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Autore: TrisWeasley    01/02/2014    4 recensioni
Loro vogliono che io sia diligente, educata e studiosa, ma non conoscono la vera ME. Nascondo soltanto una maschera. Come faccio a non farmi scoprire? Semplice, mi sfogo con la musica. L'unica via di uscita in questa vita grigia. Appena sono da sola in casa, mi metto le cuffiette e ascolto metal. Metal io? La figlia perfetta della famiglia perfettina? Oh sì.
STORIA SOSPESA FINO A DATA DA DESTINARSI
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andy Biersack, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quel giorno non avevo voglia di leggere. Mi era stufata. Non potevo nemmeno leggere un horror. Mi bruciavano gli occhi dalla troppa merda di finta poesia che avevo letto fino a quel momento. La poesia dev'essere spontanea, deve esprimere sentimenti veri. Non potevo nemmeno ascoltare della musica, mia mamma era in casa. Tanto valeva provare a chiederle se potevo uscire. 
Uscii dalla mia camera e con aria innocente percorri il corridoio fino alla cucina.

"Mamma..."
"Dimmi, Robin."
"Posso uscire? Ho già fatto tutti i compiti fino alla prossima settimana e ho finito il mio libro. Mi annoio!"
"Va bene dai, per questa volta te lo concedo. Ma alle sei devi essere qua a casa. E già che ci sei, fai un salto a comprarmi la farina, che è finita."
"Okay, farò un salto al supermarket. Vado a cambiarmi."


Entrai in camera mia. Le conversazioni con mia mamma erano sempre così..serie. Mai un 'ti voglio bene', mai un abbraccio o un gesto di affetto. Però ero troppo felice! Finalmente potevo uscire da quella galera di finte poesie e finta diligenza! Niente più regole! Avrei potuto fare quello che volevo! Essere chi ero! Ok, basta Robin. Era il momento di calmarsi. Ero meglio che mi vestissi prima che la professoressa avesse cambiato idea. 
Dall'armadio presi dei jeans skinny e una t-shirt semplice. Pettinai i miei (sempre arruffati) capelli. 
Non avevo mai capito di che colore erano. Erano tipo...castani ma leggermente ramati. Boh. Mi sembrava strano perchè mia mamma e mia sorella erano biondissime, riccissime e con degli occhioni azzurri da cerbiatte. Non avrei potuto nascere come loro? No. Capelli molli come spaghetti di un colore indefinito e occhi verdi - marroni. Bene. Invece il mio corpo non era male, ero abbastanza magra ed ero alta 1.65. Un po' nana, sì. 
Presi la mia borsa a tracolla e ci misi il portafoglio e il cellulare dentro. 
Sicuramente mia mamma mi avrebbe chiamata quattrocento volte. Faceva finta di preoccuparsi per me, ma in realtà era soltanto egoismo. Non voleva avere una brutta reputazione. Piuttosto avrebbe rovinato la mia vita, anzi, lo stava già facendo.
Uscii di casa e andai in centro a piedi. Per fortuna aveva smesso di piovere, avevo dimenticato l'ombrello. Entrai nel supermarket. Presi la farina. Comprai anche delle caramelle e perchè no, anche delle sigarette. Uscii. Aprii il pacchetto. Buttai l'involucro in terra. Mi portai la sigaretta alla bocca, ma non feci in tempo ad accenderla che iniziò a piovere. Sempre più forte. Corsi a ripararmi da qualche parte, solo che non avevo di amici e non sapevo da chi andare. Poi lo vidi. Un bar, finalmente. Entrai senza pensarci due volte, anche se avrei dovuto perchè ero bagnata fradicia e avevo il trucco tutto sbavato. Spinsi la porta. Il bar era triste, non c'era nessuno. Era tutto buio. Mica stava chiudendo?

"Ehilà..è aperto il bar?"

Nessuna risposta. Mi avvicinai. In lontananza vidi un piccolo palco. Vidi movimento. Allora c'era qualcuno. All'improvviso si accese una luce. C'erano dei ragazzi su quel palco. Sembrava una band. Iniziarono a suonare la mia musica. Sembravano tutti giovani e con poca esperienza, ma già bravi. Avevano un loro stile. Finita la canzone, scesero dal palco e finalmente notarono che non erano da soli. E credo mi avessero notata perchè, oltre ad aver fatto il lago sul pavimento (a causa dei vestiti bagnati), iniziavo a tremare dal freddo.

"Hey tu! Chi sei?" 

Chiese il batterista.
Non riuscivo a parlare. Avevo troppo freddo. Di questo passo avrei di certo preso un'influenza. 

"Poverina è bagnata fradicia..prendetele una coperta mentre io le faccio qualcosa di caldo da bere!"

Erano molto gentili. All'apparenza non sembrava. Erano tutti truccati di nero, vestiti di nero, capelli lunghi neri. Una perfettina sarebbe scappata, ma non io. L'apparenza non contava per me. Arrivò il cantante con un tazzone di tè caldo e il resto del gruppo con una coperta. Mi fecero sedere su un divano. Certo che quel posto era davvero tetro. Erano tutto buio e pieno di polvere. Sembrava una casa di una vecchia morta trent'anni fa e usato poi come "bar". Accesero quel piccolo camino che a causa del buio nemmeno notai. Diedi un sorso al mio tè.

"Allora...chi sei?"
"Ash non chiederglielo così bruscamente!"
"...piacere, noi siamo i Black Veil Brides!"
Ingurgitai quel sorso di tè e cercai di dire qualcosa.
"Io...io.. sono Robin...scusate se vi ho disturbato..è che fuori pioveva forte e..."
"E' tutto ok!"


Disse il cantante. Finalmente grazie a quella poca luce del camino riuscii a vedere le loro facce. Il vocalist mi aveva sorriso. Cavolo, aveva un sorriso stupendo. Credetti di essermi incantata da dieci minuti a guardarlo, ma per fortuna era solo la mia immaginazione e l'avevo guardato solo per pochi secondi.

"Io sono Andy. E loro sono Ashley, CC, Jake e Jinxx."
"Oh, cavolo! Sono quasi le sei! Mia mamma mi uccide se arrivo a casa tardi!"
"Aspetta, quanti anni hai? Hai ancora un coprifuoco?"
"17 e sì, la mia famiglia è quella che voi definireste "secchiona", "noiosa" o "perfettina". E lo so perchè lo dico anche io."


Mi squillò il cellulare. Cazzo, era mia mamma.

"Sentite ragazzi, io devo andare. Grazie per l'accoglienza, vi ricambierò, promesso."

Uscii dalla catapecchia correndo come una dannata. Avevo regalato a loro le sigarette e le caramelle perchè i miei mi avrebbero uccisa. Già solo a vedere le caramelle. "Non sono verdura, non sono frutta. Ingrasserei!" Mancava un minuto alle sei e suonai al campanello di casa. Avevo il fiatone, però almeno ero puntuale. 
Mentre entrai in camera pensai. Chissà se li avrei mai rivisti. Chissà se sarei riuscita a ricambiare il favore. Chissà se sarei riuscita a rivedere quel sorriso.


Spazio autrice: 
Heilàà!! E' venuto lungo questo capitolo! Scusate, ho la fantasia a mille :3 Miraccomando, recensitemi dicendo cosa ne pensate! Baci <3
   
 
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