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Autore: _ M i r a i _    30/01/2014    2 recensioni
[mi faccio gli auguri da sola (?)][Fubuki Twins, maggiormente Atsuya centric]
"Ogni anno Atsuya aspettava una persona, che lo veniva a trovare in un giorno preciso. Il suo compleanno."
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hayden Frost/Atsuya Fubuki, Shawn/Shirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quell’anno era davvero volato in fretta.
Non era per nulla vero che se si aspetta per molto tempo una cosa lontana essa impiega di più ad arrivare, per lo meno Atsuya la pensava così. Oppure lui non lo percepiva il tempo, non lo sapeva.  Era morto, infondo. Forse per lui scorreva diversamente o non scorreva affatto. Certe cose uno le scopre da morto, eppure nemmeno lui lo aveva mai capito; e dire che era deceduto da ormai sei anni, per quanto ricordasse.
 
Ogni anno Atsuya aspettava una persona, che lo veniva a trovare in un giorno preciso. Il suo compleanno.
 
Già, quel giorno compiva tredici anni. Un po’ triste che un bambino di sette anni dovesse passare il suo tredicesimo compleanno in una tomba, per non dire quasi tre metri sottoterra. Quando era ancora vivo, o forse appena morto, non ricordava, immaginava che il compleanno di una persona fosse principalmente festeggiare coi propri cari, amici o parenti che siano.
“Che tristezza, un altro compleanno al cimitero…” si trovò a pensare, fissando la sua lapide. Sì, Atsuya era un fantasma, un fantasma pure molto solo; in effetti, nel cimitero dove il suo corpo era stato sepolto, non c’erano molte conoscenze simpatiche da fare. Se poi per conoscenze si intende il fantasma di un vecchio signore deceduto come minimo a fine degli anni ’60, scorbutico e, come se non bastasse, che non ti rivolgeva la parola, aspettando che sia tu il primo ad iniziare il discorso.
Siccome il suo futuro “lassù” non era ancora stato deciso, era vincolato al mondo terreno, senza alcuna meta. Non che gli piacesse, anzi: poteva andare in giro dove voleva, senza vincolo alcuno perché, beh, è pur sempre uno spirito, una massa d’aria con personalità propria se si può definire così. Nessuno può vederlo, toccarlo o percepirlo, nemmeno se lo volesse con tutto il cuore. Peccato un po’ per questo, si sarebbe potuto divertire un mondo a spaventare la gente con dei fenomeni poltergeist, rendendo così la sua “esistenza” meno macabra, pensava.
Però non lasciava molto spesso la sua tomba. Non sapeva perché, forse inconsciamente desiderava che qualcuno lo venisse a trovare e non voleva essere assente, in modo da sapere chi gli avesse fatto visita. Che poi, non ricordava avesse molte persone che lo volessero vedere, dato che in vita era un piccolo piantagrane, non aveva avuto amici con cui custodiva un legame speciale. I suoi genitori erano morti con lui e il resto dei parenti era morto oppure era solo venuto al funerale.
Insomma, l’unico che veniva al cimitero era il suo fratellino Shirou. E, a dirla tutta, era l’unico di cui gradiva davvero la presenza.
Di solito il più giovane veniva a trovarlo almeno una volta ogni due o tre mesi circa, portandogli sempre dei fiori diversi. Però, al suo compleanno, appoggiava sulla lapide delle lavande, di quantità differente ogni anno, a seconda degli anni compiuti dal più grande dei Fubuki. Come già detto, molte cose non le capiva nemmeno da morto, come la presenza di quei fiori di lavanda. Per quanto ne sapeva le lavande significavano “diffidenza” o una roba simile, quindi non è un fiore adatto ad una persona morta o che compie gli anni. Ma non ci dava molta importanza, bastava che vedesse suo fratello per essere felice.
Quell’anno però, Shirou non era passato nemmeno una volta a trovarlo. Atsuya pensò che forse aveva avuto degli impegni e per questo non era potuto venire. D’altro canto, suo fratello era uno dei calciatori più forti del Giappone, che avesse trovato una squadra e fosse andato ai mondiali non c’era da stupirsi. Solo non ci era abituato.
 
