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Autore: Bloody Alice    31/01/2014    2 recensioni
[Edit dell'8/03/14: questa fanfiction si è classificata terza al contest "...And what about crack!pairings?" indetto da Iris e Alle sul forum di EFP]
[Crack!Pairing AtsuAfu]
"Occhi.
Era tutta colpa di quegli occhi.
Sì, decisamente gli occhi di Afuro Terumi sarebbero stati la sua rovina, perché bastava che il biondo sbattesse un po’ le ciglia e gli facesse intravedere quel paradiso rosso come il fuoco che lui cadeva nella trappola e accettava qualsiasi cosa, anche quando era di cattivo umore e ce l’aveva con il mondo intero."
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Afuro Terumi/Byron Love, Hayden Frost/Atsuya Fubuki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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[Questa Fanfiction partecipa al contest "… And what about crack!pairings?" indetto da Iris e Alle sul forum di EFP].
 
Autore: Bloody Alice
Titolo: trappe rouge
Eventuale sottotitolo: /
Pairing: Atsuya/Afuro
Parole: 1241 parole (Word)
Frase assegnata: numero n°11 "Anche gli angeli hanno piani malvagi" ~Ariana Grande
Note dell'autore: “trappe rouge” in francese significherebbe “trappola rossa” (ma credo si capisca). Non scrivo AtsuAfu da molto e devo dire che è stato bello riprendere questa coppia che dovrebbe ricevere amore perché andiamo sono troppo carini insieme *dice così solo perché si sente la loro madrina (?) in questo fandom*.
Il rapporto tra questi due lo vedo un po’ complicato, non perché litigano come se non ci fosse un domani ogni secondo, ma piuttosto perché la loro relazione non è mai del tutto definita (?). Insomma, è palese che stiano insieme ma nessuno dei due lo dice mai esplicitamente, quasi avessero paura di ammetterlo o altro. Idk, miei headcanon, non fateci caso.
Ringrazio Iris ed Alle per aver indetto il contest. A me piacciono tanto, soprattutto quando sono a lunga scadenza – anche se io arrivo comunque a pubblicare l’ultimo giorno della proroga alle 21.10. Sono troppo avanti /yes obv/
Vi auguro buona lettura e ringrazio in anticipo chi, oltre a leggere, userà mezzo minuto della sua esistenza per recensire ~
Grazie ~
 



 
 

 

 
 


 
 
♦  trappe rouge 
 


Non era che Atsuya Fubuki fosse annoiato dalla vita.
No, lui ne era semplicemente, come dire, nauseato. Dalla sua vita, dal mondo in generale, dalle routine. Era nauseato anche dall’odore di smog che si sentiva appena tentava di aprire la finestra, o anche solo quando la teneva socchiusa.
E nemmeno in quel parco, su quella panchine, dove era seduto in quel momento, riusciva a sentirsi meglio, ma la cosa migliore era che, di fatto, lui pareva l’unico in quella situazione.
L’unico insoddisfatto della vita, l’unico che quando si alzava la mattina e si guardava allo specchio borbottava “Okay. Ho passato diciassette anni della mia vita a scuola, non ho ancora finito, e poi mi spediranno a calci in culo nel mondo del lavoro. Finirò la mia vita così? Che senso ha?”.
Evidentemente, o lui era uno sfigato/disagiato cronico/irrimediabile depresso, o tutti gli altri erano più bravi di lui a dissimulare quello stato d’animo.
Ci stava ancora pensando, quando una pallonata lo colpì e lui prese a borbottare contro l’universo intero.
« Ci siamo alzati con la luna storta, Atsuya? » gli chiese una voce.
Fubuki si voltò, incontrando lo sguardo cremisi di Aphrodi e subito dopo fece un sorriso sghembo « Ah-ah. Vorrei vedere la tua reazione, se venissi colpito in pieno da una palla ». Afuro rise divertito, poi si sedette accanto a lui.
Atsuya lo fissò « Non ricordo di averti detto che puoi restare. » brontolò, ma il biondo decise di non rispondergli a tono e quindi lo ignorò « Ti va di andare al luna park? » chiese invece.
Il minore dei Fubuki fissò per pochi attimi il ragazzo di fronte a sé « No. » proferì, lapidario.
Aphrodi gli si avvicinò di più, circondandogli il collo con le braccia « Eddai, Atsuya, in questi giorni sembri scontroso. » disse « Più del solito, intendo. » aggiunse immediatamente a voce più bassa, ma l’altro vista la vicinanza dei loro visi lo sentì comunque e lo pizzicò.
Afuro fece risuonare l’aria con un’altra delle sue risate cristalline e tornò a guardare Fubuki « Su, solo per una sera. Questa. Alle otto. Non usciamo insieme da tanto … » mormorò. Atsuya stava per replicare che il loro ultimo appuntamento risaliva a meno di cinque giorni prima, ma Aphrodi decise di diminuire ancora un po’ la distanza che li separava, e tutto quel che riuscì a fare fu deglutire.
 
