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Autore: Eustass_Sara    31/01/2014    4 recensioni
Et voilà, ladies and gentleman, anche la terza (e ultima) parte di Io&Te è arrivata!
finalmente saprete se il povero Pen è sopravvissuto o meno...
piccola cosuccia... se arriverete a fino capitolo, vi ritroverete una piccola, minuscola pernulla normale sorpresa che penso gradirete in molte ^_^
vi ho incuriosito? spero di si, in ogni caso se volete sapere dovete leggere TUTTO il capitolo e arrivare sino in fondo ;)
BUONA LETTURA! (e ditemi che ve ne pare!)
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Killer, Penguin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Io&Te'
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Io&Te #3.

Buio. Accecante e profondo, è la sola cosa che riesco a vedere.
Non sento niente, nemmeno il mio corpo ; mi sembra di essere incatenato, provo a muovere un braccio ma niente, non risponde. Non riesco nemmeno a provare ancora, le poche energie racimolate per quel gesto sono scomparse.
Il mondo, là fuori, non lo vedo e neanche sento i rumori o voci.
C'è davvero un mondo al di fuori di queste tenebre? No, forse il mio l'ho già abbandonato. Forse sono morto, si è possibile.
Non sento nulla, neanche il mio respiro o il battito cardiaco, non vedo niente e non percepisco alcun suono ; è questo ciò che si prova a essere morti? È orribile.
Mi rimane solo la mia mente, vuota, priva di un qualcosa che non afferro e che sembra avere un grande importanza ; beh, forse non è così importante se non la ricordo.
Ricordo solo il senso di intorpidito, la mia totale impotenza sui sensi e gli organi... di come sono morto o del perché non ho nemmeno mezzo frammento. Ci penso, mi sforzo, ma ottengo solo fatica.
La tempia pulsa, strano, ma mai quanto il fatto che riesco a pensare ; provo a girarmi, capendo di essere immerso nel nulla, non c'è niente a parte il nero oblio.
È come annegare in mare, la stessa cosa, solo che non mi muovo né ho la sensazione di stare affogando ; mi sforzo almeno di aprire i miei occhi, ma niente, neanche le palpebre danno cenni di vita.
Niente ha vita di me, solo la testa, mia unica compagna di viaggio verso gli inferi.
Mi rilasso alla cieca, senza sapere se i muscoli stanno davvero obbedendo ; ho freddo, neanche riesco a scaldarmi in questa marmaglia nera.
Morire è proprio uno schifo.
Non puoi.
Non posso... cos'è? C'è qualcuno? Chi altro è morto? Forse un mio compagno, un amico che era con me.
Che voleva dire quel non posso? Cosa non posso fare? Non posso muovermi? Ma dai, lo so già.
L'unica cosa che non so è ciò che mi è successo, il perché e... oh.
Chi sono io?
Si, morire è brutto, specie se non hai ricordo alcuno ne di te ne di quello che ti succede... potrei dirlo come avvertenza per chiunque, se solo qualcosa di me funzionasse.
Riprenditi.
Ok, non sono solo, ormai è certo.
Cerco di formulare una frase, ma ho le labbra sigillate, neanche quelle si muovono ; la voce è come non averla, non sarebbe uscita in ogni caso.
Non posso guardarmi attorno, non posso chiedere chi c'è, non posso fare niente se non capire quelle parole che continuo a sentire, cercare di ricordare qualcosa e... che altro? Che devo fare?
Aprire gli occhi.
Chiunque stesse parlando, era un idiota. Se potessi davvero farlo li avrei già aperti, dandomi maggior conferma della mia morte.
Chiunque fosse il proprietario di quella voce, mi sentiva, ascoltava i miei pensieri.
Forse era il signore, non mi stupirei se fosse lui, chi altro avrebbe questo potere? Ma perché, poi, vorrebbe svegliarmi?
Come se un morto potesse farlo.
Ricorda, non lasciarti andare...
Non riesco, non riesco, non riesco! Dio, è così difficile da capire il mio impedimento? Lasciarmi andare... lasciarmi andare a cosa?! Ormai sono già andato, morto, sepolto e quant'altro, in che cosa non dovrei lasciarmi andare?
Sento male, una fitta incredibile, di quelle che mi avrebbero mozzato il respiro se solo lo avessi ancora.
Perché sento male? Io sono morto, non dovrei sentire nulla. Che diavolo succede?
Non mi muovo, non ci riesco, subisco il forte dolore alla testa immobile.