O forse l’albino si era semplicemente stancato di venire a trovarlo.
 
Quel pensiero gli trafisse il cuore gelido e privo di vita. Sarebbe restato solo, totalmente solo. Se fosse stato così, sulla sua tomba non si sarebbe più visto alcun fiore. Cercò di scacciare quel pensiero sentendo le campane scoccare le undici del mattino; Shirou veniva spesso a quell’ora.
Infatti, dalla parte opposta, vicino al cancello del “mortorio”, come lo definiva il ragazzo dai capelli rosati, una figura si avvicinava. I capelli albini rivolti un poco all’insù, gli occhi grigi tendenti al blu e un timido e triste sorriso sul volto. Senza dubbio Shirou. Con passo cauto, quasi senza far rumore, giunse davanti alla lapide di Atsuya. In mano aveva tredici fiori di lavanda, dal colore violetto e dal profumo di fresco, probabilmente appena stati raccolti. Li appoggiò sulla lapide delicatamente, poi volse lo sguardo alla foto su di essa.
-ciao nii-san…- disse, come suo solito, ogni volta che gli faceva una visita.
-scusami se non sono venuto spesso quest’anno; sai, sono entrato nella Raimon e sono andato ai mondiali con l’Inazuma Japan. Abbiamo vinto e ho conosciuto tante persone e amici-.
Il rosato non si perdeva una parola del fratello, fissandolo ammirato e interessato. Come sospettava, una squadra lo aveva accettato. Era indubbiamente felice per lui, però notava una punta di tristezza nel suo sguardo e nella sua voce.
-oggi compi tredici anni, sono venuto per farti gli auguri. Ma, devo dirti una cosa…- lo sguardo di Atsuya si fece serio quando l’altro pronunciò quelle parole.
-sono appunto entrato nella Raimon, quindi non posso rimanere in Hokkaido. Tra pochi giorni mi dovrò per forza trasferire a Tokio e ci vedremo molto meno. Ti prometto che però verrò a trovarti ogni anno, va bene?- il più grande era stupito dalla notizia mentre dagli occhi del minore scendevano calde lacrime e il suo sorriso si affievoliva sempre più.
-verrò sempre per il tuo compleanno a trovare te, mamma e papà. Per favore, non pensare che me ne vada dimenticandomi di te… ti voglio bene, Atsuya- disse le ultime parole piangendo e singhiozzando. Il maggiore non si trattenne.
Lo abbracciò. Sapeva che non poteva percepirlo, però non resistette all’impulso di abbracciare suo fratello. Con sua sorpresa, però, Shirou sembrò accorgersi del contatto, come se l’aria attorno a lui fosse più calda.
 
Ogni anno Atsuya aspettava una persona, che lo veniva a trovare in un giorno preciso. Il suo compleanno. Quella persona era suo fratello Shirou e, ogni anno, gli portava sulla tomba dei fiori di lavanda freschi.
Il fiore della lavanda, infatti, si può interpretare sia come “diffidenza”, sia con un altro significato.
“Mi basta il tuo ricordo per essere felice”.

 
-ti voglio bene anch’io, Shirou…-.







Chi se ne importa Eleven del calcio di Inazuma! Livello: ieri era il mio compleanno! :D
Salve minna! Ebbene sì ieri era il mio compleanno. Viva i tredicenni! *coriandoli*
Che dire della fic, è un po’ triste vero? Non è adatta ad un compleanno. Però mi piaceva l’idea che Shirou andasse a trovare suo fratello per fargli gli auguri  :’)
Ho provato a cercare un fiore che significasse “legame tra fratelli”, però non ho trovato nulla. Poi ho scoperto che la lavanda si può interpretare anche nell’altro modo e mi è sembrato perfetto *^*
non sapevo quale dei Fubuki è il maggiore, cercate di ignorare questo dettaglio pls ^^"
Ah, se qualcuno sa un fiore che abbia a che fare col legame tra fratelli, potrebbe dirmelo magari? Non si sa mai ;) ma mica siamo su Yahoo Answers
arrivedOrci!
Lula





 
  
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