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Autore: Ollieparawhore    31/01/2014    5 recensioni
Non gli piacevano le conversazioni troppo personali, nè il contatto fisico con gli sconosciuti, nè tanto meno mostrarsi fragile.
Ma sentiva che poteva aprirsi con Jason.
-Sai che c'è? Alla fine non ne vale la pena vivere nel rimorso, l'ho imparato a mie spese. Mi sono addossato tutte le colpe per la morte di Bianca, pensavo di essere stato un'idiota a lasciarla andare, ma era quello che lei voleva. Poi mi sono ritrovato a provare rancore per una persona che non centrava nulla, mi sono rifiutato di sentrie le spiegazioni che aveva da darmi. La vita è troppo breve per trascorrerla odiando, questo l'ho capito finalmente. Vedi Hazel, è stato grazie a lei che ho capito che l'esistenza delle persone è importante, e non solo quella delle persone a cui voglio bene, ma anche la mia. E' inutile provare rancore.
[WARNING SPOILER]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Nota iniziale: [SPOILER] Ne 'La casa di Ade', Nico e Jason incontrano Cupido il quale costringe Nico a confessare i suoi sentimenti per Percy. Da quel momento si avvicinano molto, anche se solo in modo fraterno, ma Jason, da vari spezzoni fa intendere di fidarsi ciecamente di Nico. Se siete assidui frequentatori di Tumblr sapete bene che questa ship si sta espandendo molto velocemente, ed è molto popolare nel fandom americano/inglese (Sì, l'Italia fa schifo perchè i libri ci mettono i secoli ad uscire, d'oh.)
Bene, non vi annoio oltre, buona lettura!


La Argo II era quella che Leo definiva una grande nave, piena di tutto i comfort desiderabili, e spaziosa abbastanza da poter ospitare un'intera Legione.
Ma Nico, da qualche settimana, aveva inizato a pensare che avesse subito un qualche strano incantesimo di ristrengimento, dato che, apparentemente, dopo lo sgradevole incontro con Cupido, ovunque andasse si ritrovava davanti a Jason.
La mattina mentre entrava in bagno, c'era Jason che si lavava i denti. A pranzo, si sedevano sulla stessa sedia nel medesimo istante, provocando risate divertite di Percy e Leo. Quando passeggiava da solo lungo la prua nell'oscurità della notte, andava a sbattere contro la sua schiena imponente.
Insomma, sembrava una persecuzione.
Jason aveva provato a parlargli -a confortarlo- ma continuava ancora a scivolare dal suo mezzo abbraccio che più di una volta gli aveva offerto.
Non ne poteva più di tenersi tutto dentro, di sentire tutto quel peso sulle sue spalle.
Ora se ne stava seduto in cima alla vedetta, respirando l'aria fresca della sera primaverile. I capelli neri erano scompigliati da una brezza leggera e piacevole. Sentì dei rumori provenienti da sotto, ed abbassò lo sguardo sulla prua.
Due figure ben distinte nell'ombra stavano discutendo. Piper era sull'orlo di una crisi isterica, mentre sbraitava contro Jason. Era strano vederla in quello stato. Era sempre quella che tentava di vedere il lato positivo delle cose, e di placare le discussioni. Era quella che trovava sempre la soluzione più razionale e manteneva la calma nelle situazioni più improbabili. Ma ora sembrava peggio della dea Era di fronte ad Annabeth Chase (Mai chiudere quelle due nella stessa stanza, parola di figlio di Ade!)
Il biondo, invece, sembrava semplicemente a disagio a vederla così, e teneva le mani in tasca, impacciato. Solitamente le avrebbe messo un braccio intorno alle spalle, le avrebbe sussurrato qualcosa all'orecchio, e allora Piper avrebbe sorriso e si sarebbero scambiati un tenero bacio -come Nico ben sapeva, non era l'unico a cui piaceva passeggiare di sera-.
