Fumetti/Cartoni americani > Scooby-Doo
Segui la storia  |       
Autore: CottonCandyGlob    29/01/2014    1 recensioni
Anni di misteri, scorribande e viaggi in giro per il mondo... Finalmente anche i membri della Mystery Inc. hanno ottenuto una vita "normale": Fred e Daphne si sono sposati, e Velma e Shaggy hanno rivalutato la loro relazione, pronunciando anche loro il grande sì. Ma quando i loro figli, si trovano nei guai, i detective sono costretti a tornare in azione nell'isola degli spettri, Spooky Island, che sembra nascondere ancora molti segreti. E' solo un banale scherzo del destino che i loro primogeniti siano due coppie di gemelli?
Per scoprirlo basta seguire le avventure di Chris, Meg, Josh, Lily e l'insostituibile Scooby-Doo che tireranno fuori dal loro DNA la impareggiabile passione per i misteri e abilità di cacciarsi nei guai!
Mia prima fanfiction, un po' ingenua e adolescenziale, che mi ha tirato fuori da un brutto periodo (e rimane qui a mo' di monito personale)
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Meg continuava a fissare con una smorfia le sue patatine. Non aveva niente fame e se lei non aveva fame, sapeva di fare un piacere a se stessa nel rimanere a digiuno e anche alla sua migliore amica, lasciando intatto il pranzo.  Già, il pranzo , quell'inutile ora e mezza in cui si sta fermi ad un tavolo a mangiare e parlare. Si potevano fare mille cose in quell'arco di tempo, eppure lo spazio era solo quello: un tavolo, cinque sedie e discorsi che si attaccavano per parole dette a vanvera l'uno dopo l'altra.
-Sicura che non le vuoi ?-gli occhi di Lily divoravano di attimo in attimo quel che aveva nel piatto.
-Tieni, oggi non credo di essere abbastanza soddisfatta per mangiare...
-Oh, e cos'è che ti fa sentire così male ?-diceva disinvolta la ragazza mentre trascinava con aria innocente le patatine di fronte a sè.
-Boh, direi niente..... Ma Lily, un po’ di logica! Oggi è il primo giorno di scuola....il peggiore di tutti.
-Perchè deve essere il peggiore? Cioè, voglio dire, sei seduta a un tavolo con la tua migliore amica, tutti ti guardano e tra poco tornerai ad essere la presidentessa del Drama Club.... Una vita migliore di questa!
-È questo il punto...quando iniziano le attività extrascolastiche ? Un mese! Trenta giorni di interrogazioni, esami, voti e giornate stremanti di scuola senza neanche provare il piacere di preparare la recita scolastica. E come se non bastasse, mi vogliono fuori dal club.
-Accidenti, cosa hai combinato?
-Non saprei. Dicono che mi atteggio troppo e voglio avere sempre il comando di tutto, che persone insolenti...
-Sì giusto, chi mai potrebbe biasimarti!- diceva Lily con un sorrisetto ironico mentre si portava alla bocca la cannuccia.
-Ah, bene , se la pensi così, potrei anche riavere le mie patatine!-anche Meg si era messa a ridere.
-Neanche per sogno! Un regalo è un regalo!
-Facciamo a metà?
-...sì....ma sei proprio sicura sicura sicura di avere di nuovo fame?
La frase finì, e quando Lily alzò gli occhi dalla disperazione per aver ottenuto solo un mezzo del piatto, si scontrò nello sguardo severo di un uomo alla soglia della mensa.
-Sai chi è quello lì?
      -Non ne ho idea, però ha una faccia che mette i brividi. Sembra il figlio della signora Duhnee.
-Perchè, ha un figlio?
-No una figlia, ma se avesse avuto un maschio di certo non avrebbe avuto che quello sguardo orrendo.
L'uomo continuava a ruotare la testa ai quattro angoli della sala, come se stesse cercando qualcosa, in realtà non guardava proprio nulla. Non cambiava espressione a nessuno scatto della testa, nè sbatteva le palpebre. In quello stato di perenne turbamento, la figura venne colpita da una spallata.
-Mi scusi....Non l'avevo vista.
-Non mi avevi visto? Fai anche lo sbruffone, allora?
-No, no assolutamente. Le stavo solo precisando che...
-Non c'è niente da precisare. I fatti sono chiari, tu, moscerino, mi devi delle scuse.
