cristallini.
In quel sorriso dolce e rassicurante.
Siamo solo noi, le nostre parole non dette, il nostro carico di dolore.
Ma noi.
Con il sole al nostro fianco che tramonta e le nostre mani intrecciate, che sembrano essere state fatte le une per le altre.
Semplicemente noi.







Nda:
Ciao a tutti C:
Innanzitutto grazie di essere arrivati in fondo a questa storia lol l'ho scritta di getto stasera e se avessi continuato a rileggerla non ne sarei mai uscita, quindi ho deciso di pubblicare! Ho paura di essere un pò uscita fuori dai caratteri dei veri e propri personaggi, ma spero di essere riuscita a renderli al meglio. Inoltre ho preferito concentrarmi più sul prima che Peeta tornasse per poter analizzare meglio i pensieri di Katniss quindi mi scuso se l'incontro è stato un pò breve ahahah
Bene, spero di aver detto tutto e spero, soprattutto, che vi sia piaciuta.
Fatemi sapere, mi piacerebbe sapere che ne pensate uu
Chiedo scusa per eventuali errori, alla prossima <3
  
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