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Autore: Echadwen    01/02/2014    4 recensioni
[Prequel di Nosse e di Ciule ilaurea]
Finita la Guerra dell'Anello, Legolas e Luinil finalmente possono ritrovarsi.
I due Elfi si rincontrano, dopo tredici mesi passati lontani, proprio nella notte della benedizione del nuovo regno del popolo degli Immortali.
Lo spettro della battaglia aleggia ancora su di loro, ma, il loro amore saprà essere più forte e le loro anime si ricongiungeranno.
Ecco ciò che accadde.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Il principe e la guardiana'
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Angolino autrice:  Finalmente ce l'ho fatta. 
Avevo promesso una nuova storia con sfondo l'amore tra il principe Legolas e la mia guardiana, ed eccola qui!
Forse mi ucciderete o forse no, ma, io sono fiera delle mie quasi quattromila parole.
"Stai calma, sai. Non hai mica sconfitto Sauron" nd Luinil.
La mia creazione ha perfettamente ragione, per cui godetevi questa OS.
Riporto anche il link del resto della serie: http://www.efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=8916&i=1



P.S. Chi è esperto nella lingua elfica chiuda un occhio e strizzi l'altro.





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RITROVARSI



 

 

Il Bene aveva trionfato. Il coraggio di uno Hobbit aveva prevalso sulla cupidigia ed il desiderio di vendetta dell'Oscuro Signore. L'Anello era stato gettato nell'inferno del Monte Fato, liberando il mondo dal suo potere e dalla sua malvagità. Mai più Sauron, avrebbe fatto ritorno.

Era venuto il tempo della rinascita.

Un primo passo era già stato fatto. Il senza corona aveva preso il proprio posto come Re degli Uomini; la corona alata pesava sul suo capo ed il suo sguardo vegliava le genti di Gondor dal giardino dell'Albero bianco.

Il prossimo toccava agli Immortali. E quale modo migliore di festeggiare la dipartita del Male, se non quello, di benedire i boschi oramai liberi?

Con la luce della luna, Bosco Atro sarebbe rinato. Eryn Lasgalen, sarebbe stato il suo nuovo nome e si sarebbe esteso fino ai confini, anticamente, appartenuti al regno di Lorièn

 

 

Era li che si stavano recando Elessar ed il principe di Bosco Atro. Ad incontrare la delegazione di Mirkwood e gli Elfi di Lorién, il cui cuore, era troppo legato ai mallon in fiore, per poterli lasciare.

 

"Tra poco potrai riabbracciarla, mellon nin" disse il nuovo Re di Gondor, affiancando con il proprio, il destriero del suo amico Legolas.

 

Tredici mesi erano trascorsi da quella notte. Tredici mesi, da quando le loro anime si erano unite nell'amore. Tredici mesi fatti di notti solitarie, sospiri nascosti e di sguardi puntanti verso il suo regno, verso di lei.

Finalmente l'attesa stava per finire.

L'avrebbe stretta a sé, si sarebbe perso nel suo calore e nel suo profumo e non l'avrebbe lasciata mai più.

 

Un timido sorriso si dipinse sul suo volto. Il ricordo di quell'ultimo bacio, la visione, il velo di tristezza della separazione che adombrava la gioia per quello scorcio di futuro...

Presto avrebbe potuto cominciare a costruirlo quel futuro, insieme alla dama della sua vita, ora che il male era stato sconfitto.

"Sì..." le guance gli si imporporarono leggermente

"O magari tenterai..." scoprì i denti in un ghigno malefico "mentre Luinil ti prenderà a calci dopo alcuni episodi che le racconterò" diede qualche colpo di tacco al cavallo e partì al galoppo

"Aragorn!" spronò il cavallo all'inseguimento "Non sei un amico, sei una carogna!"

 

 

"Elessar, oio naa elealla alasse’" "Elessar, la tua vista è sempre una gioia" l'accolse Thranduil.

Aragorn si portò la mano al cuore ed abbassò il capo "Brannon amin" "Mio signore"

Il tipico saluto degli Eldar; al quale si aggiunse anche quello del principe.

