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Autore: Eustass_Sara    29/01/2014    3 recensioni
breve one shot su Penguin e Killer.
Il moro mostra i suoi pensieri sul suo amato massacratore, nascondendogli però, un segreto... nella sua malinconia e profondità dei sentimenti, Penguin pensa a Killer, mentre le loro strade si dividono ; ognuno verso un viaggio diverso, un'isola e un'avventura diversa, separandosi per un periodo di tempo molto lungo...
°°°°
come al solito faccio immensamente schifo nell'introduzione... -_-
va beh, spero di avervi incuriositi almeno un pochino e di avervi invogliato alla lettura ^_^
ci sarà un seguito di questa one shot (spero che le commenterete entrambe!), due piccoli regali -il secondo è in produzione- in attesa del nuovo capitolo di "Il mio inferno, il mio paradiso."
Genere: Generale, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Killer, Penguin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Io&Te'
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Note dell'autrice.
Premetto che questa one shot, flash fic o quello che è (non so quante parole ho usato, gomenasai! T.T) è il pensiero più nascosto di Penguin, per tutta la storia è lui a parlare e a mostrare il suo punto di vista. Nella storia ho inserito (non mi ricordo come... <.<) Gol D. Roger, scritto così ; per chi non lo sapesse, NON è un errore. Gli italiani hanno interpretato male il suo nome, definendolo Gold Roger, ma in realtà non si chiama così.
Tornando alla storia, non vi annoierò ancora a lungo, ho intenzione di scrivere anche la seconda parte... sono due flash divise, entrambe con lo stesso titolo ma numerate. Hm, non so l'utilità di questa informazione a dirla tutta...
Ok, vi lascio alla lettura di questa cosa, partorita in un momento di malinconia e noia.
BUONA LETTURA. ^_^

Io&Te.

Mi sveglio dal mio sonno senza sogni, sbadigliando.
La luce mattutina è forte, mi costringe a chiudere più volte gli occhi, ma alla fine mi abituo ad essa. Mi metto seduto sul soffice materasso, reprimendo malamente un altro sbadiglio ; sorrido, vedendoti al mio fianco.
I tuoi lunghi capelli sono sparsi sul cuscino e sul letto, risplendono come gioielli sotto la luce solare. Le ciocche più corte ai lati del tuo viso, solleticano le tue guance.
I tuoi occhi sono chiusi ma, io lo so, sono stupendi.
Sorrido ancora al ricordo di questa notte, l'ennesima, da quando ti conosco ; da quando ti amo.
Ti muovi nel sonno, spostando quelle ciocche che solleticano la tua pelle.
Il sorriso non scompare, anche mentre penso, perdendomi in dettagli rilevanti quanto futili ; sei sempre stato, e sei tutt'ora, freddo e distante, timoroso di nuove sofferenze e bugiardo con te stesso. Ho lottato per il tuo cuore, per il tuo amore.... per quella parte dolce e indifesa che hai schiacciato in un qualche angolo di te stesso ; ora sciolgo quel tuo essere gelido, abbattendo la tua testardaggine con ciò che provo.
Temuto e spietato, una delle undici supernove, conosciuto come il massacratore... questo eri per tutti e, all'inizio, anche per me ; mi sono avvicinato, ti ho conosciuto e ora so che quella è la tua esteriorità, complice della maschera che indossi ogni giorno. Per gli altri sei ancora quel mostro freddo e austero, un assassino a sangue freddo ; ma per me sei di più, molto di più... ti guardo e vedo un altra persona, una che emana più calore e sentimenti.
Sei un tesoro prezioso, lo sei diventato col tempo, non ti dividerei nemmeno con il ricercato bottino di Gol D. Roger ; quante volte ho provato, e provo tutt'ora, a dirtelo? Non si possono certo contare, sono troppe e tu, puntualmente, non mi credi, mi dai dell'idiota ; ma, ancor peggio, ti sottovaluti, manchi di fiducia in te stesso. Sta a me dimostrartelo, amandoti ogni giorno, in ogni luogo e in ogni modo ; il tenersi per mano, un sorriso, una parola o l'amore stesso che consumiamo fra le lenzuola di notte, in segreto, lontano da tutti. È fra l'imbarazzo e le gote arrossate che ammetti il tuo valore, ma solo nella nostra intimità.
Il mio cuore accelera i battiti, non provo a calmarlo, conscio che non serve e assisto allo spettacolo più bello del mondo, quello che attendo con ansia tutte le mattine : il tuo risveglio.
Apri i tuoi bellissimi zaffiri, profondi e luminosi, un azzurro unico e bellissimo. Come te, del resto.
-'Giorno...-, questo mi dici con quella tua voce, impastata dal sonno e con quelle tue labbra, aperte in uno sbadiglio.
-Buongiorno. Dormito bene?-. Mi rispondi con un assenso veloce e stanco, ancora intorpidito ; non mi stancherò mai di guardarti o toccarti, ora nemmeno resisto alla tua bionda chioma e al tuo viso fine e perfetto.
Immergo le mie dita fra le tue ciocche dorate, unisco le mie labbra alle tue e subito mi sento in paradiso.
Mi alzo, il tempo è scarso, ma sorrido di quel sorrisetto che ti fa arrossire sempre ; per l'appunto, le tue gote si imporporano, imbarazzate quanto te, completando il quadro dell'angelo che sei.
Sono geloso di ciò che vedo e che mi concedi, voglio vederlo sempre e solo io ; è egoistico, lo so, per questo ti lascio riagganciare il tuo fedele casco a strisce. Sono sicuro, ti conosco, non te lo toglierai davanti a nessun altro. Mi fido.
Ti vesti veloce, il nostro poco tempo è agli sgoccioli ormai, ma ciò non mi impedisce di abbracciarti da dietro ; lo so già che questo contatto durerà qualche istante, presto comincerai a dimenarti cercando di sfuggirmi, in preda all'imbarazzo e alla fretta di andare per non essere scoperto da qualcuno.
-Ma che fai?! Mollami!-. Come previsto, usi la solita scusa per sgusciare via dalle mie braccia, anche se a malincuore ; dispiace a te quanto a me, sappiamo bene che ora ci lasciamo senza sapere quando ci rivedremo.
-Mi mancherai.-. Ti nascondo i miei occhi lucidi, sussurrandoti queste due sole parole nell'incavo del collo ; so che hai capito, conosci tutti i miei gesti, conosci me.
Impacciato, ricambi appena quel mio abbraccio, il tempo sufficiente per dare alle nostre mani l'ultimo intreccio prima di riprendere ognuno la propria imbarcazione, diretto chissà dove.
Non aggiungo parole, uscendo nel silenzio della stanza ; me ne vado, non è un addio, ma un lungo arrivederci.
Dio solo sa quanto mi mancherai, sento già ora la distanza fra noi, e sono solo per strada a pochi metri da te ; vorrei correre a retroso, riabbracciarti e non mollarti più. Vorrei farlo, a trattenermi è solo la coscienza che il mio capitano mi aspetta.
Corro, più forte che posso, ma sempre diritto costringendomi a non voltarmi, sapendo che se lo faccio non proseguirò più verso il sottomarino.

