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Autore: xX__Eli_Sev__Xx    30/01/2014    2 recensioni
Quando tutto sembra andare per il meglio, si sa, le difficoltà arrivano, prima o poi.
Io, Lena Taylor, lo so bene. Ho perso i miei genitori e mio fratello e ho scoperto che colui che credevo mio zio era in realtà mio padre. Adesso vivo a New York, ho un ragazzo che mi ama e vado al college. Ma qui nella Grande Mela i problemi sono sempre dietro l'angolo, pronti a venir fuori per sconvolgere le nostre vite e far crollare le nostre certezze...
Seguito di "Little pieces of my life".
Genere: Azione, Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Don Flack, Mac Taylor, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Like a Phoenix'
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Always and forever
 
CAPITOLO 30
 
Mi sveglio alle sei. La sveglia non è ancora suonata, ma mi rigiro nel letto da ore. Non ho dormito molto bene, ma non sono affatto stanca.
Sono nervosa. Molto nervosa.  
Il grande giorno è arrivato. Il calendario accanto al mio letto segna il venti agosto. Accanto al numero venti, scritta in blu, c’è una sola parola: “MATRIMONIO”.
Mi stropiccio gli occhi.
Prima di alzarmi, mi siedo sul bordo del letto ancora caldo e osservo la parola scritta accuratamente.
Mi sto per sposare. Sto per sposarmi!
Non riesco a crederci. Mi sento… non lo so… estasiata? Felice? Impaziente? Non so nemmeno come descriverlo.
Alle 07.00, mi sono infilata la tuta e mi sono lavata da capo a piedi. Sono pulita e profumata per il grande giorno.
Mi asciugo i riccioli biondi ed entro in camera mia.
Tra poco, Lindsay e Margaret saranno qui per aiutarmi a prepararmi. Prendo il beauty case e tutto l’occorrente per la pettinatura e lo poggio sulla scrivania.
Sto per sposarmi. La consapevolezza di ciò che sta succedendo mi travolge. Tra poche ore, Don diventerà mio marito. È tutto così… incredibile.
Sorrido e mi affaccio alla finestra. I prati verdi delle villette si stanno svegliando. I fiori stanno sbocciando e la rugiada se ne sta andando. Il sole colora l’orizzonte di rosso, e sembra che i raggi si stiano stiracchiando per riuscire a splendere meglio. Inspiro l’aria estiva e lascio che i rumori del quartiere mi cullino per un’ultima volta. Da questa sera, non abiterò più qui. Sarà sempre casa mia, come usa ripetermi Jo ogni giorno, ma andrò a vivere con Don. Con mio marito. In una nuova casa.
Oh, mio Dio. Sono così nervosa.
 
«Ciao, Lena!» esclama Margaret quando apro la porta per farla entrare. Mi abbraccia forte e io faccio lo stesso. Da quando le ho chiesto di essere la mia testimone è euforica. Incontrollabile.
«Ciao, Mar!» dico e sorrido.
«Sei pronta per andare all’altare?» mi domanda sciogliendo la stretta. Certo che lo sono. Ma sono nervosa, terribilmente nervosa.
«Sono nervosa, ma impaziente.» confesso. Lei ride e mi poggia una mano sulla spalla. Con lei al mio fianco mi sento meglio, lo ammetto.
«Ci credo!» sorride ancora e insieme entriamo in cucina.
Lindsay è già arrivata e Jo è seduta al tavolo insieme a lei. Stanno parlando del vestito, del trucco e della mia acconciatura. Sono entrambe entusiaste del fatto che mi prepareranno per il giorno più importante della vita.
«Ciao, Margaret!» la salutano in coro.
«Ciao!» dice lei. È euforica quanto me, credo. Si avvicina alle altre e insieme confabulano per quasi cinque minuti.
Mi volto verso l’orologio appeso sopra il frigorifero. Sono le nove e mezza. Alle undici dovrò essere in chiesa. Devo cominciare a prepararmi. Le osservo e notando che sono pensierosa, ma soprattutto tesa, Jo parla.
«Bene. Possiamo cominciare?» domanda, come si mi avesse letto nel pensiero.
