Film > Un mostro a Parigi
Segui la storia  |       
Autore: Malanova    31/01/2014    2 recensioni
E' passato un mese da quando Francoeur è ritornato all'Oiseau rare ed è diventato a tutti gli effetti il partner cabarettistico di Lucille. Ma una misteriosa ragazza arriva a Parigi insieme al circo Claire de lune e una serie di piccoli eventi vedranno il musicista di nuovo in pericolo. Sperando di riuscire a fare ciò che ho scritto; vi auguro una buona lettura. Attenzione: la storia è stata aggiustata facendo si di aggiungere piccole particine e togliendo qualche incongruenza. Grazie e alla prossima!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francœur, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

“Mr. Paté, posso comprendere benissimo i suoi sentimenti, ma purtroppo mi ritrovo con le mani legate in questo caso …” stava spiegando placidamente il sindaco di Parigi al prefetto. Era passata una settimana dalla rivolta di Parigi contro il Claire de lune. I due uomini si trovavano nel ufficio del politico, un po’ troppo sontuoso per i gusti di Paté, e stavano discutendo sul rilascio di Kalima, arrestata per aver ucciso Maynott “Ma se ella non avesse rubato quel fucile e sparato a quel manigoldo; sarebbe morta la signorina Lucille al suo posto!” aveva protestato il capo della polizia, tormentandosi il bordo della tuba “Dovrà pur dimostrare qualcosa … quella ragazza ha agito per difesa …”. Il sindaco lo guardò dritto nei occhi e disse freddamente “Però la ragazza ha pur ucciso un uomo e questo gesto è punibile in tutta la Francia con la pena di morte tramite ghigliottina, anche se esso era un fuorilegge e assassino …”.

Raoul camminava avanti e indietro fuori dalla magistratura, agitato. Anche gli altri erano ansiosi di sapere come stesse andando la trattativa con il sindaco. Francoeur era al fianco di Lucille e teneva gli occhi fissi sulla finestra dove si doveva trovare l’ufficio del politico. Quando avevano arrestato la trapezista; l’insetto gigante era strisciato per un breve tratto, pronto ad intervenire, ma la ragazza aveva alzato lo sguardo verso di lui e scosso la testa. Con un piccolo gesto delle mani lo aveva esorto a starsene fermo dov’era ed aveva seguito senza fiatare l’agente, che la rinchiuse dentro a un furgoncino della polizia ed l’aveva trasportata in prigione. Da allora era andato a trovarla ogni giorno, vestito con il suo solito completo che utilizzava per nascondersi dai parigini. Grazie alla benevolenza di Paté era riuscito a passare meravigliosi momenti, anche se rinchiusi in una piccola cella umida e fredda, scambiandosi piccoli baci e abbracciandosi teneramente. E ogni volta che si dovevano separare era sempre un tormento per entrambi. Chiuse gli occhi e pregò silenziosamente che il prefetto riuscisse a fare qualcosa.

Dopo un paio d’ore; l’uomo era uscito e si stava dirigendo verso di loro ma bastò un solo sguardo per capire che non c’era stato niente da fare: Kalima sarà ghigliottinata entro la fine del mese. Francoeur sentì il mondo crollargli addosso. Si inginocchiò a terra e si ricoprì il viso con le mani. “Quel … quel … mostro!” balbettò la cantante fuori di sé. Strinse le mani a pugno e urlò “Se quella ragazza avesse salvato la vita a lui; a quest’ora sarebbe stata riempita di onori!”. Il fattorino prese la fidanzata per le spalle e lei si appoggiò al suo corpo, mettendosi a piangere “Non è giusto che debba essere condannata per avermi salvato la vita!”.

Emile diede una pacca sulla spalla dell’insetto gigante che lentamente si stava rialzando in piedi. D’improvviso scattò in un balzo portentoso e saltò da un tetto all’altro verso la prigione. Arrivò senza farsi vedere da nessuno ed entrò nell’edificio. Gli agenti erano ormai abituati alle frequenti visite del famoso musicista e lo fecero passare senza dire niente. Lui fece un cenno con la testa ed entrò nella cella.