Sei forte, hai volontà...
Ok, quello che parla è sicuramente ubriaco.
La forza e la volontà non c'entrano nulla, sta volta ha detto una frase insensata!
Volontà di cosa, poi? Io non ne ho... ho provato a ricordare e non ci sono riuscito, pazienza, tanto sono morto. A cosa mi servirebbe ricordare?
A tutto. Dimentichi una cosa importante, recuperala.
Ah certo, magari mi dici anche come fare!
Dimentico una cosa importante... perché, non è già abbastanza grave non sapere chi sono, come sono morto e il perché?
Forse il mio è uno sforzo mentale sprecato, sarà tutta una presa in giro, ora toccherò il fondo, vedrò il signore e lui mi collocherà da una qualche parte, ne sono certo.

Niente, forse quella voce ha raggiunto il fondo prima di me, non la sento più.
Meglio così, sono stanco delle sciocchezze, voglio solo che questo viaggio finisca presto ; ne sono sicuro, io non ho nulla da ricordare, nulla di importante, perché se così fosse stato lo avrei già fatto.
Io sono solo morto, magari in modo anche stupido, per di più privo di memoria ; non ne ho di ricordi e, ora che ci rifletto, sono persino troppo stanco per cercare di acquistarne.
Svegliati, Penguin.
Aridaie, la voce è tornata.
Che spreco di tempo, potrebbe morire e lasciarmi in pace.
Penguin.
Decisamente insistente.
Ma... chi è Penguin? E se finora ha parlato con qualcun altro, la voce? No, impossibile, io riflettevo e lei mi rispondeva, ce l'ha con me sin dall'inizio.
Io sono Penguin? È il mio nome?
Penguin...
Smettila di dirlo, ho capito! Non puoi dirmi quello che devi e poi sparire?!
La testa... Dio, fa più male di prima, non riesco nemmeno a portare una mano alla fronte.
Penguin...
Perché? Perché continui a chiamarmi, che vuoi?!
Penguin!
Un momento... questa non è la voce di prima, è diversa... nuova, ma familiare... chi è che mi chiama, perché lo fa, che vuole?
Non ci capisco più niente, sento solo il dolore acuto aumentare, la mia mente mi manda come dei flash di immagini... che significa?
Penguin!
Basta!
… vedo. Strano, sono un morto, non dovrei vedere ; eppure distinguo il nero e vedo, la vedo, quella piccola luce bianca poco distante da me.
Forse la voce aveva ragione, io mi devo svegliare, devo ricordare... ho davvero dei ricordi importanti che devo recuperare, perché io sono vivo.
La luce... ora sembra così vicina... e anche loro, Law, Shachi, Bepo e Jean Bart.
Si, loro, li ricordo! Io sono un pirata, Penguin, membro degli Heart e navigatore di Trafalgar!
L'isola, il nemico, il combattimento e quel colpo... quella specie di tornado che ci ha scaraventati tutti in mare, agitato dalla tempesta volutamente scatenata che ci ha sballottati ovunque.
Ho provato a governare il sottomarino, ma nulla, sono caduto, già ferito dallo scontro ; ho battuto la testa ferendomi la fronte e poi il buio. Si, è andata così.
La luce... ora sono a pochi passi da essa, voglio entrarci e scaldarmi col suo calore ; sento un lieve torpore sul petto, il respiro è affaticato ma funziona bene. Un peso leggero sta sul mio corpo, non capisco e nemmeno ricordo un dettaglio che, so, è davvero molto importante, più di ciò che sono o del mio ruolo.
Penguin!
Che diamine, sono qui! Non mi vedi, chiunque tu sia? Eppure so che ci sei, sento il tuo calore... davvero non mi vedi?
Guardami, i miei occhi sono aperti, il mio cuore batte!
Devo attraversare la luce, forse se lo faccio tu mi vedrai. Non so chi sei, ma mi scaldi ; ho bisogno di vederti, ho bisogno che tu veda me... devo farmi vedere e se varcare quella luce è l'unica soluzione, lo farò subito.
Aspettami, ti prego.
Non andare via, io ora sono qua.
Sono qua!

-K-Killer...- mi blocco, agitato e congelato sul posto. Anche le lacrime si fermano, non imbratto più il lenzuolo bianco che ti avvolge.
L'ho sentita quella voce, sono sicuro di non averla sognata, è la tua.
Mi alzo, il cuore a mille, ho paura di guardare e vederti ancora privo di sensi, scoprendo di aver commesso un errore nel crederti vivo ; ero chino sul tuo petto a piangere come un moccioso e a pregare nel tuo risveglio, a chiamarti.