Annuisco e Margaret sorride entusiasta. Insieme raggiungiamo la mia stanza.
Quando entriamo, si dividono i compiti.
«Ok, io penso ai capelli.» dice Jo.
«Io al vestito.» aggiunge Lindsay.
«Trucco!» conclude Margaret.
Sorrido. Mi siedo su una sedia e lascio che Jo mi sistemi i capelli in uno chignon. Alcuni ricci mi ricadono lungo il volto e altri sulle spalle. Non posso ancora vedermi allo specchio, ma posso provare a immaginarmi. Jo voleva un acconciatura ordinata, ma che lasciasse in vista alcuni riccioli biondi e io le ho dato il permesso di sbizzarrirsi.
Margaret, intanto, tira fuori dalla mia trousse tutti i trucchi. Prende tutte le sfumature di azzurro possibili e mi prepara. Con tocchi delicati mi sistema ogni parte del volto, di modo che il trucco non sbavi neanche se dovessi piangere fiumi di lacrime.
Un’ora dopo sono pronta. Manca solo il vestito.
Lindsay si avvia verso la stanza degli ospiti. L’abito bianco è poggiato sul letto. Quando torna lo tiene sollevano di modo che non strisci per terra.
Sorrido e mi alzo dalla sedia. Mi tolgo la tuta, rimanendo solo con la biancheria. Lei mi aiuta ad indossarlo e poi incastra sulla mia acconciatura un piccolo velo che scende sulle spalle come un nastro.
«Ok, sei pronta.» dice Jo, osservandomi. Si copre la bocca con le mani e osserva il lavoro terminato.
«Adesso posso vedermi?» chiedo.
Margaret annuisce, apre il mio armadio e io mi metto di fronte alla porta. All’interno c’è un grande specchio che riflette tutta la mia figura.
Quando mi vedo rimango a bocca aperta.
Spero davvero che il trucco resista all’acqua, perché sto per mettermi a piangere.
Non sembro nemmeno io. Sono diversa.
Le scarpe col tacco che mi sono messa, mi alzano di dieci centimetri e il vestito è ancora più bello di quanto mi ricordassi. Il corpetto è semplice, senza spalline. La gonna è lunga e scende fino a terra terminando con un piccolo strascico. È bianco, semplice, senza pizzi o ricami. Proprio come lo avevo sempre sognato. Sono state proprio Margaret, Jo, Lindsay e Emily, che ci aveva raggiunto subito alla fine degli esami, ad aiutarmi a sceglierlo.
Non come ci sia riuscita, ma il trucco di Margaret ha reso i miei occhi più grandi e le sfumature azzurre mettono in risalto il colore delle mie iridi.
Anche l’acconciatura è fantastica. Mi volto mi osservo, era proprio come l’avevo immaginata. Tutto è come l’ho sempre voluto. È magnifico.
«Oh, mio Dio.» sussurro.
Loro sorridono. «Ti piace?» domanda Lindsay.
«Sì. Sono…»
«Bellissima.» dicono contemporaneamente.
Sorrido a quel complimento e poi continuo «Stavo per dire diversa.»
«Ciò non toglie che tu sia bellissima.» continua Jo.
Sorrido ancora e una lacrima scende lungo la mia guancia. Silenziosa e solitaria. Vorrei che anche James, mamma e papà fossero qui per vedermi. Per vedere quanto sono felice.
«Eh, no! Non puoi piangere! Non dopo tutta la fatica che ho fatto a prepararti!» esclama Margaret divertita. Rido insieme a lei.
«Grazie.» dico, rivolta a tutte e tre, che mi abbracciano forte.
«Adesso andiamo a vestirci e poi ti raggiungiamo di sotto.» dice Jo.
Annuisco e mi avvio verso il piano inferiore. Scendo lentamente le scale, come fossi una principessa. È tutto magnifico. Ancora meglio del previsto. Devo resistere e non piangere, però, altrimenti Margaret mi ucciderà.
Entro in salotto e osservo la libreria. Mi tranquillizza osservare i titoli dei miei libri. Tutti i libri che ho letto e che sto per lasciare qui.
