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Autore: Giulia_oned    31/01/2014    0 recensioni
Storia ispirata al film Preatty Woman ma qui non abbiamo attori...
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Prego signor Styles benvenuto al Beverly Hills Palace" disse il portiere dell'albergo aprendo il portone di vetro rifinito in oro di uno dei più lussuosi alberghi di Los Angeles. Fece capolino il cantante della famosa boy-band anglo-irlandese. "Grazie.. ehm Jeff" disse il ragazzo leggendo la targetta d'orata "Dica signore" rispose garbatamente il portiere. "Dove posso trovare un buon bar, vorrei sgranchirmi un po' le gambe e gradirei fare una passeggiata." "Signore le posso consigliare il The Roses fanno degli ottimi pankes al cioccolato e hanno un caffé italiano eccezionale" rispose cordiale. "Grazie mille Jeff, ah potete far portare le mie valige in camera?" "Certo Signore" "Grazie" rispose il giovane lasciando un ricca mancia al portiere che sorrise e pensò che il ragazzo era veramente alla mano ed educato. Il riccio cantante inglese si avviò lungo le strade trafficate della bella Los Angeles. Harry Styles aveva deciso di trascorrere il tempo a sua disposizione, tra la fine del Take Me Home Tour e l'inizio del nuovo, nella calda e soleggiata Città degli Angeli. Egli catturò su di se molti sguardi curiosi e specialmente femminili. Era un ragazzo di diciannove anni bello e desiderato. Era semplice nel suo modo di essere e cercava di essere sempre se stesso. Amava il suo lavoro e ultimamente si era appassionato al mondo della moda. In questo preciso istante aveva dei jeans attillati neri che mettevano in risalto le sue lunghe gambe affusolate. Nonostante il grosso buco all'altezza del ginocchio destro, egli si ostinava, senza ascoltare i rimproveri della madre, a tenerli e ad usarli. Gli piacevano e semplicemente li adorava. Una maglietta bianca a maniche corte a dallo scollo a V metteva in mostra gli innumerevoli tatuaggi. Gli occhiali scuri coprivano i suoi occhi verdi e un cappellino nascondeva i ricci ribelli, ormai fonti per il suo riconoscimento. Passeggiò tranquillamente, forse perchè qui le persone sono abituate a vedere personaggi famosi e non se ne stupiscono più di tanto, pensò. Venne fermato solo da un paio di fan e quando arrivò al bar lo trovò quasi vuoto. Si accomodò in un tavolino un po' nascosto nell'angolo. Dopo neanche due minuti si presentò davanti a lui una delle cameriere. Rimase incantato dalla bellezza della giovane. Era molto bella. Non aveva quel fisico alto e slanciato da modella della copertina di Vogue ma al cantante sembrava non importare. Aveva gli occhi chiari, occhi color cielo, ora con qualche riflesso della luce sembravano di ghiaccio, poi riflettevano il mare calmo e tranquillo che viene illuminato dal sole. I capelli raccoli in una crocchia disortditata sopra il capo con qualche ciocca che le finiva sul viso. Le sue labbra erano distese in un sorriso, come ordinato dal capo il primo giorno, ma Harry lesse fatica e stanchezza nel suo sguardo. Jennifer, dal canto suo, era incantata da quel bel ragazzo dal fascino misterioso. "Desidera ordianare?" chiese con voce angelica la cameriera con un accento diverso dai giornalisti che di solito intervistavano la band del riccio. "Si, grazie, mi porti un caffé e dei pankes al cioccolato per favore" "Certo arrivano subito!" concluse sbrigativa lei scrivendo sul suo taquino. La ragazza si allontanò, portando la comanda in cucina, sotto lo sguardo vigile del riccio. Il cantante ricevette una chiamata da uno dei tanti manager che lo avvertiva dell'incontro con uno dei tecnici del nuovo tour e gli consigliò di portare una ragazza diversa da Kendall poiché si vociferava troppo su un loro probabile rapporto non proprio basato esclusivamente sull'amicizia. Il riccio provó a telefonare a un paio di persone, tra cui qualche modella e qualche attrice famosa, ma tutte declinarono gentilmente il suo invito con scuse come "mi sono appena fidanzata" o "devo lavorare". Harry non sapeva più che cosa fare quando uscì dalla cucina bella