"Iond" il biondo signore si avvicinò e posò la mano sulla spalla del figlio "Im gelir le mae" "Figlio, sono contento che tu stia bene"

"Non ho mai smesso di pregare i Valar" gli alzò il mento con l'indice e gli sorrise.

"Io sono felice di rivedere te, Ada" sorrise di rimando

"Ma so, di non essere certo io, colui che il tuo cuore desidera ardentemente riabbracciare" si allontanò di qualche passo ed il suo sorriso si allargò ulteriormente "Si sta occupando del proprio destriero"

Il principe diede una rapida occhiata ai volti dei reali. Stranamente, lo stavano tutti fissando con la stessa espressione che aveva suo padre. Forse, anzi certamente, aspettavano solamente che si precipitasse da Luinil.

A quel pensiero arrossì lievemente.

"Allora, io vado a sistemare il mio cavallo" tentò di non dar peso agli sguardi che si scambiarono i presenti ma, soprattutto, cercò di calmare il proprio cuore che, solo al pensiero di poterla riabbracciare, prese a galoppare furiosamente.

Quella stessa corsa galoppante si arrestò quando, i suoi occhi scorsero lei.

Il tempo parve fermarsi.

L'Elfa stava spazzolando la criniera dell'animale. I lunghi capelli rossi mossi dal vento, poteva sentirne il profumo.

Valar. Solo ora si rendeva conto di quanto le fosse mancata.

Provò a muovere un passo. Perfino il suo corpo si era fermato proprio, come lo scorrere del tempo.

 

"Nae saian luume’" "È passato troppo tempo" Le sue labbra si mossero senza che se ne rendesse conto.

Un tonfo.

La spazzola cadde dalle sue mani e finì a terra.

"Ya naa lle?" "Chi sei tu?"

La sua voce. Era proprio quella che aveva udito.

Non volle voltarsi. Aveva paura che potesse essere l'ennesimo scherzo, l'ennesima illusione creata dalla propria mente.

Quante volte aveva sentito la sua voce? Le sue carezze? Ogni volta, però, apriva gli occhi e realizzava di essere sola.

"Ú renich manen im estannen? Sono bastati solo tredici mesi, per farti dimenticare la mia voce ed il mio nome?" "Non ricordi più il mio nome?"

Sorrise. Non poteva essere altri che lui. Nessun'altro si sarebbe rivolto a lei in quel modo.

Prese un profondo respiro, chiuse gli occhi e si voltò lentamente.

Ogni secondo pareva lungo come una vita terrena.

L'azzurro incontrò il blu dei suo occhi. Anche il suo cuore perse un battito.

"Aaye" "Salve" gli sorrise portandosi una ciocca dietro l'orecchio.

Era lui ed era lì, proprio davanti a lei. In tutta la sua splendida luce; ancora più bello di quanto ricordasse.

Vedeva il suo sorriso, le deliziose fossette vicino alle labbra, lo splendido mare cristallino dei suoi occhi, velato, però, da qualcosa che non poteva nascondere al suo sguardo né al suo cuore.

L'ombra di Mordor.

"In luim avo thinnant in vanimle" "Il tempo non ha scalfitto la tua bellezza"

Ma anche l'amore. Il sentimento che li legava. L'angoscia provata per la propria sorte.

"In pith Edhil le ped nat???? ?" "La parola Elfo ti dice qualcosa?"

E Legolas vide la sua sfrontatezza, le sue labbra curvarsi in un sorriso di scherno. Scosse la testa; perfino la sua irriverenza gli era mancata.

Sentì la propria anima cercare la sua e trovarla. Si lasciò cullare dalle piacevoli sensazioni che percepiva, dalla pace che gli trasmetteva, dal senso di completezza... Si ripromise di non lasciarla andare mai più.

"Ui lind" "Sempre dolce" il suo sorriso si allargò ulteriormente.

"Il mio principe si annoierebbe, altrimenti" nei suoi occhi balenò un lampo

"Con te" bruciò la distanza che li separava "mai, conin nin" "mia principessa"

"Nikerym" "Capitano" lo corresse sentendo su di sé il delicato tocco delle dita di Legolas

"Presto, potresti essere entrambi" sigillò la sua espressione stupita con un bacio.