Mi mancherà questa casa, anche se potrò tornarci quando vorrò. Sarà sempre casa mia, Jo ha ragione.
Quando Margaret, Jo e Lindsay sono pronte scendono all’ingresso. Le osservo. Lindsay ha un vestito rosa salmone e scarpe dello stesso colore. Jo, un vestito lungo e blu. Margaret un vestito verde acqua lungo fino alle ginocchia. Sono bellissime. Sorrido e faccio loro i complimenti.
«Possiamo andare?» domando.
«Manca l’autista.» dice Jo e osserva l’orologio all’entrata.
Già. Doveva tardare proprio oggi, Joseph? Non voglio arrivare in ritardo il giorno delle mie nozze.
Il campanello suona proprio in quel momento. Ringrazio il cielo che sia arrivato, altrimenti avrei potuto avere una crisi di nervi.
Jo apre la porta e saluta l’uomo fermo sulla soglia.
«Eccolo! Ciao!» esclama e lo abbraccia.
Quando entra rimango a bocca aperta.
Credevo che ci avrebbe accompagnate Joseph in chiesa. Ma questo non è decisamente Joseph.
«D.B.!» esclamo. Lo raggiungo e lo abbraccio forte. Lui sorride.
L’avevo invitato, ma credevo che ci aspettasse in chiesa.
«Lena, sei bellissima.» esclama sciogliendo l’abbraccio e osservandomi.
Abbasso lo sguardo e arrossisco. «Grazie.»
«Bè, possiamo andare, vero?» dice e mi porge il braccio. Lo afferro e osservo le altre.
«Noi andiamo con Joseph. Vi precediamo. Vogliamo assistere all’ingresso della sposa!» annuncia Margaret. Ci salutano ed escono.
Saluto a mia volta e D.B. mi accompagna alla macchina. Aspettiamo che l’auto di Joseph si sia allontanata e poi partiamo anche noi. In pochi minuti abbiamo raggiunto New York. La chiesa non dista molto dal distretto di polizia, perciò ci vorranno ancora dieci minuti.
«Nervosa?» mi chiede, svoltando per uscire dalla via principale.
«Molto.» dico, torturandomi le mani. Intanto tengo stretto il mio mazzo di girasoli, tentando di non distruggerli prima di arrivare in chiesa.
«Andrà tutto bene.» mi rassicura.
«Lo spero.» dico speranzosa.
 
Quando arriviamo davanti alla chiesa, sono già tutti dentro. L’unico che sta aspettando fuori dalla porta è mio padre.
Non aveva visto il mio vestito, chissà come reagirà.
D.B. si ferma e accosta. Spegne il motore e mi apre la portiera. Mi porge una mano, che io afferro. Mi aiuta a scendere e io lo ringrazio. Sorrido nervosa, vedendo la reazione del mio accompagnatore.
Mio padre è paralizzato, poi, accortosi, che deve accompagnarmi all’altare, si muove verso di noi. Sorride e si ferma accanto a me.
«Sei bellissima, tesoro.» mi dice.
Sorrido e mentre mi porge il braccio, sussurro: «Grazie, papà.»
«Pronta?» mi domanda, mentre D.B. riparte con la macchina per parcheggiare.
«Sono nervosa. Potrei morire di crepacuore.» annuncio.
«Andrà tutto bene.» mi dice.
Io annuisco e ci avviamo verso l’entrata.
Uno passo dopo l’altro.
La porta si avvicina. Vedo già la navata centrale.
Potrei morire.
Quando varchiamo la soglia, tutti si voltano a guardarci. Tutti gli occhi sono puntati su di me. C’è chi sorride, che si commuove, come Gillian, e chi si copre la bocca per lo stupore.
Sono davvero così bella?
Avanziamo sul tappeto color crema steso a terra, fino a raggiungere l’altare, adornato di girasoli. I miei fiori preferiti, proprio come quelli del mio bouquet. Li ha scelti Don. Sa cosa mi piace e ha voluto che tutto fosse perfetto.
Mio padre si ferma proprio quando siamo accanto a Don.