E ora sospiro, di sollievo, gioia e quant'altro, nel vedere che piano piano le tue palpebre si stanno alzando, mostrandomi quegli occhi neri che temevo di non vedere più.
Mi hai fatto paura sai? Vecchio incosciente, volevi giocare al finto morto, ma hai idea dell'infarto che mi sono preso?! No, sicuramente no, e quando starai meglio mi sfotterai anche per questo, come al tuo solito.
Ma se lo farai, vuol dire che stai bene, per questo sorrido ; in fondo tu vali per me, dannato pinguino, vali molto.
E dio, oltre che vecchio sei anche ciorbo se non l'hai capito!
-Ehi Killer... tutto ok?- stringo un pugno, attirando nella morsa un lembo della stoffa bianca ; le lacrime minacciano ancora di scendere, mentre una tua mano si appoggia sulla mia, facendomi battere il cuore.
E non guardarmi con quegli occhi preoccupati, santo Roger!
-No, niente è ok, brutto pinguino decrepito e stupido!- mi copro il viso con le mani, perché si, io non ho il casco ; non devi vedere queste lacrime che scendono copiose dai miei occhi, sarebbe il colpo di grazia alla mia natura.
Ti ho già mostrato troppo, che altro pretendi?!
-Sei un dannatissimo idiota! Che volevi fare, eh?! Volevi morire?? Se tanto ci tieni, allora te la tolgo io la vita! Sei un idiota, un imbecille, uno stupido! Non capisci niente!-
Vorrei continuare e sommergerti fino ai capelli di insulti, ma sento il tuo profumo e le tue braccia che mi circondano ; è un abbraccio debole, non sei del tutto in forze per avvolgermi in quei tuoi abbracci delicati ma decisi.
Però è sufficiente a farmi sciogliere e smettere di vaneggiare con quelle parole ; sposto le mani dal viso al tuo petto, e immergo la faccia nell'incavo del tuo collo.
Perché tu puoi dire e fare ciò che vuoi, ma questa volta sono davvero troppo imbarazzato per guardarti in faccia.
-Almeno hai la vaga idea di quello che ho passato, eh vecchio?- ormai i miei sono sussurri, bofonchi sconnessi che però capisci perfettamente, lo so perché stai sorridendo.
Sento una tua mano accarezzarmi piano i capelli, hai sempre amato farlo, e a me piace sentire quel soffice contatto ; odio chi mi tocca i capelli, ma tu... diavolo, sei speciale, tu puoi.
-Circa il triplo di quello che ho passato io nel andarmene via senza averti detto nulla.- incredibile come riesci a influenzare il mio cuore, che ora batte un po più forte.
Allora anche tu sei stato male a quella bugia, non sono l'unico beota ad averci sofferto ; lo so, non mi stai mentendo, tutto di te me lo dice, a cominciare dalla voce affaticata.
-Se hai sofferto come dici, perché non mi hai detto nulla?- sento il tuo respiro che cerca di essere profondo, stai raccogliendo un po di coraggio e, forse, cerchi di trattenere qualche lacrima ; proprio come quando te ne sei andato.
Ti conosco, Penguin, come le mie tasche ; non puoi negarmi lo sforzo che compi per dire la verità in modo chiaro, perché tu sei provato e stanco, lo vedo.
-Perché mi avresti seguito, correndo un rischio enorme e non potevo permetterlo.- piango, più forte di prima, ma silenziosamente ; questa volta, le lacrime scendono irruente e con forza.
Lo hai fatto per me, sei sincero ; non mi hai appioppato la solita scusa “perché avresti sofferto”. L'ho fatto lo stesso e in modo peggiore rispetto al caso in cui tu mi avresti detto la verità sin da subito ; si, è vero, ti avrei seguito.
Sai che mi fido, sai che avrei creduto a quelle parole e, nell'angoscia, sarei andato in contro al tuo stesso destino.
Mi rendo conto, motivo di ulteriore imbarazzo, che tu mi conosci e che tieni più di ogni altra cosa a me ; tieni davvero a vedermi vivo, come mai nessuno.
Perché devi essere così melenso?
-Stupido... n-non farlo più!- a volte mi chiedo perché devo essere così infantile... davvero, non ha senso e sapere che non posso farci niente mi atterrisce ancora di più. Ma in fondo tu non mi giudichi, mi fai solo qualche odiosa battutina scherzosa, ma niente di più.