sorridente la giovane cameriera. Jennifer aveva appena raccontato a Roxy, la cuoca, del bel ragazzo seduto al tavolino, di cui si era invaghita. La cuoca aveva fatto un paio di battute ed entrambe avevano riso. Roxy voleva molto bene alla giovane Jen e la ragazza ne voleva a lei. Portò il piatto e la tazzina con un vassoio e, tenendo il tutto in equilibrio, fece scivolare sotto il naso del cantante il suo ordine. Dopo un cordiale "Ecco a lei", come da manuale, Jen si voltò pronta per ritornare nella cucina. Il riccio la bloccò trattenendola per il polso. "Come ti chiami?" chiese sicuro puntando i suoi occhi verdi in quelli della ragazza. "Jennifer" rispose lei perdendosi negli occhi del cantante. "Posso chiederti un favore?" "Certo mi dica" disse cordiale. "Dammi del tu, il lei mi fa sentire vecchio!" disse sghignazzando provocando la risata della cameriera. Si beo della sua risata, semplice come lei. Infatti sotto al grembiule rosso e nero, aveva un paio di semplici jeans chiari a sigaretta e un maglioncino panna. "Okey scusami" disse sorridente. "Potresti chiamarmi il tuo capo? dovrevi portati con me" "Scusa come? A che ti servo?" chiese assumento un'espressione imbronciata. "Ah scusami, certo, ehm vedi stasera avrei un'importante cena di lavoro e avrei bisogno di un'accompagnatrice. Ti farebbe piacere venire con me?" "Ehm si va bene, credo non ci siano problemi" disse un po' incerta. Cercò di assumere un'espressione neutra ma sotto sotto era molto contenta. Chiamò il suo capo e Harry riuscì a persuaderlo a lasciarla andare. Mentre egli finiva la sua "merenda", Jen andò nello spogliatoio a recuperare la borsa e a riporre il grambiule. Una volta varcata la porta che divideva la zona adetta solo al personale alla sala si trovò il ragazzo sorridente che l'aspettava. "Come ti chiami?" chiese lei mentre da vero gentelman le apriva la porta per farla passare. "Oh Harry, Harry Styles" rimase piacevolmente sorpreso perché non lo aveva riconosciuto, o almeno non lo conosceva. "Cosa fai nella vita?" "Canto, faccio parte di una band" "Davvero fico!" "Si abbastanza" rispose lui sorridendo e facendo comparire le fossete. "Sei adorabile con quelle due fossete!" disse lei ridendo, ma, accorgendosi poi di aver pensati ad alta voce, arrosì e portò una mano davanti alla bocca. "Grazie anche tu sei molto bella" e Harry lo pensava veramente. Non era bella come Kendall ma aveva il suo fascino e questo la rendeva ancora più incredibile e affascinante agli occhi del riccio. Lei timidamente gli sorrise. Parlarono del più e del meno e iniziarono a conoscersi. Harry avrebbe avuto bisogno di lei per una sola notte e per questo la accompagnò in un atelier per scegliere un abito adatto alla serata. Jennifer, che non era stata abituata a vivere nel lusso, non si era mai neanche avvicinata a Rodeo Drive. Non era masochista e di certo vedere un paio di bei completi firmati Gucci o Prada non facevano al caso suo. Era nata e vissuta in un piccolo paesino californiano. Poi aveva deciso di trasferirsi a Los Angeles per studiare e provare a diventare stilista. Ammirava la moda e seguiva le diverse sfilate dalla sua piccola televisione posta in sala, comodamente seduta sul divano sorseggiando una cioccolata. Adorava le premiere e i red carpet e LA era la città perfetta. "Allora ti pagherò quanto vorrai ma avrò bisogno di te per tutta la serata perché devo mettere a tacere certi pettegolezzi. Ho chiesto ad un'estranea perché non voglio complicazioni... É chiaro?" chiese lui. Jen rimase un po' infelice delle parole che lui le aveva rivolto, ma dopo aver scoperto che lui era un cantante di fama mondiale aveva realizzato che non poteva nascere nessun tipo di relazione con lui. Malgrado ciò accettò la sua richiesta e stabilita la somma per l' intera serata, i due si diedero a compere folli. Lui comprò per se un paio di completi neri e delle nuove camice. Jennifer rimase incantata dai vestiti che aveva davanti anche perché li conosceva come le sue tasche. Li aveva visti sulle riviste o sulle passerelle ma non so sarebbe mai immaginata di provarne o