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Autore: Sarugaki145    28/01/2014    3 recensioni
Era rimasto l'ombra del grand'uomo che era stato, limitandosi ad esistere in un mondo che non sentiva proprio.
E quando urlava il suo nome per venire a salvarlo rispondeva solo l'eco della sua stessa voce.
Ispirato alla canzone Echo di Jason Walker.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kuchiki Rukia, Kurosaki Ichigo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Echo.

 

-Jason Walker

 

 

Hello, hello
Anybody out there?
'Cause I don't hear a sound
Alone, alone
I don't really know where the world is but I miss it now.

Un’ombra.

Si era ridotto un’ombra del grand’uomo che era stato in quel ultimo periodo.

Le guance erano scavate, facendo risaltare gli zigomi, gli occhi infossati e spenti con due profonde occhiaie che lasciavano intendere la quasi totale mancanza di sonno.

Gli occhi non possedevano più quella scintilla che li aveva sempre caratterizzati, come se avessero perso il combustibile che li faceva ardere, rendendoli pallidi, quasi vitrei.

Anche i capelli, che erano sempre stati di un arancione acceso che saltava agli occhi di tutti, si sembrava scolorito, quasi come se il sole avesse smesso di illuminarli.

Qualcuno affermava anche che fossero castano chiaro, non più arancioni.

Il colorito del volto era pallido, non passando più gran parte delle giornate all’aria aperta, forse anche un po’ malaticcio.

Una corta barba ispida incorniciava le guance, mettendo in evidenza come non fosse più quel ragazzino di sedici anni, ma come ormai i vent’anni erano arrivati.

Si limitava ad andare all’università e tornare a casa, dove passava infinite ore sdraiato sul letto, fissando il soffitto bianco, opaco, dove il suo sguardo si perdeva spaziando in quella superficie e la sua mente si riempiva di ricordi appannati, che qualche volta si convinceva fossero sogni.

Non alzava mai gli occhi quando girava per la città, per paura che quanto vedesse avrebbe potuto fargli male, facendogli capire tutto quello che aveva perso quel giorno.

Buttandogli ancora in faccia la dura realtà.

Non aveva più quello sguardo fiero che l’aveva caratterizzato, ora era un vigliacco.

Non guardava il mondo attorno a se perché aveva paura di non vedere ciò che lo faceva sentire unico.

Non alzava lo sguardo perché sapeva che non ci sarebbero stati quei due occhi ad aspettarlo.

 

I'm out on the edge and I'm screaming my name
Like a fool at the top of my lungs
Sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright
But it's never enough
Cause my echo, echo
Is the only voice coming back
My shadow, shadow
Is the only friend that I have

Alzò gli occhi verso il cielo, osservando il sole rosso che scompariva dietro il profilo di alti palazzi in lontananza, mentre quel particolare colorito scarlatto si specchiava nel fiume ai suoi piedi, riempiendolo di riflessi dorati.

Una calma irreale invadeva la cittadina all’ora del tramonto, come se tutti corressero a casa per stringersi attorno ad un tavolo, per stare almeno qualche momento con le persone che amavano.

E in quel momento lui stava meglio.

Usciva di casa ed iniziava a correre sulle sponde del fiume, seguendone il corso finche` il sole non si tuffava dietro l’orizzonte e rimaneva il buio.

Si lasciò cadere sull’erba soffice, mentre l’acqua del canale scorreva lenta e silenziosa ai suoi piedi.

Chiuse gli occhi immaginandosi di essere altrove, di essere un'altra persona, di essere nel suo passato.

Per un attimo riusciva ad illudersi che tutto andasse bene mentre quel tocco delicato sotto di lui lo abbracciava. Quando però cercava di afferrarlo si rendeva conto che fosse solo l’erba e non una mano che lo stringeva.

Aprì gli occhi, tirando un pugno al terreno soffice, lasciando uscire dalle sue labbra un urlo straziante, roco, distrutto.

Le case erano ormai lontane e solo la sua ombra e le fabbriche immobili assistevano ogni sera a quello spettacolo di disperazione.

E, come ogni sera, fu solo l’eco del suo urlo a giungere alle sue orecchie.

 

 

Listen, listen
I would take a whisper if
That's all you have to give
But it isn't, isn't
You could come and save me
Try to chase it crazy right out of my head

 

Il tramonto era ormai passato da parecchio e lui sapeva che a casa le sue sorelle avrebbero iniziato a preoccuparsi della sua assenza.

Ma era diventato più egoista col passare del tempo e qualche volta si concedeva di ignorare la sua coscienza.

-Perché non mi rispondi?-

Domandò con un sussurro, appena percepibile alle sue orecchie, tornando a chiudere gli occhi per impedire alla sua sofferenza di sfociare.

Sospirò affranto, troppo orgoglioso per piangere un’altra volta, troppo stanco per versare altre lacrime inutili.

La disperazione però, come ogni sera lasciò il passo alla rabbia.

-Perché non mi rispondi?!-

Urlò nuovamente, alzandosi in piedi e iniziando a prendere a pugni l’aria attorno a lui.

-Perché non mi rispondi e non vieni a salvarmi maledetta?!-

Tuonò di nuovo, crollando poi sulle ginocchia e iniziando anche quella sera a piangere, mentre le nocche iniziavano a sanguinare per i colpi inferti al terreno.

Aveva bisogno di lei, di averla vicino in quel momento per impedirgli di fare scemate.

Aveva bisogno di lei per non perdersi di nuovo, aveva bisogno della sua bussola, non solo dell’eco della sua voce nella sua testa.

 

Listen, listen
I would take a whisper if
That's all you have to give
But it isn't, isn't
You could come and save me
Try to chase it crazy right out of my head

 

Si rialzò tremante, ben conscio che ormai Yuzu o Karin erano uscite a cercarlo, avvertendo probabilmente anche suo padre della sua assenza.

