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Autore: musike    29/01/2014    1 recensioni
Marvel, un ragazzo dimenticato da tutti ... un ragazzo di cui poche volte si parla. Un ragazzo che ( nella mia mente e nella mia storia) amava la sua compagna di distretto, un ragazzo che non ha mai rivelato i suoi sentimenti. Un ragazzo che deve affrontare la morte della sua amata, una ragazza che lo considerava solo un amico. un ragazzo alle prese con il suo cuore e con una corsa contro il tempo, perché lui spera che lei non sia morta.
Dal testo:
" .... Il mio cuore in quel momento si ruppe. Io le ero stato accanto sempre in quei giorni, l’avevo consolato quando le lacrime uscivano involontarie, quando il suo passato con un padre alcolista che la picchiava ritornava a galla. Io ero lì, la mia spalla era a sua disposizione, io c’ero per lei. Ci sono sempre stato, eppure quel diavolo biondo era riuscito a battermi anche in questo. Migliore nelle armi, migliore nelle relazioni, migliore nel conquistare il suo cuore. Io me ne stavo in silenzio senza sapere cosa dire."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marvel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Boom.

Il cannone ha sparato e io sento la paura attanagliarmi il cuore. Il mio corpo trema mentre corro, i miei pensieri si focalizzano su un’unica persona, su quell’unica certezza che mi accompagna da giorni e giorni ... su quell’unica consapevolezza che tengo chiusa dentro di me e che mi porto avanti da anni come un grosso peso, un dolce dolore di cui mai potrò fare a meno.

Boom. Boom.

Il primo colpo mi risuona ancora nelle orecchie, quando sento scoppiare il secondo. Mi guardo intorno, spaesato. Non riesco più a capire chi mi sta vicino, cosa stanno dicendo alle mie spalle. Sento solamente un grido lontano nel mio cuore e la paura che si fa sempre più vivida e sempre più reale. Perché non sei scappata? Perché non sei riuscita a correre?

Perché non ti ho aspettato?

Perché non ti ho salvato?

Boom. Boom. Boom.

I colpi sono già finiti da tempo, eppure i miei battiti continuano a riprodurre quel suono, quel rumore che sa di morte e di salvezza allo stesso tempo. Quel rumore che mi dice che ad ogni colpo sono sempre più vicino alla vittoria. Più vicino a casa. Più vicino alla mia famiglia, ai miei fratelli.

Eppure io non ci voglio tornare a casa.

Non ora, non senza lei. Non ora che so quanto è importante per me.

Cato mi chiamava da lontano, è arrabbiato, anche molto, ma io non me ne curo. Io devo correre. Solamente correre e sperare. Sperare che lei sia ancora viva. Che sia sopravvissuta alla morte stessa.

Boom. Boom. Boom. Boom.

Il mio cuore batte, i secondi mi scivolano addosso. Le gambe mi fanno male, i muscoli sono sotto sforzo da troppo tempo ... non sono abituato alle lunghe distanze. Piccole gocce di sudore mi scendono dalla fronte, mentre stringo i denti per il dolore continuo a correre con la lancia in mano. Io devo trovarti, tu non dovevi morire. Io non posso permettertelo.

Boom. Boom. Boom. Boom. Boom.

Il mio cuore non ne vuole sapere di smettere. I suoi colpi mi martellano nella mente, mi invadono i ricordi. Quei ricordi che mi fanno sentire meno solo, meno incompreso .... meno dimenticato. Perché mai nessuno si è mai accorto che io c’ero, anche se non mi vedevano, anche se non parlavo e osservavo. È buffo come io ad un certo punto osservavo solo lei, perché solo lei riempiva quella solitudine che avevo nel petto, quel buoi che mi oscurava il cuore. Mi ricordo quando vagava senza meta per le vie del distretto, i capelli sempre raccolti e mossi da una leggera brezza autunnale .... i tuoi movimenti erano aggraziati, sensuali, i tuoi occhi brillavano sotto il sole, la tua pelle era morbida e liscia come quella di un bambino. Ho bramato tanto un tuo contatto, una tua carezza che mai è arrivata. Ma so che la tua pelle è morbida, so che quando dormi ti aggrappi al cuscino con tutte le tue forze e ti sdrai su un fianco, con tutti i capelli che ti ricadono sul viso.

Io ti conosco e solo ora mi rendo conto che tu non hai mai conosciuto me.

Boom. Boom. Boom. Boom. Boom. Boom.

Stupido cuore perché continui a battere in maniera così insistente? Mi stai facendo male, mi martelli il petto con insistenza, rimarcandomi la tua presenza. I tuoi colpi di cannone mi rimbombano nelle orecchie, mi entrano insistenti nella mente accompagnati dai ricordi che piano affiorano nella mia mente.

La prima volta che mi hai visto è stato sul treno, la prima volta che hai pronunciato il mio nome è stato durante l’addestramento, il primo sorriso che mi hai rivolto durante la sfilata. E io sono stato felice, mi parlavi e qualche volta ti lasciavi andare. Mi raccontavi le tue paure, i tuoi sogni più nascosti. Mi mostravi la tua voglia di vivere. Molti ti consideravano stupida, superficiale, ma per me eri il mondo, eri la mia aria, la mia acqua. Senza non potrei vivere.