addirittura comprarne uno. Dopo aver acquistato un paio di scarpe per se, Harry l'accompagnò da Valentino. Jennifer entrò nel negozio e rimase immobile a fossare un lungo abito nero posizionato al centro della sala. Il vestito era di pizzo nero ed era assolutamente meraviglioso. Le maniche erano lunghe ma trasparenti se non per qualche ricamo in pizzo nero. Il resto dell'abito era identico alle maniche ma con i ricami un po' più stretti. Cadeva lungo e morbido lungo i fianchi del manichino. Era incantata ma una voce molto acuta interruppe la visione angelica dell'abito, poiché dovette spostare la sua attenzione sulla commesse bionda dal fare altezzoso. "Mi scusi signorina le serve aiuto?" "Si, vorrei sapere quanto costa questo abito" "Non credo sia adatto a lei" disse squadrandola. La commessa osservo il look della ragazza. Jeans strappati e risvoltati sulle caviglie, vans blu smesse e un maglioncino insignificante color panna. Aveva, inoltre, una borsa a tracolla marroncina con qualche toppa colorata. Inadeguata compratrice. "Ho chiesto quanto costa non se mi sta bene o meno" disse stizzita dopo aver capito il ragionamento della commessa. "Credo che abbia sbagliato negozio, l'invito ad uscire" senti la rabbia montarle dentro e le lacrime minacciarono di uscire. Come succedeva spesso veniva etichettata e giudicata. "Mi scusi potrebbe far provare questo abito alla mia ragazza?" chiese una voce roca alle spalle della giovane cameriera. "Certamente signor Styles provvedo subito" disse poi allontanandosi velocemente. "Senti ora devo andare devo fare un paio di cose, ho fatto portare le altre cose in camera mia, tu compra un vestito per stasera, usa questa- disse porgendole la carta di credito- non badare a spese, poi sali in camera, arriveranno una parruchiera e un truccatrice verrò li per le otto, fatti trovare al bar! A dopo" e senza lasciarle il tempo di rispondere, uscì dal negozio per andarsi a cambiare e finire le sue "commissioni" ovvero andare a trovare l'amico Ed ad un party pomeridiano. Jen comprò quel meraviglioso abito e andò verso l'hotel nel quale soggiornava il cantante. Non aveva mai visto così tanto sfarzo in vita sua. Il portiere le aprii la porta facendola entrare. Nella hall dominava un grandissimo lampadario di cristallo e il pavimento era in marmo. Al centro della sala era posto un ampio tappeto sormontato da un tavolo rotondo con un vaso in cristallo contenente dei meravigliosi fiori gialli. Venne fermata dal direttore. "Mi scusi signorina ehm" "Jennifer, Jennifer Westbrook" "Si signorina Westbrook sono il direttore dell'albergo mi chiamo Albert. "Salve Albert" rispose cordialmente la giovane. "Lei non é autorizzata a stare qui. La politica dell'albergo é molto severa e non permettiamo certi atteggiamenti, quindi le chiedo gentilmente di uscire" "Scusi ma lei pensa che io sia una prostituta?" chiese la ragazza senza tanti giri di parole. "Non é forse così?" chiese indispettito il vecchio. "No assolutamente io condivido l'attico con Harry" rispose spazientita. "Mi dispiace ma il suo amico Harry non ha effettuato nessuna registrazione, quindi deduco che lei stia cercando di imbrogliarmi" disse pacato. "Guardi che ci deve essere un errore, io, cioé Harry Styles mi ha detto personalemente di usufluire della sua camera per prepararmi" sostenette la giovane. Proprio in quel momento fece ingresso nell'atrio princiapale una receptionist, che riconoscendo da lontano la figura della ragazza che il cantante le aveva descritto, si avvicinò. "Tu devi essere Jennifer! Prego, seguimi da questa parte" disse conducendola poi verso gli ascensori. "Mi scuso con lei signorina Jennifer permetta che l'aiuti" disse mortificato il direttore, che prese sottobraccio la ragazza e prendendole le buste griffate Valentino. Salita in camera, Jen inizio a saltare sul letto matrimoniale. Non poteva crederci lavorando una sola sera o poco più per un ragazzo bello come Harry avrebbe quadagnato più dello stipendio da cameriera e avrebbe potuto tenersi l'abito più bello della sua vita. I suoi pensieri vennerro interrotti dal