Note
dell'autrice.
Premetto che questa one shot, flash fic o quello
che è (non so quante parole ho usato, gomenasai! T.T) è
il pensiero più nascosto di Penguin, per tutta la storia è
lui a parlare e a mostrare il suo punto di vista. Nella storia ho
inserito (non mi ricordo come... <.<) Gol D. Roger, scritto
così ; per chi non lo sapesse, NON è un errore. Gli
italiani hanno interpretato male il suo nome, definendolo Gold Roger,
ma in realtà non si chiama così.
Tornando alla
storia, non vi annoierò ancora a lungo, ho intenzione di
scrivere anche la seconda parte... sono due flash divise, entrambe
con lo stesso titolo ma numerate. Hm, non so l'utilità di
questa informazione a dirla tutta...
Ok, vi lascio alla lettura di
questa cosa, partorita in un momento di malinconia e noia.
BUONA
LETTURA. ^_^
Io&Te.
Mi sveglio dal mio sonno senza sogni,
sbadigliando.
La luce mattutina è forte, mi costringe a
chiudere più volte gli occhi, ma alla fine mi abituo ad essa.
Mi metto seduto sul soffice materasso, reprimendo malamente un altro
sbadiglio ; sorrido, vedendoti al mio fianco.
I tuoi lunghi
capelli sono sparsi sul cuscino e sul letto, risplendono come
gioielli sotto la luce solare. Le ciocche più corte ai lati
del tuo viso, solleticano le tue guance.
I tuoi occhi sono chiusi
ma, io lo so, sono stupendi.
Sorrido ancora al ricordo di questa
notte, l'ennesima, da quando ti conosco ; da quando ti amo.
Ti
muovi nel sonno, spostando quelle ciocche che solleticano la tua
pelle.
Il sorriso non scompare, anche mentre penso, perdendomi in
dettagli rilevanti quanto futili ; sei sempre stato, e sei tutt'ora,
freddo e distante, timoroso di nuove sofferenze e bugiardo con te
stesso. Ho lottato per il tuo cuore, per il tuo amore.... per quella
parte dolce e indifesa che hai schiacciato in un qualche angolo di te
stesso ; ora sciolgo quel tuo essere gelido, abbattendo la tua
testardaggine con ciò che provo.
Temuto e spietato, una
delle undici supernove, conosciuto come il massacratore... questo eri
per tutti e, all'inizio, anche per me ; mi sono avvicinato, ti ho
conosciuto e ora so che quella è la tua esteriorità,
complice della maschera che indossi ogni giorno. Per gli altri sei
ancora quel mostro freddo e austero, un assassino a sangue freddo ;
ma per me sei di più, molto di più... ti guardo e vedo
un altra persona, una che emana più calore e sentimenti.
Sei
un tesoro prezioso, lo sei diventato col tempo, non ti dividerei
nemmeno con il ricercato bottino di Gol D. Roger ; quante volte ho
provato, e provo tutt'ora, a dirtelo? Non si possono certo contare,
sono troppe e tu, puntualmente, non mi credi, mi dai dell'idiota ;
ma, ancor peggio, ti sottovaluti, manchi di fiducia in te stesso. Sta
a me dimostrartelo, amandoti ogni giorno, in ogni luogo e in ogni
modo ; il tenersi per mano, un sorriso, una parola o l'amore stesso
che consumiamo fra le lenzuola di notte, in segreto, lontano da
tutti. È fra l'imbarazzo e le gote arrossate che ammetti il
tuo valore, ma solo nella nostra intimità.
Il mio cuore
accelera i battiti, non provo a calmarlo, conscio che non serve e
assisto allo spettacolo più bello del mondo, quello che
attendo con ansia tutte le mattine : il tuo risveglio.
Apri i tuoi
bellissimi zaffiri, profondi e luminosi, un azzurro unico e
bellissimo. Come te, del resto.
-'Giorno...-, questo mi
dici con quella tua voce, impastata dal sonno e con quelle tue
labbra, aperte in uno sbadiglio.
-Buongiorno. Dormito bene?-.
Mi rispondi con un assenso veloce e stanco, ancora intorpidito ; non
mi stancherò mai di guardarti o toccarti, ora nemmeno resisto
alla tua bionda chioma e al tuo viso fine e perfetto.
Immergo le
mie dita fra le tue ciocche dorate, unisco le mie labbra alle tue e
subito mi sento in paradiso.
Mi alzo, il tempo è scarso, ma
sorrido di quel sorrisetto che ti fa arrossire sempre ; per
l'appunto, le tue gote si imporporano, imbarazzate quanto te,
completando il quadro dell'angelo che sei.
Sono geloso di ciò
che vedo e che mi concedi, voglio vederlo sempre e solo io ; è
egoistico, lo so, per questo ti lascio riagganciare il tuo fedele
casco a strisce. Sono sicuro, ti conosco, non te lo toglierai davanti
a nessun altro. Mi fido.
Ti vesti veloce, il nostro poco tempo è
agli sgoccioli ormai, ma ciò non mi impedisce di abbracciarti
da dietro ; lo so già che questo contatto durerà
qualche istante, presto comincerai a dimenarti cercando di sfuggirmi,
in preda all'imbarazzo e alla fretta di andare per non essere
scoperto da qualcuno.