Ma quella volta, qualcosa era diverso, Jason ci stava mettendo troppo tempo. Cosa aspettava a consolarla?
Le loro ombre tremavano, irrequiete.
Piper disse un'ultima frase a testa bassa e rientrò sotto coperta, lasciando Jason impalato sul posto.
Questa era davvero nuova.
Alla fine scosse semplicemente la testa e tornò ai suoi di problemi. Cosa avrebbe dovuto fare?
Rivelare a Percy i suoi sentimenti remoti? Spiegargli tutti quei gesti, tutte quelle scelte fatte solo per il suo bene?
Ma non avrebbe compreso comunque. Era una testa d'alghe dopotutto, no? L'unica persona con cui sembrava condividere il suo sentimentalismo era Annabeth, e non poteva dargli nemmeno torto. Si conoscevano da quando avevano dodici anni, e da allora ne avevano passate di tutti i colori. Per non parlare del fatto che avevano impiegato cinque anni per capire di provare qualcosa l'uno per l'altra.
Tutto stava lentamente iniziando a scivolare da Nico, senza che quel senso di sconforto gli attanagliasse costantemente le budella. Ma c'era ancora qualcosa di irrisolto. Qualcosa che non voleva ancora ammettere a se stesso, e forse, lo stava facendo sentire peggio di prima.
Un rumore alle sue spalle lo fece sobbalzare un poco, rischiando di farlo scivolare di sotto -il che, non gli sarebbe dispiaciuto più di tanto. Persino spappolarsi sulla prua di una nave di semidei sembrava un idea più allettante che pensare a quanto stesse male, a quanto si sentisse solo ed incompreso-.
-Hey- il figlio di Giove fece capolino nella sua visuale.
Ancora.
-Jason- rispose semplicemente. Il biondo si sedette al suo fianco.
Era diventata seriamente una persecuzione, allora? No, era solo il caso. Anche se, fino a quel momento, nelle loro vite, nulla accadeva per caso.
Ed ora, era Jason quello che sembrava dover essere consolato.
-Che succede, Grace?
Il biondo si fece scappare un lungo sospiro, abbozzando poi un sorriso malinconico che fece increspare la cicatrice sul suo labbro superiore.
-A quanto pare, non sei l'unico ad avere i suoi problemi sentimentali, re fantasma.
Qualcosa, nel profondo del cuore turbinoso di Nico, fece un buffo balzo, facendolo rimanere di stucco.
-Beh, alla fine non è il dolore quello che ci ricorda che i nostri cuori possono guarire?
Il più grande piazzò il suo sguardo tempestoso negli occhi di Nico, che ora si erano ridotti a due fessure, per poter scorgere ogni particolare del viso di Jason illuminato dalla luce lunare.
-Forse è come dici sai... Ti ammiro molto, Nico.
Il figlio di Ade rimase totalmente senza parole. Da quando lui poteva essere ammirato? Essere un modello di riferimento? Era sempre stato quello escluso, sottovalutato ed isolato.
-Ti sei sempre sentito incompreso, solo, ma hai continuato a sperare in un futuro migliore per la tua vita, nonostante tutto, o perlomeno questa è l'impressione che mi hai dato.
Nico non sapeva esattamente cosa dire. Si sentiva lusingato, e le sue guancie avevano assunto un colorito più vivace del suo solito bianco cadaverico.
-Non dovresti vergognarti di quello che sei, anzi dovresti andarne fiero...
Non gli piacevano le conversazioni troppo personali, nè il contatto fisico con gli sconosciuti, nè tanto meno mostrarsi fragile.
Ma sentiva che poteva aprirsi con Jason.
