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Autore: mamie    01/02/2014    1 recensioni
"La vita di Sergej era il circo. Non ce n’era un’altra. Era nato lì e lì aveva vissuto, giocato, pianto, lì era andato a nascondersi e aveva avuto paura, lì si era esaltato sotto le luci al rumore della folla. Aveva imparato a volteggiare quasi ancora prima di camminare; quando volava sul trapezio non sentiva la fatica e la tensione che gli erano costati tutti quegli esercizi complicati, solo l’immensa gioia di staccarsi da terra, di restare lassù, sospeso nel nulla come un uccello tra le nuvole."
Un altro orfano che arriva al Circo dei Sogni e trova una vita diversa da quella che si aspettava...
[Partecipa alla challenge Pentaistoriomachia di darllenwr].
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nota: la canzone cui è ispirata questa song-fic è Alegria, colonna sonora di uno spettacolo del Cirque du Soleil.
Partecipa alla Pentaistoriomachia di darllenwr con la Quarta Prova, prompt n.5 Song-fic (a scelta dell'autore).

ALEGRIA
 
Alegria
Come un lampo di vita
Alegria
Come un pazzo gridare
Alegria
 
La vita di Sergej era il circo. Non ce n’era un’altra. Era nato lì e lì aveva vissuto, giocato, pianto, lì era andato a nascondersi e aveva avuto paura, lì si era esaltato sotto le luci al rumore della folla. Aveva imparato a volteggiare quasi ancora prima di camminare; quando volava sul trapezio non sentiva la fatica e la tensione che gli erano costati tutti quegli esercizi complicati, solo l’immensa gioia di staccarsi da terra, di restare lassù, sospeso nel nulla come un uccello tra le nuvole.
Quando il loro piccolo circo una notte era bruciato come una torcia lasciando solo cenere fumante, Sergej si era ritrovato di colpo senza una casa, senza una famiglia, senza più nulla per andare avanti. Era scivolato presto sulla china dei derelitti e dei disperati finché un giorno il signor Bailey in persona non l’aveva notato mentre cercava di raccattare qualche moneta all’angolo di una strada facendo salti e piroette da pagliaccio.
Che cosa aveva visto in quel ragazzo triste dal destino già segnato? Sergej non lo sapeva. Sapeva solo che, nel cappello consunto in cui raccoglieva la carità dei passanti, aveva fatto scivolare il suo biglietto da visita sussurrandogli “Quando ne hai abbastanza di questa vita vieni da me”.
E lui era andato.
 
Del delittuoso grido
Bella ruggente pena
  
All’inizio non capiva. Bailey gli aveva detto semplicemente di guardarsi intorno, senza fretta. Per prima cosa era andato nella tenda degli acrobati, naturalmente, e lì… oh, si era trovato in un altro mondo. Cos’erano quelle sfere lucenti, quelle gabbie d’argento, quelle nuvole soffici su cui sembravano fluttuare leggeri angeli dalle ali nere e uccelli dal piumaggio candido? Improvvisamente si sentiva goffo, incapace, quasi preso dalla vertigine.
Aveva vagato come un sonnambulo nel Giardino di Ghiaccio, guardato con curioso stupore le Statue Viventi, si era perso nel soffice lucore del Dedalo della Nube, aveva acceso una candela sull’Albero dei Desideri… Poi era tornato alla tenda dell’Appeso, si era attaccato ad una corda ed era salito, così, per prova. Lassù, a quindici metri dal suolo, aveva ritrovato improvvisamente se stesso. Il suo mondo era lì, tra la terra e il cielo, il suo mondo era la gioia di essere senza peso, sospeso nell’attimo infinito tra la vita che ti tira verso la terra che vuole inghiottirti e la morte che ti promette un cielo senza fine.
 
