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Autore: PostBlue    28/01/2014    1 recensioni
Let's pretend we never met.
Let's pretend we're on our own.
We'll live different lives.
Until our cover's blown
EDITORS – The Racing Rats
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo | Coppie: Brian.M/Matthew.B
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Molko, mi stai evitando?
- Bellamy, ridimensiona il tuo ego, sto solo uscendo a fumare.
- Ti accompagno.
- Ma tu non fumi.
- Ho voglia di una boccata d'aria.
- Ma si gela.
- Senti, ma ti do fastidio?
- Vuoi veramente che ti risponda?
- Vaffanculo, cammina.
 
Porte che sbattono. Buio che investe. Labbra. Fiamma. Azzurro che diventa grigio. Persone che scendono da un palco e ritornano a terra.
 
- Davvero, Brian...
- Davvero cosa?
- Perché mi eviti?
- Non ti evito.
- Non rispondi al telefono, non rispondi ai messaggi. Improvvisamente sei sempre impegnato con tuo figlio. Vuoi diventare padre dell'anno?
- -----
- Brian?
- mh
- Hai intenzione di rispondere qualcosa?
- "Fottiti" vale come risposta?
- Se proprio non ti viene in mente niente di più originale...
- -----
 
Matt si avvicina e infila una mano nella tasca del cappotto di Brian. Sente le sue dita calde. Ha sempre le mani calde, anche quando fa freddo. Anche se non porta i guanti.
Una frazione di secondo.
Poi Brian sfila bruscamente la sua mano dalla tasca e si allontana. Insofferente.
 
- Brian...
- Matt, piantala!
- Ma si può sapere che cazzo ti prende?
- Niente. Solo...
- Solo....?
- ...forse è meglio se non ci vediamo per un po'.
- -----
- -----
- Ma ti sei rincoglionito? E perché?
- Ho bisogno di tempo.
- E per cosa, scusa?
 
Brian sospira. Si accende un'altra sigaretta col mozzicone della precedente. Si muove a caso nello spazio del parcheggio sul retro del locale. Entra ed esce dal cono di luce del lampione.
 
Matt non capisce. E' un po' ubriaco e non prende del tutto sul serio le parole di Brian. Non hanno senso. E' passata solo una settimana dall'ultima volta che sono usciti insieme da soli. E' andato tutto bene. Non è successo niente nel mezzo. Non che lui sappia, almeno.
 
Brian non riesce a pensare. Gli capita sempre più spesso ormai. Si sente soffocare. Le sue parole sono quelle di Matt. La voce nella sua testa è quella di Matt. I suoi gesti sono quelli di Matt. Non riesce a stare per più di mezz'ora senza controllare il telefono. Sente che sta perdendo il controllo.
 
Matt vorrebbe fare quello che fa di solito. Vorrebbe scoppiare a ridere, sdrammatizzare. Vorrebbe prendere per il culo Brian per le sue continue paranoie. Perché prende tutto troppo sul serio. Ma c'è qualcosa che lo blocca. Forse il tono di Brian. Forse il modo in cui si muove. A scatti. Forse solo un primitivo istinto che lo avverte del pericolo. Che gli fa fiutare la paura di Brian. Quella di un animale braccato.
 
Brian ha cercato di evitare questa situazione con tutte le sue forze. Ha passato l'ultima settimana cercando di fare finta di niente. Cercando di ignorare Matt. Di ignorare il fatto che non aveva voglia di fare niente, se poi non poteva scrivergli un messaggio inutile per raccontarglielo. Brian non vuole essere lì, in quel momento. Con quelle parole nell'aria. Con quello che si portano dietro.
 