Ti sei confidata, ti sei sfogata. Ti sei fidata di me. E nessuno prima lo aveva mai fatto.

Boom. Boom. Boom. Boom. Boom. Boom. Boom.

Perché ci metto tanto ad arrivare a quel maledetto albero? Perché le mie gambe stanno cedendo sotto il mio peso? Cuore perché non smetti di battere così forte? Perché ci metto tanto ad arrivare?

Non posso arrendermi ora, devo andare da lei, devo andare da lei. È ancora viva lo so, lei è forte, brava, sarà riuscita sicuramente a scappare da tutti quegli insetti maledetti che la stavano attaccando. Si, deve essere sicuramente così.

E allora perché mi sento il cuore battere così forte che a momenti mi squarcia il petto?

Perché lo sento sanguinare dentro di me, sento il dolore fuoriuscire da una ferita che non sapevo nemmeno esistesse?

Perché non l’ho salvata?

Boom. Boom. Boom. Boom. Boom. Boom. Boom.

C’è stato un momento in cui l’ho odiata, in cui la volevo morta ... o meglio volevo che il mio cuore per un qualche motivo smettesse di battere. Me l’ha detto la notte prima di entrare in arena ... ci siamo trovati tutti e due nel salotto del nostro piano, nessuno dei due era riuscito a dormire. La tensione  era alle stelle, la adrenalina incominciava a scorrerci nelle vene. Volevamo allo stesso tempo che i giochi non iniziassero mai e che fossimo già dentro l’arena. Parlammo del più e del me no quando lei me lo disse. Quando lei mi confidò il suo ultimo segreto.

Lei lo amava.

Il mio cuore in quel momento si ruppe. Io le ero stato accanto sempre in quei giorni, l’avevo consolato quando le lacrime uscivano involontarie, quando il suo passato con un padre alcolista che la picchiava ritornava a galla. Io ero lì, la mia spalla era a sua disposizione, io c’ero per lei. Ci sono sempre stato, eppure quel diavolo biondo era riuscito a battermi anche in questo. Migliore nelle armi, migliore nelle relazioni, migliore nel conquistare il suo cuore. Io me ne stavo in silenzio senza sapere cosa dire.

Ad un certo punto sento due braccia che mi cingono, un respiro non mio che mi solleticava il mio collo, mentre un calore e un senso di pace mi invadevano il corpo. Mi sentivo bene.

Durò solo qualche istante poi lei si staccò, eppure il suo profumo dolciastro mi rimase addosso. Il suo odore mi rimase impresso nella pelle. Se ne era andata da poco, il mio corpo era ancora caldo era ancora febbrile a causa del contatto appena ricevuto con la ragazza.

Eppure già sentivo la mancanza di quell’abbraccio sincero.

Boom.

Il mio cuore si è fermato, trafitto da non so cosa. Io ti vedo lì, il tuo volto deturpato a causa degli enormi pungiglioni che ti hanno colpito. I tuoi occhi sono vitrei, opachi senza più quel briciolo  di luce che tanto amavo in te. Stai guardando il cielo, quel cielo che ti assomiglia molto. I tuoi capelli sono sempre raccolti eppure ti coprono il viso, martoriato come il resto del corpo.

Il mio cuore non batte più. Io semplicemente crollo vicino a te. Lacrime salate, dolorose, sincere, mi solcano il viso, il mio stesso cuore, nonostante sia fermo, sanguina come i miei occhi.
Eri la mia vita, la mia aria, la mia acqua e spero che in qualche modo le mie lacrime ti possano guarire, ti posso far tornare in vita.

Oh Morte, perché lei? Perché non io? Io ora sono morto, senza di lei sono solo un involucro vuoto con il cuore rotto, un cuore che sanguina e che non batte , un cuore diventato nero e che continua a far male, continua a lacerarsi. Questa non è una ferita che si possa curare, questa non è una cosa che può passare.

Lei semplicemente è spirata, lei semplicemente se ne è andata lasciandomi qui, da solo. La mia luce è scomparsa e ora l’oscurità mi avvolge.

Ti accarezzo la guancia gonfia con una mana, togliendo un po’ di terra che vi era sopra ... nonostante quello che hanno fatto, quello che ha dovuto subire lei era, è sempre bellissima. Le mie labbra toccano le tue, screpolate e gonfie. Sono fredde, mentre le mie sono calde. Le appoggio solo sopra, mentre il tuo profano mi entra dentro, come quella volta. Non ho mai avuto il coraggio di farlo, eppure sapevo in quel momento che era la cosa giusta. Che era quello che dovevo fare.

Non so il perché, non ne so il motivo. Dovevo farlo, punto.

Mi alzo di scatto, barcollante. Le mie mani tremano, le mie gambe fremono. Ma il mio cuore non batte più. Il colpo per lui è suonato ed ora non c’è più niente che si possa fare. Quel giorno ho perso il mio cuore, quel giorno decisi che se sarei tornato sarei rimasto sempre legato a lei, decisi che avrei vinto per lei, sarei tornato per lei.
Quel giorno, vicino al suo corpo feci una promessa.

Ti ucciderò ragazza in fiamme, a costi quel che costi.

 
  
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