Serena
Come la rabbia di amare
 
La prima volta che aveva visto Poppet era rimasto a guardarla, letteralmente, con la bocca aperta e un’espressione idiota sulla faccia per tutto il tempo che lei aveva impiegato ad attraversare la pista col suo abito di mille sfumature di bianco e la fiamma dei capelli rossi non ancora imprigionati nel berretto che usava per gli spettacoli. Si era sentito in paradiso; gli pareva che, se fosse sceso dalle nuvole e si fosse gettato ai piedi di quella creatura fantastica, avrebbe potuto morire senza rimpianti. Il suo paradiso era durato una manciata di minuti, finché qualcuno non aveva ridacchiato e fatto chiare allusioni al fatto che lei viveva in tutt’altro universo, un universo dal quale dispensava equamente sorrisi, ma da cui nessuno si era nemmeno mai sognato di farla uscire. Era stata Poppet a scegliere il signor Bailey per salvare il Circo, e questo era un fatto che nessuno aveva mai osato mettere nemmeno in discussione.
Sergej precipitò in breve dal paradiso al purgatorio. Il pensiero di Poppet cominciò a tormentarlo prima in modo sottile, presentandosi alla sua mente e ai suoi sensi nei momenti più impensati.
Lei lo trattava con dolce indifferenza, come un bambino un po’ petulante che va assecondato, ma non più di tanto. Una volta si erano ritrovati a prendere un caffè insieme e quando lui le aveva chiesto ingenuamente da quanto tempo fosse al Circo, lei aveva risposto semplicemente: - Sono nata qui. – Senza pensare di specificare quanto tempo prima era accaduto.
A volte aveva a che fare anche con Widget, suo fratello. Pur avendo un’impressionante somiglianza con la sorella (aveva saputo che erano gemelli), gli stessi capelli rossi e lo stesso portamento aggraziato, Widget aveva uno sguardo sognante che sembrava perennemente distratto, prima che qualcuno si accorgesse di quanto fosse capace di cogliere tutte le cose inconfessabili che uno non avrebbe mai voluto lasciarsi sfuggire.
A volte, quando la incontrava, gli pareva che lei lo scrutasse con uno sguardo preoccupato e un’ingiustificata apprensione. Una volta si era lasciata sfuggire anche un breve “Stai attento, Sergej”, che lui non aveva capito o non aveva voluto capire. Di certo non alludeva al signor Bailey, che pareva supremamente indifferente a quello che uno dei suoi acrobati poteva pensare di Poppet. Probabilmente ci era abituato, pensò amaramente. Erano tutti innamorati di lei.
 
Beautiful roaring scream
Of joy and sorrow,

Gli incidenti al Circo erano sempre stati rari e mai privi di significato. Aveva sentito favoleggiare di un incendio, prima che arrivasse il signor Bailey, e di strane presenze che si muovevano attraverso il Giardino di Ghiaccio, e persino di un omicidio, ma Sergej non si era mai mostrato interessato alle favole. Così quella notte, quando inaspettatamente perse la presa e capì che sarebbe caduto, Sergej non pensò a nulla se non che era giusto così e che quella era la degna conclusione della sua poco interessante esistenza. Vide il cielo nero del tendone roteare e poi schiantarsi in miriadi di stelle luminose. E poi più nulla.
 
So extreme
There is a love in me raging

 

Uno di quegli attimi in cui il tempo si ferma. Le stelle di Isobel si disposero inaspettatamente in una costellazione infausta. La vista di Poppet si offuscò per poi tornare dolorosamente chiara. I gattini di Widget miagolarono di disappunto nel bel mezzo del loro numero. Quasi nessuno però se ne accorse. Non era forse quello il Circo dei Sogni? Solo un altro sogno che svaniva all’alba. Solo un’altra illusione.
 
Alegria
Como la luz de la vida
Alegria
Como un payaso que grita
Alegria

I primi tre giorni Sergej li passò sprofondato nel delirio della febbre, e furono i migliori. Quando riuscì a tornare in sé un’ondata di sconforto lo sommerse.  Non rispose al signor Bailey che gli diceva quanto era stato fortunato. Non rispose al dottore che gli elencava le minute prescrizioni da seguire per minimizzare i danni delle ossa rotte e delle lesioni interne. Non rispose ai compagni che facevano a turno per sommergerlo di soffocanti premure. Non rispose a nessuno, tanto che temettero fosse diventato muto per il trauma, finché non arrivò Poppet. Entrò senza dire niente, nel suo vestito bianco di scena come l’aveva vista la prima volta, i capelli che facevano attorno al suo viso pallido un’aureola di fiamma. Si sedette accanto a lui con un lieve sorriso sulle labbra e gli prese la mano, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
‒ Ci sono tanti modi di volare, Sergej.
Fu l’unica cosa che disse. Rimase un altro po’ lì a sorridere e a tenergli la mano, poi se ne andò come un’apparizione, tanto che lui non era più certo di averla vista veramente.
 