Matt non vuole essere lì, in quel momento. Con quelle parole nell'aria. Con quello che sta per arrivare. Doveva aspettarselo. Arriva sempre. Non sa perché ma è inevitabile. C'è sempre un momento in cui l'equilibrio si spezza. In cui la bolla esplode e non basta più stare insieme. In cui uno dei due deve complicare tutto. Vaffanculo. Per qualche ragione che non saprebbe neanche spiegare aveva pensato che con Brian potesse essere diverso. Ma non è sempre quello il momento in cui si rimane fottuti? Il punto in cui si cade?
 
Brian si vede e si ascolta come dall'esterno. Se qualcuno glielo chiedesse non saprebbe davvero dire perché si sta comportando così. Non è cambiato niente. E' cambiato tutto.
Il cellulare di Matt staccato. Il numero di casa. La voce di Kate che risponde. Come se lei avesse cominciato ad esistere in quel momento. Come se il suo fantasma fosse diventato improvvisamente reale.
Brian si rende conto della stupidità della cosa e si conosce abbastanza per concedersi il beneficio del dubbio.
Brian e le sue vie di fuga.
Brian e le sue bugie. Spesse come l'eye-liner davanti allo specchio.
Cattive come i suoi occhi in quelle fotografie rubate.
 
Matt capisce prima di voler capire.
Matt e la sua disonestà.
Matt e la sua eterna parte da bambino. Così comoda. Così accogliente.
Matt che per un momento non riesce a far finta di non ricordare il momento preciso in cui si era reso conto che tutto questo sarebbe arrivato.
 
Brian e io così non ce la faccio.
Matt e cosa vuoi ancora da me.
Brian e non voglio doverti dividere.
Matt e sei solo una cazzo di ragazzina viziata.
Brian e il suo ego.
Matt e il suo entusiasmo ridicolo.
Brian e Matt e la loro immaturità.
Matt e Brian e le loro voci spezzate.
 
- Brian, cazzo, guardami!
- -----
- Guardami negli occhi e dillo un'altra volta! Dimmi che sei davvero convinto di quello che dici. Che sei davvero convinto che sia meglio. Che davvero preferisci buttare via tutto quello che abbiamo solo perché non riesci a dargli un nome. Solo perché non puoi appiccicarci sopra una bella etichetta e dire a tutti, ecco, questo è il mio fidanzato. Proprio tu...cazzo.
 
Brian e le parole che non possono più essere cancellate.
Matt e le porte che cominciano a chiudersi.
Brian che non farà più niente per salvarli, anche se lo vorrebbe.
Matt che non farà più niente per salvarli, anche se lo vorrebbe.
Brian e Matt e il desiderio di ferire, come se potesse alleviare il dolore.
Matt e Brian e quello che si fa per sopravvivere.
Matt e avresti potuto avere tutto.
Brian e io volevo solo te.
 
Restano abbracciati per un tempo infinito che non è altro che un minuto.
E non sono niente.
Non sono nient'altro che due ragazzi in piedi in un cortile stretto e male illuminato.
Incapaci di muoversi.
Incapaci di staccarsi.
Incapaci di sopportare ancora la presenza fisica dell'altro.
Non sono altro che due ragazzi come tutti gli altri.
Schiacciati dall'incolmabile distanza tra quello che sono e quello che credono di dover volere.
Dall'incapacità di accettare una cosa senza un nome.
Non sono niente.
 
- Brian...
- mmh
- Brian, devo andare. Mi stanno aspettando.
- Lo so.
- Mi chiami?
- Sì.
 
Brian guarda la schiena di Matt sparire dentro il locale e quasi non si rende conto di avergli mentito per la prima volta.

Let's pretend we never met.
Let's pretend we're on our own.
We'll live different lives.
Until our cover's blown
 
EDITORS – The Racing Rats


NOTA DELL'AUTRICE
Ok. Lo so. Non dovrei scrivere quando sono incazzata perché poi vedete cosa succede. Tendo a massacrare quei poveretti. Non è colpa loro. Loro non ne sanno niente. Sono totalmente miei e in balia del mio squilibrio mentale. 
PB
 
   
 
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