-Veramente io le mie scuse le ho già fatte...
-Beh, credo che allora dovessi parlare più forte, data la voce da femminuccia che hai...
-Invece lei dovrebbe imparare al parlare, non si dice "dovessi" ma "dovresti".
-Ah, ho capito il genere di studente che sei...il tipico nerd cervellone che tutti i professori amano. Ma io non tollero questo atteggiamento di scherno!- e aggrottava minaccioso le sopracciglia.
-Ok, stop stop. Fermatevi per favore. Non c'è il caso di agitarsi.-Chris sapeva prendere in mano le situazioni con una calma infinita.-Sono sicuro che possiamo risolvere questa situazione senza problemi.
-No, per favore, levati di mezzo, sto parlando con lo sfigato.
-Mi ascolti, si calmi. Il mio amico non voleva certo ferirla, tantomeno colpirla, è stata una svista, tutto qui. Scommetto che lei con il fisico che dimostra ne abbia ricevute di spallate, anche più forti....
-Ehi, giocatore di football, vero?
Chris si sentì in paradiso. Non vedeva l'ora di spiegargli tutto.
-Certo, sono il quarterback dei Cougars.
-Wow, estasiato di fare la tua conoscenza. Aspetta, sei Christopher Jones, il ragazzo che ha strappato la vittoria alla finale dello scorso anno?
Annuì come non aveva mai fatto in vita sua, sorrise come non aveva mai fatto in vita sua.
Meg e Lily erano passate ad argomenti più insoliti dopo l'occhiataccia dell'uomo misterioso, ma non smettevano di osservare in lontananza, senza poter sentir nulla, l'incontro dei loro fratelli sulla soglia della mensa. Per qualche istante entrambe pensarono di sognare: Meg si pizzicò le braccia per sentire di essere sveglia, Lily si buttò la gazzosa direttamente in faccia. Eppure la scena rimaneva sempre lì.
Passarono dieci interminabili minuti prima che le ragazze alzassero la testa appoggiata al tavolo, e lì vedessero lì, finalmente seduti. Nessuno azzardò parlare, venivano lanciate solo occhiate al proprio fratello, incitandolo ad aprir bocca.
~☆~
Le lezioni ricominciavano al pomeriggio, che era inesorabilmente uguale al mattino, solo più corto, con meno luce e la digestione ancora in corso. Il primo giorno di un nuovo anno ci si aspettava che questa storia cambiasse, ma ancora una volta, delusione. Ma se le delusioni non erano apprezzate, le sorprese non si fecero attendere.
Proprio la signorina Makkurtle, la più apprezzata e amata professoressa di letteratura che potesse esservi assegnata, era entrata in maternità quell'estate senza preavviso. Le sue lezioni erano state cancellate di tutta fretta e riparate con insegnanti liberi. Immaginatevi dunque il trauma, quando la classe dei ragazzi venne affidata al professore di educazione fisica, Vallentine. Sì certo, come si poteva immaginare la cantilena fatta con Kyle si sarebbe ripetuta....dove sta il problema?
-Qual è il problema ? Oh Chris, lo sai benissimo che ottengo sempre la fiducia di tutti i professori, ma quelli di ginnastica.... Non mi vanno proprio a genio...
-Non ti vanno a genio... Ma finchè avrai questo bel ragazzo che ti compre le spalle, cosa vuoi che ti accada?
-.....alla faccia della modestia.
-Dai, ammettilo, per essere un ragazzo nel vero senso della parola ci vuole personalità, fisico e stile nel guardaroba.... E tu...
-E io cosa?
-Tu... Non offenderti-lo squadrò dalla testa ai piedi-......non hai nessuna di queste tre cose.
-Bè preferisco avere un cervello ben funzionante piuttosto che avere le spalle della dimensione delle tue.