Del estupendo grito
De la tristeza loca


Quando riuscì a tirarsi di nuovo in piedi, Sergej si sentiva un misero relitto sbattuto senza pietà su una scogliera indifferente. Gli faceva male tutto, si muoveva a stento, gli esercizi di riabilitazione erano così dolorosi che spesso doveva ricacciarsi in gola le lacrime di rabbia e di umiliazione che gli salivano agli occhi. Gli sembrava di non fare progressi di nessun genere e il suo trapezio, lassù nello scuro tendone degli acrobati, gli pareva sempre più lontano.
Fu Widget, questa volta, a venirgli in aiuto. Gli consegnò un pacchetto con un breve “Ho pensato che potesse aiutarti” andandosene poi prima ancora di poter sentire ringraziamenti o recriminazioni. Il pacchetto, fatto di pesante broccato nero, conteneva tre oggetti. Un quaderno dalle pagine bianche, una bottiglietta di inchiostro nero e una cannetta. Quando Sergej stappò la boccetta di inchiostro sentì uno strano odore di polvere e nuvole; un odore di aria che si sente solo con l’altezza, insieme a quel sentore di fumo e caramello che sembrava impregnare ovunque il Circo dei Sogni.
 
Serena
Como la rabia de amar

L’idea era stata di Tsukiko, ma era stata Poppet a realizzarla, naturalmente. Tsukiko aveva cominciato ad invitare Sergej a prendere il tè, dopo i suoi faticosi esercizi di fisioterapia. Mentre preparava sapientemente infusi che riempivano la sua tenda di vapori sottilmente profumati, Tsukiko parlava. Non dava consigli, non faceva prediche, non cercava di insegnare qualcosa. Semplicemente parlava, di quello che le veniva in mente, di ciò che aveva fatto un gattino un minuto prima o di un ricordo che si perdeva in una lontananza tale da sembrare perso nella leggenda. Sergej ascoltava. Dapprima quegli incontri gli avevano messo un po’ di apprensione: Tsukiko era forse l’essere più misterioso del Circo e Sergej si sentiva vagamente a disagio dietro lo sguardo di quegli occhi taglienti come lame. Presto, però, quegli appuntamenti erano diventati un rito gradevole, e per Sergej una pausa di sollievo.
Era stato allora che Poppet l’aveva trascinato alla Pozza delle Lacrime, dove non era mai voluto entrare.
 
Alegria
A joyous,
Magical feeling

 
La pietra nera è liscia nella sua mano. Pesante. Si adatta al suo palmo come se fosse stata fatta apposta per lui. La ghiaia bianca scricchiola sotto le scarpe. L’acqua trasparente rimanda il luccicare di centinaia di pietre nere identiche. La pietra sembra farsi sempre più pesante e calda. Quasi rovente ora nella sua mano. Sergej grida e la scaglia nella pozza, nel punto più profondo e poi respira, respira, respira come se lo facesse per la prima volta.
Dall’angolo oscuro dell’ingresso Poppet osserva Sergej piangere tutte le sue lacrime.
Alegria
Como un asalto de felicidad

 
Si è sparsa la voce di un nuovo numero acrobatico e la tenda dell’Appeso è gremita di spettatori che vagano a naso in su lasciando orme luccicanti sulla sabbia nera della pista. In alto, le figure che sembrano uccelli esotici o angeli smarriti circondano come un vortice una gabbia d’argento. Nella gabbia un Pierrot, apparentemente assorto a guardare la luna, si dondola mollemente fermandosi ogni tanto per scrivere qualcosa su fogli di carta candida come neve. Poi i fogli finiscono con noncuranza per cadere al suolo. Gli spettatori fanno a gara per raccoglierli e, quando li hanno raccolti e letti, tornano a guardare per aria con rinnovato incanto. Alcuni li piegano con cura e se li mettono in tasca, come preziosi ricordi da non perdere. Altri se li mostrano l’un l’altro e cercano di afferrarne altri che nevicano placidamente su di loro, deviati nella traiettoria dai volteggi degli acrobati e da curiosi sbuffi d’aria che paiono venire dal nulla. Non ce ne sono mai due uguali, e nessuno rimane mai senza. Sono parole d’inchiostro nero sulla pagina bianca, sono essenza di sogni, grida di uccelli notturni, lampi di crepuscoli ardenti, arabeschi di lucciole e volo di aquile sul mare. Sono poesia.
Il Pierrot, in alto, con la sua lacrima lucente sulla guancia, sorride alla luna.
 
Alegria
Come un assalto di gioia.
  
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