La strinse a sé, le braccia sotto alla morbida curva delle natiche per sollevarla da terra.

Poteva sentire il suo cuore battere furioso come il proprio.

Le braccia di lei gli circondarono il collo e le mani andarono a stringere la bionda chioma.

Ora, poteva dirsi a casa.

Il suo profumo, la sua vicinanza, il suo calore, le morbide labbra premute contro le sue.

Era avvolto dalla sua Luinil e non poteva chiedere di meglio.

"Mi sei mancata" sospirò contro di esse

"Miqula amin" "Baciami" sussurrò lei, incurante che qualcuno potesse scorgerli.

Sorrise sulle sue labbra prima di accontentarla. Gli piaceva quel tono autoritario ma ancora di più che lo stesse usando per ottenere le sue attenzioni, il suo amore nonostante molti Elfi si affaccendassero attorno a loro.

Non avevano bisogno di parole.

Le loro anime s'intrecciarono allo stesso modo delle loro lingue. Danzarono assieme in un momento d'infinito.

Spostò tutto il peso dell'Elfa su un braccio e con la mano libera le sfiorò la guancia per poi scendere sul collo.

"Legolas, daro!" "Legolas, fermo!" un sussurro appena udibile nell'eco della passione

"Mani?" "Cosa?" guardò nei suo occhi, vi lesse imbarazzo

"Aragorn..." si lasciò sfuggire.

Aragorn? Aveva proprio pronunciato il nome del nuovo re di Gondor. Cosa centrava lui in quel momento? E perché aveva sussurrato quel nome mentre si stavano baciando?

Gli occhi di lei lo avevano già lasciato ed ora stavano guardando in un'altra direzione.

Si voltò ed allora capì.

Imbarazzato, lasciò che la propria compagna ritrovasse la terra sotto ai piedi mentre, un altrettanto imbarazzato sovrano, cercava di non cedere alla voglia di scavarsi la fossa.

"Oh... io" distolse lo sguardo

"Aragorn..." ripetè il principe

"Stavo cercando di trovare la mia tenda. Non volevo interrompervi in alcun modo"

"Heru en amin, Elessar" "Mio signore, Elessar" Luinil s'inchinò di fronte al gondoriano e nel farlo assestò una gomitata sul fianco dell'Elfo che le stava accanto, come punizione per averla cacciata in quella situazione.

"No. Luinil, almeno tu, niente mio signore..." sorrise alla reazione della donna

"Come desideri" e, finalmente, rialzò gli occhi per guardarlo.

Era cambiato dall'ultima volta che lo aveva visto e non solo per via della corona che gli adornava il capo. Riusciva a vedere nei suoi occhi di ghiaccio, l'anima e la forza degli Antichi Re degli Uomini.

Gondor non avrebbe potuto desiderare un sovrano migliore, né lei un compagno d'armi per Legolas.

Se l'era ripetuto nelle lunghe notti solitarie, passate a vigilare sull'accampamento, quando sguainava le lame contro i nemici e nei rari momenti di tranquillità.

Se si guardavano le spalle l'un l'altro, non poteva accedergli nulla di male.

Quella considerazione metteva a tacere, per qualche istante, l'ansia del suo cuore innamorato e, quando il sole calava sul campo di battaglia, lo stesso battito di quest'ultimo, la rassicurava sulla salute del principe.

Se gli fosse accaduto qualcosa, avrebbe smesso di battere.

"Mi dispiace di non aver assistito alla tua incoronazione. Sono sicura che sarà stata una cerimonia magnifica, purtroppo, però, non ci è stato possibile lasciare il regno. L'ultima creatura del male, che infestava le nostre Terre, è perita solo qualche giorno fa"

"Non serve che ti scusi, Luinil. Comprendo perfettamente ma" pensò alle parole adatte "qualcuno avrebbe voluto far sfoggio della propria bellissima guardiana"

Guardò per un secondo Legolas e poi scosse la testa.

