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Autore: makeDreamlast    31/01/2014    2 recensioni
...Thanks for saving me every day...
Erano passati sette anni in cui molte delle emozioni che si stavano ripresentando erano andate via via affievolendosi.
Genere: Introspettivo, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Voglio ringraziare Bill Kaulitz per aver pubblicato questa foto l'altra sera e per avermi fatta andare giù di testa e avermi ispirata.
Nonostante questo, la storia non è legata a Bill Kaulitz. O non proprio...



*   *   *

 
Era da tanto che non mi trovavo in una situazione del genere.
Non era una cosa in grande, eravamo in pochi ed eravamo lo stesso tutti attaccati, come se dovessimo entrare in cinquanta in uno spazio di un metro per un metro.
C'era la mia migliore amica, e questo mi dava tranquillità. Con lei potevo affrontare qualsiasi cosa.
La luce del sole passava debolmente sotto al tendone bianco, controllai l'ora: erano appena le cinque di un pomeriggio di mezza estate.
Erano passati sette anni in cui molte delle emozioni che si stavano ripresentando erano andate via via affievolendosi.
Poi però eccolo lì, c'era solo lui su quel palco e non sapevo per quale motivo. Era bello come non lo era mai stato. Era cambiato, certo, ma era pur sempre bello.
Sorrideva, ed io con lui. Quello era il suo modo di farmi ridere, di farmi felice.
Cantava, e per qualche istante tutto il mondo intorno a me sembrò scomparire. C'era lui, c'era la sua voce, c'era la sua anima ed io non avevo bisogno di altro.
Cantava, ed io ritrovai quella serenità che da tanto tempo avevo perso.
Tanto più mi sentii volare quando il suo sguardo si fissò nel mio, aveva quel modo di guardarmi così angelico. La sua mano calda e morbida si tese verso di me, io allungai la mia e le nostre vite per un attimo si incrociarono con una scossa. Un fremito mi percorse in ogni nervo, in ogni muscolo, in ogni senso. Avrei voluto urlare, gridargli quanto fosse importante per me, per la mia vita, per la mia esistenza. Era tanto importante, così tanto che quando mi lasciò mi sentii persa, quasi come in un labirinto senza uscita.
Lui era un labirinto senza uscita.
Mi dispiaceva che ci fosse solo lui, ma allo stesso tempo sentivo quella sensazione di appagamento interiore, come se ogni mio sforzo, ogni mio dubbio, ogni mia paura fossero stati cancellati nel giro di pochi secondi.
Altrettanti pochi secondi servirono a catapultarmi in un'altra dimensione.
Senza che potessi rendermene conto, le persone intorno a me erano sparite. C'ero io e c'era il vuoto dello spazio intorno a me. C'era il vuoto che lui stesso aveva lasciato e che avrebbe riempito non appena io mi fossi girata.
Sentivo di dovermi girare tanto quanto sentivo che lui era dietro di me.
Era dietro di me ed i miei occhi non chiedevano nient'altro, se non potergli andare incontro.
E più si avvicinava, più io sentivo nascere in me l'agitazione dell'attesa.
All'improvviso sentii il suo odore, dolce e delicato. Fremevo dalla voglia di poterlo toccare anche solo un attimo, per rivivere quell'emozione di averlo stretto a me così come lui aveva stretto la mia mano. Mi lasciò un foglio con scritto qualcosa che non lessi per il semplice gusto di fremere ancora un po' per l'attesa.
Era di fronte a me, alto, slanciato. Io potevo solo pregare di non svenire e il mio cuore scalpitava d'ansia.
Sorrideva dietro quegli occhiali scuri, sorrideva verso di me ed io non potei resistere ancora.
Allungando le braccia verso di lui gli chiesi un abbraccio, lo implorai di abbracciarmi. Dovevo sentire il calore della sua pelle, dovevo sentirlo scivolarmi addosso, era una necessità del mio corpo, del mio cervello e del mio cuore.
Era una necessità che lui soddisfò immediatamente.
Allungò le braccia ed io mi ci buttai a capofitto stringendo le mie intorno al suo collo. Mi alzai in punta di piedi e lui mi strinse a sé.
Ero nel luogo più sicuro della Terra, di tutto l'Universo. Ero protetta da quelle braccia che avevo sempre desiderato, ero riscaldata da quel corpo che non avevo mai smesso di amare.
Il contatto con quel nido d'amore liberò tutte le emozioni contrastanti sotto forma di piccole e invisibili lacrime. Ci stavo facendo l'amore soltanto toccando la sua anima con la mia, con la sua anima lui mi aveva guarita.
Tra i singhiozzi silenziosi lo strinsi un po' di più e lui mi tirò a sé stringendomi forte senza farmi male.
Nessuno era intorno a noi, nessuno che potesse vederci, nessuno che potesse sentirci. Io e lui soli, ad amarci. Eppure sentii il bisogno di sussurrargli all'orecchio, come se quelle parole potessero scappare via e disperdersi rumorose nell'aria.
-Grazie per avermi salvata ogni giorno.-

 
...Perché con te io ci sto bene e poi mi piace quando ridi, quando parli piano e 
poi mi piace come fai l'amore e poi mi stringi forte forte senza farmi male, 
tu mi fai sentire bella e solo tu mi sai guardare, 
perché mi sai cambiare, 
perché mi sai guarire, 
con te io posso ridere, con te io posso piangere, torna presto amore. 
E mi mancherai, ti giuro che mi mancherai e ti troverò, in ogni sogno ti verrò a cercare...

(E mi mancherai - Karma Connection)

 

***
 


Non ho grandi cose da dire su questa One Shot.
Credo solo che sia stato un modo per buttar fuori tanti pensieri e tante emozioni di questi ultimi giorni.
Ho voluto metterla nella sezione
Originali in quanto non viene citato nessun nome e non viene fornito nessun dettaglio riguardo ai protagonisti. In questo modo ogni lettore è libero di immedesimarsi nella storia secondo i propri gusti.
La parte finale, quella in oro, è un pezzo di una canzone che ultimamene mi sta prendendo troppo e ho voluto inserirla nella storia con l'intento di farvi capire quel qualcosa in più che da sola non sarei mai riuscita a tirare fuori.
Detto questo, vi ringrazio e spero che abbiate fatto una buona lettura.
Vostra,
Cornelian.
   
 
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