Gli porge la mia mano e poi si sposta accanto a lui, con Sheldon. Sono i suoi due testimoni.
Vicino a me ci sono Margaret e Emily, che a stento riesce a trattenere le lacrime.
Sollevo lo sguardo verso l’uomo che mi tiene la mano. I suoi occhi blu percorrono ogni centimetro del mio corpo e poi si incatenano ai miei.
«Sei meravigliosa.» dice, io sorrido arrossendo. Non riesco a parlare, anche se vorrei rispondere. Dirgli che è bellissimo e che lo amo.
«Bene.» comincia il parroco «Benvenuti. Oggi, siamo qui riuniti per unire in matrimonio questi due ragazzi…» il discorso continua per circa mezz’ora. Continuo ad essere nervosa, ma cerco di non darlo a vedere.
«Bene. Adesso avremmo bisogno degli anelli.» a quelle parole, Sid, seduto nel primo banco con la sua famiglia, si muove, porge il piccolo cuscino rosa pallido al parroco, che lo pone sul piccolo banco posto davanti a noi. Io porgo il mio bouquet a Emily, che lo stringe, estasiata.
«Prima lo sposo.» annuncia sorridendo, padre Luke.
Don slega la fede di oro bianco dal piccolo cuscino e la prende tra le il pollice e l’indice destri. Prende un bel respiro e poi parla.
«Io Donald Flack, accolgo te, Maddalena Taylor, come mia sposa. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.» quando conclude e infila l’anello al mio anulare, potrei mettermi a piangere. Cerco di resistere, perché adesso tocca a me.
Forza, Lena!
«La sposa.» dice il parroco, indicando il cuscino.
Prendo la fede nella mano destra e poi pronuncio la formula. «Io Maddalena Taylor, accolgo te, Donald Flack, come mio sposo. Prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita.» infilo l’anello al suo anulare affusolato e sorrido, sollevando lo sguardo.
«Con il potere conferitomi dalla Chiesa, vi dichiaro marito e moglie.» annuncia «Puoi baciare la sposa.» aggiunge sorridendo, rivolto a Don.
Siamo marito e moglie. Siamo sposati, finalmente.
Sono così felice, vorrei saltare, ridere, abbracciare tutti, ma devo contenermi.
Non riesco davvero a descrivere cosa provo.
Don si volta verso di me. Sorride, poi solleva il mio volto con due dita e si avvicina. Poggia le sue labbra sulle mie e mi bacia. Con una mano gli accarezzo la guancia e quel bacio, bellissimo, delicato e pieno d’amore che sugella la nostra unione finisce. Troppo in fretta. Ci separiamo e a fior di labbra mi sussurra un «Ti amo.»
«Anche io ti amo.» dico e un fragoroso applauso riempie le navate della chiesa.
Sorridiamo e ci voltiamo. Attraversiamo la chiesa e usciamo all’esterno. Mi reggo a lui e sorrido.
Alcuni lanciano riso, altri chiedono un bacio. Ci avviciniamo ancora e le sue labbra si chiudono sulle mie ancora una volta.
Dopo i migliaia di scatti, finalmente, possiamo salutare i nostri amici.
Emily mi viene incontro. Anche lei ha un vestito blu come Jo, è davvero bellissima.
«Lena!» mi chiama. Io la abbraccio forte.
«Ciao, Em! Sono felice che tu sia venuta!»
«Non potevo mancare! Sei davvero bellissima! Anche tu, Don.» aggiunge rivolgendosi a mio marito.
«Grazie, Emily.» ribatte lui sorridendo. «Il blu ti sta davvero bene.»
«Grazie, ma questi complimenti dovresti rivolgerli alla sposa!» ride lei. Io rido e mi volto verso di lui, che sta sorridendo.
Abbraccio Jo, che sta sorridendo da quando è cominciata la funzione. Non piange. Non piange quasi mai. L’ho vista piangere solamente quando abbiamo rischiato di perdere Mac.
«Oh, Lena! Sono così felice…» dice e mi stringe a sé. Io faccio lo stesso. Mi è stata così vicina da quando sono arrivata a New York. Ormai è diventata mia madre a tutti gli effetti.