Occhi.
Era tutta colpa di quegli occhi.
Sì, decisamente gli occhi di Afuro Terumi sarebbero stati la sua rovina, perché bastava che il biondo sbattesse un po’ le ciglia e gli facesse intravedere quel paradiso rosso come il fuoco che lui cadeva nella trappola e accettava qualsiasi cosa, anche quando era di cattivo umore e ce l’aveva con il mondo intero.
Era un’influenza, quella che Aphrodi sapeva esercitare su di lui, davvero dannosa, e la cosa peggiore era che l’altro pareva esserne perfettamente – sfortunatamente – a conoscenza.
E si divertiva ad usarla.
Afuro lo afferrò per un braccio appena entrarono al Luna Park e lo abbassò alla sua altezza « Andiamo sulla ruota panoramica? » chiese subito ed Atsuya ancora una volta non seppe rifiutare la sua richiesta. 
Così salirono sull’attrazione e Fubuki era ancora scettico all’idea di divertirsi: in quei giorni la sua “nausea” pareva essere aumentata in maniera esponenziale.
Eppure sulla ruota panoramica Aphrodi lo fece ridere, anche se lui si disse che era solo perché il ragazzo, per quanto ostentasse un comportamento maturo, su quella giostra si era illuminato come un bambino di fronte ad un pacchetto di caramelle.
Però sulle montagne russe si era divertito. E anche sulle tazze, nonostante fossero tremendamente scomode per il suo metro e ottanta – Afuro l’aveva anche preso in giro per quello.
Stare con Terumi alla fine, doveva ammetterlo, gli piaceva da morire, anche se di fatto con lui faceva cose senza scopo, spesso stupide; però non importava. La sua risata cristallina e le sue mani che si aggrappavano a lui per trascinarlo in lungo e in largo nel Luna Park – od in qualsiasi altro luogo si trovassero – lo facevano stare bene. Amava quei momenti, amava Aphrodi, anche se il ragazzo riusciva ad essere dannatamente testardo, alle volte, ma alla fine andava bene così, lui non poteva dirgli nulla: in quanto a cocciutaggine nessuno poteva battere il minore dei Fubuki.
Alla fine di un’accanita gara di tiro a freccette Terumi lo prese per mano e lo riportò verso la ruota panoramica.
« Ancora? » domandò Atsuya, mentre osservava l’attrazione stagliarsi nella notte senza stelle. Aphrodi si avvicinò a lui « No, tranquillo, non faremo come tutte le altre coppiette. » mormorò ed entrambi risero – e arrossirono.
 
Afuro lo portò invece verso il labirinto di specchi.
« Sai, alla fine uscire mi è servito. » disse all’improvviso Fubuki « E mi dispiace. » borbottò poi, mentre cercava di capire quale via portasse ad uno specchio e quale no.
« Per cosa? » domandò Aphrodi spostando lo sguardo su di lui. Atsuya si passò una mano tra i capelli « Sai, a volte non sono esattamente la persona più simpatica e gentile del globo. » mormorò « Sì, insomma, pensavo che prima o poi potresti stufarti di m— » cercò di concludere, ma andò a sbattere contro una di quelle – dannatissime – superfici riflettenti.
Afuro gli circondò il collo con le braccia « Per me, pensi un po’ troppo a volte. » sussurrò Afuro con voce melliflua – Atsuya sentì dei brividi lungo la schiena – « Potresti invec— » fece per continuare Afuro, avvicinando le sue labbra a quelle dell’altro, ma delle voci risuonarono tra i corridoi di specchi, poco lontano da loro.
Il biondo si scostò da Fubuki, che sbuffò, facendolo ridere; subito dopo Aphrodi lo prese per mano e in pochi minuti trovarono l’uscita dell’attrazione.
 
Atsuya si sedette sul divano, pensando che alla fine anche il dolce, dolcissimo far niente poteva stancare. Fece per chiudere gli occhi, ma sentì una lieve pressione sulle sue gambe: riaprendoli si trovò Aphrodi seduto sopra di sé.
Oh, beh, non era male addormentarsi così.
« Sai, visto che ci siamo divertiti, pensavo che potremmo tornarci al Luna Park. » propose il biondo, accarezzandogli i capelli. Atsuya annuì lentamente « Magari » continuò Afuro « Questo sabato, così avrò anche una scusa per non dover incontrare quell’odiosa di mia zia e i suoi rumorosi figli. » concluse.
Atsuya scattò « Aspetta, aspetta: vorresti dirmi che siamo andati al parco divertimenti solo come esperimento per vedere se mi piaceva e se potevi usarlo come scappatoia dal tuo incontro con la zia? » sbottò tutto d’un fiato, sgranando gli occhi.
Aphrodi rise e si avvicinò « Prima di tutto volevo uscire con te, ma diciamo che quello era il mio ... secondo obiettivo. » dichiarò tranquillamente, poi gli posò un bacio sul collo « Però … » gli sussurrò all’orecchio « Mi perdoni, vero? » chiese.
Atsuya era sul punto di lanciargli un mezzo insulto, ma quando si voltò per replicare l’unica cosa che vide fu quel paradiso cremisi che lo faceva impazzire.
Borbottò qualcosa e Afuro fece una risata sommessa « Oh, andiamo Atsuya, in fondo anche gli angeli hanno piani malvagi. » mormorò, i suoi occhi scintillarono e Fubuki cedette.
Era tutta colpa di quegli occhi.
Quegli occhi che lo fottevano sempre, ed Atsuya ci faceva l’amore solo a guardarli.
Erano una trappola. E quella trappola rossa sarebbe stata la sua rovina.









 
   
 
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