bussare di un cameriere che le portò fragole al cioccolato e champagne come risarcimento all'equivoco, che venne pagato direttamente dal direttore. Diede una mancia al cameriere per poi dirigersi verso il bagno e fare una lunga e rilassante "nuotata" nell'immensa vasca idromassaggio. Portò con se fragole e champagne, si svestì, mise un po' di musica ed entrò nella vasca piena di schiuma, sorseggiando tranquillamente dal suo bicchiere. Questa si che doveva essere una vita da celebrità. Non aveva mai pensato a tutti gli agi che i soldi potevano darle. Daltronde aveva appena compiuto 20 anni all'inizio di Gennaio e le andava bene condividere il piccolo appartamento con la sua conquilina, lavorare al bar e usare i pochi risparmi per pagarsi l'università. Le andava bene così ed era contenta della vita che conduceva. Usci dalla vasca, si avvolse in un morbido accappatoio bianco con le iniziali dell'albergo ricamate in oro e si friziono la lunga chioma castana con un asciugamano. Indossò l'intimo pulito che aveva nel borsone che usava quando andava a correre dopo il lavoro. Riprese l'accappatoio e lo riallacciò per andare ad aprire la porta. Entrarono due ragazze bellissime che l'aiutarono con trucco e acconciatura per poi invilarle l'abito. Harry, nel frattempo, era a casa di Ed e notando che erano le otto decise di andare a prepararsi. Indossò il completo nero di Gucci per poi salire sulla cabrio nera presa in prestito. Raggiunse l'albergo con solo, a suo parere, mezzora di ritardo. Jen era seduta al bar dalle otto meno un quarto. Amava arrivare in anticipo ma non si sarebbe mai aspettata di aspettare così tanto. Giocava con l'oliva all'interno del suo bicchiere. Aveva preso in considerazione un paio di volte di andarsene e ritornare a casa. Ma aveva scacciato il pensiero per non rinunciare a quel piccolo guadagno e ad una serata diversa da gelato e televisione. Il riccio entrò nel bar in cerca della ragazza ma non trovandola si incamminò verso l'uscita, ma una voce lo richiamò. "Sei in ritardo" disse la voce vellutata di Jennifer. Harry si girò e la trovò bellissima. Il vestito nero fasciava il suo corpo in modo perfetto e i tacchi slanciavano la sua figura minuta. Nonostante le scarpe alte rimaneva una spanna più bassa del cantante. Agli occhi del riccio Jen risultò essere affascinante e stupenda. Era di gran lunga più bella di molte attrici o modelle. Era bella nella sua semplicità. "Si lo so scusami non mi sono accorto dell'orario. Vogliamo andare?" disse porgendole una mano. La ragazza timidemte si portò al suo fianco prendendo la mano del ragazzo e incamminandosi al suo fianco. Jen era davvero sorpresa dal ragazzo. Era molto affascinante nel suo completo nero e la camicia bianca, sapientemente sbottonata che faceva intravedere i suoi tatuaggi. Le apri la portiera della nuova macchina di Ed Sheran e inizio a guidare silenziosamente nel traffico holliwodiano. "Non ti ho ancora detto che sei bellissima" disse ad un certo punto Harry. Jen arrossì al complimento del bel cantante. "Ehm grazie, anche tu sei molto bello stasera" "Lo so" rispose sicuro lui. Jen rimase spiazzata dalla sicurezza con la quale le rispose il ragazzo. "Senti, mi dispiace, ma così non funziona, perfavore fammi scendere da questa macchina" "Per quale motivo?" e qui Harry accelerò notevolmente la velocità della macchina facendo rombare il motore. "Non sono adatta mi dispiace, sei troppo in alto per una come me" disse quasi dispiaciuta. Dispiaciuta, perché non si era mai piaciuta abbastanza, perché era troppo spesso giudicata e troppo volte si sentiva inferiore. "Tu non sai di che cosa parli...