The Hybrid Chronicles



 
 
 
Prologo


 
 
 

 
 
Niklaus Mikaelson aveva lottato duramente per diventare il Re di New Orleans, ma ora che aveva ottenuto ciò che voleva sembrava non dargli alcun valore, non era ancora contento, sebbene si occupasse degli affari con costanza.
Quel giorno, si aggirava senza meta per i quartieri della città, controllando tutto distrattamente: le attività delle streghe, i covi di licantropi, quelli dei vampiri e persino i bar degli umani.
Sembrava annoiarsi quando non trovava qualcosa che non andasse bene, come se lo strappare cuori o spezzare colli fosse l’unica cosa che lo tirasse fuori da quella monotonia in cui era costretto a vivere, per colpa sua.
Aveva promesso a Caroline che non avrebbe mai più fatto ritorno a Mystic Falls; su suggerimento di Elijah aveva dato il suo consenso alla storia tra Rebekah e Marcel, così da mantenere la pace in famiglia e ci stava provando sul serio; aveva persino permesso ad Hayley di avere una relazione col fratello, ma lei era all’improvviso scappata via, portandosi dietro la piccola Ivy, ed Elijah gli aveva proibito di occuparsene, garantendogli che ci avrebbe pensato lui.
Era tutta colpa delle sue azioni, se ora non aveva nulla di importante a cui pensare, ma quella bambina gli mancava immensamente, anche se non riusciva a dirlo a voce alta.
Continuava a rivederla ogni volta che chiudeva gli occhi, percepiva il suo tocco delicato sulla guancia ogni volta che la mente si rivolgeva a lei e sentiva la sua risata delicata e infantile riecheggiare per la tenuta di famiglia, quando era solo in casa.
Cosa resta ad un uomo che ha tutto e niente?
 
Il campanello appeso alla porta del Rousseau suonò pigramente, quando Klaus varcò la soglia per entrare.
Prese posto su uno sgabello vicino al bancone, con la speranza di farsi intrattenere da Camille: i loro scambi di battute aspre erano l’unica cosa che sembrava entusiasmarlo ormai.
D’altronde c’era già passato: ragazze che sono attratte da lui e che mascherano il sentimento con l’ostilità, ma che alla fine si concedono a lui, incapaci di resistere al suo fascino oscuro.
Si sa, infondo, che chi disprezza vuol comprare.
“Buonasera, sweetheart!” la salutò con malizia l’ibrido e lei si limitò a scoccargli un’occhiataccia di puro disgusto.
“Come mai da queste parti, sire?” lo schernì la barista “nessuno da torturare?”
Klaus ridacchiò, poi si strofinò il mento con fare pensoso.
“Sai, love. Sei tu la persona che mi diverto a infastidire di più” controbatté poi, con tono divertito.
Camille si irrigidì: sapeva di non dover tirare troppo la corda con lui, ma il suo fare così sfacciato le dava ai nervi.
“E devo dire che ci riesci benissimo. Riformulo la mia domanda: sei qui per infastidirmi e farmi perdere tempo o vuoi qualcosa?”
“Del bourbon, possibilmente. Sai, ho commesso un errore prima di lasciare Mystic Falls… ovvero non chiedere a Damon Salvatore quale sia quello che beve lui. Ha gusto per l’alcol, quel tipo” rispose Klaus, svuotando in un sorso il bicchiere e ordinando un altro.
Fu proprio quando si portò il secondo bicchiere alle labbra, che il suo sguardo fu catturato da una ragazza dai lunghi capelli neri, che si sedette proprio accanto a lui.
Camille ringraziò il cielo che qualcuno fosse arrivato per sottrarla a quel supplizio, ma il tempo che lei si munisse di ciò che la ragazza le aveva chiesto, fu sufficiente all’ibrido per attaccare bottone con lei.
“Non sembri del posto” commentò con viva curiosità.
Lei si voltò con lentezza verso di lui, facendosi ricadere i lisci capelli dietro alle spalle e gettandogli uno sguardo che non fece altro che mettere in evidenza i suoi magnetici occhi verde-azzurro.
“Non lo sono” confermò lei, accavallando le gambe.
“E potrei, se questo non le arrecasse alcun fastidio ovviamente, domandarle da quale luogo proviene, miss…?”
La ragazza scoppiò a ridere.
“Da quale secolo provieni?” lo prese in giro, sinceramente divertita.
Per un momento, il sorriso scomparve dal volto di Klaus, ma poi pensò che effettivamente nessuno parlava più così: la galanteria ‘alla Elijah’ doveva pur avere una qualche falla.
“Ho fatto la storia, love. Ti basti sapere questo” rispose evasivo l’ibrido.
Proprio in quel momento, Camille fece ritorno e, notando che tra i due si era instaurata una certa connessione, disse: “Sai, non dovresti attaccare bottone con degli sconosciuti incontrati per caso in un bar. Ci sono tipi poco raccomandabili, o peggio, in giro da queste parti”.
A quel punto, la ragazza si alzò in piedi e ribattè, in tono provocatorio: “Cosa ti fa pensare che io sia una brava persona?”, poi svuotò il bicchiere in un sorso e uscì ondeggiando sensualmente dal locale, con un sorriso tronfio sul volto.
A Niklaus quella risposta parve piacere molto, infatti la seguì con lo sguardo finchè la sua figura non fu completamente nascosta alla sua vista.






********************Angolo Dell'Autrice*********************

Buonasera a tutti!
Non sono nuova nel fandom, anzi seguo le vicende di TVD e TO da circa sei anni ormai, ma è la prima volta che trovo il coraggio di scrivere una FF a riguardo e quale modo migliore (anzi, forse farei meglio a dire complicato ahahah) per provare, se non una storia sui nostri fantastici Originals? 
Che dire, ci provo e ci proverò, se la storia andrà avanti sarà proprio grazie a voi, quindi per favore se viva fatemi sapere cosa ne pensate! (Si accettano anche pomodori in faccia ;))
Spero che almeno il prologo vi sia piaciuto e vi abbia incuriosito!
A presto spero,
Bell.