Sorrise. "Dubito che qualcuno avrebbe prestato attenzione a me." gli si avvicinò "Sono felice di vedere che anche tu stai bene. Posso solo immaginare i pericoli e le insidie che abbiate dovuto affrontare per arrivare al Nero Cancello"

L'Uomo scrollò per un attimo le spalle e rivolse un sorriso speciale al principe

"Non è poi stato così male, considerando che un certo Elfo biondo prima ha abbattuto un Troll di caverna saltandogli sulle spalle ed un Olifante poi..."

Legolas lo fulminò con lo sguardo e Luinil fece altrettanto con lui.

Tremò.

Senza togliere nulla a Sauron ma, la guardiana, lo terrorizzava molto di più.

"Legolas..." avrebbe dovuto dire addio alla propria immortalità.

"Ho fatto solo il mio dovere" affermò con fierezza. Lei non rispose.

Non poteva farlo.

"Siete entrambi salvi, il resto non conta" restò sconcertato da quella risposta "Se volete scusarmi, ho ancora delle mansioni da svolgere prima della Benedizione" si allontanò velocemente fra le tende.

I due si lanciarono un'occhiata perplessa

"Ho forse detto, qualcosa che non va?" chiese il moro

"No" lo rassicurò il principe "Ha un modo tutto suo di reagire ma, di certo, avresti potuto evitare di menzionare quei due episodi"

"Amico mio, non dirmi che hai paura della tua donna?" non rispose, scatenando l'ilarità del compagno "Vieni. Beviamoci su e raccontami nei dettagli cosa hai in mente per questa notte"

 

 

 

 

 

La notte era finalmente scesa su di loro.

Tutti gli Elfi si stavano radunando nello spiazzo in cui, Thranduil avrebbe tenuto il suo discorso.

Luinil affiancò il sovrano ed il silenzio calò tra il popolo degli Immortali.

 

 

"Credo che non ci siano parole per esprimere la gioia che sta accompagnando questi giorni da pace. Una pace sofferta ed a lungo desiderata che, ognuno di voi, si è guadagnato.

La profezia si è realizzata e grazie all'erede di Isildur" si voltò verso di lui "nessuno dovrà più temere l'avvento dei giorni bui poiché il Male, non farà più ritorno su questa nostra bella Terra. Perciò" fece una pausa ed allargò le braccia verso la propria gente "questa notte, non solo celebriamo la Natura e tutto ciò che essa ha da offrirci, ma, anche, la speranza, la pace e la rinascita.

Andate e fate che questo nuovo regno risplenda di una luce talmente intensa e forte che niente potrà mai oscurarla."

Un applauso accompagnò l'uscita dei due sovrani.

Per tutto il tempo, gli occhi della guardiana scandagliarono la folla alla ricerca del principe ma, non lo scorse.

Al contrario di quest'ultimo. Oh, eccome se l'aveva vista.

Doveva ringraziare quell'albero, dietro al quale si era nascosto che gli permetteva di osservarla in tutto il suo splendore.

La guardiana aveva i capelli completamente sciolti e, la leggera brezza della sera, ci giocava come se fossero una soffice nuvola. Le braccia erano scoperte se, non per via, dei braccioli chiusi ai polsi, ai quali erano cuciti due lembi di stoffa che andavano a congiungersi, come la veste, all'altezza delle spalle.

Una semplice tunica, di un verde più scuro, le delineava le curve, un bustino di pelle nera seguiva la linea del seno per poi adagiarsi sui fianchi ed insinuarsi più giù.

Un ricamo a forma di foglia spuntava sotto di esso, all'altezza del fianco destro.

I piedi nudi.

Un piccolo sorriso gli increspò le labbra.

Quella notte non avrebbe celebrato solamente la Natura e la pace ritrovata. Avrebbe donato la propria luce per ringraziare i potenti per quell'amore che gli incendiava le vene e per aver avuto in dono il cuore di quella meravigliosa, orgogliosa, sorprendente e cocciuta fanciulla.

Quando non rimasero che poche persone, l'Elfa, delusa per non aver visto il compagno, decise di ritirarsi nella propria tenda.