-Il riccio prese un bel respiro prima di continuare- odio essere famoso, ti priva di ogni sostanza, io vorrei essere un comune e normale ventenne, che si diverte, che vive insieme alla sua famiglia e che esce con i suoi amici, che li vogliono bene non per la fama ma perché é lui ed é simpatico, vorrei trovare una ragazza dolce e divertente, che con me sia se stessa, che mi cerchi per trovare l'amore quello con la A maiuscola e non per avere la sua faccia su una copertina di un qualsiasi giornale scandalistico" disse triste. Infatti Jen lesse il suo stato d'animo e rimase profondamente dispiaciuta per aver pensato male del riccio. "Harry mi dispiace molto, non pensavo... Che tu, insomma, fossi un ragazzo così buono... Sono mortificata, credevo fossi altezzoso e menefreghista. Pensavo male." disse posando la sua mano su quella di Harry che teneva saldamente il cambio. "Vedi é per questo che mi piaci, sei schietta e sei te stessa. Non ti preoccupare ti ho già perdonato. Comunque siamo arrivati ma prima devo fare una cosa ma devi stare immobile. Prometti?" "Voglio aiutarti, quindi prometto" Il ragazzo passo un braccio dietro al suo sedile. Spostò una ciocca dei suoi capelli mori con quei riflessi biondi, dietro il suo orecchio dopo averci giocato per un po' attorcigliandoseli su un dito per poi lasciarli andare. Lasció la mano sulla guancia rosea della ragazza. Lei si beò del tocco delicato di lui, abbandonando il viso contro il palmo, chiudendo gli occhi e inspirando l'ottimo profumo del riccio, sicuramente Blue De Chanel. La vicinanza fece venire i brividi lungo la schiena a lei e fece accellerale il cuore del cantante. Harry si avvicinò alle sue labbra e appoggiò delicatamente le sue, premendo leggermente. Harry decise di iniziare a muovere le labbra contro quelle di Jen. Si sentivano su un altro pianeta. C'erano solo loro due. Dopo alcuni minuti rimasero senza fiato e poggiarono le fronti l'una contro l'altra e si guardarono negli occhi perdendosi entrambi nelle iridi dell'altro. "Ora andiamo siamo già abbastanza in ritardo" disse sghignazzando il riccio. Scese dall'auto e lanciò le chiavi al parcheggiatore che aveva assistito al piccolo spettacolino dei due. "Bella macchina" disse il ragazzo uniforme accennando alla ragazza seduta sul sedile del passeggiero. "É la mia ragazza, non toccarla e se trovo un graffio alla macchina ti faccio licenziare" disse mostrando un sorriso a dir poco falso. Dentro di se sentì montare la gelosia e voleva tenersi solo per se Jen. Troppo indefesa ai suoi occhi. Nel mentre della discussione Harry si era avvicinato alla portiera della giovane, e una volta aperto lo sportello, le porse un braccio che lei afferrò mettendosi a braccietto al ragazzo. Numerosi scatti fotografici illuminarono l'ingresso del ristorante. I due chiesero il tavolo dove il signor Leebon li aspettava. Harry spostò la sedia di Jen e la invitò a sedere. Preso posto i due uomini iniziarono a discutere sui diversi punti prefissati con i manager. Il ristorante era un tra i piú eleganti di Los Angeles e il numero delle posate poste al lato del piatto mandarono in confusione Jen. Lei era solita mangiare in piedi, appoggiata al marmo della cucina, per lo più da sola. I piatti più prelibati che si concedeva era un piatto di pasta con una bistecca, per il resto mangiava take away. Harry notò la confusione nei suoi occhi e appoggiò una mano, sulla sua coscia facendole alzare lo sguardo. Le fece un breve cenno che le indicava quali posate utilizzare ad ogni portata. La serata passò tranquilla fino a quando non fece ingresso il figlio del produttore, Alexander. Gli sguardi languidi che lanciava a Jen fecero innervosire notevolmente il giovane cantante. Harry si passo una mano tra i capelli, segno di nervosismo. Jen notò l'agitazione del riccio, ma lei aveva occhi solo per lui, nonostante Alexander fosse un figurino. Jen sapeva di essersi presa una bella sbandata per il cantante e quando lo aveva visto nel suo completo nero aveva perso un paio di battiti prima che il suo cuore iniziasse ad accelerare notevolmente. Il bacio aveva fatto crollare tutte le mura che attenagliavano il suo cuore da ormai molto tempo, costruite dopo aver sofferto per molto tempo. Il suo cuore diceva di gettarsi con anima e corpo in una possibile relazione con Harry, ma il cervello diceva che quel bacio da farfalle nello stomaco era stato solo ed esclusivamente per i paparazzi che erano appostati intorno alla Cabrio nera. Non poteva significare qualcosa per Harry, allora perché lo aveva visto sorridere