Fudou e Sakuma si fissarono, in totale silenzio.
Senza parlare, senza insultarsi a vicenda più o meno mentalmente - come avevano sempre fatto da che si erano conosciuti – né disintegrarsi visivamente.
Erano semplicemente troppo sconvolti per fare alcun ché.
Rimasero a boccheggiare come due citrulli totali.
Poi i loro sguardi caddero su un bambino di cinque anni: era seduto composto sulla poltrona presente in quella stanza.
Aveva dei capelli castano chiaro - acconciati in dei rasta - e dei tratti delicato, quasi aristocratici, al centro del viso troneggiavano due grandi occhioni rosso fuoco.
Il volto era serio e posato, per niente adatto alla sua età, e gli occhietti vispi osservavano attentamente i due adulti.
 
I due ex-giocatori della Teikoku si scrutarono ancora, per poi tornare a fissare il bambino.
E così via una, due, tre volte.
Non.. non potevano credere a quello che si palesava di fronte a loro: era semplicemente impossibile!
Andava contro le leggi della natura, del tempo, di ogni dannata logica!
Nel corso degli anni avevano imparato ad aspettarsi di tutto ma quello… quello era davvero troppo per la loro sanità mentale.
 
Ancora qualche secondo di silenzio, poi i due si sciolsero in due reazioni dimetricamente opposte.
Sakuma si mise le mani nei capelli, prossimo ad una crisi isterica.
Fudou invece scoppiò in una fragorosa risata, non credendo ai propri occhi.
- Kidou? Sei tu?- gemette Jirou, sotto shock.
Il piccolo mise su un adorabile broncio.
– Certo che sono io, Sakuma. Chi vuoi che sia, un fantasma?- sbottò.
Il timbro vocale, così infantile, e il visetto delicato stonavano tremendamente con il sarcasmo e l’irritazione del piccoletto.
- Allora, già che ci sei, vorresti anche spiegarci come mai sei tornato un bambino?!- ribatté l’altro, mentre Fudou ancora rideva.
 
- Oh, Kidou, sei un marmocchio davvero carino.- ghignò quest’ultimo, pizzicando la guanciotta del rasta.
- Fudou, vedi di piantarla immediatamente.- sibilò Kidou, al colmo dell’irritazione.
Ma Fudou era famoso per ignorare i consigli e le velate minacce.
- Ma che bel visino, Yuu-chan.- gongolò, imitando un tono di voce adorante, e gli pizzicò il nasino lievemente all’insù.
- Hai tre secondi per piantarla.. - lo freddò gelidamente il piccolo rasta.
- Altrimenti che mi fai, Kidou-versione-ridotta? -  provocò il punk, tornando a pizzicargli il faccino come fosse un lattante qualsiasi.
Grosso errore.
Le piccole labbra di Yuuto si piegarono in un sorrisetto poco raccomandabile.
 

***

 

- Ahia! Tu, piccola peste! - ululò Akio, sventolando il dito in cui Kidou aveva affondato i dentini bianchi e sorprendentemente aguzzi.
- Che ti serva da lezione, idiota. - ghignò Yuuto, tra le risate di Sakuma e le imprecazioni di Fudou.
Nessuno poteva prendersi gioco di Kidou Yuuto.
Neanche come bambino.

 
 
 
 




Angolo del Corvo:
 
Ave, popolo!
Siccome sono mezza malata e mi sto profondamente annoiando (non che non abbia niente da fare, è solo che sono troppo stanca per fare qualcosa di impegnativo.) ho deciso di pubblicare questa shot, che avevo pronta da un po’.
Che carino, Baby-Kidou ^^
Questa storia è un piccolo riferimento e omaggio a “Un tuffo nel Domani” di Yssis, quela genia ^^
Spero che vi sia piaciuta.
Kiss
 

The Raven