Appena oltrepassati i primi alberi, non vide più nulla.

Una benda le coprì gli occhi e un'inconfondibile voce giunse al suo orecchio

"Dove credevi di andare, piccola?"

Lei sorrise.

"Erroneamente, pensavo di recarmi nella mia tenda ma immagino che il principino abbia altri programmi. Giusto?"

"Come sempre" le baciò il collo "hai colpito nel segno"

Percepì uno spostamento d'aria. Ora era davanti a lei.

"Ti fidi di me?" le dita di lui sfiorarono le proprie.

Gli stava offrendo la mano e lei la prese senza alcuna esitazione.

"Ti affiderei la mia vita" fece un passo verso di lui "Avrò solemente l'eternità per pentirmene" il principe rise.

S'incamminò guidandola.

Luinil poteva sentire il profumo del bosco farsi più intenso e l'erba sotto i piedi più fresca.

Sentì lo scrosciare dell'acqua. Probabilmente era uno degli affluenti dell'Anduin.

"Vuoi arrivare fino al palazzo a piedi?"

"Un po' di pazienza" rafforzò la presa sulla sua mano "Ne varrà la pena, promesso"

Alcuni minuti dopo, il passo del principe si arrestò e le sue braccia l'avvolsero.

"Pronta?" le chiese sfiorando il nodo che teneva serrata la benda sui suoi occhi

"Devo ricordarti che non ho i miei pugnali con me"

"Meglio per me" risero entrambi.

Sciolse il nodo e la morbida stoffa scivolò lungo il suo viso. Le mani di lui la fermarono all'altezza del collo, facendola scorrere sulla sua pelle come fosse una carezza delle proprie mani. Nel mentre le baciò i capelli.

"Ti piace?" le domandò affondando il naso nella cascata rossa. Per un momento si perse nelle sensazioni che, quel profumo famigliare, gli scatenavano.

L'Elfa sbatté le palpebre un paio di volte.

Erano sicuramente molto lontani dall'accampamento ma, non era quello, ad attirare la sua attenzione. No, non era di certo la distanza a far spuntare un sorriso sul volto della guardiana.

C'era una tenda davanti a loro.

Una tenda costruita attorno ad un albero, le cui estremità erano fissate ad altri due. Un intenso profumo proveniva dall'interno.

Si addentrò in esplorazione sotto lo sguardo attento di Legolas.

Se era sorpresa per aver trovato quella tenda, quello che vide all'interno le scaldò il cuore come solo i suoi abbracci sapevano fare.

Cuscini, ampolle di oli profumati, seta sparsa ovunque, un giaciglio abbastanza grande da accogliere due persone ed alcune lanterne a far luce.

Si voltò verso l'elfo che, entrando, scostò un'altra tenda in modo da chiudere l'entrata e celargli ad occhi indiscreti.

"È tutto per me?" chiese portandosi una ciocca dietro l'orecchio.

Un dolce sorriso comparve sulle labbra del principe. Quand'era imbarazzata o nervosa, lo faceva.

"Tutto. Dal più piccolo dei cuscini all'ultima goccia di olio. Mi hai reso le cose più semplici, essendo impegnata con i tuoi doveri"

Le vide portarsi nuovamente i capelli dietro le orecchie e mordersi nervosamente sul labbro. Abbassò gli occhi.

"Ho sbagliato qualcosa?" le si avvicinò.

No, non aveva fatto nulla di sbagliato. Era lei ad averlo fatto.

"Nulla" la sua voce era incrinata "Tu sei perfetto" si voltò verso di lui, rivelando, il volto rigato di lacrime "sei dolce, premuroso e possiedi tantissime altre qualità mentre io..."

"Tu cosa?" con il pollice cancellò la scia salata "Sei la fanciulla più incredibile che conosca. Sei indomabile e coraggiosa, più di ogni cavaliere che abbia mai visto, tanto che, se non ne avessi la certezza, potrei sortire dubbi su ciò che cela questa incantevole veste" le strappò un sorriso.

"Devo chiedere il tuo perdono" si sottrasse al tocco gentile delle sue dita.