Mi conforta saperti ancora al mio fianco, mi spaventa sapere quanto sono diverso, ma mi rilasso perché è solo colpa tua. E se sei tu, va bene ; di te mi posso fidare.
-Promess- non finisci la frase, una forte tosse scuote le tue membra interrompendoti.
Mi scanso subito dall'abbraccio, spaventato, facendoti bere un po d'acqua per poi stendere ; mi ero dimenticato delle tue condizioni, per un solo istante. Stavo troppo bene fra le tue braccia.
Sono insostituibili, mi sono mancate.
-Baka, devi restare a letto, non sforzarti!- vedo il tuo luminoso sorriso ; in fondo cominci a riprenderti, vedo la tua solita luce allegra e tranquilla negli occhi.
Sarà perché siamo di nuovo insieme?
È senz'altro così, inutile negare o nascondere l'evidenza.
Ti bacio, lieve e timoroso, in modo da non soffocarti o che altro ; sei pur sempre ferito.
Sono bordeaux, le mie guance, e lo sono ancora di più quando ci stacchiamo e ci guardiamo negli occhi ; quanto sono belle quelle tue pozze nere? No, non avrei sopportato di non vederle più.
-Ti amo.- sgrano gli occhi, diventando sicuramente viola dall'imbarazzo ; ecco, lo hai detto.
Quella frase, quella che mi fa sempre cambiare colore toccando tutte le sfumature del rosso, ma che è veritiera.
Perché devi essere così melenso, eh Penguin? Davvero sei fatto così?
Sposto lo sguardo altrove, le gote ancora mi bruciano dall'imbarazzo, non mi resta che risponderti in un sussurro.
È ciò che non ti direi mai, la tua frase, non sono capace ; sei sempre tu a pronunciare quel ti amo, come fai non lo so ; non ti vergogni, neanche un po?
Io si, da matti. Ma provare non costa nulla, no?
-Anche io... anche io t-ti... ti a-amo.- ti sento ridere in modo lieve, ma chiaro e nitido per le mie orecchie.
No, non è una risata di quelle che usi per sfottermi, è la tua risata.
Quelle vera, semplice, genuina... spontanea. Ti viene da dentro ed è bellissima.
In fondo è vero.
Non importa quanto nego o mi chiedo cosa mi hai fatto, lo so benissimo, solo che sono pieno d'orgoglio ; è questo che mi ha sempre impedito di dirtelo, spingendomi a dire un “lo so, non devo dirmelo tutte le volte!” o “ma che dici, vecchio?! Mi farai venire il diabete!” e robe varie.
Non te l'ho mai detto, ma tu lo hai sempre saputo, ogni cosa che non ti dico tu la sai già ; è il nostro conoscerci che ci permette di essere così in sintonia, senza una sola spina nel nostro rapporto.
Non te l'ho mai detto, ma oggi si, Penguin e sai perché? Perché è vero, mi veniva da dentro, dovevo dirtelo.
Suona bene per la sua sincerità e non importa se lo sapevi già.
Te l'ho detto e forse un giorno te lo dirò ancora.
Ti amo, dannato pinguino.

THE END.

...

# Special Io&Te#

Ti odio, ti ho sempre odiato, sin dalla prima volta che ho visto la tua odiosa faccia.
Prima su un volantino, poi a Sabaody quando ti ho incrociato per un puro scherzo del destino.
Poi, sempre per quel dannato scherzo, mi sono ritrovato a desiderarti ; ti guardavo il posteriore di continuo, i pantaloni tiravano se scoprivi la tua pelle accidentalmente e ti divoravo con gli occhi ogni volta.
Mi venivano spontanei gli istinti omicidi al solo vederti con qualcuno e, no, non era gelosia.
Io non sono geloso, non di te, mai e poi mai.
A stento trattenevo gli istinti, mi ispiravi tanti pensieri che di casto non avevano nulla e il desiderio di sfogarli era tanto.
Così tanto che alla fine, non so come né perché, mi sono ritrovato in un letto di uno squallido albergo sopra di te... a far cosa non c'è nemmeno bisogno di dirlo.
Ti odio ancora, soprattutto adesso.
Sei sempre stato un idiota, uno scavezzacollo, affronti il pericolo sputando in faccia alla probabilità di morire ; dici, pensi e fai cavolate ogni minuto della tua dannata vita, sempre con quel sorrisetto volto a far infuriare tutti, me per primo.