Kalima era in piedi a guardare fuori dalla finestra ma quando sentì le porte aprirsi, si voltò di scatto. Il suo viso si riempì di candido rossore e gli rivolse un sorriso così dolce che lo fecero sentire ancora più male. “Francoeur” disse lei andando verso il musicista ed accarezzandogli la guancia “Che cosa ci fai qui? Di solito vieni più tardi …”. La pulce l’abbracciò con forza e emise un piccolo fischio doloroso. La lasciò andare e si mise a frugarsi nelle tasche, finché non tirò fuori un taccuino e una matita. Scrisse in fretta ciò che aveva detto Paté ed aspettò una risposta. La ragazza, però, non disse niente e si limitò ad appoggiare la testa contro il suo petto.

Francoeur tornò a stringerla a sé, appoggiando il viso sulla testa di lei e iniziò a cantare

“Dove siamo?
Cosa diavolo sta succedendo?
La polvere ha appena iniziato a cadere
Cerchi bucati nel tappeto
Dimenticati Ritrovati.

Fammi girare di nuovo
E stropicciami gli occhi
Questo non può accadere …”.

Kalima lo strinse di più e iniziò a piangere. Lucille e gli altri, però, non volevano arrendersi. Fecero di tutto ciò legalmente possibile per far si che la trapezista avesse la grazia. Pensarono anche di andare dal presidente e di esporgli il caso ma tutti i loro sforzi furono vani. Così arrivò la fine del mese.

Il giorno dell’esecuzione Francoeur era sui tetti e stava guardando lo spiazzo della prigione riempirsi di gente. Si ritrovò ad odiarli uno per uno. Respirò profondamente e attese. Indosso non aveva il suo tradizionale travestimento, ma una lunga giacca marrone logorata e un cappello nero a larghe tese. Ora era il Mostro di Parigi, un essere a cui non interessavano le futili regole create dall’uomo. Avrebbe salvato la sua amata ed sarebbero fuggiti insieme, anche se questo significava abbandonare Parigi ed i suoi amici. Il suo cuore si strinse al pensiero. Doveva molto a loro ed avrebbe sofferto la loro mancanza e di quelle piccole cose che li rendevano unici ma era sicuro che avrebbero capito il suo gesto e perdonato.

Un cupo mormorio echeggiò nell’aria, facendolo distrarre dai suoi pensieri. La gente stava parlando tra loro e sembravano piuttosto sconcertati. Si mise in ascolto. Essendo una pulce, il suo udito era portentoso e così poté sentire ciò che si stavano dicendo. Il sindaco stava esclamando “E’ successo ancora una volta! Andate subito a chiamarmi Paté! Mandate alcuni uomini allo spiazzo riservato al circo!”. L’insetto sussultò nel sentire tutto ciò. Decise di ritornare all’Oiseau Rare.

Lucille camminava avanti e indietro, senza sosta e diceva “Me lo sentivo che Francoeur stava progettando qualcosa! Ogni giorno diventava sempre più disperato … ma indossare gli abiti del Mostro …” “Devi stare tranquilla, Lucille” disse Raoul cercando di stare calmo a sua volta “A tratti può sembrare anche ingenuo; ma non è così stupido da assaltare una prigione …”. Emile ribatté “Io penso tutto l’opposto: se capitasse una cosa del genere a Maud avrei fatto di tutto per liberarla …”. La donna, sentendo ciò, lo abbracciò amorevolmente, appoggiando il viso contro la sua spalla. Poi la sua fronte si corrugò e chiese “Ma … non vi siete accorti che, da quando hanno preso Kalima, gli altri artisti del circo non si sono fatti più vedere in giro?”. Si guardarono nei occhi.

