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Autore: Salvo_    01/02/2014    0 recensioni
Il mistero di come il diadema di Priscilla Corvonero raggiunse la Stanza delle Necessità.
Genere: Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Tom O. Riddle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Pioveva quella notte quando, ad Hogwarts Labicia Hemmett passò oltre il barile vicino le cucine del castello, per uscire dalla Sala Comune di Tassorosso.
Era piuttosto preoccupata che qualche professore la potesse trovare fuori dal dormitorio a quell'ora, ma nonostante ciò proseguì con determinazione tenendo ben saldo un oggetto luccicante in mano...
Le grandi finestre del corridoio del secondo piano venivano illuminate per pochi secondi dai lampi mentre la pioggia picchettava sui vetri e l'ombra di Labicia si stagliava contro il profilo scuro e freddo dei muri. Cercava di non fare rumore, senza riuscirci perchè i suoi passi ribombavano lungo i corridoi, accrescendo la sua paura di essere presa e quindi interrogata sul perchè era fuori dal suo dormitorio in piena notte.
Raggiunse le scalinate dove il riratto di Sir Cadogan urlava brandendo la spada in modo impacciato: - Marrani e felloni, fatevi vedere! Chi osa disturbare la quiete del grande Sir Cadogan? Mostratevi, orsù, e combattete da uomini! - 
Labicia, terrorizzata più che mai, corse via dal ritratto che minacciava di svegliare l'intero castello, raggiungendo il corridoio del primo piano dove si fermò di colpo davanti un muro come tutti gli altri e incominciò a girare su se stessa. "Ho bisogno della stanza va e vieni...devo entrare nella stanza...". I suoi pensieri si interruppero di fronte a una porticina che si stava ingrandendo davanti a lei, nel muro apparentemente spoglio, dove adesso c'era un portone in legno. Entrò senza esitazione e incominciò a vagare alla cieca tra le montagne di oggetti deposti da generazioni di studenti, che nel corso dei secoli, avevano anche loro scoperto le meraviglie della Stanza delle Necessità.
Labicia correva, urtando gli oggetti più disparati: Spioscopi incrinati e coperti di polvere, cassettoni e mobili rovinati dalle tarme, statue e dipinti di uomini altezzosi...
Si fermò con il fiatone davanti un tavolo di legno dove, coperto di ragnatele, c'era un busto di una donna con un viso leggermente inquietante, deformato dalle flebili luci che provenivano dai lampadari appesi al soffitto altissimo.
Labicia si avvicinò con cautela alla donna...aveva paura di quel busto da cui, tempo addietro, aveva tolto la sua bella tiara splendente che adesso teneva in mano, con l'intenzione di rimettergliela addosso come se niente fosse successo... Con mani tremanti avvicinò il piccolo diadema alla testa marmorea di Priscilla Corvonero, poggiandolo delicatamente, dopodichè infinitamente sollevata si incamminò verso l'uscita, sparendo... CONTINUA.

 
  
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