prima di scendere dalla macchina? -Stava recitando- La vocina nella sua testa non smettava di assillarla. Al contrario Harry osservava la ragazza, continuando a discutere con il manager e il figlio. Odiava il modo con il quale osservava la SUA Jen. Un lampo nel cervello fece scoccare in Harry un qualcosa di strano, provato poche volte durante la sua vita. Bramava le sue labbra morbide e sottili. Desiderava sfiorarla, toccarla e averla solo sua. Voleva trovarla di fianco a se la mattina. Voleva poterla guardare dormire beata nel loro letto. Voleva conoscere ogni piccola sfaccettatura di quella ragazza. Voleva perdersi nei suoi occhi. Voleva tenerla stretta tra le sue braccia. Desiderava il meglio per quella ragazza che era entrata come un uragano nella sua vita. Era felice per davvero. Il giovane di Holmes Chapel continuò a chiaccherare con i suoi ospiti dopo aver preso la mano di Jen. O meglio, aveva sommerso la mano della giovane, facendo intrecciare le loro dita. Teneva le loro mani ben in vista sul tavolo. Infatti, l'attenzione del giovane avvocato Alexander fu catturata da questo gesto riuscito in maniera incredibilmente naturale al cantante. "Ti ho detto che non possiamo farvi volare tutti e cinque contemporaneamente" rispose secco Alex dopo diverse insistenze da parte dell'inglese. "Non mi interessa inventatevi qualcosa! Lo scorso tour eravamo sopra le fan grazie a una piattaforma sopraelevata! Sovete inventarvi qualcosa di nuovo! Vogliamo stupire le nostre fan!" "Mi dispiace signor Styles ma per il momento non possiamo fare nulla a tal proposito. Ora se volete scusarmi me ne vado. Jennifer é stato un vero piacere." disse l'avvocato avvicinandosi alla ragazza e baciandole il dorso della mano libera dalla presa del riccio. "Signor Styles- e qui fece un rigido segno col capo- ci vediamo" "É stato un vero piacere" ribadì il riccio. Il giovane si allontanò dopo aver ricevuto un occhiataccia da parte di Harry. "Bene Harry é ora che anche io torni dalla mia signora. Jennifer é stato un vero piacere conoscerti spero di rivederti presto. Buona continuazione." e anche Leebon si congedò dai due ragazzi. Harry pagò poi il conto per poi prendere Jen per mano e ritornare in albergo. I due ragazzi chiaccherarono tranquillamente e per non destare sospetti, così a parere di Harry, Jen acconsentì a passare la notte nella suite. Arrivati in camera Jen si levò le scarpe fin troppo alte per i suoi "All-star standard". "Ehi Harry posso usare il telefono?" chiese la ragazza per avvertire la sua compagna. Il telefono squillo un paio di volte prima che la voce di una abbastanza ubriaca Kenny rispose al cellulare. Le due discussero un po' e nel frattempo Harry osservò attentamente la ragazza. Stava sulle punte dei piedi ed era in perfetto equilibrio. Si attorcigliava i capelli e si mordicchiava il labbro inferiore. Era nervosa e le guance arrossate per trattenere le urla contro la sua conquilina non passarono inosservata. Chiuse la telefonata e Harry tossicchiò facendola voltare. "Ore passate a camminare sulle uova o hai fatto danza classica?" chiese il riccio. "Ehm in realtà ho fatto danza classica ma mi sono rotta un legamento del ginocchio. Dopo l'operazione ho provato a ballare di nuovo, ma non riuscivo. Delusi mia madre e venni a vivere a Los Angeles per cercare di diventare stilista." "Mi dispiace per il tuo ginocchio" "Oh non preoccuparmi mi é passato" disse con un sorriso tirato. Si sentiva triste perché aveva deluso sua mamma che credeva in lei e sperava di vederla ballare nei grandi teatri d'Europa. I sogni si erano infranti dopo l'intervento al legamento crociato. A distrarla dai suoi pensieri ci pensò Harry. "Sai vorrei farti conoscere i miei amici, sai ti troveresti bene!" "Se sono pieni di se come te siamo a cavallo" rispose divertita lei. Harry notò il sorriso di Jen. Era caldo, era brillante, era come sentirsi a casa. Gli ricordava i sorrisi delle sue donne, Anne e Gemma, che gli scaldavano il cuore. Con lei era lo stesso. Sentiva le così detta farfalle, non il tatuaggio impresso nella sua pelle, ma nello