Quell'osservazione lo mandò su tutte le furie: si poteva scherzare su tutto, ma sulle sue spalle, non poteva sopportarlo! Per fortuna che ogni volta si ricordava che di fronte a sè aveva il suo migliore amico, e non avrebbe mai alzato un solo dito su Josh, mai. Però fargliela pagare, oh sì, questo era il modo più pratico e divertente. Anzi conveniente. Chris odiava il fatto che la sua maglietta con il logo scolastico fosse più larga degli altri. Lo sapeva che era per contenere le sue spalle da quarterback, ma così rischiava che al fondo non si riuscisse neanche ad intravedere il suo fisico. Quel problema non gli era mai balenato in testa prima di allora, sbucò in quel veloce preciso momento come giustificazione per il suo piccolo scherzo: quando mai ti capita che il tuo amico abbia una maglia stretta con una taglia e mezza meno della tua che si addice perfettamente al tuo corpo mozzafiato? In teoria sempre se hai le spalle più invidiate della scuola, però quando il tuo amico non sta guardando la sua maglietta, e quel piccolo ammasso di stoffa color mattone è a due passi da te, ti sembra l'occasione di tutta una vita. E con un gesto furtivo e rapido, avvenne lo scambio.
-Signorine, quando avete finito con la seduta di trucco, potete muovervi e raggiungere il resto della classe?-quelle parole risuonarono nel legno della porta dello spogliatoio più dei colpi che la mano batteva con forza.-Il professore si sta innervosendo...
Josh già non sopportava i professori di ginnastica, adesso forse non sarebbe più neanche sopravvissuto alle lezioni di ginnastica con quel ritardo. Non si fece ripetere nemmeno una parola.
In mezzo al silenzio insopportabile della palestra si udì il colpo secco della grande porta a doppia anta dell'entrata, e poi gli studenti si trovarono di fronte la grande faccia paonazza e rugosa del professor Vallentine.
Josh aveva il cuore che gli batteva a mille per la grande corsa, e appena iniziò a rallentare sembrò risalirgli dritto in gola per lo spavento. Un professore nuovo si poteva accettare, se era di ginnastica lo si accettava ancor più difficilmente....ma se si trattava dell'uomo che poche ore prima ti ha fissato con rabbia per una semplice spallata, allora direi che a quel punto svenire era spontaneo.
Sperava con tutto il cuore che il professore non lo riconoscesse,ma sarebbe dovuto essere più cieco di lui, che senza occhiali non riusciva a distinguere una persona dalla cassetta della posta.
-Bene bene, direi che si può iniziare con un po' di riscaldamento. Dopotutto anche l'insegnante precedente avrebbe fatto così vero?-Milly McAllen non rispose, quelle lezioni non erano sua competenza. Trent si fece avanti,con uno sguardo pallido quasi come quello di Josh.
-Il professor Finnegann l'anno scorso ci faceva iniziare con due giri del campo, qualche piegamento e dedicava un'abbondante mezz'ora al gioco di squadra a nostra scelta.
-Ma dove siamo? Ad una scuola materna? Forza, dieci giri del campo senza fermarsi, poi trenta addominali alla spalliera! E non fatevi beccare a far niente! Vi toccherebbero dieci giri in più!
-Professor Vallentine-Milly si schiarì la gola-ritengo che i suoi metodi di insegnamento siano alquanto inappopriati per la nostra salute. Come può notare le ragazze dimostrano meno resistenza alla corsa, e inoltre tre alunni soffrono d'asma. Non credo che sarebbe dunque giusto...
-Parole inutili! Scattare!Veloci!Forza!
-Ma non è giusto!-Lily lo sussurrò nell'orecchio a Meg. Giusto qualche secondo dopo il professore urlò-...e dato che voi donne vorreste essere superiori a noi uomini...direi che potreste fare cinque giri in più!-
Il suolo della palestra fu urtato da più di duemila passi pesanti e stanchi, le righe gialle e rosse passarono centinaia di volte davanti agli occhi rivolti verso il basso degli studenti, prima continue, poi a tratti, poi consumate dal calpestio studentesco.
E mentre i ragazzi stavano beati stesi per terra lungo il campo da basket, le ragazze ancora si consumavano le suole a bordo palestra.Il professor Vallentine sorrise con un ghigno malefico e soddisfatto, e come lui potrebbe spiegarvi, c'era solo un motivo di tanta gioia: quando frequentava il liceo a Cleveland solo i maschi dovevano sforzarsi durante le lezioni in palestra, le ragazze erano sempre lì ad osservarli con risatine e gridolini quando un bel ragazzo si levava la maglietta. Quanto ci godeva allora a quello spettacolo!
Al termine della prima mezz'ora tutti gli studenti giacevano a terra esausti, e se si fosse osservato bene, la metà di loro aveva la lingua che pendeva dalla bocca.