-Ma che fai?! Mollami!-. Come
previsto, usi la solita scusa per sgusciare via dalle mie braccia,
anche se a malincuore ; dispiace a te quanto a me, sappiamo bene che
ora ci lasciamo senza sapere quando ci rivedremo.
-Mi
mancherai.-. Ti nascondo i miei occhi lucidi, sussurrandoti
queste due sole parole nell'incavo del collo ; so che hai capito,
conosci tutti i miei gesti, conosci me.
Impacciato, ricambi appena
quel mio abbraccio, il tempo sufficiente per dare alle nostre mani
l'ultimo intreccio prima di riprendere ognuno la propria
imbarcazione, diretto chissà dove.
Non aggiungo parole,
uscendo nel silenzio della stanza ; me ne vado, non è un
addio, ma un lungo arrivederci.
Dio solo sa quanto mi mancherai,
sento già ora la distanza fra noi, e sono solo per strada a
pochi metri da te ; vorrei correre a retroso, riabbracciarti e non
mollarti più. Vorrei farlo, a trattenermi è solo la
coscienza che il mio capitano mi aspetta.
Corro, più forte
che posso, ma sempre diritto costringendomi a non voltarmi, sapendo
che se lo faccio non proseguirò più verso il
sottomarino.
Lascio cadere una lacrima, lascio che
dopo essa ne scorrano altre ; tu sei un angelo e io... un
bugiardo.
C'è una cosa che non ti ho detto, amore mio,
spero che non verrai a saperla perché potresti odiarmi o,
peggio, soffrire. Il tuo cuore si spezzerebbe, per questo
taccio.
Devo partire, come ogni volta, ma ora è diverso ;
vado ad affrontare un viaggio su un'isola, isola pericolosa quanto
chi ci abita.
Non so se tornerò, se sopravviverò e
se riuscirò a mantenere la tacita promessa di riabbracciarti
ancora ; questa volta non so nulla, sento il vuoto pesarmi dentro, il
dolore comincia a crescere e a divorare il mio cuore. Non ti ho detto
nulla, perdonami, ma non volevo lasciarti questo dolore.
Non
voglio fermare queste lacrime, me le merito, solo le nascondo col
cappello mentre salgo sulla gialla imbarcazione ; ci sono tutti,
mancavo solo io.
Sto partendo, Killer, me ne sto andando. So che
non verrai a fermarmi, io nemmeno lo accetterei, ma la paura di non
poterti rivedere continua a divorarmi le viscere.
È davvero
un arrivederci, il nostro? Non mi resta che credere in questa parola,
sperarci fino in fondo, anche se più ci spero più sento
il vuoto crescere urlandomi che sarà un addio.
Sopprimo a
forza questo presentimento, voglio tornare da te e amarti ancora,
fino a consumarmi ; me ne vado, il sottomarino si sta immergendo,
intanto il fiato mi manca. Mi reggo a una parete, il tuo viso
impresso a fuoco nei miei ricordi, è l'unica cosa a cui mi
posso aggrappare.
Forse tu hai capito qualcosa dai miei gesti,
dalla mia voce, dai miei occhi... forse anche tu hai un brutto
presentimento, forse hai avuto la sensazione che qualcosa in me non
va. Ma ormai è tardi, Killer, sono distante e tu, con quella
grande nave, non mi puoi localizzare.
Le nostre strade sono
diverse, questa volta, non ci rincontreremo nella prossima isola ;
c'è la probabilità che la mia prossima fermata sarà
l'ultima, ma non voglio pensarci o crederci.
Non ti dirò
addio, ne ora ne mai, solo un arrivederci : perché se dovessi
morire tu lo scoprirai, la voce girerebbe tramite giornali e
lumacofoni, sentirai che Trafalgar Law e tutta la sua ciurma sono
morti. Lo scoprirai e, anche se io non voglio, mi seguirai per
potermi far pagare la bugia con cui ti ho mollato al tuo nuovo
viaggio.
Forse avresti dovuto vivere la tua vita, e non
avvicinarti a me, parlarmi e bere qualche boccale di birra al mio
fianco ; non avresti nemmeno dovuto passare il tuo non troppo tempo
libero con me, permettendo all'amore di crescere indisturbato.
Forse
saremmo dovuti rimanere distanti l'uno dall'altro, ci saremmo
risparmiati baci ed effusioni nascoste, bugie a fin di bene ma
crudeli, dolori insostenibili e profondi... ma tutto è
sopportabile se posso provare le farfalle nello stomaco o il cuore
battere più forte ; quella gioia di averti accanto, di
stringerti e sapere che sei con me, che il nostro non è una
cotta passeggera ma vero amore.
È una gioia che voglio
sentire ancora.
Dove starai andando, adesso? Mi starai pensando
come faccio io? Lo spero, sei il mio unico appiglio ; se cadi tu,
cado io.
Qualunque sia la tua destinazione, non cadere ; muoio se
te ne vai prima di me, soffro di un dolore insopportabile. Non
scomparire, angelo mio, sei l'unica mia luce e so che mi merito un
dolore simile come punizione alla mia codardia.
Non farlo,
Killer, vivi.
Se tu vivi, permetterai anche ad altri di fare
altrettanto ; se io muoio, ti proteggerò da lassù, o
laggiù, ovunque il Signore decida mi mettermi, non fa
differenza.
Vivi tu, vivo io e torniamo a essere un noi.
Prometto, Killer, io tornerò.
Non so come andrà,
come finirà e se davvero vivrò, ma una promessa è
una promessa.