stomaco che si muovevano facendo aumentare il battito del suo cuore. "Ah si brava offendi pure!" disse mettendo su un broncio che sapeva di essere irresistibile in quella maniera. Questo provocò l'effetto contrario sulla ragazza che invece di chiedere scusa, gli scoppiò a ridere in faccia. Non riusciva più a smettere e dovette sdraiarsi sul candido divano, proprio a un palmo dal naso dal cantante. Il riccio si uni alla risata della mora. Lui voleva che lei continuasse a ridere e inizio a farle il solletico. La ragazza ne soffriva terribilmente e iniziò a ridere ancora più forte. Harry si posizionò a cavalcioni sulla ragazza, ponendo le sue ginocchia a cavallo della vita della ragazza.Entrambi erano esausti e senza fiato. Si guardaro, o meglio, si persero ogniuno negli occhi dell'altro. Il verde nell'azzurro, il cielo nel prato. Si staccarono imbarazzati ed entrambi sentirono freddo nonostante la temperatura alta della soleggiata LA. "Pensavo, ti andrebbe un bel bagno di mezzanotte?" chiese il cantante osservando l'orologio sul display del suo nuovo I-phone. "Si, ma uno, la piscina dell'albergo sarà chiusa, due, non ho un costume e tre tu sei totalmente pazzo io devo andare a letto a dormire perchè IO- e lo marco notevolemente per befferfgiare il ragazzo- devo lavorare!" sostenne Jen. Harry le rispose punto per punto, contanto sulle lunghe dita affusolate i numeri corrispondenti alla risposta. "Uno, la piscina é sul terrazzo, due, mi sono permesso di comprarti un costume..." disse in lieve imbarazzo andando in camera per prendere il pacchetto. Jen sgranò gli occhi e aprì il pacchetto. Tenne in mano lo splendido costume intero bianco cercando di formulare una frase di senso compiuto. "É... É... Un... Uno... O...Cha... Cha..." "si é di Chanel spero ti piaccia" disse gratrandosi la nuca e spettinandosi i ricci. Jen gli si tuffò tra le braccia e lo stritolò in un caloroso abbraccio. "O santo cielo! Harry é bellissimo! Grazie, grazie, grazie ma non credo che lo indosserò stasera." affermò convinta. "E perché mai?" le domandò un po' infelice Harry. "Ho paura delle altezze e uscire in terrazzo mi terrorizza!" "Ci sarò io! Non ti preoccupare fidati di me!" "Devo prorpio?" chiese alzando un sopracciglio. Harry rise lievemente per poi risponderle. "Vedrai ne varrà la pena!" Detto questo Jen acconsentì e si chiuse in bagno con la borsa e il costume. Si infilò il capo di Chanel e si diede una rifrescata. Prese dalla borsa il filo interdentale e, dopo essersi lavata i denti con il kit da viaggio, tentò di iniziare la sua solita routine. In quel momento Harry entrò nel bagno e automaticamente Jen portò la scatoletta dietro la schiena. Harry rimase a guardare la splendida figura slanciata dal costume bianco. Notò la mano posta dietro la schiena e iniziò a preoccuparsi. "Cosa nascondi?" le domandò. "Nulla" disse mostrando un sorriso. Harry sospettò che Jen facesse uso di sostanze stupefacenti. Iniziò a raccattare la sua roba e iniziò a cacciarla. "Non voglio quella roba qui dentro. Vattene!" disse spingendola. Jen perse la presa sul suo piccolo segreto e accidentalmente il contenitore del filo interdentale finì ai piedi di Harry. "I semini delle fragole mi sono rimasti incastrati tra i denti, e mi danno fasridio!" disse abbassando lo sguardo imbarazzata e dispiaciuta per l'equivoco. Harry le si avvicinò e le sollevo il mento con le dita. Fece incastrare i loro occhi, e di avvicinò pericolosamente a lei. Le portò una ciocca dietro l'orecchio e le posò un leggero bacio sulle labbra. "Ti aspettò di la.." Jen stordita dal bacio annuì flebilmente. Il ragazzo uscì dalla porta per dirigersi verso la camera da letto a recuperare il costume. Si cambiò e si tuffò in piscina. Diede le spalle alla porta finestra della sala, che dava sul terrazzo, e alzò il viso al cielo stellato. Jen lo raggiunse e lo vide intento a scrutare il cielo. Sorrideva come un bambino. Jen si sforzò di non guardare in basso. Scivolò nell'acqua tiepida della piscina e raggiunse il fianco di Harry. Intrecciò le dita con quelle del ragazzo che abbassò lo sguardo contento