Storie originali > Favola
Ricorda la storia  |      
Autore: _Angelica__    28/01/2014    1 recensioni
Favola notturna nata da un sogno
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Once upon a dream…

                                                       “I know you, I walked with you once upon a dream
                                                       I know you, the gleam in your eyes is so familiar a gleam
                                                      Yet I know it’s true that visions are seldom all they seem
                                                       But if I know you, I know what you’ll do
                                                       You’ll love me at once, the way you did once upon a dream

I passi erano sempre gli stessi: lenti, decisi. Guardava sotto di sé con la stessa curiosità di sempre, gli umani si riposavano al sicuro nelle loro case, le città si illuminavano e i rumori del giorno cominciavano piano piano ad affievolirsi. Il manto infinito della giovane oscurava il cielo, lei camminava e portava le tenebre, aveva visto gli esseri umani crescere, morire, evolversi. Aveva ammirato l’amore e temuto la morte, aveva cercato di capire la paura e la gioia nonostante fossero ancora un mistero per lei, ma a volte notava che lo erano anche per gli umani. Il disprezzo lo aveva sempre provato, dai primordi della sua esistenza: gli esseri umani non erano ancora maturati, il pensiero era tra l’animale e l’umano. Lei portava le tenebre, ogni cosa diventava nera al suo passaggio, la paura e il terrore riempivano gli animi umani. Pregavano la luce di tornare presto, odiavano il buio, era come la morte per loro. La giovane viaggiatrice del cielo non lo faceva con cattiveria, era la sua natura. In uno dei tanti viaggi fece una scoperta incredibile: nel suo percorso era particolarmente triste, disprezzata e odiata, si sentiva più sola di quanto già non fosse. D’un tratto sentì i suoi grandi occhi inumidirsi, di primo acchito si spaventò, pensò che i suoi occhi si stessero sciogliendo, ma goccia dopo goccia, lacrima dopo lacrima si sentì meglio, soprattutto quando si rese conto che le sue lacrime erano piccole gocce di luce. Lasciò scie di lacrime ad ogni suo cammino, per illuminare le tenebre che il suo mantello creava. Per secoli illuminò, per secoli pianse, ma ne valeva la pena; gli umani erano affascinati dalle sue gocce di luce che cominciarono a chiamare stelle. Anche in quel preciso momento stava piangendo, ma con gioia, forse era quello il termine corretto? Stava veramente provando gioia? Dopo così tanto tempo gli esseri umani avevano imparato ad apprezzarla, le avevano persino dato un nome.

Notte continuò il suo percorso, camminando sul cielo di quella sfera che tanto amava.

Spazio Autrice: Grazie per aver letto la mia storia! Per il racconto ho preso spunto da un sogno che ho fatto poco tempo fa, mi dispiace se non è risultato chiaro, spero di avervi trasmesso un po' della magia del mio sogno....

Spero vi sia piaciuta e spero di leggere vostri commenti (anche negativi naturalmente). 

A presto

Angelica

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Favola / Vai alla pagina dell'autore: _Angelica__