Ricevette uno sguardo confuso.

"Il mio perdono? Perché mai?"

"Doveva essere un momento speciale. Dopo più di un anno finalmente, eravamo di nuovo insieme ed io ho rovinato tutto" le lacrime andavano a farsi via via sempre più numerose.

"Non" cercò di stringerla a sé "Perché dici questo?"

"Le parole di Aragorn. Hai avuto la mia ira e non la meritavi"

"Per questo il tuo viso è bagnato? Oh piccola" le rivolse un sorriso carico d'amore "Vieni qui" improvvisamente la strattonò con forza verso di sé, talmente forte, da farla sbilanciare e finire tra le sue braccia. "Shh" le baciò i capelli "È tutto a posto. Non devi scusarti, io sono quello che dovrebbe farlo Ho infranto la nostra promessa"

"No!" sciolse la stretta spingendolo bruscamente "Sono stata io!"

Lentamente gli diede le spalle ed il silenzio gli avvolse.

"Io ho tradito la tua fiducia..." era stato appena più che un sussurro.

Legolas stentava a comprendere la piega degli eventi ma ogni domanda, che ruotava vorticosamente nella sua mente, non ebbe mai voce. Gli si bloccarono tutte in gola quando vide, la compagna, cominciare ad allentarsi il corsetto e privarsi degli abiti.

Capì che aveva qualcosa da dirgli attraverso quei gesti.

"Tu sai quanto contino il dovere e l'onore per me" disse mentre la seta le scivolava lungo la pelle fino a fermarsi, costretta dai polsini di pelle, attorno alla vita. Chiuse gli occhi e, voltandosi, si espose al suo sguardo "Sono il mio ruolo e" gli prese la mano facendola scorrere sul proprio ventre "ciò che sono" puntò gli occhi blu nei suoi, quando, le dita di lui sfiorarono la cicatrice che deturpava il suo corpo.

Trattenne un sospiro.

"Morghul" sussurrò il principe cadendo in ginocchio davanti alla compagna."Come?" una domanda che non aveva il coraggio di pronunciare.

Attese qualche istante prima di rispondere.

"Tuo padre. Eravamo circondati da un'orda di quelle malefiche creature e combattevamo da ore. Sono riusciti a separarmi da lui ma, nonostante tutto, non lo perdevo di vista. Fu allora che lo vidi. Un orco incoccò una freccia nera. Il nostro sovrano era il suo obiettivo" si lasciò andare con un lungo sospiro. Non ebbe il coraggio di guardarlo. "Non ho pensato ed ho cominciato a correre. Mi ferivano ma continuavo ad avanzare. Poi, quando ho capito che non sarei riuscita a fermare quella freccia né con i pugnali né scoccandone una a mia volta, feci l'unica cosa possibile"

Una leggera pressione sulla cicatrice le tolse la parola. Abbassò lo sguardo e vide le labbra del principe premute in quel punto.

Tremò.

"Lo rifarei mille volte ed altre mille ancora. Ho onorato il mio ruolo ma, così facendo, ho infranto la nostra promessa"

Alzò gli occhi per incontrare quello della donna.

Aveva ascoltato le sue parole quasi senza respirare e dentro di sé sorrise.

Luinil aveva salvato la vita di suo padre eppure non lo riteneva un motivo abbastanza valido per avvallare la promessa fatta in una notte d'amore.

"Grazie" questa volta anche sulle sue labbra si formò un sorriso.

"Grazie per aver salvato mio padre. Grazie per l'amore che mi stai dimostrando. Grazie per essere mia"

"Mi ami ancora?" conosceva la risposta ma aveva bisogno di sentirla.

"Può il sole smettere di percorrere il cielo? No, come io non posso smettere di amarti"

Si portò nuovamente in piedi e la baciò. "Sciocca" le sussurrò e Luinil nascose il volto contro al suo petto. "Dovranno togliermi la vita per far sì che il mio cuore smetta di battere solo per te."

Le braccia di uno avvolsero l'altra e viceversa, in un abbraccio infinito.

