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Autore: Sabriel Schermann    30/01/2014    2 recensioni
“A volte, guardando il cielo infinito, provo un enorme senso di tristezza.
Il mio passato pesa sulle mie spalle più di quanto pensassi.
Ogni volta che ripenso a lui, mi sento così debole e fragile. Un senso di vuoto e malinconia mi avvolge, e non riesco più a liberarmene.
Mi sento così stupida. Adesso che è tutto finito, non c'è più nessuno su cui io possa contare.
Sono sola come una foglia nel vento d'estate".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Riven
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il 言霊kotodama è la forza spirituale misteriosa contenuta nella parola.

In Giappone anticamente si credeva che le cose che si dicevano, un giorno si realizzassero.

Per questo, ad esempio ad una cerimonia come un matrimonio si fa attenzione a non utilizzare parole come

wakareru (separarsi) o kireru (rompersi).





Musa sapeva che non sarebbe dovuta andare a quella festa, gliel'avevano detto anche le sue amiche.

Non ne sapeva esattamente il motivo, ma gliel'avevano suggerito più volte, e lei non le aveva ascoltate.

Era la prima volta che suo padre organizzava una festa.

Forse avrebbe dovuto capirlo già da quello: quell'uomo non aveva mai organizzato una festa in vita sua, almeno a quanto si ricordava.

E aveva invitato solo lei.

Strano, pensò, eppure conosce anche le mie amiche...

Ma lui non ne aveva accennato, così ci andò da sola.

Quando arrivò al party, diede uno sguardo alla folla: c'erano soltanto uomini.

Ragazzi giovani con genitori o parenti, probabilmente amici di suo padre.

Ma non c'era una ragazza.

Pensò che anche questo fosse molto strano, ma non ci fece caso più di tanto.

O meglio, lasciò perdere la faccenda, in fondo era una festa, e lei voleva soltanto divertirsi e non pensare a nulla.

Suo padre la raggiunse quasi subito.

Lei provò a chiedere il perché di quell'invito unico, senza neanche il suo ragazzo e le sue amiche più strette, ma suo padre sviò subito il discorso: cominciò a presentarle ragazzi su ragazzi, ma nessuno era particolarmente interessante per Musa.

Così, dopo qualche minuto cercò di svincolarsi, andò sul balcone del locale e guardò il paesaggio che le si presentava davanti.

L'aria era fresca, ma si stava bene, in fondo era estate.

Guardando le stelle luminose splendere nel cielo, il suo pensiero andò proprio alla sua amica Stella.

Ma una voce la interruppe dai suoi pensieri: suo padre si avvicinò lentamente, chiedendole curioso se stesse bene.

Tra loro non c'erano mai stati segreti, così Musa decise di confidargli i suoi dubbi:”Papà...perché hai organizzato questa festa? Volevi presentarmi un ragazzo?”.

L'uomo sorrise timidamente, punto sul vivo.

Avrebbe dovuto saperlo che questa domanda prima o poi sarebbe arrivata, sua figlia era sempre stata una ragazzina sveglia e intelligente, e sicuramente non si sarebbe fatta molti problemi a dirgli le cose come stavano.

Così decise di dirle la verità.

“Sì, Musa”, disse deciso.

“Non te l'avevo già presentato il mio fidanzato?”

Musa, cerca di capire...”

“Cosa? Cosa devo capire papà? Cos'ha quell'uomo di sbagliato?”

Questa volta il tono della ragazza era aspro, sottile, decisamente irritato.

“Quel ragazzo non mi piace, Musa, e tu lo sai. Una ragazza brillante come te dovrebbe stare con qualcuno di più furbo”

Musa restò colpita da quelle parole. Certo, sapeva che suo padre non accettava Riven, ma non credeva pensasse addirittura che fosse un perdente.

Riven non è un idiota, papà. Ha il suo carattere, ma in fondo è una persona buona e affettuosa”

“Ma dove, Musa?”

