Pensieri
Di Un Kappa
Finalmente
l’anomalia del
Tougenkyou era stata risolta, noi quattro eravamo tornati a est e
avevamo
deciso di vivere tutti insieme al tempio di Cho’An.
Il
tuo carattere era
decisamente migliorato: avevi cominciato ad aprirti di più,
almeno con noi tre.
Non ci consideravi
più i tuoi servi, ma
i tuoi amici ai quali hai confessato la tua paura di perdere qualcuno o
qualcosa di grande importanza per te e soffrirci troppo.
Ora
riesci perfino a
sorridere! Non un ghigno, non un
sorriso ipocrita, ma un sincero e splendido sorriso che illumina e con
la sua
luce colpisce chiunque lo guardi, come un vero sole d’estate.
Quando
ti vedo felice sento
che potrei toccare il cielo con un dito, ma quando sorridi al demone
dagli
occhi di giada c’è un bagliore diverso nelle tue
iridi ametista e il mio cuore
si ferma per un istante.
Sento
freddo, sto bene con
te, ma quando c’è lui capisco che la mia presenza
non è gradita e mi rinchiudo
nella mia stanza.
Ora
è uno di quei momenti
tristi dove rivedo vecchi ricordi passati, come quando mia madre mi
picchiava e
poi si chiudeva in camera con mio fratello. Io dalla mia stanza sentivo
tutti
gli spasmi e le grida del loro vergognoso atto e piangendo, cercavo di
affogare
la mia tristezza e la mia solitudine nell’aree intriso del
fumo della mia
sigaretta…spero solo di non ripercorrere quei momenti
sentendo l’amore che si
consuma tra te, mio sole, e lui, mio migliore amico e fedele compagno,
nella
stanza accanto alla mia.
Sento
dei passi fuori dalla
porta e riemergo dai miei infausti pensieri:passi leggeri, calcolati,
come un
felino che si avvicina alla preda… Eh sì,
dimenticavo che hai ancora
l’abitudine di muoverti silenziosamente come un assassino
quale sei… La tua
eleganza e sinuosità mi hanno sempre affascinato.
Sento
la porta della mia
camera che si apre ed emergi tu, creatura semidivina, con un vassoio in
mano e
sopra la cena…Mi sento lusingato, non l’hai mai
fatto a nessuno il servizio in
camera…Mi cerchi nell’oscurità della
mia stanza con i tuoi occhi lilla da leonessa
e quando mi scorgi nel mio angolo più in ombra, mi saluti
con un sorriso. Non
sono abituato a questa tua nuova consuetudine che una volta era un
evento più
unico che raro…io ti rispondo con un cenno della testa.
Ti
avvicini al tavolo su cui
sono seduto e ti adagi di fianco a me porgendomi il vassoio. Io ti
ringrazio e
comincio a mangiare sotto il tuo sguardo che mi mette in soggezione(e
chi non
metteresti in soggezione!).
Smetto
un attimo di
fagocitare e ti guardo…Ti chiedo se hai mangiato e tu mi
rispondi di no.
-
Non va bene!devi mangiare,
altrimenti rischi di scomparire! - Ti dico con un sorriso malizioso, si
vede
che sei un monaco buddista: sempre dedito al sacrificio del corpo, ma
credo che
per te sia un abitudine più che un digiuno
voluto…questa vita da bonzo di alto
rango, in fondo, non l’hai scelta tu.
Mi
guardi con quel tuo
sguardo accusatore con cui eri solito ghiacciare la mia voglia di
azzuffarmi
con la scimmia, ma invece di colpirmi col tuo harisen, ti volti a
guardare la
luna con un sorriso beffardo dicendo: - Tsk! Ti preoccupi per me,
Kappa, quando
quello che soffre di più sei tu! Sembri la
scimmia…! - Quasi,
quasi mi ingozzo a sentire ciò che hai
appena sussurrato nell’oscurità di questa stanza
con un tono così dolce da far
rabbrividire. Mi giro e poso i mie sporchi occhi su di te: non hai
distolto lo
sguardo nemmeno per un attimo dalla finestra con ancora quel sorrisetto
ambiguo
dipinto sul viso, ma adesso una vena di malinconia incrina la tua finta
serenità…Lo so che la luna è
opprimente per te perché ti ricorda il tuo amato
maestro. Il tuo magnifico corpo è avvolto dalla luce lunare
come se Komyo Sanzo
in persona ti stesse abbracciando.
Mi
accendo un’altra sigaretta
e, stravaccandomi ancora di più sul tavolo, ti dico: - Mah!
Cosa te lo fa
pensare? - Ti giri
verso di me, ora nei
tuoi occhi scorgo tristezza, le tue magnifiche labbra si schiudono: -
Scusami
Gojyo… - poi
un attimo dopo, senza
sapere come hai fatto, ti ritrovo avvinghiato al mio petto con
espressione
imbronciata….Sei così carino! - Non dire mai
più scusa a nessuno, neanche a me!
- Ti sussurro. Sento la tua presa farsi più forte intorno al
mio costato e i l
tuo caldo respiro farsi largo fra le fibre dei vestiti fino alla mia
pelle. - Tra
me e Hakkai non c’è niente, l’unica
persona con cui voglio stare sei tu,
stupido ragazzo! Io ti amo! - Questa tua ultima frase mi ha sollevato e
sconvolto insieme:è bello sapere che tra te e il mio compare
non c’è niente,
ma…tu che mi dici “ti
amo”…vuoi proprio farmi prendere un infarto!
Comunque,
questa è davvero una lieta notizia. Ti alzi e cerchi una
posizione più comoda
tra le mie gambe, appoggi il tuo viso sul mio petto. Io immergo le dita
nei
tuoi capelli dorati, spengo la sigaretta, e crolliamo entrambi tra le
braccia
di Morfeo. Da questa notte sento che le nostre vita prenderanno un
risvolto più
sereno; non mi interessa quali insidie ci riserverà il
futuro, a me basta che
ci sia tu accanto a me, farei di tutto pur di veder brillare quel
sorriso
sincero sulle tue labbra che ti era stato negato da più di
dieci anni di
prigionia dentro testesso, anche donare la mia insulsa vita da randagio.
Non
voglio più vedere quel
pianto senza lacrime dipinto sul tuo volto. Ridi,
ridi per me, mio dolce Sanzo, ti
proteggerò per sempre…Ti amo…Non ti
lascerò più solo…