Si incamminò a lato della strada in silenzio, cercando di svuotare la testa da tutti i suoi pensieri per lasciarlo in pace almeno qualche istante.

Inciampò su una sporgenza del marciapiede e si ritrovò riverso a terra, con i gomiti e le ginocchia che bruciavano per la botta sull’asfalto sotto di lui.

Per un attimo dimenticò il dolore che provava nel petto e sentì solamente il dolore alle articolazioni, beandosi di quella situazione.

Immediatamente però tornò quella sensazione di vuoto che assorbì ogni suo pensiero, facendolo tornare alla realtà.

Si rialzò facendo pressione sulle braccia, tornando barcollante ad avanzare per la strada deserta.

Ormai il sole stava per scomparire dietro gli ultimi palazzi all’orizzonte e l’ombra che proiettava sul terreno era incredibilmente lunga.

Lui la osservò per qualche istante, ripensando a come Zangetsu fosse sempre restato al suo fianco come aveva fatto la sua ombra in tutti quegli anni.

Ora non riusciva a sentire neppure più la sua voce, dopo tutto l’allenamento che aveva fatto per riuscire a conversare con lui.

Era un altro amico perso dopo quegli avvenimenti, era un altro modo per sottolineare come ormai fosse rimasto solo.

Solo la sua ombra muta era l’unica amica.

 

I don't wanna be down and
I just wanna feel alive and
Get to see your face again once again
Just my echo, my shadow
You’re my only friend

 

Si ritrovò schiantato contro l’asfalto ruvido, dopo un volo in aria di qualche metro.

Non sentì il fragore dell’incidente, si ritrovò solamente più vicino al terreno, rendendosi conto che, come nella caduta precedente, si sentiva meglio.

Il vuoto che lo stava assorbendo da giorni venne messo a tacere da un dolore lancinante al corpo, mentre l’odore di sangue misto ad asfalto iniziava a penetrare prepotente nel suo naso.

Sentì lo stridere delle gomme e intravide l’auto che l’aveva appena investito in pieno allontanarsi di fretta, per sfuggire alle responsabilità di quell’incidente.

Voleva ridere lui, perché finalmente aveva trovato qualcuno vigliacco quanto lui, ma dalle sue labbra uscì solamente uno spruzzo di sangue e un colpo di tosse lo mise a tacere.

Il dolore a tutto il corpo iniziò ad arrivare più netto, espandendosi per le terminazioni nervose.

Cercò di mettersi in piedi ma le braccia non ressero lo sforzo, facendolo cadere nuovamente sull’asfalto.

Un lampione si accese dopo qualche scatto poco distante da lui, proiettando la sua ombra accanto al suo corpo.

Anche quella volta era la sua unica compagna.

 

I'm out on the edge and I'm screaming my name
Like a fool at the top of my lungs
Sometimes when I close my eyes I pretend I'm alright
But it's never enough
Cause my echo, echo
Oh my shadow, shadow

Furono delle gocce gelide a riportarlo alla realtà, facendolo uscire dall’agonia in cui era caduto.

Pioveva anche quel giorno, tanto tempo fa, quando lei se n’era andata per sempre.

Urlò il suo nome con tutte le sue forze, facendolo rimbombare nel nulla che lo circondava, mentre altro sangue usciva con dei colpi di tosse.

Stavano per lasciarlo anche le ultime forze e in quel momento non aveva rimpianti.

Aveva sognato più volte di andarsene in quell’ultimo periodo, quindi in questo momento la morte non lo spaventava.

In fondo, lui era morto il giorno in cui lei l’aveva abbandonato a quella vita di solitudine, quindi quel destino non lo spaventava per niente.

Avrebbe raggiunto le persone che amava, finalmente.

Chiuse gli occhi esausto, capendo che stava per succedere.

 

 

Hello, hello
Anybody out there?

 

Aprì gli occhi sofferente, per dare un ultimo addio a quel mondo a cui non aveva mai sentito di appartenere quando la vide.

I capelli neri scompigliati dal vento, i grandi occhi blu colmi di lacrime, mentre si mescolavano con la pioggia che continuava a cadere.

Lo guardò per qualche secondo, incrociando i suoi occhi ambrati.

-Stolto.-

Sussurrò lei abbassandosi e scostando qualche ciuffo arancione dalla fronte del ragazzo, accarezzandolo.

Lui non sentì più alcun dolore, ne quello fisico che lo stava torturando ne il vuoto dentro al suo cuore, solo il calore di quel tocco sulla sua pelle, mentre tutto tornava ad avere un senso.

Tutto stava tornando al suo posto.

-Stolto non dovevi arrivare a tanto per rivedermi un’ultima volta.-

Lo sgridò lei. Lui per tutta risposta sorrise, mentre gli occhi scintillavano come un tempo, pieni di vita.

-Rukia.-

Sussurrò un’ultima volta Ichigo Kurosaki prima di spirare.

 

 

 

*Angolo dell’autrice*

Allora..

Premetto che non so bene come mi sia venuta in mente questa fan fic e non sono neanche sicura che sia venuta bene..

Posso solo dire che la canzone “Echo” di Jason Walker è un capolavoro e vi consiglio di ascoltarla.

Ho collegato a come Ichigo si potesse essere sentito in un momento in cui è stato abbandonato da tutto quel mondo in cui è sempre vissuto, in un momento in cui non può più vedere Rukia e che quindi si è spento.

Avevo già fatto morire una volta Ichigo, quindi non è stato così atroce, anche perché la vedo molto come un nuovo inizio per lui questa volta.

Non so.. Spero almeno di non avervi tediato!

E si.. I’m back! ;)

Baciii

 

  
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