e sorridendo alla ragazza l'avvicinò a sé. "Sei venuta" disse sorpreso ricordandosi delle vertigini provocate dalle altezza alla ragazza. "Lo fatto per te!" rispose timidamente. Harry rimase piacevolmente sorpreso e decise che ci avrebbe provato veramente con lei. Le fece alzare il capo verso il firmamento. "Guarda, vedi quella stella a destra della stella polare?" disse indicandola. Jen annuì silenziosamente per non interromperlo e non spezzare quella magia che si era creata con una di quelle sue battute stupide. "Quella stella si chiama Genna" "Genna con la G" chiese, poiché solitamente negli States era usato Jenna. "Sì Genna, con la G. É l'insieme di Gemma e Anne, mia sorella e mia madre. Gliel'ho regalata a Natale, dicendo che loro sarebbero state sempre il mio nord. Il mio orientamento. La mia stella per tornare a casa..." ad Harry mancava molto la sua famiglia e specialmete durante i lunghi tour desiderava tornare a dormire nel suo letto, senza manager o truccatrici a svegliarlo. Voleva le brioches del forno nel quale lavorava. Ora desiderava anche avere Jennifer al suo fianco. Jen, dal suo piccolo, rimase piacevolmete sorpresa. Il ragazzo era riuscito a parlare liberamente con lei. Amava quel lato così tenero e vulnerabile del ragazzo che credeva essere pieno di se. Lo aveva giudicato male, anche perché capì che quel lato un po' presuntuoso serviva per non rimanere sopraffatto dal mondo dello spettacolo. "É una cosa dolcissima" disse osservando il profilo del diciannovenne. Lui in compenso abbassò lo sguardo, dopo che lei ebbe portato una mano gocciolante sulla guancia del cantante. "Jen ti va di provarci seriamente con me?" chiese lui portando le braccia dietro la schiena della ragazza stringendola al suo petto tatuato. "Si" disse lei. In quel momento Harry provò una gioia immensa e si avventò sulle labbra di lei. Approfondirono simultaneamente il bacio. Jen fu sollevata dal riccio e allacciò le sue gambe intorno alla vita del giovane. Fece intrufolare le sue dita all'interno dei ricci bagnati di Harry. Lui posò una mano sulle fossette di Venere sulla schiena della giovane, spingendola verso di se, mentre la sinistra fu portata sulla guancia di lei, accarezzandola dolcemente. Le loro labbra si completavano perfettamente. Jen si sentiva a casa. Harry era felice, ed era felice veramente dopo tanto tempo. Non era quella falsa di Kendall, non era quella insopportabile di Taylor. Era Jennifer, la sua dolce Jen. Si staccarono posando le fronti l'una contro l'altra. Jen interruppe il dolce silenzio. "Ti va di giocare a vegeto?" "Cosa? Vegeto?" disse arricciando il naso non capendo. "Si vegeto. Ci guardiamo un film mangiando schifezze. E stiamo fermi sul divano coms broccoli" rispose divertita. Uscirono dalla piscina con le dita intrecciate. Harry si recò in bagno trascinando la ragazza. Le fece indossare un accappatoio e le strofinò dolcemente i capelli con un asciugamano. I gesti del ragazzo erano naturali, come se si conoscessero da secoli. Jen si beava di quelle coccole e delle carezze che le riservava Harry. Mentre Jen raccoglieva i capelli in una treccia laterale, Harry prese un asciugamano e lo lego alla vita, si sfiló il costume bagnato e rimase con un paio di boxer neri sotto al tessuto bianco. Entrambi, poi si sedettero sull'immenso divano e il giovane inglese tirò a se l'americana facendola accoccolare sul suo petto vestito esclusivamente dai tatuaggi. Guardarono un vecchio film in bianco e nero. Harry non seguì molto la vecchia pellicola ma studiò attentamente la ragazza che si era addormentata sul suo petto. Spense il televisore e, guidato dalla fioca luce della luna, la fece distendere sul letto. Le si sdraiò di fianco e si addormentò con la ragazza tra le braccia. **************************** Mi sono ispirata al bellissimo film con Julia Roberts e quel figo di Richard Gere! Beh come vedete sarà una storia con massimo 4-5 capitoli e spero vi piaccia che che riceva delle recensioni per sapere cosa ne pensate! Fatevi sentire! Baci Giulia
   
 
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