L’uomo prese un foglio di carta sgualcita dall'alta fila che aveva ordinato ai servitori di ordinare. Dovevano essere tutti, o almeno così sperava.

Osservò la pergamena e l’enorme scritta “Ricercato” sopra al nome di Flann Ryder. Disegnato vi era il volto di una ragazza dai lunghi capelli castani ed arruffati, uno sguardo strafottente ed un naso a dir poco orribile.

D’un tratto le porte si aprirono e la stessa ragazza ne comparve, con l’unica differenza che ora aveva i capelli ordinatamente intrecciati sul capo e, invece di stracci puzzolenti e rubati, indossava un sontuoso abito bianco.

L’uomo ne rimane estasiato, riprendendosi solo dopo un po’ e tramutando la sua espressione meravigliata in pura preoccupazione pre-matrimoniale.

« Non è di buon auspicio vedere la sposa prima del matrimonio! » gridò, agitandosi.

La ragazza gli si avvicinò, sbuffando ed accarezzandogli i capelli corti e castani, un tempo lunghissimi e più dorati del sole.

« Non crederai mica a queste sciocchezze, Rübe, dopo tutto quello che abbiamo passato? »

« E’ proprio perché non voglio che mi ricapitino che mi preoccupo, Eugénie! »

La donna ridacchiò, non sforzandosi di alzarsi per baciare il suo promesso sposo, per via del poco tacco che indossava; anche se, per precauzione, si aggrappava al vestito regale di lui, per paura di cadere.

« Ci pensi? Io regina. E chi se lo sarebbe mai immaginato » commentò Eugénie sognante ed ancora incredula al solo pensiero, suscitando un’inevitabile ilarità nell'altro. Gli lanciò un’occhiata indagatrice. « Tu, piuttosto, dei tuoi genitori? »

Rübe alzò le spalle, cingendole la vita. « C’è tutto il tempo per recuperare. Per ora l’unica cosa che voglio è assicurarmi di poter stare con te per sempre. »

La donna lo abbracciò, posando il capo sul suo petto; quando qualcosa sulla scrivania attirò la sua attenzione. Prese in mano il foglio di carta, allarmata.

« Ma dico io, il disegnatore era cieco? Che razza di naso è questo? »