La crudeltà del professore sembrava non avere limiti...stava per infliggere il suo colpo finale.
-Bene, penso che il riscaldamento sia stato sufficiente...
-Oh alleluja! L'ha capito!-ovviamente Josh se lo urlò con sollievo nella mente.
-Ed ora, uno sport leggero, adatto a tutti, e che di certo sarà divertente per voi.....Pallaprigionera!
La parola "Pallaprigioniera" evoca ricordi piacevoli della propria infanzia, quando colpirsi con una palla scatenava un mare di sorrisi. Ma gli studenti della 2^F quando la sentirono la prima volta dal docente non avevano inteso che in casa Vallentine la parola aveva un significato ben più esteso: Pallaprigioniera....Estrema. Era un miracolo se riuscivi a rialzarti, insomma.
 
-Paaallaaa in caaampoooo!
Senza ordine, rigore nè ragionamento( ci fosse stato il signor Kyle, chissà quali commenti avrebbe fatto! )
i ragazzi iniziarono ad agitarsi qua e là, avanti e indietro, sempre dalla parte opposta alla palla. Disordine confuso, squadre confuse, gioco confuso...bè sta il fatto che ad un certo punto dello scontro, la palla con un violento ma preciso rimbalzo, finì tra le braccia tremanti di Josh. Sua sorella gli disse un "tira" con lo sguardo. Lui deglutì, si tirò su gli occhiali che scivolavano sul naso, si asciugò la fronte.
Sembrava di sentire il ticchettìo dell'orologio, ma non c'erano orologi, anche i grilli cantavano, ma non si trovavano in aperta campagna. Che strano. Josh era convinto di sentirli.
-Lancia tu!- Lily si ritrovò con la palla in mano.
-Tu!-e la palla se ne ritornava da dove era venuta.
-Tu!
-No tu!
-Per favore, tu!
-Oh Josh non fare il bambino!
-Tienila, lanciala tu!
-No tu!
-Tu, tu, tu!
-Ow, ho detto tu!
Ma Josh non ebbe tempo per un'altro "tu". La sua faccia venne colpita da un tiro potentissimo che lo fece sbattere a terra e coricare su un fianco. Lily sbarrò gli occhi su suo fratello, girò la testa e guardò da dove era venuto il tiro. Il suo viso non era più sorridente come prima, aveva gli occhi socchiusi e un'espressione infuriata come neanche la preside Beitcher era in grado di fare, quando stava seduta con le braccia incrociate sulla sua poltrona in presidenza. Chris e Meg sapevano che non significava nulla di buono quel viso, e si limitarono a tirare su suo fratello dal pavimento, mentre lo scuotevano per fargli riprendere i sensi.
Senza indugio Lily prese la palla che era finita a bordo campo, e prima ancora che il professore fischiasse per la ripresa del gioco, sferrò la sua vendetta-Avevi ragione sai, Josh. Questa la tiro io.-
La palla attraversò il campo come una saetta, e spinse contro il muro Luther, il quale strisciò dolorante sulla parete.
Quando Josh alzò gli occhi dopo un sogno eterno(neanche quaranta secondi) vide Lily presa in braccio dalla squadra, mentre parte della classe tirò in piedi la vittima del suo tiro. Con instinto fraterno corse ad abbracciarla appena fu lasciata dai compagni, ma come sapeva, fu lei a prenderlo in braccio e farlo girare ad un metro di altezza.
-Complimenti Josh! Grazie alla tua faccia hai inconsapevolmente permesso alla squadra di vincere! Thay era l'ultimo giocatore in campo!-pure Chris urlava di gioia.
-Oh non sapevo avessi una testa così dura-aggiungeva Meg.
-Ce l'ha, ce l'ha fidati.-Lily lo rimetteva per terra.
-Ok,ok. Però basta con questi complimenti. Per festeggiare il nostro grande spirito di squadra alla fine dell'ora, pago a tutti un gelato...vi va?
I quattro ragazzi non vedevano l'ora. Di certo il primo giorno stava diventando finalmente piacevole.
-Cosa c'è Joshie?-lo sapeva che suo fratello lo odiava quel soprannome, ma quella volta sembrava non averlo notato.
-No, è solo che....Cioè, ragazzi...La mia maglia è sempre stata così larga?!
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > Scooby-Doo / Vai alla pagina dell'autore: CottonCandyGlob