Era seminuda con gli occhi gonfi e le guance costellate di scie salate, eppure, tra le sue braccia, non si era mai sentita così forte e per lui non poteva essere più bella.

"Mio padre" avvicinò le labbra al suo orecchio "vuole che facciamo risplendere l'intero regno con la luce delle nostre unioni"

"Lo so. E tu fai tutto quello che ti dice il paparino, giusto?" lo fronteggiò con un sorriso sfrontato

"Solo quando" la sollevò e se la mise in spalla "i suoi ordini coincidono con quello che desidero" l'adagiò sul giaciglio mentre veniva scossa da una leggera risata.

"E cos'è che desideri?" gli carezzò i capelli mentre la sovrastava.

"Te" schietto e sincero.

Gli sorrise "Potresti anche avermi"

Le sue mani l'accarezzarono tornando sulla cicatrice ed una domanda sorse nella sua mente

"Perché? Perché non ho sentito il tuo dolore? Siamo uniti ed avrei dovuto percepirlo"

"Non sapevo" cominciò con tono calmo, senza smettere di passare le dita fra i suoi capelli "se stessi combattendo o dov'eri. Non potevo metterti in pericolo così l'ho sopportato tutto io e tuo padre, con la sua conoscenza delle arti magiche, ha lenito il dolore" c'era qualcosa nello sguardo di Legolas "Cosa avrei dovuto fare? Una mia incertezza, un mio errore avrebbero potuto costarti la vita"

"Allora avrei pregato affinché il veleno mi portasse via, per raggiungerti"

Le labbra del principe furono sulle sue con forza e disperazione, dando inizio a quella serie di carezze che portò i loro corpi ad unirsi nel più puro dei modi.

I loro cuori battevano all'unisolo ed i loro bacini s'incontravano al ritmo di quella musica. Le anime dei due amanti si abbracciarono e si fusero di nuovo inseme.

Nel culmine del piacere, l'Elfo afferrò la mano della compagna e, assieme alla propria, la posò a terra.

La luce dell'unione illuminò la tenda e filtrò attraverso il tessuto della terra, rischiarando la radura circostante.

Il loro amore aveva benedetto il regno, di cui un giorno sarebbero divenuti sovrani, ed avevano ringraziato la Natura ed i Valar per averli fatti ritrovare.

Stretta, tra le braccia della persona alla quale aveva donato il proprio cuore, Luinil aveva ritrovato la pace e si rilassò sotto le leggere carezze che questa le stava donando.

"Dunque, io, sarei qui?" chiese lui, indicando il punto della coscia, in cui, sulla veste c'era la foglia ricamata d'oro riferendosi, alla traduzione del proprio nome nella lingua corrente.

"No" scosse la testa ed afferrò la sua mano portandosela al cuore "questo è il tuo posto"

Una scintilla brillò nei suoi occhi e Legolas sigillò il sorriso della sua principessa con un tenero bacio.

Per tutto quello che restava della notte, si scambiarono dolci carezze e baci, in attesa dell'alba che avrebbe portato un nuovo giorno ed altri ancora, in cui, i passi delle due creature eterne non si sarebbero più divisi.

Il loro cammino non sarebbe più stato intralciato dalla guerra ed il filo che li univa si sarebbe maggiormente inspessito.

Niente li avrebbe più separati.
















Rieccomi: Spero che vi sia piaciuta perché è tutta per voi.
Un regalo a tutti coloro che mi hanno seguita ed incoraggiata con parole dolcissime.
Piccole precisazioni:

  • ​la Benedizione del Bosco non è una mia creazione come, nemmeno, il fatto che il sovrano elfico e quello degli Uomini liberi per dar vita al regno di Eryn Lasgalen.
    Sono una creazione di Enedhil.
  • Non credo che un Elfo possa impedire all'altro, a cui è legato, di sentire il proprio dolore. Mi serviva per spiegare il perché Legolas non sia stramazzato al suolo, durante il viaggio con la Compagnia.
Dopo queste piccole delucidazioni, un bacio a tutti quanti.
Grazie per il sostegno che mi date
Un bacio da parte mia ed anche dei protagonisti.
   
 
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