Chapter 1

[Narratore]
"Harry! Muoviti, è tardi!"
"Sì mamma, arrivo.." urla di rimando alla madre che fa per uscire dalla porta, correndo all'auto. Scende velocemente le scale e la raggiunge in macchina.
"Mamma, non serve che mi accompagni ogni volta, posso andare col bus della scuola oppure a piedi.."
"No. Non se ne parla. Non ci vediamo quasi mai durante la giornata e voglio che almeno un momento lo passiamo insieme.." dice Anne lanciando al figlio un veloce sguardo dolce.
"Va bene, mamma.." le porge un sorriso con tanto di fossette.
Non è che ad Harry desse fastidio l'idea di passare un po' di tempo con la madre.
Il punto è che già lo prendevano sempre in giro, a scuola, e questa cosa che la madre lo accompagnasse a scuola (con tanto di baci, coccole e cose che solo una mamma sa fare d'avanti ai tuoi compagni) non solo lo imbarazzava, ma peggiorava la sua situazione.
Tutti lo prendevano in giro, forse per il fatto che era il tipico secchione della classe. Probabilmente anche per le attenzioni della madre.
Ma ormai questo era irrilevante: Harry non sapeva bene per quale motivo lo prendessero in giro e lo picchiassero, sapeva solo che lo facevano, e a volte senza motivo. Lui, intanto, non faceva che sperare ogni giorno che il bus della scuola arrivasse in ritardo.
Oggi, evidentemente, non era giornata.
Fece per entrare nell'atrio dell'edificio scolastico, ma i soliti bulli lo aspettavano d'avanti al cancello, e lui non sapeva che fare.
Stavano dando spettacolo, e non poteva scappare.
Non poteva nemmeno difendersi, a parte perché non ci sarebbe riuscito mai da solo e contro quei bestioni! E poi, perché non ne era capace, né di difendersi, né di fare del male a qualcuno.
Così decise di restare fermo in quel posto e tenere lo sguardo inchiodato in quello dei due che lentamente si avvicinavano con un ghigno malefico stampato sulle labbra.
Quello leggermente più alto gli sferrò un pugno nello stomaco, facendolo piegare.
Poi partirono altri pugni e calci da entrambi, talmente forti che Harry prese a sputare sangue e a piangere silenziosamente senza nemmeno accorgersene.

[Pov Louis]

Entrai nel cortile della nuova scuola accorgendomi la sfilza di persone che accerchiavano qualcun'altro.
Incuriosito, mi avvicinai per vedere cosa stessero guardando di bello..
Appena mi faccio spazio fra i ragazzi, dando qualche spallata a qualcuno perché non mi cagavano di striscio, mi accorgo che era una rissa.
Due bestioni stavano picchiando a sangue un ragazzo magrolino, il quale prese a sputare sangue e a cercare gli occhiali, che erano finiti in frantumi sul pavimento del cortile.
La cosa peggiore è che tutte queste persone continuano a guardare la scena, ma nessuno si ostina a fermare quei due e a salvare quel povero ragazzo!
"Ma dove cazzo mi ha mandato mia madre!?" fu il mio primo pensiero.
"Basta! Lasciatelo stare! Smettetela!!" presi ad urlare senza alcun risultato, dato che non riuscivano a capire da dove provenisse la voce.
Così mi fiondai nello spazio abbastanza largo in cui quei due stavano picchiando il ragazzo a terra, sfinito.
Mi misi fra loro e Lui, rischiando di prendermi un pugno in piena faccia, ma il tizio d'avanti a me si fermò non appena si accorse che non ero la sua preda.
"Levati dalle palle, Nanetto!" mi urla
"Neanche morto! Entratevene se non volete che chiami il preside, brutti stronzi! Con quale coraggio picchiate un ragazzo che nemmeno conoscete!?" urlo in preda alla rabbia.
Il tizio d'avanti a me diventa rosso e poi viola.
Tenendo i pugni talmente serrati da far diventare le nocche bianche, mi fa "Va bene, ragazzino, noi ce ne entriamo. Con Lui può bastare per oggi. Con te, faremo i conti più tardi!" e se ne va.
Allora, mi giro verso il ragazzo accasciato a terra che si tiene il naso sanguinante e probabilmente rotto, e solo dopo essermi abbassato ed avvicinato di più a lui, mi accorgo dei suoi occhi rossi e gonfi e delle sue iridi di un verde spento ma meraviglioso.
Per un attimo continuiamo a fissarci, poi mi decido ad uscire da quello strano stato di trance e lascio che il suo braccio avvolga la mia spalla, facendo in modo che il suo peso si posasse su di me e non su di lui.
"Grazie" mi sussurra flebile una volta usciti dall'infermeria della scuola.
"Niente." mi limito a dire sorridendogli sinceramente.
"Come ti senti?" chiedo senza neanche pensarci, come se quella fosse una domanda sensata da fare ad uno che è stato appena picchiato a sangue!
Stupido!
"Beh, sicuramente mi sento meglio rispetto a prima, ma ho dolori ovunque" risponde abbassando lo sguardo.
"Scusami, è colpa mia: avrei dovuto venire prima a toglierti dai pugni e dai calci di quei due.." sussurro mortificato, sperando che non abbia sentito e che non si sia accorto dei pugni serrati per la rabbia.

[Pov Harry]

Scusami, è colpa mia: avrei dovuto venire prima a toglierti dai pugni e dai calci di quei due
Non riuscivo a non pensare alla frase del ragazzo al mio fianco.
Continuo a ripetermela mentre lui se ne sta accanto a me con lo sguardo basso e i pugni serrati.
Istintivamente gli poggio la mano tremolante sul pugno chiuso.
Alza lentamente lo sguardo verso il mio, dopo aver osservato la mia mano sulla sua ed essersi rilassato.
Gli rivolgo un sorriso sincero e subito dopo ritiro la mano per porgergliela.
"Sono Harry."
"Louis." dice solamente, stringendomi la mano attento a non farmi male.
"Non preoccuparti, non sono di vetro." scherzo io facendolo ridere.
Avrei voluto registrare la sua risata, cosicché avrei potuto ascoltarla ogni volta che ne avrei avuto voglia.. Sempre? Possibile.
"Louis, grazie per avermi salvato." gli dissi sincero avvolgendolo in un caloroso quanto amichevole abbraccio... Credo

Heylà
Comincio col dirvi che questa è la mia prima fan fiction Larry e so che non è il massimo come capitolo, ma ci terrei se lo leggeste e recensireste!
Un bacio a tutti
Vi lascio con una foto Larry:

-La Ragazza Innamorata Di Niall Horan