In quel momento Francoeur entrò da una delle finestre del locale e frinì a mo di saluto. La cantante andò subito da lui e gridò “Dove ti eri cacciato?!? Eravamo tutti così in pena per te!”. L’insetto chinò la testa, dispiaciuto, poi prese il suo taccuino, scrisse velocemente e porse il foglietto alla ragazza. Lei lo prese con cura ed lesse ad alta voce, in modo che gli altri potessero sentire. Quando ebbe finito, disse “Non ci resta che aspettare il prefetto: soltanto lui potrà dirci che cosa è accaduto”.

Attesero diverse ore, in piena apprensione. Verso sera, finalmente, il prefetto varcò la soglia del locale, ansimando leggermente, e disse “E’ riuscita a scappare … insieme ai altri artisti … lo hanno fatto la scorsa notte …”. Raccontò ciò che aveva scoperto: a quanto pare neanche gli artisti del circo erano rimasti con le mani in mano così hanno pianificato la sua fuga come avevano fatto con Maynott. Aveva riconosciuto la mano di Hafaza e la sostanza narcotica che aveva stordito le guardie di turno. E gli agenti che erano andati allo spiazzo? Lo trovarono vuoto tranne il terreno. Era ricoperto di vernice scrostata nera con parti d’argento: avevano cambiato il colore dei vagoni meccanici.

“Ma perché non ci hanno riferito nulla?” domandò Raoul offeso “Credevo che ci considerassero dei amici …” “Ed è così infatti” ribatté il prefetto “Se noi avemmo saputo qualcosa ed il sindaco se ne fosse accorto; saremo stati arrestati per complicità …”. Francoeur aveva smesso di ascoltare ed aveva appoggiato una delle sue mani sul cuore e sospirò. Kalima … Amore mio …

Un anno dopo …

Francoeur era sotto un albero e stava pizzicando le corde della chitarra senza troppo entusiasmo. Ormai Parigi si era dimenticata del Claire de lune e di tutti i suoi artisti, compresa Kalima che doveva essere giustiziata per l’omicidio di Maynott. Era il primo giorno di primavera e tutti, in città ed altrove, erano allegri. Tutti tranne lui. Guardò per qualche secondo Lucille litigare con Raoul perché aveva portato una delle sue invenzioni che, invece di aiutarli a mettere una tovaglia sul prato e mettere le posate; si era messo a lanciarle. Emile era steso a terra, colpito alla fronte con un cucchiaio volante e Maud gli tamponava la faccia con un fazzoletto umido.

Finalmente il fattorino riuscì a spegnere il marchingegno ed allora l’insetto gigante riprese a suonare. Mentre stava ripetendo un ritornello; il vento trasportò il petalo di una rosa e lo posò sul suo viso. L’insetto allungò una mano, lo portò ai occhi e lo studiò attentamente. Era un petalo bianco di una rosa ma, d’improvviso, divenne prima rosa e dopo rosso scarlatto. Anche gli altri avevano visto la trasformazione del petalo e sussultarono. Solo una persona era capace di far cambiare così il colore di un fiore …

Francoeur si voltò di scatto e vide in lontananza una graziosa ragazza dai capelli ramati e la mantella nera dai decori d’oro che si muoveva nel vento. Alle sue spalle c’erano tutti gli altri artisti del Claire de lune, felici e sorridenti, sfoggiando dei apparecchi che li confondevano perfettamente con le altre persone.

Flora e Fauna furono le prime a mettersi a correre verso il gruppo, andando ad abbracciare Maud ed Emile, seguite poco dopo da tutti gli altri. Solo allora il musicista si mise in piedi, colmo di una felicità senza pari, e corse verso Kalima, incurante che il vento gli avesse fatto cadere il cappello. Anche lei gli andò incontro urlando dalla gioia. Finalmente era arrivata anche per lui la primavera.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Un mostro a Parigi / Vai alla pagina dell'autore: Malanova