-Sai che c'è? Alla fine non ne vale la pena vivere nel rimorso, l'ho imparato a mie spese. Mi sono addossato tutte le colpe per la morte di Bianca, pensavo di essere stato un'idiota a lasciarla andare, ma era quello che lei voleva. Poi mi sono ritrovato a provare rancore per una persona che non centrava nulla, mi sono rifiutato di sentrie le spiegazioni che aveva da darmi. La vita è troppo breve per trascorrerla odiando, questo l'ho capito finalmente. Vedi Hazel, è stato grazie a lei che ho capito che l'esistenza delle persone è importante, e non solo quella delle persone a cui voglio bene, ma anche la mia. E' inutile provare rancore,- Nico si alzò, si pulì i pantaloni con un paio di colpi secchi, e Jason lo seguì -Poi tutta la storia che gira intorno a Percy, il conflitto costante che ero costretto ad affrontare... lasciamo stare, suonerebbe tutto così finto e costruito se provassi a spiegare quello che provo, che a questo punto non ne varrebbe nemmeno la pena spiegarlo. Nessuno sarebbe minimamente disposto ad ascoltare le mie lagne.
-Io sì.
Jason era più vicino di quanto pensasse, ed i suoi occhi indagavano il viso perplesso del moro.
Nico si sentiva un nodo in gola. Perchè il suo battito cardiaco era accellerato a dismisura dopo due semplici parole? Un tuono riecheggiò in lontananza. Vide le loro ombre unirsi, inconfondibilmente stagliate sul legno grezzo. Sentiva il bisogno di rispondere agli impulsi che mandava il suo cervello, ma non era certo di poter accettarne le possibili conseguenze.
Jason si avvicinò lentamente al suo viso, Nico indietreggiò di qualche passo ma alla fine finì con la schiena contro l'albero maestro. Mise le braccia ai suoi lati e rimase qualche istante a contemplare quegli occhi di pece che gli avevano fatto totalmente perdere il senno.
Il respiro del moro era sempre più irregolare e corto, e non appena il figlio di Giove si avvicinò con le labbra alle sue, serrò gli occhi, aspettando che si avvicinasse di qualche centimetro ancora.
-Sei sicuro che sia okay... se sono io?
Jason aveva pronunciato quella frase praticamente contro le sue labbra, ed il suo respiro caldo lo aveva fatto rabbrividire.
Ma che razza di domanda era?
Spalancò gli occhi e lo spinse via, fancendolo finire contro il parapetto.
-Razza di babbeo...- e così dicendo, Nico si avvicinò nuovamente, lo prese per la maglietta e finalmente lo baciò.
Il figlio di Ade non aveva mai baciato nessuno prima, e a dirla tutta non aveva la minima idea di cosa stesse facendo con la sua lingua, ma si lasciò semplicemente trasportare dai suoi impulsi.
Jason, superato lo stupore, aveva messo una mano dietro la sua nuca, accarezzandogli i capelli neri. Le sue labbra erano morbide seppur sottili, contro la sua cicatrice.
Non si era mai reso conto di poter essere attratto dai ragazzi, fin quando non aveva incontrato Nico a Roma. Aveva qualche ricordo vago di lui al Campo Giove, ma dopo averlo visto, era rimasto totalmente travolto dalla sua aura di mistero e non aveva potuto fare a meno di notare sempre più quanto fosse carino, o di come fosse buffo il modo in cui gesticolava mentre parlava.
E poi, l'incontro con Cupido, aveva innescato una strana possibilità nella sua mente.
Per quanto stupido potesse essere tutto questo, per quanto i tuoni continuassero a rombare nel cielo, Jason non aveva la minima voglia di lasciar andare Nico, o almeno non lo avrebbe fatto molto presto.



 
Ed eccoci qui, spero abbiate apprezzato nonostante io non sia un genio della scrittura.
L'ultima scena è ispirata ad un'illustrazione dell'adorabile Minuiko
 (◡ ‿ ◡ ✿) :http://minuiko.tumblr.com/post/69469377261/dont-be-so-damn-considerate-some-3-am-jasico#notes-container
Beh, alla prossima!
//Oliver.
  
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