«Grazie, Jo.» dico sorridendo «Ti voglio bene, mamma.» le sussurro all’orecchio. Lei sorride.
«Anche io, tesoro.» dice. So che è felice. La cosa più bella che potessi fare era proprio questa. Chiamarla “mamma”.
Quando arriva mio padre, non posso fare a meno di notare che ha gli occhi lucidi. «Sei bellissima, Lena.» ripete e mi stringe forte a sé. Gli accarezzo i capelli e gli sussurro all’orecchio: «Ti voglio bene, papà.»
«Anche io, Lena. Anche io.» e mi sfiora la guancia con le labbra.
Abbraccio Lindsay, Danny, Lucy e il piccolo Finn.
Sono felici per me e Lindsay trattiene a stento le lacrime.
«Quando sei arrivata eri una bambina e adesso ti stai sposando!» esclama.
Danny alza gli occhi e scuote il capo. «Linds, sei sempre la solita.»
«Sei davvero bellissima, zia Lena.» mi dice Lucy.
Io e la abbraccio forte. «Grazie, Lu. Anche tu sei bellissima. Dopo dobbiamo ballare!» le dice, riferendomi al pranzo. Lei annuisce e si allontana insieme alla madre.
«Congratulazioni.» mi sussurra Sid, avvicinandosi. Lo abbraccio forte e gli sussurro all’orecchio che gli voglio bene e che senza di lui, non ce l’avrei mai fatta a superare tutto ciò che mi è capitato. Lui mi sfiora la guancia con una mano e poi mi scocca un bacio sulla fronte.
«Sei stupenda.» mi dice ancora.
«Anche tu sei davvero elegante. Lo smoking ti dona.» gli faccio notare, sistemandogli la cravatta. Lui sorride e dopo aver salutato sua moglie, mi dirigo verso mio zio.
Quando Cal mi raggiunge mi abbraccia. «Ciao, tesoro.» mi dice.
Gillian, dietro di lui, sorride.
«Sei stupenda.» aggiunge lui.
«Grazie, Cal.» dico. Poi abbraccio Gillian. «Grazie per essere venuta, Gill.»
«Grazie a te per l’invito. Sei davvero bellissima.» si complimenta.
«Merito di Margaret, Lindsay e Jo.» spiego.
Loro annuiscono e mano nella mano si avviano verso Jo e Mac, per salutarli.
Ringrazio e abbraccio tutti i miei amici. Jeremy, Ian, Margaret e Joseph. Sono tutti felici per me, si complimentano per il vestito e poi mi fanno le loro congratulazioni. Lo stesso fanno D.B., Adam e la sua ragazza.
«Sheldon!» dico, vedendo che sta parlando con Don. Fingo di essere offesa. Non è ancora venuto a salutarmi.
«Ciao, Lena!» esclama e mi abbraccia «Sei davvero bellissima.» mi sussurra all’orecchio.
«Grazie. Anche a te questo completo sta d’incanto!» dico e lo osservo. Si è fatto crescere un po’ di barba e si è tagliato i capelli. Sorride compiaciuto e mi dice che è stata Jo ad aiutarlo a sceglierlo.
«Sono felice che tu sia qui.» dico.
«Anche io. Sono tanto felice per voi.»
«Grazie per tutto quello che hai fatto per me in questi anni.» aggiungo.
Lui sorride e mi scocca un bacio sulla guancia.
Sorrido e poi saluto i ragazzi del distretto che mi fanno i complimenti, facendomi arrossire di continuo. Saluto Sam, la sorella di Flack e suo padre, Donald, arrivato da poco.
Sono così felice. E tutti attorno a me sembrano esserlo.
 
Durante il pranzo faccio avanti e indietro ai tavoli per salutare amici e parenti. Il ristorante che abbiamo scelto ha messo a disposizione una piccola orchestra e una sala per ballare. Dopo la torta, I testimoni decidono devono pronunciare i loro discorsi. Spero solo che non sia imbarazzante. Sono seduti accanto a noi, così uno a uno si alzano e cominciano.
La prima e Margaret.