Chi non si infurierebbe e ti odierebbe per quello che sei?
Semplicemente per il tuo nome, per il tuo essere, per il fatto che respiri... ti odio e basta, per ogni cosa.
Per una parola, per un gesto, un sorriso, un battito di ciglia, un passo... tutto.
E ora?
Ora sfiori il ridicolo, davvero ; hai raggiunto e superato il limite di pazzia accettabile. In sostanza, tu sei uno squilibrato mentale.
Altro che pirata, dovresti farti ricoverare in un centro psichiatrico e farti seguire da un esorcista, ma uno bravo e non le solite fregature che stanno ovunque.
Hai toccato il fondo con la tua pazzia, sta volta, motivo per odiarti ancora di più ; ormai credo che non ci sia un limite all'odio che posso provare verso di te, è semplicemente infinito.
Sei bravo a farmi infuriare e sei anche bravo a farmi venir voglia di saltarti addosso ; ancora più bravo, però, sei nel farmi perdere la testa dalla rabbia, cosa che non mi capita troppo spesso.
Con te è roba quotidiana, tutto perché devi fare le tue cavolate altrimenti non sei contento.
Ormai sono certo che nel cervello hai solo un ammasso di segatura, la pirateria ti ha dato alla testa ; come ti è passato per la mente di non dire a me, che sono l'unica persona a cui hai l'obbligo di dire tutto, che partivi per andare in contro a morte certa?
Eri ubriaco, quella sera, nel nostro ultimo incontro?
Non te ne eri dimenticato, schifoso dottorino da strapazzo, lo hai fatto apposta a non dirmelo ; sapevi che mi sarei imbestialito.
Sei una carogna sino all'ultimo, anche qualche istante prima della morte lo sei.
Bravo. Davvero bravo, complimenti, ti sei meritato un applauso.
Sei stato un genio nel mentirmi, sfuggirmi e ingannarmi con un odioso “alla prossima”... quando invece sei andato vicino a non avere un prossimo incontro.
Ma sai, genietto dei miei stivali, hai fatto un errore.
Sai quale? Te lo dico io...
Hai commesso l'errore di non morire, di farmi assistere furibondo alla scenetta di te che apri i tuoi occhi.
Ora non puoi scappare dalla mia furia, no, caro dottorino ; me la devi pagare cara e con gli interessi!
-Hm... oh... ciao Eustass-ya.- ti odio, anche ora che mi saluti in modo così idiota.
Per te è normale sfiorare la morte, sopravvivere per miracolo e risvegliarti bofonchiando un ironico e derisorio “ ciao Eustass-ya”, non è vero?
Hai idea di quanti cazzotti voglio darti?
Sono così tanti che se dovessi scaricarli davvero sulla tua faccia, diventi una mongolfiera.
-Ciao sto cavolo, chirurgo da quattro soldi!- perché, mi chiedo io, perché non sei mai spaventato davanti la mia furia? Possibile che non ti tocca minimamente l'odio che provo per te?
Se proprio un idiota, non c'è che dire.
-Siamo nervosetti, eh Eustass-ya? Comunque io sto bene, grazie dell'interessamento.- ho già detto quanto odio quel tuo sorrisetto? Se si o no, non ha importanza sono pronto a ripeterlo altre mille volte.
Non mi spreco nemmeno di tirarti un cazzotto, malconcio come sei non ci sarebbe gusto, sarebbe sin troppo facile.
-E chi ha mai detto che sono interessato?!- quella risata... dio che voglia di strozzarti!
Ti va bene che ho ancora un po di autocontrollo... spero solo che Killer arrivi presto, altrimenti giuro che commetto l'ennesimo omicidio.
-Non c'è bisogno che tu lo dica, Eustass-ya... dimmi, mi hai vegliato per tutto il tempo in cui ero incosciente?- ecco, ora dimmi a cosa diavolo serve che ti risponda.
Sei disgustosamente retorico e sarcastico, non penso che ti possa importare se io ti veglio o meno ; questo non vuol dire che io l'abbia fatto, ma figuriamoci! Ci manca solo che faccio da baby-sitter!
-Ma ti pare che faccio una simile scemenza?! Devi aver preso una bella botta quando eri piccolo per sparare queste cavolate!- ridi ancora, tu, totalmente menefreghista degli insulti che non ti dico e quelli che ti urlo, menefreghista sull'odio immenso che sai sto covando, menefreghista su tutto di tutti. Me compreso.
Non pensare che mi possa importare qualcosa di te, medicastro, l'unica cosa che può valere di te è il tuo lato b.
