Al centro del bosco c'era un grande prato, circondato dai castagni e dalle betulle. Il vento leggero che veniva dal mare lontano muoveva l'erba sottile, umida di gocce gelate. Faceva freddo, un freddo indescrivibile, ma il sole calava con indifferenza oltre le cime degli alberi, tingeva il cielo di un rosa pallido.
Al centro del bosco c'era un grande prato, e al centro del prato si ergeva un albero; un castagno. Aveva ormai poche foglie, già secche, il tronco era circondato di cadaveri scricchiolanti; davano un senso tetro e macabro al paesaggio, forse triste, un po' malinconico.
Al centro del bosco c'era un grande prato, e al centro del prato si ergeva un albero. Sotto quell'albero così grande, un bambino così piccolo era seduto fra le radici. Aveva un palloncino rosso legato alla mano con un filo bianco, chissà cosa guardava.
Portava dei pantaloni di velluto e'crue, e un maglioncino blu scuro. Il vento gelato e l'erba bagnata non sembravano infreddolirlo, e il bambino rimaneva immobile con lo sguardo immobile nel vuoto. Mi avvicinai con calma, per poi inginocchiarmi sull'erba, vicino a lui.
Ciao, lo salutai, la mia voce rimbombava nel bosco. Spostò lo sguardo verso di me, e mi sorrise piano. Aveva gli occhi chiari, quasi trasparenti.
Ma erano occhi che conoscevano il mondo, occhi di un vecchio; e un sorriso spento.
Al centro del bosco c'era un grande prato, e al centro del prato si ergeva un albero. Sotto quell'albero così grande c'eravamo io, e un bambino così piccolo; un bambino con gli occhi trasparenti, in mezzo all'erba bagnata di cristalli, sotto un cielo di terra bruciata.