«Innanzitutto, grazie per avermi scelta come testimone, Lena.» comincia «Ti conosco da cinque anni e appena ti ho vista ho capito che saremmo diventate amiche. Sei speciale. Mi hai aiutata tanto al college e per questo ti ringrazio. Sei davvero una persona splendida, la migliore amica che si possa desiderare.» poi si volta verso Don e sorride «Bè, Don. Non provare a farla soffrire, perché altrimenti dovrai vedertela con me!» scherza e io sorrido «Scherzi a parte. Anche tu sei una persona magnifica, Don. Lena non poteva trovare un marito migliore. Congratulazioni.» conclude e tutti battono le mani entusiasti, soprattutto io, Ian, Jer e Joseph.
Poi si alza Emily. «Bè, non conosco così bene Don da poterlo minacciare, però posso assicurarti che ciò che ha detto Margaret è vero. Tutto. Sei un bravo ragazzo e mi sei stato simpatico da subito. Lena è stata fortunata e anche tu lo sei. Mia cugina è davvero una ragazza unica. Le voglio molto bene. Quando l’ho conosciuta non avrei potuto essere più felice. Le ho voluto bene dal primo istante. Sei coraggiosa, dolce, gentile… Hai tutto le qualità per diventare una moglie magnifica. Spero che siate felici, davvero. Perciò, auguri!» conclude e torna a sedersi accanto a me.
Sheldon si alza, si sistema la giacca e poi si schiarisce la voce.
«Bè, credo che Margaret e Emily abbiano già detto tutto.» comincia, poi si rivolge a Don «Flack, sei un mio caro amico e sono davvero felice di essere qui, oggi, in veste di tuo testimone. È il regalo più bello che potessi farmi.» sorrido e Don fa lo stesso. Gli stringo la mano, intrecciando le mie dita alle sue «Lena, in questi otto anni ti ho vista crescere. Da ragazzina fragile e insicura, sei diventata una donna forte e determinata. Vi voglio bene, e spero che possiate vivere al meglio la vita che state cominciando insieme.» conclude alzando il calice con il vino e poi si siede accanto a Don, dandogli una pacca sulla spalla.
Adesso è il turno di mio padre. Mi sporgo leggermente oltre Don, per guardarlo meglio negli occhi. Lui si alza e poi abbassa lo sguardo verso di noi.
«Che posso dire?» chiede, per cominciare «Sono molto felice di essere qui. Mia figlia si è sposata con uno dei miei più cari amici. Uno dei migliori poliziotti che io abbia mai conosciuto. Leale, sempre pronto a dare una mano, sempre presente quando qualcosa non va... Don, sono felice che Lena abbia scelto te. Sei la persona migliore che potesse capitarle.» dice poggiandogli una mano sulla spalla e lui lo ringrazia con un cenno del capo. Poi si rivolge a me, sento già le lacrime pronte a scendere «Tesoro, so di essere ripetitivo, ma tu sarai sempre la mia bambina. Ti ho incontrata che ormai aveva diciassette anni e mi sono perso tutte le cose importanti della tua vita: la tua prima parola, il primo passo, il primo giorno di scuola…» dice e vedo Jo che mi sorride, commossa «Ne abbiamo passate tante. Ho rischiato di perderti e di perdere la donna che amo.» aggiunge rivolto a Jo «E sono felice che adesso a prendersi cura di te ci sia anche Don. Sono felice perché finalmente dopo tutto ciò che è successo, anche tu sei felice. E vedere quel bellissimo sorriso e i tuoi occhi brillare mi riempie il cuore di gioia. Non so descrive come mei sento, davvero. Sei cresciuta. Stai cominciando una nuova vita con un uomo che ami.» poi si ferma «L’ultima cosa che voglio dire potrà sembrare scontata, ma in questi ultimi anni ho imparato che nulla è mai scontato.» dice e qualcuno degli invitati, soprattutto i poliziotti, annuiscono. «Ti voglio bene, Lena. Te ne vorrò sempre.»
Le lacrime scendono lungo le mie guance. Non riesco a fermarle. È un discorso bellissimo. Veniva dal cuore. Non poteva fare di meglio.  