Il tono dell'uomo era decisamente alto, troppo alto.

“Dove la vedi tutta questa bontà? E' un buono a nulla! Ti rovinerà soltanto!”, sbraitò ancora, prima di scomparire in mezzo alla folla.

La fata volse di nuovo lo sguardo verso il cielo. Non c'era luna, ma era pieno di stelle.

Ripensò alle parole del padre.

Lei non aveva mai creduto che Riven fosse un buono a nulla.

Aveva un carattere difficile, ma era davvero una persona buona.

Spesso questo lo frenava nel dimostrare i propri sentimenti e per questo poteva risultare burbero e arrogante.

Ma la sua natura non era quella, e lei lo sapeva bene.

Decise di entrare per prendere da bere. Fuori cominciava ad avere freddo e anche se non aveva voglia di stare in mezzo a tutte quelle persone, si buttò anche lei in mezzo alla folla.

Improvvisamente, un ragazzo cominciò a parlarle senza tregua.

Si presentò, le fece qualche domanda sulla scuola e sulla sua vita, poi cominciò a parlare a ruota libera, senza fermarsi.

Lei smise di ascoltarlo quasi subito e cominciò a studiarlo partendo dal viso.

L'inesperienza che avvertiva nella sua voce le fece venire in mente Timmy.

Quei tipi di persone le stavano simpatiche, ma non erano fatte per lei.

Fece un mezzo sorriso e con una scusa si dileguò, senza sapere che quel ragazzo l'aveva seguita con lo sguardo.

Incontrò di nuovo il padre e lo prese da parte in una stanza del locale.

“Papà, dove hai trovato tutti questi soldi?”, disse a bassa voce.

“Quali soldi?”, chiese lui confuso.

“I soldi per pagare questo locale, e per organizzare questa festa”

L'uomo fece ancora un mezzo sorriso, poi le diede le spalle.

“Stai diventando una donna molto sveglia e attenta, bambina mia”, disse.

“Decisamente sprecata per un uomo come Riven”, aggiunse guardandola dritta negli occhi.

Lei, stufa ed infastidita, se ne andò a passo svelto.

Aveva intenzione di lasciare quella festa, tornare ad Alfea e andare a dormire per finire al più presto quell'orrenda serata.

Ma quando aprì il portone dell'uscita, trovò Riven seduto sulla sua moto.

Sembrava che la stesse aspettando. Sorpresa, si avvicinò a lui.

Riven...che ci fai qui?”

Improvvisamente, alle sue spalle comparve l'uomo con cui aveva parlato poco prima, con in viso un sorriso maligno. Sembrava aver bevuto.

Poi dal portone sbucarono altri ragazzi. Li aveva visti tutti quanti, ma non li conosceva affatto.

Lei li guardò stupita, poi si diresse veloce verso il suo ragazzo.

Riven...”, sussurrò prima di vederlo sparire a bordo della sua moto, furioso come immaginava.






Questa fanfiction è ambientata dopo la quarta serie, che è anche l'ultima che ho seguito interamente.

E' come se avessi eliminato i fatti creati da Iginio Straffi nella quinta (e nella sesta) stagione, ideandone di nuovi.

Potrebbe risultare OOC, perché so che tendo sempre a modificare un po' il carattere di Riven...a proposito, la storia sarà incentrata principalmente sulla vita di questa coppia, quindi se non siete appassionati, non proseguite.

Ho anche creato un'immagine –-> http://s1366.photobucket.com/editor?image=http%3A//i1366.photobucket.com/albums/r779/Sabriel97/Damakoto_zpsedc98289.jpg%3Ft%3D1391100825&detailUrl=http://s1366.photobucket.com/user/Sabriel97/media/Damakoto_zpsedc98289.jpg.html?filters[media%5Ftype]=image&sort=2&o=1


Grazie per aver letto!

   
 
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