Lascio cadere una lacrima, lascio che dopo essa ne scorrano altre ; tu sei un angelo e io... un bugiardo.
C'è una cosa che non ti ho detto, amore mio, spero che non verrai a saperla perché potresti odiarmi o, peggio, soffrire. Il tuo cuore si spezzerebbe, per questo taccio.
Devo partire, come ogni volta, ma ora è diverso ; vado ad affrontare un viaggio su un'isola, isola pericolosa quanto chi ci abita.
Non so se tornerò, se sopravviverò e se riuscirò a mantenere la tacita promessa di riabbracciarti ancora ; questa volta non so nulla, sento il vuoto pesarmi dentro, il dolore comincia a crescere e a divorare il mio cuore. Non ti ho detto nulla, perdonami, ma non volevo lasciarti questo dolore.
Non voglio fermare queste lacrime, me le merito, solo le nascondo col cappello mentre salgo sulla gialla imbarcazione ; ci sono tutti, mancavo solo io.
Sto partendo, Killer, me ne sto andando. So che non verrai a fermarmi, io nemmeno lo accetterei, ma la paura di non poterti rivedere continua a divorarmi le viscere.
È davvero un arrivederci, il nostro? Non mi resta che credere in questa parola, sperarci fino in fondo, anche se più ci spero più sento il vuoto crescere urlandomi che sarà un addio.
Sopprimo a forza questo presentimento, voglio tornare da te e amarti ancora, fino a consumarmi ; me ne vado, il sottomarino si sta immergendo, intanto il fiato mi manca. Mi reggo a una parete, il tuo viso impresso a fuoco nei miei ricordi, è l'unica cosa a cui mi posso aggrappare.
Forse tu hai capito qualcosa dai miei gesti, dalla mia voce, dai miei occhi... forse anche tu hai un brutto presentimento, forse hai avuto la sensazione che qualcosa in me non va. Ma ormai è tardi, Killer, sono distante e tu, con quella grande nave, non mi puoi localizzare.
Le nostre strade sono diverse, questa volta, non ci rincontreremo nella prossima isola ; c'è la probabilità che la mia prossima fermata sarà l'ultima, ma non voglio pensarci o crederci.
Non ti dirò addio, ne ora ne mai, solo un arrivederci : perché se dovessi morire tu lo scoprirai, la voce girerebbe tramite giornali e lumacofoni, sentirai che Trafalgar Law e tutta la sua ciurma sono morti. Lo scoprirai e, anche se io non voglio, mi seguirai per potermi far pagare la bugia con cui ti ho mollato al tuo nuovo viaggio.
Forse avresti dovuto vivere la tua vita, e non avvicinarti a me, parlarmi e bere qualche boccale di birra al mio fianco ; non avresti nemmeno dovuto passare il tuo non troppo tempo libero con me, permettendo all'amore di crescere indisturbato.
Forse saremmo dovuti rimanere distanti l'uno dall'altro, ci saremmo risparmiati baci ed effusioni nascoste, bugie a fin di bene ma crudeli, dolori insostenibili e profondi... ma tutto è sopportabile se posso provare le farfalle nello stomaco o il cuore battere più forte ; quella gioia di averti accanto, di stringerti e sapere che sei con me, che il nostro non è una cotta passeggera ma vero amore.
È una gioia che voglio sentire ancora.
Dove starai andando, adesso? Mi starai pensando come faccio io? Lo spero, sei il mio unico appiglio ; se cadi tu, cado io.
Qualunque sia la tua destinazione, non cadere ; muoio se te ne vai prima di me, soffro di un dolore insopportabile. Non scomparire, angelo mio, sei l'unica mia luce e so che mi merito un dolore simile come punizione alla mia codardia.
Non farlo, Killer, vivi.
Se tu vivi, permetterai anche ad altri di fare altrettanto ; se io muoio, ti proteggerò da lassù, o laggiù, ovunque il Signore decida mi mettermi, non fa differenza.
Vivi tu, vivo io e torniamo a essere un noi.
Prometto, Killer, io tornerò.
Non so come andrà, come finirà e se davvero vivrò, ma una promessa è una promessa.

   
 
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