«Grazie. E auguri!» conclude. Poi alza il calice e un coro si leva dal tavolo «A DON E LENA!» gridano tutti e i calici si sollevano in un brindisi.
 
Quando arriva il momento di ballare, ad aprire le danze siamo io e Don. Sorrido mentre mi guida sulla pista. La musica parte e lascio che il mio cavaliere conduca la danza.
Mi poggia una mano sul fianco e con l’altra stringe la mia. Io metto una mano sulla sua spalla e i nostri sguardi si incatenano. Ci muoviamo sulla pista senza rendercene conto. Tutto attorno a noi scompare.
«Sei meravigliosa.» mi dice e io sorrido.
«Anche tu sei bellissimo.» rispondo e gli accarezzo una guancia.
«Sognavo da tanto questo momento. Io e te, che balliamo.»
«Siamo marito e moglie. Siamo noi. Non più io e te.» dico. Lui sorride e poi si avvicina a me. Le sue labbra sfiorano delicatamente le mie. Il bacio diventa sempre più intenso e a malapena riusciamo a separarci. Vorrei baciarlo ancora e ancora. Lo amo così tanto.
Lentamente, tutti quelli attorno a noi entrano in pista e cominciano a ballare.
Dopo due melodie, lascio Don che concede un ballo a sua sorella. Sorrido vedendoli insieme. Sono così diversi.
Poi pian piano, quasi tutti gli invitati mi chiedono di ballare. Jeremy, Ian, Joseph, Sid, Sheldon, Danny, Lucy, Adam, Cal, Margaret, Emily e D.B..
Alla fine, l’ultimo a chiedermi un ballo è mio padre. Si avvicina e mi prende la mano. La afferro e raggiungiamo il centro della pista. Mi poggia una mano sul fianco e cominciamo a ballare.
«Grazie.» gli dico, rompendo il silenzio.
Lui sorride e mi rivolge uno sguardo interrogativo. «Per cosa?»
«Per il discorso.» rispondo. La vista mi si appanna. «È stato… bellissimo.» dico e una lacrima mi riga il volto.
«Amore mio, non devi piangere. Non oggi.» mi dice, asciugandomi le guance ormai imperlate di lacrime.
«Sono lacrime di gioia.»
«Basta lacrime, Lena.» mi dice continuando a muoversi sulla pista «Abbiamo pianto troppo.»
Ha ragione, ho pianto troppo. Per mia madre, per mio padre, per James, per Laura…
«Mi manca.» sbotto ad un tratto, non riuscendo a controllarmi.
«Lo so. Manca anche a me.» ribatte. Sa che sto parlando di James. Del nostro James.
«Vorrei che potesse essere qui. Che mi potesse portarmi sulla pista a ballare come hai fatto tu.»
«Amore mio, ascoltami.» mi dice lui sollevandomi il mento con le mani «Lui sarebbe felice per te. Lo sai. Ma oggi è il giorno più bello della tua vita. Devi essere felice.»
Annuisco e mi asciugo le lacrime prima che mi sciolgano davvero il trucco.
«Grazie, papà.» dico e lo abbraccio. Continuiamo a ballare stretti in un abbraccio. Un abbraccio tra padre e figlia. Un abbraccio pieno d’amore.
«Ti voglio bene, Lena. Non scordarlo mai.»
«Anche io ti voglio bene, papà. Sempre e per sempre.»
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ciao a tutti! Ecco, come promesso, il penultimo capitolo. È interamente dedicato al matrimonio e penso che molti di voi saranno molto felici!
Spero tanto che vi piaccia, ci ho messo molto impegno a scriverlo e, per essere modesta, devo dire che ne sono abbastanza soddisfatta! ;D
Il prossimo capitolo sarà l’ultimo, ma non vi libererete di me molto facilmente. Sto già cominciando a scrivere il seguito! Non vorremo tralasciare la vita coniugale dei due piccioncini dopo tutte queste disgrazie? xD
Fatemi sapere cosa ne pensate!
Lascio le lacrime e i ringraziamenti per l’ultimo capitolo!
A sabato! Izzy, xX__Eli_Sev__Xx
   
 
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