Detesto anche doverlo ammettere, ma quel tuo lato è fantastico ; lo considero mio, una mia totale proprietà.
Tu sei mio, idiota di un Trafalgar, sono persino pronto a lasciare la mia firma sulla tua pelle con un coltello, se necessario.
E le cose che mi appartenono non le condivido, sono egoista di natura.
-Non penserai di essere il più normale fra i due, vero baka-ya? Solo il tuo aspetto la dice lunga sui tuoi problemi mentali.- decisamente, il tuo posteriore è il tuo unico vantaggio.
Ancora non mi capacito di quanto tu possa essere pazzo, un giorno arriverai a introdurti sulla mia nave per poi cercare di ammazzarmi, me lo sento ; o, peggio, magari mi vorrai come cavia su cui fare i tuoi esperimenti da scienziato pazzo.
-Non ti azzardare moscerino! Non sei nella posizione giusta per insultarmi!- giustamente ti rispondo per le rime ; lo so, non dovrei, tu mi provochi apposta perché io ti risponda, per poi divertirti come un matto.
È per questo che ridi divertito ; possibile che tu, appena sveglio dopo aver passeggiato verso il mondo dei morti, debba essere così... così... così dannatamente te stesso? Non puoi proprio farne meno, vero?
-E sentiamo... che posizione devo assumere?- corrugo la fronte in un espressione confusa, questa risposta non l'ho capita.
Poi dischiudo leggermente le labbra, colto da un presentimento ; no, non è possibile. Non puoi essere così diabolicamente te stesso già adesso, proprio no!
Ti osservo allibito e vagamente tentato di salire sul letto, mentre scosti le coperte mostrando i jeans che hai appena slacciato e divaricando le gambe. Con lo sguardo sin troppo malizioso e quel dannatissimo sorrisetto, pieghi la testa di lato, le mani sorreggono il tuo peso, appoggiate al materasso.
-Questa posizione ti va bene, Eustass-ya? O ne preferisci un'altra?- sin troppo esplicito, sin troppo nella tua natura... decisamente troppo!
Non ci riesco, proprio non ci riesco a starmene fermo ad odiarti e guardarti furibondo, devo intervenire per dimostrartelo quanto ti odio ; perché io ti odio anche per l'avermi reso così voglioso di te.
In uno scatto mi fiondo verso lo spazio che mi hai aperto, attaccando le mie labbra alle tue a tradimento, sentendoti soddisfatto mentre ricambi l'effusione.
Mi stacco dopo un po, il mio sguardo rimane omicida ; prima o poi riuscirò a farti capire che con me non puoi scherzare, Trafalgar, lo giuro.
-Se non chiudi quella fogna, te la chiudo io per tutto il giorno.- assottiglio lo sguardo, cercando di essere più credibile, ma come al solito tu sei sempre sorridente ; lo sei anche ora che mi infastidisci toccando i miei preziosi capelli rossi.
Dannata carogna, sai che mi da fastidio.
-Non so proprio di che parli... che succede se la tengo aperta?- odioso, non c'è che dire. Lo sei fin dentro l'anima, tu sei marcio dentro.
Peggio di un qualunque avvoltoio o corvo, una sciagura, ecco cosa sei.
Ma proprio sulla mia strada ti dovevi piazzare?!
Beh, ormai sei dentro la mia vita e, no, non ti lascio andare via. Hai un posteriore da favola, non lo concedo a nessuno ; solo io posso averlo, nemmeno voglio aspettare, mi fiondo su di te, volto a compiere la mia nuova missione.
Tenere la tua dannata fogna chiusa o, almeno, occupata a tirare fuori non parole futili ma ben altro.



Note dell'autrice.
Sorpresina serale! Sta volta abbiamo davvero raggiunto la fine di questa serie di one shot!
Se nella prima dirigeva Penguin e nella seconda Killer, nella terza dirigono entrambi! ^_^
Piuttosto... piaciuto lo special? Molte di voi saranno state in pensiero anche per Law, ne sono certa, quindi ecco a voi cos'è successo ai due piccioncini...
adorabile Kidd, ti strapazzerei di coccole e baci! *^*
Law, ti divoro solo leggendo di te! *^*
I due teneroni mascherati mi hanno costretto a passare dal rating verde a quello giallo, ma direi che il risultato è buono, no? ;)
Con questa chiudo la serie di Io&Te, fatemi sapere che ve ne pare!
Baci, baci! ^_^

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